Buon 1 maggio a:
Tutti quelli che lavorano con dignità e professionalità;
A quelli che il lavoro non ce l’hanno ma non si arrendono;
A quelli che purtroppo si sono arresi e non saranno con noi in questo 1 Maggio;
Ai precari che sperano sempre di poter costruire un futuro più stabile;
Agli studenti che si stanno formando con l’incertezza del domani;
Ai “cervelli in fuga” che ci rendono orgogliosi;
Ai “cervelli che sono rimasti” che ci rendono ancora più orgogliosi;
Agli imprenditori onesti che pagano le tasse e non licenzierebbero nessun dipendente;
Ai nostri lavoratori emigrati;
A quelli che invece hanno deciso di lavorare dove sono nati;
Ai pensionati che hanno già dato tanto;
A quelli che si battono per i diritti dei lavoratori ed il diritto al lavoro;
A chi pensa che non siano fuori moda i diritti dei lavoratori ed il diritto al lavoro.
Archivio mensile:aprile 2012
Prete fascista e Curia omertosa a Catania
Il 28 aprile di ogni anno (ricorrenza dell’esecuzione di Mussolini), Padre Antonio Lo Curto celebra una messa in onore al dittatore sanguinario fascista.
Questo “prete” avverte che la Curia è informata dell’evento (ed ovviamente tace acconsentendo).
Le affermazioni di Lo Curto fanno inorridire. Per lui: “Mussolini era una brava persona. Benito ha commesso alcuni errori come le leggi razziali e la guerra. Ma sono errori che tutti possiamo fare“. Forse la Curia dovrebbe verificare la salute mentale dei suoi preti……
Alla fine della celebrazione Francesco Condorelli Caff (segretario regionale della fiamma tricolore) ha tenuto un comizio dentro la Chiesa prima di gridare il nome di Mussolini. Tutti i presenti (molti con la croce celtica al collo) hanno risposto all’unisono “Presente” alzando il braccio nel saluto fascista. Anche Padre Lo Curto non si è tirato indietro…..
All’entrata della Chiesa alcuni antifascisti hanno scaricato dei liquami. Un gesto il loro totalmente da biasimare: secondo me avrebbero dovuto interrompere fisicamente lo svolgimento della Messa.
Qui un link ai vaneggiamenti di “Padre” Lo Curto……
Pontifex e la Festa del Lavoro
La settimana che va dal 25 aprile al 1 maggio è un periodo di grandi “risvegli“. Ci si risveglia per l’arrivo della primavera ma si risvegliano anche dei sentimenti (di orgoglio o avversione) verso le celebrazioni della Festa della Liberazione e la Festa del Lavoro.
Bruno Volpe dedica un articolo proprio all’imminente Festa del Lavoro del Primo Maggio dal titolo “L’incoerenza dei rossi. Primo maggio festa. La domenica chissà“.
Prima di affrontare il pensiero di Volpe permettetemi un po’ di storia.
La data del 1 maggio ha origini antiche ed internazionali.
Fu presa questa data in ricordo di alcuni incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket.
La celebrazione si diffuse in gran parte del mondo ed anche in Italia. Fu abolita durante il fascismo e ripristinata subito dopo la Liberazione. Purtroppo questa data ricorda anche la Strage di Portella della Ginestra (PA) quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa per il 1 maggio uccidendone undici e ferendone una cinquantina.
Attualmente questa data vuole ricordare l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
Vengo all’articolo di Volpe.
La Liberazione secondo Pontifex
Il sito ultracattolico Pontifex spesso riporta integralmente articoli proposti in altre blog o siti.
Questo è il caso di un articolo dal titolo “Le amnesie del Presidente Napolitano: i Partigiani ed i crimini a sfondo religioso” a firma di Gianni Toffali. Una semplice ricerca in internet permette di verificare che l’articolo è stato ricopiato integralmente dal sito giornale.sm.
Toffali affronta la celebrazione del 25 aprile con tesi quantomeno “revisioniste“.
Comincia affermando che “l’Italia la guerra la perse” e “festeggiare una sconfitta, è puro masochismo“.
Toffali forse dimentica alcune tappe fondamentali. L’Italia si era già posta ufficialmente aldifuori della guerra con il Proclama Badoglio dell’8 settembre 1943 che così recitava:
Pontifex e la “pacificazione nazionale”
Come al solito il blog “non-secolarizzato” Pontifex approfitta del 25 aprile per un banale articolo vagamente “cerchiobottista” a firma di Volpe e Tommasi (addirittura due persone per un simile articolo?).
Bruno Volpe definisce come “stanca” la celebrazione del 25 aprile ma forse dimentica che è compito di ogni Italiano rendere forte e viva questa celebrazione ricordando le origini della nostra Repubblica e la Resistenza.
Per Pontifex i Comunisti “hanno messo il cappello sul venticinque aprile dimenticando che contribuirono alla liberazione anche cattolici, persone di nessuna fede, cittadini persino apolitici, ma desiderosi di libertà e di giustizia“. Questo è assolutamente vero ma forse le forze di sinistra sono le sole forze che hanno sempre fatto vivo il ricordo della Resistenza.
La “libertà religiosa” secondo Oidce
L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (Oidce) ha pubblicato il suo ultimo rapporto sulle persecuzioni cristiane in Europa.
C’è da premettere che la Oidce è una ong e non una agenzia dell’Ue.
Leggendo il rapporto alcuni episodi non rappresentano di certo episodi di “cristianofobia” ma rappresentano bene quale sia la concezione di “libertà” di una parte del mondo cattolico.
Ecco alcuni esempi.
University of Chicago: -10% in 10 anni di credenti in Italia
Un’indagine del NORC Institute della University of Chicago, che rielabora di dati di varie ricerche su trenta paesi, rileva come la fede in Dio vada mediamente scendendo anche in Italia.
Nel nostro Paese infatti il 5,9% afferma di non credere in Dio e – tra questi – il 7,4% non ci ha mai creduto.
Ciò nonostante il 41% (una minoranza in ogni caso) afferma che Dio esiste e non ha dubbi a riguardo e – tra questi – il 72,1% ha sempre creduto in Dio.
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Uccr si arrampica sugli specchi per difendere la scuola privata
Quei bravi “ragazzi” di Uccr si dilettano nuovamente ad affrontare il tema dei finanziamenti alla scuola pubblica.
Su un tema così importante sarebbe giusto avere un approccio laico ma i bravi ragazzi esordiscono con “nella tematica della scuola e dell’istruzione da anni c’è una guerra ideologica da parte di alcune fazioni della società, contro la libertà di scelta e di educazione“.
Francamente anche chi si oppone (come me) ai finanziamenti alla scuola privata non vuole per nulla impedire la libertà di scelta: ognuno è libero di andare dove si vuole.
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Le deboli argomentazioni del Pontificio Consiglio per la Famiglia contro la liberalizzazione delle droghe leggere
Il sito integralista Pontifex riporta una riflessione del Pontificio Consiglio per la Famiglia del 22 gennaio 1997 in materia di liberalizzazione delle droghe leggere.
L’articolo è molto datato e forse alcuni punti non sarebbero riproposti nello stesso modo.
Il fatto che – a distanza di più di un decennio – venga proposto integralmente fa pensare che venga considerato ancora attuale.
Nell’articolo si afferma che: “l’opinione pubblica è stata scossa di recente da alcune proposte, presentate in diversi Paesi, volte a far adottare una legislazione che controllerebbe l’uso della droga“. Non mi ricordo se l’opinione pubblica fosse scossa però so che – appena quattro anni prima – gli Italiani votarono a favore della liberalizzazione delle droghe leggere.
Riporto alcuni stralci della riflessione del Pontificio Consiglio.
Tesi (??) contro la legalizzazione delle droghe leggere
Il famoso sito Pontifex affronta oggi il tema della legalizzazione delle droghe leggere.
Comincio a chiarire alcuni aspetti.
Non posso considerarmi di sicuro un consumatore abituale di droghe leggere: ho fatto solo un tiro a 25 anni e da allora niente di più. Ovviamente non ho mai consumato altri tipi di droghe e faccio un moderato consumo di alcool.
Tempo fa ero sostenitore del proibizionismo in materia di droghe leggere ma – avendo una mentalità laica – col tempo ho cambiato idea per un solo motivo: la realtà dei fatti.
L’autore di Pontifex – che non si firma – si pone delle domande e da’ delle risposte: vediamole nel dettaglio.
I modi pacati di quei bravi ragazzi di Uccr
È bello leggere gli articoli dei “cattolici del web” per la pacatezza con cui espongono le loro ragioni.
Nel blog di quei bravi e simpatici ragazzi di Uccr si commenta un articolo del noto giornalista e scrittore Corrado Augias.
L’articolo non è firmato ma l’autore esordisce con questa frase: “Il noto ateologo da strapazzo, detto per gli amici Corrado Augias, ha scritto…“.
Non sono molto esperto di cattolicesimo ma credo che essere cattolici significhi prima di tutto mostrarsi pacati nei toni ma forti nelle proprie idee.
(S)ragionamenti contro il matrimonio omosessuale
Più passa il tempo e più mi rendo conto che i cattolici quando scrivono o parlano di leggi sono capaci solamente di grandi scemenze.
Sul famigerato sito Pontifex un articolo di Giovanni Servodio mi ha fatto ridere per ore.
Il tale comincia a scrivere che “matrimonio” derivi dal sostantivo “mater” madre, e “sta ad indicare il contesto nel quale trovano pieno riconoscimento le prerogative proprie della donna, della madre“.
È vero che l’origine etimologica della parola matrimonio venga da “matris munia” (doveri della madre) ma è evidente che questo antico significato latino non coincida con quello attuale per due motivi.
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La “vittoria” della famiglia naturale per i ragazzi di Uccr
Quei simpatici e bravi ragazzi di UCCR hanno pubblicato un interessante articolo (dal titolo “imparziale“: “In Slovenia e in Alaska due vittorie della famiglia naturale“) riguardante un referendum avvenuto nella vicina Slovenia.
Infatti il Parlamento sloveno ha approvato il nuovo “Codice della famiglia”, che prevedeva il riconoscimento di diritti alle coppie omosessuali.
Alcune associazioni si sono attivate per indire un referendum abrogativo. Al referendum ha partecipato appena il 26% degli aventi diritto e – tra questi – il 55% si è dichiarato favorevole all’abrogazione del nuovo codice però non essendo necessario raggiungere il quorum del 50%+1 dei votanti, il nuovo Codice è stato abrogato.
Forse parlare di “vittoria” è eccessivo e sarebbe giusto domandarsi se raggiungere il quorum sia necessario: ovvio che in Italia (con gli stessi numeri) questa vittoria sarebbe stata una sconfitta essendo necessario raggiungere il quorum del 50% + 1 dei votanti (che in Slovenia è stato solo del 26%).
La “vera” carità cristiana
Quei bravi ragazzi di UCCR pubblicano un articolo pieno di esempi di sacerdoti che si sono tagliati lo stipendio (a vantaggio di chi?!) per dare il “buon esempio”.
Siamo veramente fortunati in Italia ad avere la presenza di bravi religiosi e sacerdoti pronti a tutto pur di aiutare il prossimo…..
Peccato che nella provincia di Vibo Valentia (la più povera d’Italia), in un territorio ad alta presenza di ‘ndrangheta, l’Ordine dei Cappuccini chieda 600.000 € per cedere al Comune di Nicotera (le cui casse languono) un Convento disabitato. Qualche particolare: il Convento è disabitato da decenni, i Cappuccini non hanno nessun documento che provi la proprietà dell’immobile, il Comune si è impegnato a realizzare nel convento un centro per anziani, la comunità nicoterese ha nel tempo contribuito alla costruzione e ristrutturazione dell’immobile raccogliendo offerte e – ciliegina finale – i Cappuccini hanno triplicato nel giro di pochi anni la loro richiesta (qualche anno fa chiedevano “appena” 200.000 €).
Insomma i Cappuccini – se non ricevono l’obolo – preferiscono che il centro per anziani non si realizzi e che il Convento resti disabitato ed in rovina. Ma che bella carità cristiana….
Per i cattolici del web l’omosessualità è degna di sanzione
Nel mondo “ultracattolico” del web un posto di rilievo viene occupato dal blog Pontifex del giornalista ed avvocato Bruno Volpe.
Da acceso difensore dell’ortodossia religiosa spesso si scaglia contro gli omosessuali.
In un articolo plaude alla Russia di Putin che ha approvato una legge che sanzionerebbe i comportamenti omosessuali in pubblico.
Secondo Volpe “ha fatto benissimo Putin a sanzionare gli atti omosessuali in pubblico, quando questi diano collettivo scandalo, perché offendono il pudore, la sana moralità ed anche il decoro“.
Il giornalista se la prende anche con “le effusioni indecenti a cui impotenti dobbiamo assistere da parte di molti giovani e maleducati eterosessuali“.
Volpe è un avvocato ma spesso dimentica la legge italiana.
Infatti – senza necessità di provvedimenti “speciali” – nel nostro codice penale esiste l’art. 527 (Atti osceni) che così prescrive:
Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è punito con la reclusione da tre mesi a due anni.
Insomma senza bisogno di leggi speciali il nostro ordinamento già prevede strumenti a difesa della cosiddetta “moralità pubblica“.
La speranza ovviamente è che non siano persone come Bruno Volpe a dover giudicare quali atti siano “osceni”altrimenti anche due omosessuali che si tengono per mano rischierebbero la condanna.
I cattolici del web ritornano con una “leggenda metropolitana”: la scuola paritaria converrebbe allo Stato. Ma a quale costo?
Quei simpatici e bravi ragazzi di UCCR (Unione Cristiana Cattolici Razionali: una contraddizione in termini) pubblicano un articolo che riprende ampie parti di un altro articolo di Giovanni Vassallo pubblicato sul sito cattolico documentazione.info.
Il succo dell’articolo è molto semplice: allo Stato costa molto meno uno studente che frequenta la scuola privata piuttosto che uno studente che frequenta la scuola pubblica. Alla luce di questo risparmio allo Stato converrebbe finanziare maggiormente le scuole private rispetto che quelle pubbliche.
Voglio considerare vere le cifre riportate nell’articolo (provenendo dal Miur) ma la domanda che sorge spontanea è: perché la scuola privata è più economica della scuola pubblica?
L’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) ci offre una prima risposta.
Infatti nel 2008 i dipendenti irregolari(ossia con contratti in nero) nel settore istruzione erano 17.200 mentre nel 2009 si è passati a 19.000 (+10,5% in un solo anno!): ovviamente questo dato riguarda solo le scuole private, visto che quelle pubbliche non possono avvalersi di insegnanti “irregolari”.
Questa non è la sola causa di “ecomomicità”.
Infatti il Ministero dell’Istruzione ha realizzato un monitoraggio su 5.986 istituzioni statali e 4.250 paritarie.
Per la Giunta regionale lombarda gli anziani religiosi sono più importanti degli anziani “normali”
La Giunta regionale lombarda ha stanziato la somma di 600.000 € per assistere 103 religiosi non autosufficienti che sono accolti in varie strutture private.
È vero che molti anziani – per situazioni particolari – necessitano di assistenza sanitaria a casa ma questo problema non riguarda solo gli anziani “religiosi” ma gli anziani in genere.
Se per questi 103 anziani religiosi la Giunta regionale lombarda ha stanziato questa somma, cosa viene fatto per gli anziani “normali” che non hanno alle spalle una lobby come la CEI?
Inoltre l’art. 3 della nostra Costituzione non recita che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (…) senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”?
Perché adottare un trattamento privilegiato per i religiosi “anziani” e disinteressarsi degli anziani normali? Hanno forse meno dignità sociale?
Fondazione Giovanni Agnelli: scuole private nettamente inferiori a quelle pubbliche
La Fondazione Giovanni Agnelli ha realizzato un importante studio che aveva l’obiettivo di verificare quale tipo di scuole superiori preparassero meglio gli studenti per gli studi universitari.
L’indagine riguardava oltre 145.000 diplomati provenienti da 1.011 istituti di Piemonte, Lombardia, Emilia e Calabria.
La Fondazione Giovanni Agnelli nella ricerca esplicitamente afferma che “nonostante la presenza di alcune realtà di chiara eccellenza, la performance della maggior parte delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali”.
E c’è ancora chi afferma che le scuole private siano l’eccellenza…..
CENSIS: valori religiosi in crescita?
Il CENSIS pubblica ogni anno il Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese.
Quest’anno siamo arrivati alla quarantacinquesima edizione e molti si sono affrettati ad affermare di rivincita di valori religiosi.
Leggendo il rapporto CENSIS integralmente la situazione è ben diversa.
Il CENSIS ha posto la domanda: “Lei crede che esista una sfera trascendente o spirituale che va al di là della realtà materiale?“.
A questa domanda le risposte sono state le seguenti:
– Si, perché sono credente 65,6%
– Pur non essendone pienamente convinto, credo che in fondo ci sia “qualcosa” o “qualcuno” al di là della realtà materiale 15,6%
– Non me ne occupo 8%
– Forse si, ma comunque ritengo che si debba tenere nettamente separate la sfera razionale e quella irrazionale 4,9%
– Non lo credo, ma alle volte mi comporto come se esistesse 3,2%
– Non lo so ma mi affascina pensarci 1,9%
– Pensare a questo genere di cose allontana gli uomini dai problemi veri della vita 0,8%
Quindi solamente il 65,6% si è professato credente senza esitazioni mentre gli altri approcci andavano da un certo scetticismo ad un disinteresse.
Il 65,6% di credenti senza riserve (da vedere poi quanti praticanti) è inoltre una percentuale molto più bassa di quanto aveva rilevato l’Eurispes nel 2010 secondo cui il 76,5% degli Italiani si considerava credente.