Il prestigioso istituto americano di ricerca Gallup ha ripetuto – a distanza di sette anni – lo studio Global Index of Religion and Atheism sulla religiosità in cinquantasette nazioni del mondo intervistando più di 50.000 individui. L’istituto di ricerca Doxa si è occupato di realizzare la ricerca per lo specifico della situazione italiana.
La domanda posta al campione è stata: “Indipendentemente dal fatto di frequentare un luogo di culto o no, ti consideri una persona religiosa, una persona non-religiosa o un ateo convinto?”.
Le risposte erano: “Sono una persona religiosa”, “Non sono una persona religiosa”, “Sono un ateo convinto” e “Non so”.
L’Italia si pone tra i paesi più religiosi: infatti il 73% dei rispondenti al sondaggio affermano di essere tali. Sebbene nel resto del mondo questa percentuale sia diminuita del 9% rispetto al 2005, in Italia è aumentata dell’1%.
Relativamente bassa (8%) la percentuale di coloro che si definiscono atei convinti sebbene sia aumentata del 2% rispetto al 2005 contro un aumento mondiale del 3%.
Il 15% degli Italiani si definisce come “non religioso”: perciò – sommando questa percentuale agli atei convinti – il 27% della popolazione è lontano dalla religione.
La percentuale degli Italiani (73%) che secondo Gallup sarebbero religiosi è una percentuale molto simile alla rilevazione del 2010 del’Eurispes – nel suo “Rapporto Italia 2010” – secondo cui il 76,5% degli Italiani si considerava credente ma solo il 24,4% si considerava praticante: in sostanza l’Italia si conferma un Paese religioso “di facciata” ma sempre più secolarizzato.
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