Come il Giro d’Italia a maggio, Miss Italia a settembre ed il Festival di Sanremo a febbraio, ad agosto non può mancare (come le zanzare) il meeting dei cattolici di Comunione e Liberazione e la solita sfilata di prelati e politici.
La giornalista di Repubblica Giulia Foschi è andata a chiedere cosa i ciellini ne pensano delle coppie gay e del matrimonio omosessuale.
Certamente chiedere ad un ciellino cosa ne pensa dell’omosessualità è come andare a chiedere ai tifosi della Juve cosa ne pensino dell’Inter e viceversa ma è sorprendente la qualità delle risposte ricevute.
Un ciellino afferma che le coppie gay sono “un male per l’umanità”. Ad essere obiettivi le coppie gay esistono dalla notte dei tempi e non mi sembra che abbiano creati – in questi “pochi” millenni – tanti sfaceli. Invece il sistema di potere creato dal ciellino Formigoni su cui sta indagando la magistratura, forse non sarà un “male per l’umanità” ma di sicuro sarà un male per il nostro Paese.
Un altro ciellino afferma che sono “un rischio per l’avanzamento della specie”.
Se si considera che l’omosessualità è presente – come detto – dalla notte dei tempi e l’umanità ora è più numerosa (forse troppo) che mai, forse questo rischio non è molto fondato. Inoltre allo stesso modo si potrebbe obiettare che se – in una situazione veramente ipotetica – tutti gli uomini e le donne decidessero di diventare preti e suore, l’umanità sarebbe destinata all’estinzione.
Un altro ciellino si domanda: “Se in futuro ci fossero metà famiglie tradizionali e metà gay, cosa succederebbe? Forse uno scisma, non si sa. Non si può andare contro natura”.
Il nostro ciellino dovrebbe sapere che – come diceva lo storico Alessandro Cutolo – “con i se non si fa mai la storia, e nessuno può dire con serietà quello che sarebbe avvenuto ove la storia non avesse camminato come effettivamente ha camminato”.
Un giovane ciellino si chiede: “Una coppia etero dà dei figli allo Stato. Una coppia gay cosa dà? Vogliono dei diritti, ma in cambio cosa portano alla società?”
Forse il giovane ciellino dovrebbe considerare che l’opinione di “dare figli alla patria” è un pensiero in voga nell’Italia del ventennio fascista: i figli non si fanno per lo Stato ma solamente per la volontà dei coniugi.
Più facile invece rispondere alla domanda su cosa portano le coppie gay alla società: tasse. I gay sia come individui che come coppia pagano le tasse come qualsiasi altro contribuente onesto: tasse che serviranno a pagare alcuni servizi sociali (come asili, reparti di maternità, etc.) di cui direttamente non ne beneficieranno mai.
Un’altra ragazza invece aggiunge: “Abbiamo diversi amici gay ma nessuno di loro vorrebbe sposarsi, perché le unioni gay non durano”.
È strano che tutti i cattolici – quando intervistati – hanno sempre “diversi amici gay”: forse sono io l’anormale a non avere amici gay?
Sarebbe curioso sapere in che modo possa affermare che le “unioni gay non durano”: forse la fonte è qualche blog cattolico di serie B
La stessa ragazza aggiunge che “il matrimonio è una cosa diversa, si basa su ideali estranei a quelli di una coppia di omosessuali”. Non so se la ragazza si riferisca al matrimonio religioso e quali siano gli ideali a cui fa riferimento ma – per quanto riguarda il matrimonio civile – la Corte Costituzionale ha affermato che il matrimonio (etero o omo) è «senza dubbio, l’unione di due esistenze, i cui fini fondamentali coincidono con i diritti e i doveri che i coniugi assumono al momento della celebrazione in base all’art. 143 cod. civ» (sent. 138/2010).
“È vero – prosegue un altro della compagnia – non c’è una reale richiesta di questi diritti, io sento provenire queste voci solo da quelli che vanno al Gay Pride con le minigonne, i boa o travestiti da preti e suore”. Non si sa ovviamente quali studi affermino che non ci sia una reale richiesta di questi diritti. Allo stesso modo non c’è molta richiesta (i ciellini dovrebbero saperlo) di persone che vogliano avere il diritto di andare a messa ma nessuno so proibirebbe di vietare tale diritto. Allo stesso modo si può considerare che nello Stato di New York – secondo Ansa – il primo anno in cui è stato reso accessibile il matrimonio anche alle coppie omosessuali sono state concesse 8.200 licenze matrimoniali omosessuali: gli States ovviamente non sono l’Italia e i numeri da noi potrebbero essere diversi.
Per un altro militante: “il diritto al matrimonio gay è come il diritto a girare nudo. Si può benissimo ovviare”.
Questo è vero: ci sono molti diritti a cui si può benissimo ovviare come la libertà di culto, la libertà di stampa, la libertà di circolare liberamente ma – “stranamente” – nessuno pensa ad ovviare a questi diritti.
Al banchetto dell’Associazione Fraternità invece si afferma che: “Con le coppie gay la vita muore, non avremmo più bambini”.
I ciellini dovrebbero considerare che il loro movimento è nato da un prete – Don Livio Giussani – che come molti preti non aveva figli. Se con le coppie gay la vita muore anche con la presenza di preti e suore la vita muore visto che sono chiamati ad una vita di castità.
Per ultimo una opinione è lapidaria: “Qui dentro mai nessuno dirà di essere d’accordo con le unioni gay!” W la sincerità.
Davanti alle bassezza di queste argomentazioni c’è da domandarsi perché tutti i politici (ivi compreso il Presidente della Repubblica) facciano la fila per partecipare alla Kermesse di Rimini: mistero della fede……