Interviene la Corte Europea dei Diritti Umani ed il mondo cattolico comincia a scalpitare.
Questi i fatti. Due coniugi italiani – Rosetta Costa e Walter Pagan – essendo affetti da una malattia genetica (la fibrosi cistica) volevano ricorrere alla fecondazione artificiale (pur non essendo sterili) e selezionare gli embrioni scartando quelli non sani (ossia affetti da fibrosi cistica).In questo modo avrebbero garantito al loro figlio di nascere totalmente sano (scusate se è poco): questa possibilità è vietata dalla (brutta) legge 40/2004.
I coniugi si sono rivolti alla Corte Europea dei Diritti Umani che ha giudicato “incoerente” la legge italiana perché da un lato proibisce di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni mentre – allo stesso modo – permette l’aborto terapeutico in caso il feto sia affetto da fibrosi cistica.
Ovviamente Avvenire non ha tardato a far sentire la propria voce con vari articoli.
Con un intervento dal titol “Nuovo affondo eugenetico della Corte dei diritti dell’uomo” richiamandosi al pensiero – decisamente contrario nei confronti dell’eugenetica – del filosofo Jürgen Habermas.
La Chiesa contro la diagnosi degli embrioni difende la vita”?
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