A febbraio sembrava che la questione dell’esenzione Ici agli immobili appartenenti alla Chiesa cattolica fosse risolta.
Dopo tre mesi dal suo insediamento a Palazzo Chigi Mario Monti aveva annunciato che anche la Chiesa avrebbe pagato l’Imu sugli immobili che svolgono attività commerciale ed – in merito alle scuole private – aveva indicato anche i parametri in base a cui considerare “non commerciali” le scuole. «L’attività paritaria è valutata positivamente se il servizio è assimilabile a quello pubblico»: così aveva dichiarato il presidente del Consiglio.
Lo stesso Monti aveva inviato la norma alla Commissione Ue in modo che si chiudesse la procedura di infrazione aperta nei confronti del nostro Paese in quanto l’esenzione Ici agli immobili della Chiesa cattolica venivano considerati come “aiuti di stato” e come tali vietati.
Il provvedimento aveva ottenuto anche il via libera da parte della commissione industria del Senato ma sembra che si sia arenato tra gli uffici del ministero dell’economia. Infatti si aspettava il decreto attuativo che definisse la percentuale dell’esenzione «in proporzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile». In sostanza la parte non commerciale dell’immobile avrebbe ancora beneficiato dell’esenzione fiscale mentre l’Imu sarebbe stata pagata solamente sulla parte in cui si svolge attività commerciale: il dicastero di via XX settembre doveva definire – con un decreto attuativo – quanto ciascun ente doveva versare al fisco ma finora non è arrivato niente.
I funzionari del ministero assicurano che ci stanno lavorando ma i tempi sono veramente brevi.
Dopo essere stato varato infatti il decreto dovrà passare l’esame del Consiglio di stato e se questo iter non sarà completato entro fine anno, la Chiesa sarà esentata dal pagamento dell’Imu.
«Il ritardo si deve all’esame complesso della materia»: così spiegano dal dicastero presieduto da Grilli. Certamente la materia è complessa ma da febbraio forse c’è stato tutto il tempo necessario per risolvere la complessità della situazione soprattutto da parte di un esecutivo di “tecnici”.
I prossimi mesi ci diranno se le parole dette a febbraio da Monti fossero serie oppure – come il solito costume italiano – era la classica “montagna che aveva partorito un topolino”.
Nel caso in cui il decreto non dovesse arrivare entro fine anno, la Chiesa si troverà per Natale da parte dei contribuenti italiani un’esenzione che vale dai 600 milioni (secondo le stime di Anci, l’associazione dei comuni italiani) ai due miliardi: importi di cui non se ne potranno beneficiare le amministrazioni comunali per assicurare i servizi ai loro cittadini.
Nel frattempo – a causa di accise e tasse – gli Italiani continueranno a pagare la benzina a due euro al litro, le famiglie italiane si preparano a pagare la seconda e la terza rata dell’Imu ed ovviamente l’Unione europea – se la questione dell’esenzione dell’Imu alla Chiesa cattolica non dovesse essere risolta – potrebbe decidere di chiudere la procedura d’infrazione aperte e sanzionare l’Italia con una multa almeno di 9.920.000 € così come deciso dalla comunicazione SEC 2005 n. 1658: ovviamente anche questa sanzione sarebbe a carico dei contribuenti italiani.
Quando si tratta di Vaticano i miracoli si fanno, quando si tratta di povera gente no!
Bah, che ipocriti!
Non ho più parole per commentare questa gente, davvero. E credo sia anche inutile tentare di far qualcosa… Sono tutti così… Ma perché poi?! A che pro fare i lustrini al papa? Cosa ci guadagnano?
Domande a cui non avrò mai risposta. E forse non la voglio neanche sapere.
Il Vaticano è la più grande Lobby esistente in Italia.
Di sicuro rispetto al passato ha meno potere. Una volta la Chiesa riusciva a muovere i voti mentre ora il potere elettorale è veramente limitato (guarda l’Udc che percentuali si ritrova).
Proprio per questo le manovre a salvataggio del vaticano restano sempre più inspiegabili.