I principali quotidiani britannici (tra cui The Guardian, The Independent e The Times) hanno dato ampio spazio ad uno studio (A Fresh Approach to Drugs) dell’UK Drug Policy Commission sulle droghe e sulle politiche per affrontare il fenomeno.
Questo studio è stato realizzato da un gruppo di ricercatori, accademici, dirigenti di polizia ed esperti in materia tra cui il precedente responsabile del British Medical Research Council, professor Colin Blakemore e David Blakey, ex presidente della Associazione dei capi di polizia.
Questo rapporto è la prima ricerca indipendente sulle politiche contro la droga svolta nel Regno Unito da quando uno studio della Police Foundation del 2001 aveva chiesto di interrompere la carcerazione per coloro che venivano trovati in possesso di cannabis.
In base a tale rapporto il possesso di piccole dosi di determinate droghe non dovrebbe essere considerato reato e – qualora si introducesse la depenalizzazione – non ci sarebbe un aumento nell’uso di stupefacenti.
Attualmente nel Regno Unito circa 42.000 persone ricevono sanzioni penali per possesso di droghe ed – in base a questa ricerca – tali sanzioni penali dovrebbero essere sostituite da sanzioni amministrative.
Per quanto riguarda il possesso di cannabis nel rapporto si rileva che sanzioni minime o nessuna sanzione sarebbero più efficaci per combattere il traffico illegale di queste sostanze che è in mano alla criminalità organizzata.
Viene respinta invece l’idea di legalizzare il commercio di droghe pesanti come eroina o cocaina la cui legalizzazione potrebbe causare più danni dell’attuale sistema.
La commissione ha stabilito che le attuali politiche sulla droga in alcuni casi peggiorano il problema.
Queste le conclusioni del rapporto: «Assumere droghe non sempre causa il problema, ma questo è raramente riconosciuto dai responsabili politici. Infatti per la maggior parte dei consumatori non si verificano problemi di rilievo, e ci sono prove che l’uso di droghe può avere benefici in alcune circostanze».
I componenti della commissione rilevano che il problema della droga è legato all’esclusione sociale e spesso separare il consumo di droghe da quello di alcool rende più difficile affrontare il problema generale del consumo di sostanze da parte di un individuo.
Nel rapporto si evidenzia anche anche che i grandi sequestri di droga da parte della polizia non producono grandi effetti sul traffico di sostanze stupefacenti. Inoltre alcune campagne scolastiche contro la droga producono l’effetto di spingere più giovani verso il consumo. Allo stesso modo spingere alcuni consumatori a smettere troppo in fretta può portare ad una maggiore probabilità di ricaduta o overdose e la morte.
Perciò si propone di cambiare la legge sulla droga in modo che il piccolo possesso di droga sia considerato solo una sanzione amministrativa e non più un reato.
Infatti i ricercatori hanno preso ad esempio l’esperienza del Portogallo e della Repubblica Ceca: in quei paesi la depenalizzazione del consumo di droghe non ne ha causato l’aumento e quindi le risorse risparmiate per colpire i consumatori potrebbero essere indirizzate al trattamento della dipendenza e alla lotta contro la criminalità organizzata.
Per quanto riguarda la cannabis si suggerisce di mantenere illegale la produzione ed il commerco di questo genere di sostanze ma – per per i consumatori – viene proposto di non adottare nessuna sanzione o – al massimo – una sanzione minima. A riguardo il membro della commissione David Blakey ha affermato che l’approccio della polizia contro i consumatori di droga è molto costoso e non ha prodotto risultati rilevanti: «Quando altre nazioni hanno ridotto le sanzioni per i consumatori di droghe leggere, hanno avuto la possibilità di tenere sotto controllo il consumo di droga ed aiutare le persone con problemi di dipendenza da stupefacenti ad entrare in trattamento».
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