Archivi giornalieri: dicembre 5, 2012

Gli omicidi e gli attentati dei “difensori della vita” pro-life.

La violenza anti-aborto è un tipo di violenza contro persone e organizzazioni che praticano aborti: gli episodi di violenza includono la distruzione di proprietà, vandalismi, incendi dolosi, crimini contro persone, tra cui sequestri di persona, stalking, assalti, tentati omicidio e omicidi dei medici e del personale clinico (come quelli commessi da James Kopp, Paul Jennings Hill, Scott Roeder, Michael F. Griffin, e Peter James Knight), e reati che ledono persone e cose, tra cui incendi dolosi e gli attentati alle cliniche abortiste (come quelli compiuti da Eric Rudolph).
Questo tipo di violenza è frequentemente commesa negli Stati Uniti anche se si sono verificati episodi in Australia, Canada e Nuova Zelanda. G. Davidson Smith del Canadian Security Intelligence Service in “Single Issue Terrorism Commentary” del 14 luglio 2006 ha definito la violenza anti-abortista come “terrorismo a singolo caso”.
Michele Wilson e John Lynxwiler in “Abortion clinic violence as terrorism” in Studies in Conflict & Terrorism, hanno definito le violenze intercorse tra il 1982 ed il 1987 come terrorismo “politico” o “subrevoluzionario”.
Alcuni di coloro che si oppongono all’aborto hanno talvolta fatto ricorso a manifestazioni pubbliche molto violente, nel tentativo di limitare il numero di aborti. Coloro che si dedicano a tali azioni sostengono l’uso della forza come l’omicidio nell’interesse di tutelare la vita del feto.
David C. Nice, della University of Georgia, in “Abortion Clinic Bombings as Political Violence”, American Journal of Political Science (febbraio 1998) descrive l’uso della violenza anti-abortista come un’arma politica contro i diritti delle donne.
La violenza anti-aborto è riconosciuta come una forma di terrorismo cristiano: alcuni stessi sostenitori di tale violenza abbracciano questa designazione.

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