Durissima condanna da parte dell’organizzazione non governativa Human Rights Watch a Italia e Grecia nella gestione dei migranti.
Secondo il report “Turned Away: Summary Returns of Unaccompanied Migrant Children and Adult Asylum Seekers from Italy to Greece”, il nostro Paese sta respingendo minori stranieri non accompagnati ed adulti che richiedono asilo in Grecia dove devono affrontare un sistema di accoglienza non funzionale e condizioni detentive inumane. Nel documento si legge che le autorità italiane respingono entro poche ore clandestini arrivati sui traghetti, tra cui bambini di 13 anni, senza un’adeguata considerazione delle loro esigenze specifiche come può essere nel caso di minori o di persone che sono nella situazione di chiedere asilo politico.
Il rapporto (di cui ha dato notizia anche il New York Times) documenta il fallimento della nostra politica nell’accoglienza dei migranti nei porti adriatici di Ancona, Bari, Brindisi e Venezia. La ong ha intervistato 29 tra adulti e bambini che sono stati respinti in Grecia da parte della nostra polizia di frontiera: 20 di questi respingimenti sono avvenuti solo nel 2012. Secondo Judith Sunderland di Human Rights Watch «Ogni anno centinaia di persone rischiano la vita o gli arti nascosti sotto o dentro i camioni o le auto sui traghetti che attraversano il mare Adriatico. Troppo spesso l’Italia li respinge immediatamente verso la Grecia nonostante lì abbiano delle condizioni ed un trattamento terribile».
Tornati in Grecia, i minori non accompagnati ed i richiedenti asilo, come tutti i migranti possono ricevere gli abusi delle forze dell’ordine, sono sottoposti a condizioni degradanti di detenzione e ad un ambiente ostile segnato dalla violenza xenofoba. Continua a leggere
Archivi giornalieri: gennaio 23, 2013
Vento di mafia: Il Washington Post accende i riflettori sulla “eco-criminalità” siciliana
Ritorna l’attenzione della stampa internazionale sulla criminalità nel nostro Paese. Questa volta è il prestigioso quotidiano statunitense Washington Post ad evidenziare gli interessi della mafia nel business delle energie rinnovabili con un articolo di Anthony Faiola “Sting operations reveal Mafia involvement in renewable energy”.
Dalle indagini dei magistrati italiani emerge una criminalità organizzata sempre più moderna capace d’infiltrarsi in profondità nel settore delle energie rinnovabili (solare ed eolico) allettata anche dai finanziamenti statali.
La Sicilia a causa della sua posizione geografica ha più sole e vento rispetto alle altre regioni italiane e perciò è il territorio ideale per i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche: negli ultimi dieci anni ha ricevuto miliardi di euro di finanziamenti per questo tipo di impianti, un fatto che di certo non è passato inosservato alle cosche mafiose dell’isola. Attualmente un terzo degli impianti eolici – assieme a molti impianti fotovoltaici – è stato sequestrato dai magistrati che hanno congelato più di due miliardi di euro ed arrestato decine di boss mafiosi, politici corrotti ed imprenditori legati alla criminalità: le indagini nel campo delle energie rinnovabili proseguono dalla Sardegna alla Puglia.
Secondo Teresa Maria Principato, procuratore aggiunto incaricato della squadra antimafia di Palermo: «Cosa Nostra si sta adattando, acquisendo conoscenze più avanzate in nuovi settori come le energie rinnovabili, che sono diventati più redditizi grazie alle sovvenzioni governative. Si sta gettando un’ombra sulla nostra industria delle energie rinnovabili». Continua a leggere
L’America di Obama si scopre pro-choice sull’aborto
Il presidente statunitense Obama ha inaugurato il suo secondo mandato parlando esplicitamente, durante il suo discorso d’insediamento, dei diritti dei «fratelli e delle sorelle gay» e l’America, a quarant’anni dalla decisione della Suprema Corte nel caso Roe v. Wade che ha legalizzato l’aborto nei primi tre mesi di gravidanza, si rivela nettamente pro-choice.
Questo è quanto emerge da tre diversi sondaggi condotti realizzato Nbc-Wall Street Journal, Pew Research Center e Gallup.
Dal sondaggio realizzato da Nbc assieme al Wall Street Journal emerge che il 70 per cento del campione è d’accordo con la decisione del 1973 della Corte Suprema che ha reso possibile l’aborto contro il 24 per cento degli intervistati che si dimostra in disaccordo: nel 1989 queste percentuali erano rispettivamente del 58 per cento e del 31.
L’aborto dovrebbe essere legale in tutti i casi per il 31 per cento del campione (questa percentuale era 27 nel 2003), nella maggior parte dei casi per il 23 per cento (17 per cento dieci anni fa), illegale con alcune eccezioni per il 35 per cento degli intervistati (-5 per cento rispetto al 2003) ed illegale senza eccezioni solo per il 9 per cento del campione (nel 2003 erano il 14 per cento degli intervistati). Continua a leggere