Si preannuncia un settembre caldo ma non dal punto di vista del meteo: quel mese in Parlamento dovrebbe arrivare (il condizionale è d’obbligo) il disegno di legge sulle unioni civili per le coppie dello stesso che andrebbe a riconoscere uno status simile in tutto e per tutto a quello delle coppie sposate. L’unica differenza sarà nel nome (non sarà un matrimonio) e nell’adozione (si potrà adottare solo il figlio del partner): in ogni caso una rivoluzione “arcobaleno” per un Paese come l’Italia che ancora non ha nessuna forma di tutela per le coppie dello stesso sesso.
Ovviamente non sono mancate le reazioni all’interno del mondo politico e furibondo è il senatore del Ncd Carlo Giovanardi, forte dei suoi 3.790 voti (4 percento) ottenuti come candidato sindaco al Comune di Modena: «La loro proposta, riservata soltanto alle coppie uomo-uomo o donna-donna che vogliono vivere more uxorio, parifica totalmente queste unioni al matrimonio, addirittura con un incomprensibile diritto alla reversibilità». Forse a Giovanardi sfugge che non tutte le coppie “uomo-uomo o donna-donna” vogliono vivere more uxorio (aldifuori del matrimonio) ma attualmente non hanno altra possibilità considerato che non esiste in Italia il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Resta incomprensibile perché Giovanardi consideri «incomprensibile» il diritto alla reversibilità (della pensione). Continua a leggere
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Quel gran bravo cristiano di Putin
Un tempo un viaggio in Unione Sovietica era quasi una tappa obbligata per un membro del Partito Comunista Italiano che volesse aspirare a cariche politiche. Ora il Muro di Berlino è crollato, l’Unione Sovietica ed il Pci non esistono più ma la “Grande Madre Russia” è ancora un modello per tanti: non più per vecchi compagni nostalgici ma principalmente per cattolici tradizionalisti che plaudono alle politiche del “fratello Vladimiro” su aborto, omosessuali ed insegnamento della religione.
In prima linea ad apprezzare l’operato del presidente Russo è l’organo di Comunione e liberazione, Tempi. “Putin vieta di pubblicizzare l’aborto in Russia” così si titola in un articolo firmato da Leone Grotti in cui si sottolinea che «aumentare il tasso di natalità della popolazione è da 14 anni una delle priorità di Putin, che d’accordo con la Chiesa ortodossa russa sta cercando di limitare le interruzioni di gravidanza in Russia». Un provvedimento di cui ha dato notizia anche il Sussidiario.net. Continua a leggere
Sul divorzio breve mal di pancia dei cattolici.
La Camera dei Deputati a larga maggioranza (381 sì, 30 no, 18 astenuti) ha approvato il disegno di legge per introdurre in Italia il divorzio breve: disegno di legge che ora passa al Senato per l’approvazione finale.
Questo disegno di legge bipartisan non riscuote di certo le simpatie del mondo cattolico ma – considerati i numeri – la reazione è stata tutto sommato tiepida ed in tono minore rispetto a quanto avvenuto durante l’iter di approvazione alla Camera. Per la Cei non è mancato il commento del segretario generale della Cei, monsignor Galantino secondo cui il divorzio breve è una «deriva culturale».
All’indomani del via libera da parte della Camera l’organo di area Comunione e Liberazione Tempi titola “Approvata alla Camera la proposta di legge sul divorzio breve. Qui si spiega perché non è una buona notizia”. La “spiegazione” è lasciata alla deputata Eugenia Roccella che parla di «legge ideologica» senza tuttavia spiegarne il motivo. Continua a leggere
Ai cattolici la legge 40 fa paura che fa novanta.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge 40 nella parte che proibisce il ricorso alla fecondazione eterologa con il seme di un donatore esterno: una sentenza che ha scosso il mondo politico.
L’area cattolica era scesa in campo ancora prima della pronuncia della Consulta e Carlo Casini (Movimento per la Vita), Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello (Scienza & Vita) e Francesco Belletti (Forum delle associazioni familiari) avevano offerto le loro riflessioni al giornale dei vescovi italiani Avvenire sul perché doveva rimanere in vigore il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa.
Subito dopo la sentenza uno dei primi ad intervenire è stato il senatore Carlo Giovanardi che ha parlato di un «colpo alla democrazia italiana» sminuendo il ruolo della Corte Costituzionale che sarebbe, per il politico cattolico, solo un organo formato da «quindici signori che hanno le loro idee ed i loro orientamenti ideologici».
Se tutto sommato è stato pacato il commento della Conferenza episcopale italiana, Famiglia Cristiana ha invece titolato sul suo sito «Ultima follia italiana». Continua a leggere
Omosessuali perseguitati in Africa? Colpa dell’Occidente e dei suoi attivisti per i diritti civili.
«Uganda choc: “Ergastolo per i gay”»: questo il titolo di Avvenire, giornale dei vescovi italiani, riguardo la legge approvata nel Paese africano che «punisce con l’ergastolo chiunque commetta degli atti di “omosessualità aggravata” e può consentire di imprigionare chi “promuove l’omosessualità”».
Sembrerebbe che i vescovi italiani siano “choccati” per la legge approvata in Uganda ed anche su Tempi.it (l’organo di Comunione e liberazione) si sottolinea che è solo la Chiesa ad opporsi alla legge contro gli omosessuali dimenticando che tale provvedimento è passato nel silenzio della stessa Chiesa cattolica e con l’appoggio di alcuni suoi esponenti per applicare lo stesso magistero per quanto riguarda l’omosessualità.
Una posizione certamente incoerente quella della Santa Sede e solamente blog “ultracattolici” possono trovare coerenza nella posizione della Chiesa nella difesa degli omosessuali nonostante il suo stesso magistero richiama gli Stati «alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio».
Corruzione in Italia? I cattolici mettono la testa sotto la sabbia e danno la colpa alla magistratura.
Il primo rapporto Ue sulla corruzione ha disegnato un quadro impietoso: metà della corruzione in Europa viene generata nel nostro Paese con un costo annuo di 60 miliardi di euro.
Su lavoce.info Michele Polo, ordinario di Economia politica alla Bocconi, tra le varie cause (classe dirigente, burocrazia, l’enorme peso della criminalità organizzata) vede nelle leggi ad personam la causa dell’elevata corruzione: «Una debole legislazione e azione di contrasto, determinata da una serie di riforme, le molte leggi ad personam, che sono nate per addomesticare processi di cui era ed è imputato Silvio Berlusconi, ma che hanno, scientemente o meno, ridotto fortemente le sanzioni attese da chi si rende protagonista di un atto di corruzione. Depenalizzazione del falso in bilancio, accorciamento dei tempi di prescrizione, assenza di una fattispecie di autoriciclaggio rendono spuntate le armi della magistratura e deboli le aspettative di sanzione per i corrotti».
Legge contro l’omofobia: i cattolici italiani “tengono famiglia”.
A breve riprenderà in Senato il dibattito sulla legge contro l’omofobia e la stampa cattolica è in primissima linea per opporsi a qualsiasi testo che possa difendere gli omosessuali da violenze motivate dall’orientamento sessuale della vittima.
Molto agguerrito è ovviamente il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire secondo cui nel testo «ci sono rischi di introdurre forme odiose di repressione della libertà di pensiero e di religione». Nella stessa intervista Lucio Romano di Progetto per l’Italia parla di «”golpe” notturno» come se si voglia «si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico».
Dello stesso avviso anche Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, secondo cui «il Parlamento avrebbe da occuparsi con la medesima lena di ben altre questioni veramente urgenti e che riguardano l’intera società invece di dedicarsi, giorno e notte, a temi che nella migliore delle ipotesi sono divisivi». Perciò è chiara la richiesta di Belletti: «Rivolgiamo un appello ai senatori affinché il dibattito sul tema dell’omofobia non sia trattato a porte chiuse e con il favore delle tenebre ma venga affrontato nel confronto delle diverse posizioni, senza ideologia e senza strappi». Continua a leggere
Le associazioni della scuola paritaria sentono la Chiesa vicina ma chiedono i soldi allo Stato.
Il leitmotiv è sempre lo stesso e lo ricorda il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire scrivendo della “marcia” delle scuole paritarie a Verona: «Le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato non meno di 6 miliardi di euro l’anno». L’organo della Conferenza episcopale italiana riporta le parole del patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia: «Oggi non c’è più tempo da perdere e c’è bisogno di decisioni forti e urgenti. Siamo consapevoli di essere giunti a un bivio: è importante che quanti rivestono una qualche autorità, politici e amministratori in primis, ed hanno a cuore il bene comune della scuola e della scuola paritaria cattolica dicano esplicitamente e senza mezze misure verso quale direzione vogliono andare e quali azioni intendano praticare perché non succeda l’irreparabile». Sono molto chiare le richieste delle scuole cattoliche: «Si assicuri per il 2013 l’intero importo dei contributi a bilancio senza alcun taglio e si garantisca per il 2014 un importo di contributi di almeno 530 milioni di euro».
Le associazioni scolastiche del settore privato sentono la Chiesa vicina e lo riconoscono: «La Chiesa è per la scuola, perché la Chiesa ha a cuore i ragazzi e i giovani, ha a cuore la famiglia, ha a cuore la società intera. La chiesa è per la scuola, per tutta la scuola, perché la scuola fa parte del bene comune». Nonostante la Chiesa sia per la scuola i soldi sono chiesti allo Stato non solo sotto forma di finanziamenti ma anche con esenzioni riaprendo un’annosa discussione: «Niente Imu e Tares per le Scuole paritarie gestite da Enti senza scopi di lucro affinché possano svolgere il loro servizio pubblico». Continua a leggere
Quei conservatori degli omosessuali britannici.
David Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale.
La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”.
Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)». Continua a leggere
Sulle coppie di fatto i giuristi cattolici contro i notai italiani.
Aumentano le coppie di fatto in Italia ed ormai un bambino su quattro nasce da genitori non sposati: questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto Istat sul matrimonio.
Davanti alla latitanza del Parlamento nell’adottare una legge a tutela delle coppie di fatto, il Consiglio nazionale del notariato ha realizzato l’iniziativa dei “Contratti di convivenza Open Day”, una serie di incontri nelle sedi dei Consigli notarili di tutta Italia in cui le coppie italiane (anche omosessuali) potranno stipulare dei “contratti di convivenza” per regolamentare alcuni aspetti prettamente patrimoniali del rapporto: come partecipare alle spese comuni, come usare la casa di residenza, l’attribuzione dei beni acquistati durante la convivenza, Tutti aspetti molto importanti soprattutto nel caso in cui il rapporto di convivenza cessi e che riguardano anche i figli nati dalla coppia nel definire i rapporti patrimoniali su mantenimento ed istruzione (tutti i dettagli su www.contrattidiconvivenza.it).
Come riportato dal sito del Consiglio nazionale del notariato, i contratti di convivenza «sono accordi – che devono risultare da apposito atto scritto – con cui la coppia definisce le regole della propria convivenza attraverso la regolamentazione dell’assetto patrimoniale della stessa – prima che abbia inizio o durante lo svolgimento del rapporto – ed alcuni limitati aspetti inerenti i rapporti personali (ad es. la designazione dell’amministratore di sostegno)». Continua a leggere
Tempi di matrimonio gay in Scozia e di bufale in Italia.
Dopo Inghilterra e Galles, anche la Scozia sembra aver preso la strada di introdurre il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Secondo il Daily Mail 86 parlamentari su 128 voteranno a favore della legge che potrebbe permettere alle coppie omosessuali di sposarsi già l’anno prossimo.
La notizia non è sfuggita alla stampa cattolica di casa nostra e Tempi.it, l’organo vicino a Comunione e liberazione, con un articolo firmato da Leone Grotti, titola “Anche se la popolazione è contraria, domani la Scozia approverà i matrimoni gay (e Jedi)”.
Secondo Leone Grotti «Il Parlamento, infatti, si appresta ad approvare i matrimoni gay nonostante gli scozzesi si siano chiaramente opposti. Nella più grande consultazione pubblica mai condotta dal governo scozzese per sondare l’opinione dei cittadini, i due terzi dei 77 mila intervistati hanno detto di essere contrari alle nozze tra omosessuali». Difficile capire quale consultazione pubblica abbia letto (o interpretato) Leone Grotti: come riporta il sito del governo scozzese, l’ultimo sondaggio realizzato sul matrimonio omosessuale è del 2010 (quelli successivi non avevano questo argomento) e rivela che il 61 per cento degli scozzesi è a favore del matrimonio per le coppie gay. Continua a leggere
I cattolici pretendono il monopolio della piazza: a Bergamo contestate le “Sentinelle anti-gay”.
Anche in Italia sono sbarcate le “Sentinelle in piedi” che – come i loro alter-ego francesi – si oppongono al disegno di legge contro l’omofobia esclusivamente rimanendo in piedi nelle piazze e leggendo un libro.
“Sentinelle contestate a Bergamo. Oltre a non poter parlare, non si può più nemmeno stare in silenzio?”: così titola Tempi, l’organo d’informazione vicino al movimento cattolico di Comunione e Liberazione, in merito ad una manifestazione delle Sentinelle tenutasi nella città lombarda.
«Spiacevole episodio durante una pacifica veglia» sino al momento in cui «contestatori Lgbt hanno cercato di provocare un gruppo di sentinelle in piedi»: così scrive Emanuele Boffi.
Il resoconto è molto dettagliato: «Per circa un’ora duecento persone si sono disposte ordinatamente a scacchiera e hanno, come è loro abitudine, ognuno per suo conto e silenziosamente, letto un libro. Ma il gruppo di contestatori hanno (sic, ndr) iniziato a urlare slogan offensivi o cercato di provocarli al solo fine di scatenare una reazione. I contestatori hanno srotolato striscioni (“Liberi di amare” si leggeva su uno e “Chiamo imbecille chi ha paura di godere. A. Camus” su un altro). La cinquantina di attivisti Lgtb tenevano in mano un libro viola (o solo la sua copertina) e deridevano i presenti che non hanno reagito, tranne un anziano signore che, spazientito, si è lasciato scappare qualche insulto, dal quale le sentinelle si sono subito dissociate. Due militanti Lgtb si sono baciati davanti a una bandiera della pace». Continua a leggere
La pedofilia è un orientamento sessuale come l’omosessualità? Altra bufala in salsa cristiana.
Nel 1973 l’American psychiatric association (Apa) ha cancellato l’omosessualità dal suo elenco delle malattie mentali, il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: una scelta che non è mai piaciuta al mondo cattolico che ancora continua a ripetere che è stata una decisione adottata per motivi non scientifici.
Nel vano tentativo di associare l’omosessualità alla pedofilia molte fonti riportano che l’Apa avrebbe deciso di classificare la pedofilia come “orientamento sessuale” eliminandola dal novero delle malattie così come era avvenuto per l’omosessualità nel 1973.
“Pedofilia, 50 anni fa era una ‘malattia’. Da quest’anno per gli psichiatri americani è un ‘orientamento sessuale'”: così titola Tempi in un articolo firmato da Benedetta Frigerio secondo cui «L’associazione degli psichiatri americani (Apa) ha scritto nel suo ultimo manuale che la pedofilia, “il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento” come gli altri». La giornalista aggiunge: «La decisione denunciata dall’Associazione della famiglia americana (Afa) va così a completare un lungo percorso di sdoganamento cominciato già negli anni Cinquanta». Continua a leggere
La Chiesa canonizza l’iPhone 5s: lo scrive la fonte di “Tempi”.
La notizia ha dell’incredibile. Il Vaticano e la Chiesa di Satana avrebbero firmato un patto di non aggressione: questo è quanto riporta il sito National Report secondo cui papa Francesco ed il suo alter-ego della Chiesa di Satana avrebbero siglato lo storico accordo.
La notizia avrebbe shockato gli osservatori internazionali: la Chiesa cattolica ha acconsentito di porre fine agli esorcismi mentre la Chiesa di Satana smetterebbe di compiere sacrifici umani.
Le notizie sconvolgenti riportate dal sito National Report non sono finite: la Chiesa avrebbe deciso addirittura di canonizzare addirittura l’iPhone 5s. «Giochiamo e ci mandiamo sms a vicenda come piccoli ragazzini a scuola»: racconta un membro della Congregazione per le cause dei santi.
Le notizie sembrano delle vere e proprio bufale ma c’è da credere che il sito sia affidabile se si considera che Benedetta Frigerio su Tempi, organo vicino al movimento ecclesiale cattolico Comunione e Liberazione, facendo sempre riferimento a National Report, titola “Maschi vestiti da femmine e femmine vestite da maschi”. Continua a leggere
La libertà d’opinione è anche il diritto a non essere criticati? Lo strano punto vista del mondo cattolico.
L’istituto “Francesco Faà di Bruno” è un liceo scientifico paritario cattolico di Torino ed all’interno di un ciclo di incontri dedicati ai genitori aveva organizzato una conferenza dal titolo “Omosessualità: domande e risposte”. Il depliant sui convegni era molto chiaro: «La famiglia tradizionale è in difficoltà ma, invece di aiutarla, oggi vengono proposti modelli alternativi di famiglia» e gli incontri trovano «spunto dall’acceso dibattito parlamentare sull’omofobia e sul riconoscimento delle unioni omosessuali per proporre una riflessione complessiva sulla bellezza della famiglia naturale minacciata dall’ideologia del gender».
All’incontro era stata invitata l’infettivologa Chiara Atzori, considerata “la Nicolosi italiana”, dal nome dello psicologo americano Joseph Nicolosi che teorizza di poter “riparare” con la psicologia l’omosessualità: tali teorie sono sconfessate dalla comunità scientifica e vietate dall’Ordine degli psicologi. La stessa Atzori invece considera “illuminante” il lavoro dello psicologo americano avendo scritto anche la prefazione all’edizione italiana di un suo libro ed a RadioMaria ha sostenuto che «nei Paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa come, così, equiparazione un modo di essere come un altro i risultati sanitari sono stati devastanti». Continua a leggere
Quell’eterno doppiopesismo della stampa cattolica.
La notizia del suicidio a Roma di un ragazzo omosessuale si è inserita nel dibattito esistente sulla legge sull’omofobia e le associazioni per i diritti degli omosessuali hanno organizzato una manifestazione in via San Giovanni in Laterano, la cosiddetta Gay Street della capitale, per lanciare un messaggio contro l’omofobia e la discriminazione sessuale.
Anche la stampa di area cattolica ha commentato il suicidio e le reazioni delle associazioni Lgbt. Sulla Nuova Bussola Quotidiana si titola “Giovane suicida, sciacalli in azione” e per Riccardo Cascioli «la notizia del suicidio è piegata a strumentalizzazioni e interessi ideologici». Continua Cascioli: «Se a suicidarsi è una persona qualsiasi viene liquidata in poche righe di cronaca, qualcuna in più se si creano problemi alla circolazione gettandosi sotto il metro o sotto un treno. (…) Se a togliersi la vita è un giovane gay o presunto tale, ecco allora che le stesse paginate e servizi vengono spesi per incolpare l’intera società di omofobia e i politici per non avere provveduto ad approvare una legge che punisca severamente ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali. Insomma il suicidio conta se serve per promuovere l’eutanasia o le leggi pro-gay». Per il giornalista «intorno al tragico fatto di cronaca si è scatenata la ormai solita cagnara di chi invoca la legge contro l’omofobia e vorrebbe ridurre al silenzio – magari con il carcere – chi prova semplicemente a dire che un conto è condannare bullismo e violenze (che vanno sempre condannate) e un altro proporre norme che puniscano il reato di opinione, inclusa la contrarietà a concedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso». Continua a leggere
Finanziamento alle scuole paritarie: per chi suona la questua.
Purtroppo tempi di tagli in Italia anche in comparti importanti come la sanità ma a questi tagli non sembrano rassegnarsi le scuole paritarie che con le loro sigle (AGeSC , Agidae, Aninsei, Cdo-Foe, Faes, Fidae, Fism) chiedono 250 milioni di euro per il 2014, 530 milioni di euro per la programmazione economica triennale e la cancellazioni di imposte come Imu e Tares.
Anche la Chiesa è particolarmente sensibile su questo tema e Tempi riporta il pensiero di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara, che, dopo aver fatto presente che «il compito della Chiesa è educare il popolo», afferma che la società «vede nel cammino educativo che deve essere offerto alla persona la strada maestra perché la società non sia qualcosa di piatto, di informe, di grigio, di generico, ma una realtà vibrante di iniziative, di ricerche, di creatività». Forse alla Chiesa – in una nazione come l’Italia dove non esiste la religione di Stato – spetta il compito di educare i suoi fedeli (almeno quei pochi che ancora pendono dalle sue labbra) e non certamente il “popolo” che – in uno Stato democratico e non etico – non ha nessuna necessità di essere “educato”: un compito quello di “educare il popolo” che appartiene alle dittature e non alle democrazie. Continua a leggere
Il Movimento per la vita: “L’aborto? Colpa dei libri scolastici e della televisione”.
La relazione del ministero della Sanità sull’attuazione della legge 194 del 1981 che regolamenta l’interruzione di gravidanza ha ovviamente provocato la reazione del mondo cattolico: una reazione tutto sommato timida considerando che il numero degli aborti è in forte calo.
Su Avvenire interviene il presidente del Movimento per la vita Carlo Casini: «La relazione ministeriale sugli aborti in Italia fa sorgere due domande. La prima: i numeri sono completi? Lo sono certamente per quanto riguarda le Ivg ospedaliere, ma sono completi anche se il criterio di giudizio riguarda la distruzione di vite umane incipienti? Se seguiamo questo secondo criterio bisogna tener conto degli effetti prodotti dall’inconoscibile aborto chimico (400 mila confezioni di pillola del giorno dopo vendute ogni anno) e del persistere dell’aborto clandestino classico di cui qualche episodio giudiziario fa ogni tanto emergere». Casini forse confonde l’aborto chimico (praticato con la pillola abortiva Ru-486) con la pillola del giorno dopo che, secondo quanto afferma l’Organizzazione mondiale della sanità, è inefficace dopo l’ovulazione e non provoca l’aborto. Quindi se si dovesse considerare “abortiva” la pillola del giorno dopo, bisognerebbe considerare tale ogni sistema di contraccezione compreso il preservativo.
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“Tempi” di lotta al disegno di legge contro l’omofobia
Bisogna riconoscerlo: nella gara all’interno del mondo cattolico per contrastare il disegno di legge contro l’omofobia una posizione da leader la occupa Tempi, l’organo di informazione vicino al movimento ecclesiale di Comunione e liberazione.
L’11 settembre Emanuele Boffi ritorna sulla vicenda che ha visto protagonista Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici per titolare “Le associazioni Lgbt vogliono mettere il bavaglio a chi non la pensa come loro sulla legge anti omofobia”. Quale la “grave colpa” delle associazioni Lgbt? Lo spiega bene Emanuele Boffi: «Alcune associazioni lgbt hanno incontrato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), chiedendogli di presentare un’interrogazione che faccia “piena luce” su quanto accaduto durante la puntata del 20 agosto di Uno Mattina (RaiUno)». Insomma chiedere spiegazioni in Parlamento – ossia nel luogo simbolo della democrazia e del pluralismo – significherebbe “mettere il bavaglio” ed infatti sono molto chiare le idee di Emanuele Boffi: «Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quanto andiamo scrivendo da tempo. E cioè che la legge sull’omofobia non mira a tutelare le persone omosessuali che vengono discriminate per le loro preferenze sessuali (lo ripeteremo di nuovo a rischio di apparire zelanti: se discriminazione c’è, essa va punita con gli strumenti di legge già esistenti), no, la norma Scalfarotto-Leone mira a mettere il bavaglio a persone come Cerrelli. Questo episodio ne è l’ennesima conferma». Resta da domandarsi se Boffi parlerebbe di “bavaglio” a proposito delle innumerevoli posizioni (il più delle volte con esposti ai tribunali) dell’assocazione Genitori Cattolici contro programmi come Le amiche del cuore, Basic Instinct, Darkman, Full Metal Jacket, Body of evidence, L’Amante, Luna di fiele, Io ballo da sola, Trono di spade. Continua a leggere
Legge contro l’omofobia: un fiume cattolico di disinformazione e vittimismo.
Sarebbero addirittura sotto attacco i cristiani in Occidente a causa delle leggi contro l’omofobia: almeno secondo quanto scrive Luigi Amicone sul sito ciellino Tempi. Diverse realtà della lobby cattolica hanno lanciato una vera e proprio campagna in grande stile per far passare il concetto che la norma contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale (omo o etero) sia liberticida e descrivendo i cristiani come delle vittime ed allo stesso tempo dei difensori della libertà di opinione e di pensiero.
Non poteva mancare l’intervento dell'”ultracattolico” Carlo Giovanardi che, sempre su Tempi, arriva a sostenere che si andrà in galera nel caso in cui si sostenesse che il papà deve essere un uomo e la mamma una donna descrivendo il testo proposto dall’on. Scalfarotto come una «follia eterofoba, pensata per imbavagliare chi non la pensa come i gay militanti»: forse Giovanardi dovrebbe considerare che a favore dei diritti per gli omosessuali ci sono tantissimi eterosessuali (la maggior parte dei quali anche cattolici) e non solo dei “gay militanti”. Sempre Giovanardi dice che «bisogna fermare questo attacco diretto alla libertà di parola e di opinione garantite dalla Costituzione, contrario ad ogni principio di cultura liberale, non a caso fortemente voluto da chi proviene dalla storia e dalla mentalità comunista che da sempre ha pensato di risolvere i contrasti politici con la repressione penale». Forse l’esponente del Pdl dimentica che la Costituzione a cui si richiama è stata firmata proprio da un politico comunista, Umberto Terracini, che è stato anche presidente dell’assemblea costituente. Difficile inoltre che si possa definire “comunista” un politico come Ivan Scalfarotto che proviene dal settore bancario. Allo stesso modo si rimarrebbe sorpresi nel sapere che nel Pdl ci sono “comunisti” visto che relatore della legge (assieme ad Ivan Scalfarotto) contro l’omofobia è proprio Antonio Leone del Pdl. Inoltre è difficile che picchiare una persona per il proprio orientamento sessuale possa essere considerata “libertà d’opinione”. Bisogna sottolineare che la legge Mancino (all’interno della quale si aggiungerebbe la discriminazione legata all’orientamento sessuale della vittima) non a caso porta il nome di un politico, Nicola Mancino, che non era affatto comunista ma era democristiano: particolare che deve essere sfuggito a Giovanardi che invece parla di “comunisti”. Continua a leggere
Il leader di Comunione e Liberazione Cesana: “Non è strano seguire concezioni durate millenni”. La terra ritorna piatta.
Lo dice chiaramente il direttore di Tempi Luigi Amicone in un’intervista a Giancarlo Cesana, storico leader di Comunione e Liberazione, pubblicata sul sito della rivista: «C’è un’evidente irrazionalità nella pretesa di mettere sullo stesso piano ineguaglianze di carattere sociale, economico, razziale o religioso». Con buona pace dei nostri Padri Costituenti (in maggioranza cattolici) che ci hanno lasciato quel bellissimo articolo tre della Costituzione secondo cui «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» prevedendo inoltre che è «compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Giancarlo Cesana si dimostra molto rispettoso della legge, soprattutto di quella “legge naturale” e l’uomo «deve in qualche modo adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro». Facile presumere che questo “qualcun altro” sia dio: una entità a cui non credono milioni di atei ed a cui non presta attenzione la stragrande maggioranza dei cattolici. Comunque la soluzione è semplice: basta mandare in pensione giuristi, attivisti, politici e parlamentari ed «adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro» lasciando interpretare cosa ha stabilito questo “qualcun altro” a papi, cardinali, vescovi, preti, monaci, santoni, profeti e maghi.
“Tempi” di minacce in Francia per i sindaci che celebrano i primi matrimoni omosessuali.
Il matrimonio omosessuale è diventato realtà in Francia e si appresta ad esserlo anche nel Regno Unito. A differenza di quanto sta avvenendo oltremanica, i francesi hanno assistito a manifestazioni di protesta nei confronti del governo Hollande che ha esteso l’istituto del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso. Bisogna specificare che Hollande aveva annunciato in campagna elettorale il suo intento di introdurre il matrimonio egualitario e quindi non ha fatto altro che attuare parte del programma con cui si era presentato agli elettori francesi. Anche se la manifestazioni di piazza sono state imponenti, dopo la promulgazione della legge tre francesi su quattro si sono detti stufi di questo genere di proteste che hanno causato anche incidenti.
In Francia – come detto – è stata alta la tensione e la descrive molto bene Leone Grotti su Tempi con un articolo dal titolo “«Se non celebri i matrimoni gay, violenteremo i tuoi figli». La Francia tra minacce e ideologia di genere”. Scrive Grotti: «Nonostante le rassicurazioni del presidente della Repubblica Francois Hollande e del ministro della Giustizia Christiane Taubira, la “libera scelta” del matrimonio gay sta portando all’obbligo di seguire l’ideologia di genere. E chi non fosse d’accordo? Potrebbe finire come Atanase Périfan, vicesindaco del 17mo distretto di Parigi, che dopo essersi appellato all’obiezione di coscienza per non celebrare i matrimoni gay ha ricevuto questa telefonata anonima minatoria: “Se ti rifiuti di celebrare i matrimoni gay, violenteremo i tuoi figli”». Continua a leggere
Referendum bolognese sui finanziamenti alle scuole private: “Tempi” di chiarirsi con l’Agesc.
Il risultato del referendum consultivo del comune di Bologna è noto: il Comitato Articolo 33 aveva indetto la consultazione per chiedere ai bolognesi se erano d’accordo nell’abolire il finanziamento pubblico alle scuole materne paritarie ed il 59 per cento dei votanti si è detto d’accordo nel concedere i finanziamenti pubblici solo alle scuole materne statali. L’affluenza – è opportuno dirlo – è stata particolarmente bassa: su 290mila aventi diritto sono andati a votare soltanto 85.934 (il 28,71 per cento).
Il referendum aveva solo valore consultivo e quindi non vincola l’azione dell’amministrazione comunale sebbene il sindaco Merola (Pd), che aveva invitato a votare ed ad esprimersi a favore del finanziamento alle scuole paritarie, ha così commentato: «Terremo conto del voto ma Bologna non deve rinunciare al sistema delle convenzioni» anche se «non possiamo ignorare la richiesta di scuola pubblica».
Non sono mancate le reazioni del mondo cattolico al risultato referendario di Bologna. Tempi titola: “Volevano fare di Bologna il laboratorio per mettere in crisi tutte le scuole paritarie. Hanno fallito” e, soffermandosi sulla scarsa partecipazione al voto, Emanuele Boffi scrive che «Contro le paritarie hanno votato, in sostanza, poco più del 15 per cento dei cittadini. Nemmeno 2 su 10» perciò, questa è la conclusione, gli attivisti referendari «hanno miseramente fallito su tutta la linea, non riuscendo a mobilitare se non i militanti del loro orticello, in una delle piazze più “di sinistra” di tutto il paese».
Difficile sostenere che gli astensionisti fossero a favore del finanziamento alle scuole paritarie (come è difficile sostenere anche il contrario) e si presuppone che gli astensionisti in sostanza “deleghino in bianco” chi invece decide di partecipare al voto. Continua a leggere
Matrimonio omosessuale: un predicatore laico ed un medico in pensione mettono “sotto accusa” gli psichiatri inglesi.
Su Tempi la giornalista Benedetta Frigerio – che sul suo profilo Twitter si definisce «cattolica bambina e ciellina» – dedica un articolo alle accuse mosse al Collegio nazionale degli psichiatri inglesi «per aver omesso dei dati durante le consultazioni sul matrimonio gay avvenute di recente fra i medici, il governo e la Chiesa anglicana». Ad accusare gli psichiatri inglesi è la Core Issues Trust che nell’articolo è definita come «organizzazione no-profit inglese di psichiatri, terapeuti e ministri». Dal loro stesso sito si legge che Core Issues Trust è «una missione non-profit cristiana per sostenere uomini e donne con problemi di omosessualità che volontariamente cercano il cambiamento di preferenze ed espressioni sessuali».
Core Issues Trust è affiliata alla Evangelical Alliance ed a Live in Christ e non supporta il matrimonio omosessuale perché ritiene «che la manifestazione sessuale al di fuori del matrimonio tra un uomo e una donna e la manifestazione genitale omosessuale non è la volontà di Dio per il suo popolo». Per questo motivo, come si legge nella loro Vision Statement, Core Issues Trust «cerca di fornire supporto per gli adulti danneggiati e feriti a livello relazionale e sessuale che cercano interezza e desiderano camminare in obbedienza al Vangelo di Cristo». Quindi, come scritto nella Core Values Statement, l’organizzazione ritiene che «un sano amore di sé basato su Cristo sia la base di una buona relazione con gli altri», giudica l’attività «che comprende l’impulso omosessuale, in entrambi gli uomini e le donne, come un impulso riparativo che mira a realizzare la totalità, che può essere coltivata in modo centrato su Cristo» ed inoltre è del parere che «la sufficienza della Parola di Dio, la comunione dei credenti ed il sostegno di terapisti professionali permettano all’individuo ferito relazionalmente e sessualmente rotto per trovare pienezza e compimento in Cristo». Continua a leggere
Il “taglia ed incolla” di Tempi: la nuova strategia per agitare lo “spauracchio” della pedofilia sui diritti degli omosessuali.
Su Tempi, la giornalista Benedetta Frigerio (felicemente «cattolica bambina e ciellina» così come si descrive sul suo profilo twitter) interviene su un documento predisposto dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) intitolato “Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. L’Unar è un ufficio dipendente dal ministero per le Pari Opportunità con la funzione di garantire l’effettività del principio di parità di trattamento fra le persone, di vigilare sull’operatività degli strumenti di tutela vigenti contro le discriminazioni e di contribuire a rimuovere le discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica analizzando il diverso impatto che le stesse hanno sul genere e il loro rapporto con le altre forme di razzismo di carattere culturale e religioso.
Il piano predisposta dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni nasce in seguito al programma promosso dal Consiglio d’Europa “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, per l’attuazione e l’implementazione della Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/REC (2010)5., al quale l’Unar ha aderito.
Già dal titolo dell’articolo, Tempi definisce tale documento come «La nuova strategia Lgbt per entrare nelle scuole, sui posti di lavoro, sul web» e ci offre l’analisi del progetto: «Abbiamo letto la raccomandazione europea accettata dal nostro ministero delle Pari opportunità. Si auspicano nuove norme su matrimonio, cambiamento di sesso e pedofilia». Vediamo cosa hanno letto.
Tempi critica la strumentalizzazione dei bambini figli delle coppie lesbiche. E i bambini usati contro il matrimonio gay?
In Gran Bretagna il segretario di stato gallese David Jones ha espresso la sua la sua opposizione verso il matrimonio gay affermando che le coppie gay «chiaramente» non sono in grado di fornire un «ambiente caldo e sicuro» in cui crescere i figli. Il politico si è però detto a favore delle unioni civili omosessuali dando a queste anche la possibilità di adottare: «Non ho detto nell’intervista che coppie dello stesso sesso non dovrebbero adottare dei bambini e questa non è la mia opinione». Quando si dice avere le idee chiare.
Una bambina di otto anni figlia di una coppia lesbica ha preso carta e penna ed ha scritto a David Jones: «Sono stato educata benissimo … si può essere educati da chiunque ti ami e si prenda cura di te e si assicuri che tu sia felice. Quello che lei stava facendo era dire che (le mie madri, ndr) non mi possono educare perché sono lesbiche, e questo non è giusto. Io sto perfettamente bene. Mi fa molto arrabbiare. Questo è il motivo per cui ho scritto la lettera».
Tempi.it ha riportato questa storia citando anche il pensiero delle madri della bambina: «Le persone che fanno questo tipo di commenti non parlano di idee o di politiche, ma di vere e proprie famiglie con bambini reali e veri sentimenti». L’articolo di Tempi si conclude scrivendo «che (le famiglie gay, ndr) non si fanno problemi a usare i bambini per affermare le proprie idee o politiche». Continua a leggere
Il mondo cattolico: “La sentenza della Cassazione è un via libera alle adozioni gay. Anzi no”.
La sentenza della Cassazione che ha confermato l’affidamento di un bambino alla madre omosessuale convivente con la sua campagna ha provocato la reazione, per opposti motivi, sia del mondo laico che di quello cattolico.
Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha titolato “Figli alle coppie gay? Sentenza pericolosa” domandandosi: «Cosa augurare a questo bambino? Di restare a vivere con la mamma e con la compagna della mamma – così come ha stabilito la Corte di Cassazione – o di venir affidato al papà violento che se n’è andato quando il figlio aveva dieci mesi, rinunciando a vederlo e a educarlo?».
Sempre sul quotidiano dei vescovi Carlo Cardia ha scritto che il bambino «privato artificiosamente della doppia genitorialità, vede venir meno la dimensione umana e affettiva necessaria per la crescita e il suo armonico sviluppo, ed è lasciato in balia di esperienze, rapporti, relazioni umane, sostitutive e del tutto slegate rispetto alla naturalità del rapporto con il padre e la madre». Continua a leggere
L’omofobia è un male che colpisce anche gli eterosessuali
Subito dopo il suicidio di Andrea, il ragazzo di quindici anni che frequentava il Liceo Cavour di Rome, molte parole si sono dette e molti giornali hanno scritto (non a tutti i torti) che si fosse suicidato perché deriso per la sua omosessualità.
I compagni hanno subito smentito questa versione e – come riporta Tempi – la preside dell’istituto, Tecla Sannino, ha giudicato «inopportune le reazioni da parte di alcune associazioni culturali, come la fiaccolata in difesa dei gay oggetto di violenze organizzata dal Circolo Mario Mieli». I compagni hanno invece scritto questa lettera: «Non era omosessuale, tanto meno dichiarato, innamorato di una ragazza dall’inizio del liceo. Lo smalto e i vestiti rosa, di cui andava fiero, erano il suo modo di esprimersi. La pagina facebook ,dove erano pubblicate citazioni di A., era stata creata per incorniciare momenti felici perché A. era così: portava il sorriso ovunque andasse; peraltro “la pagina aperta contro di lui da chi lo aveva preso di mira” (citazione dal Messaggero) è un’accusa non fondata. I professori hanno sempre rispettato il proprio ruolo e non hanno mai espresso giudizi sulla sua persona. Il Cavour non è mai stato un liceo omofobo in quanto fino a quando i fondi sono stati sufficienti, alcune classi hanno preso parte ad un progetto sulla sessualità organizzato dalla ASL e approvato dal collegio docenti. Inoltre non si sono verificati episodi manifesti di bullismo nell’istituto negli ultimi anni. Esprimiamo rammarico per la diffusione di notizie false e desideriamo che non si speculi sul nostro dolore». Continua a leggere
Tempi: “Cosa succederà fra dieci anni con l’introduzione del matrimonio gay?” Niente di apocalittico.
Benedetta Frigerio su Tempi dedica un articolo agli effetti del matrimonio omosessuale in Canada prendendo come spunto un contributo pubblicato sul sito dell’istituto di ricerca Witherspoon di Princeton di Bradley Miller, professore alla Princeton University e alla Western University dell’Ontario: un’analisi, come si legge su Tempi, «sugli effetti sociali che avrebbe l’introduzione di un’altra forma di matrimonio nelle democrazie occidentali». È molto difficile che questo studio possa essere applicato nel contesto europeo e soprattutto italiano perché lo stesso professor Miller scrive che «Ci sono, naturalmente, importanti differenze culturali e istituzionali tra gli Stati Uniti e il Canada e, come avviene in ogni sistema politico, molto dipende dalle azioni degli attori politici locali e culturali. Vale a dire, non è necessariamente sicuro supporre che le esperienze canadesi verranno replicato qui (negli Usa, ndr)».
Se l’esperienza canadese potrebbe non ripetersi negli Usa a maggior ragione è difficile pensare che avrà gli stessi effetti nel vecchio continente.
Secondo Miller al momento «Ogni dichiarazione di disaccordo sul matrimonio per le persone dello stesso sesso è quindi considerata una manifestazione di odio verso una minoranza sessuale». Bisogna rilevare che questo aspetto attiene la sfera culturale e non giuridica. Ciascuno potrà interpretare il parere sfavorevole verso il matrimonio omosessuale come frutto di omofobia oppure come il frutto di un pacato ragionamento. È necessario far presente che fintanto che dal mondo cattolico si paragonerà il matrimonio omosessuale alla pedofilia, si assoceranno gli omosessuali ai nazisti, saranno considerati “disturbati” i figli dei gay e da parte della dottrina cattolico verrà ritenuto legittimo addirittura non concedere in affitto una casa agli omosessuali, è difficile che il dibattito sul matrimonio omosessuale possa uscire dalla contrapposizione esistente.
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Carlo Giovanardi contro il ministro Fornero: «Ha fatto bene il Parlamento a bocciare il reato di omofobia».
Nei giorni scorsi la Commissione giustizia del Senato ha bocciato il testo base della legge contro l’omofobia che estendeva i contenuti della legge Mancino del 1993: un anno di carcere non solo per chi istiga all’odio razziale etnico o religioso ma anche contro le persone omosessuali. Il testo è stato bloccato a seguito dell’asse formato da Lega, Pdl e Udc.
In una nota il ministro Elsa Fornero ha espresso il suo rammarico per la bocciatura: «Come Ministro delle pari opportunità, esprimo il mio profondo rammarico per la bocciatura in Commissione Giustizia della Camera della proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia. Il riconoscimento della specificità dei reati di omofobia e transfobia rappresenta un principio di civiltà, riconosciuto con una specifica disposizione normativa. Questa è una richiesta pressante che viene dalla società civile, così come dalle istituzioni internazionali ed europee che ci sollecitano ad adottare misure adeguate per la protezione delle persone dagli intollerabili atti di violenza a sfondo omofobico e transfobico di cui purtroppo leggiamo quotidianamente».
Da Tempi il senatore del Pdl Carlo Giovanardi ha così replicato: «Io non so cosa legga il ministro ma credo i membri del governo prima di parlare dovrebbero approfondire gli argomento di cui trattano. Per quale ragione, infatti, una violenza nei confronti di un omosessuale dovrebbe essere punita più gravemente di una violenza, per esempio, nei confronti di una donna? L’unica risposta seria potrebbe essere un dilagare di episodi di omofobia o transfobia a fronte di una situazione di generale rispetto nei confronti delle donne. Nel nostro paese le cose non stanno affatto così, come si evince dai dati che emergono dalla tabella della Direzione centrale della Polizia Criminale presso il ministero degli Interni. Come si vede, infatti, circa il 90 per cento delle violenze sessuali coinvolge vittime di sesso femminile mentre soltanto il 10 per cento, compresi i casi di pedofilia, coinvolge vittime di sesso maschile, che non si sa se siano omosessuali».
Il cardinale Bertone: «Raggirato nella vicenda dei Salesiani». La Chiesa è ancora credibile nella gestione del denaro?
La notizia dell’esenzione Imu per i beni del mondo ecclesiastico ha creato molti malumori nella società ma un po’ meno nella politica. Il governo ha smentito il dietro front dichiarando che la disposizione è «in linea con gli orientamenti più volte espressi dal governo e con le richieste dell’Unione europea».
A questo punto resta il dubbio su quale sia l’orientamento del governo visto che a febbraio si prevedeva l’esenzione Imu sui beni con finalità «non esclusivamente commerciali» di Chiesa ed enti non profit e limitando l’esenzione alle sole parti non commerciali.
Da Avvenire non è tardata la risposta del direttore Marco Tarquinio secondo cui i beni ecclesiastici «le tasse le pagano già».
In ogni caso la Santa Sede ritorna ad essere al centro di attenzione (di cui forse avrebbe fatto a meno) a causa di un’eredità che potrebbe portare addirittura al fallimento dell’ordine religioso dei Salesiani.
La vicenda – ricostruita dal Corriere della Sera – nasce nel 1998 quando Alessandro Gerini dona il suo immenso patrimonio alla Fondazione Gerini, un ente ecclesiastico riconosciuto da Paolo VI e posto sotto il controllo della Congregazione Salesiana.
I nipoti impugnano il testamento dando inizio ad un contenzioso con la fondazione che si trascina sino al 2007. Quest’ultima accorda un risarcimento di cinque milioni di euro ai nipoti di Alessandro Gerini ed 11 milioni e mezzo al faccendiere Carlo Moisé Silvera che ha fatto da intermediario. Viene stabilito però che la percentuale per Silvera sarà aumentata quando verrà fatta una stima dell’intero patrimonio. La valutazione viene fatta e l’intera eredità viene stimata in 568 milioni di euro quindi la percentuale per il faccendiere sale a 99 milioni di euro.
La fondazione decide di non pagare ed il tribunale di Milano sequestra immobili e mobili per un valore di 130 milioni di euro: un importo comprensivo degli interessi che potrebbe portare anche al fallimento dell’ordine religioso.
A questo punto entra in ballo il segretario di Stato Tarcisio Bertone che due mesi fa – secondo il Corriere della Sera – scriverebbe una lettera da consegnare ai giudici: «Ho dato il consenso alla soluzione negoziale, ma ho scoperto soltanto dopo che il valore del patrimonio era stato gonfiato a dismisura per aumentare la somma destinata a Silvera, depauperando e umiliando l’attività benefica della Congregazione».
Tempi: «Azienda Usa condannata dal governo a pagare multa milionaria». “Tempi” di cercare meglio le notizie?
«Se la Hobby Lobby non paga aborto e condom ai dipendenti, la multa è di oltre un milione di dollari»: così titola Tempi in un articolo a firma di Benedetta Frigerio sul caso di Hobby Lobby, un’azienda americana nella vendità di prodotti di bricolage che, come scrive Benedetta Frigerio, «dovrà pagare una multa di 1 milione e 300 dollari al giorno qualora si rifiutasse di non pagare l’aborto e la contraccezione ai propri dipendenti».
Secondo Tempi «la multa giornaliera stabilita dal governo la priverebbe di più di 474 milioni di dollari all’anno»: per fortuna la realtà è un po’ diversa.
Secondo quanto riportato anche dal The Washington Post, The Huffinton Post e dall’agenzia internazionale di stampa Associated Press, la grande catena della distribuzione di prodotti per il fai da te si è rifiutata di pagare l’assicurazione sanitaria prevista dalla riforma Obama ma l’obiezione non riguarda i condom (che ovviamente non sono coperti dalle assicurazioni sanitarie né tantomeno devono essere pagati dalle aziende) ma la pillola del giorno dopo.
Inoltre né il giudice Joe Heaton che ha in carico il caso né tantomeno il governo – che di certo non ha questo potere – hanno mai stabilito una multa giornaliera.
E se la dottrina cattolica legittimasse poligamia, poliandria ed incesto?
L’istituzione del matrimonio omosessuale ha sempre riscosso critiche all’interno del mondo cattolico che spesso ha paventato che l’approvazione del matrimonio omosessuale possa portare alla poligamia o all’incesto.
In sei paesi Ue (Belgio, Spagna, Svezia, Portogallo, Danimarca e Paesi Bassi) le coppie dello stesso sesso hanno la possibilità di sposarsi mentre in altri stati è possibile accedere alle unioni civili.
In Francia il governo Hollande ha in programma di approvare il matrimonio anche per le coppie omosessuali ed a riguardo il cardinale Barbarin aveva paventato che il provvedimento di Hollande «porterà a innumerevoli conseguenze. Dopo, ci sarà chi vorrà trasformare la coppia in una relazione a tre o a quattro. Poi, un giorno, è possibile che il divieto di incesto verrà abolito».
Il paragone tra matrimonio omosessuale era stato fatto anche dal candidato alle primarie del Partito repubblicano Rick Santorum secondo cui se si permette il matrimonio gay sulla base di un sentimento generico, allora non c’è ragione per vietare quello poligamico: una boutade che non deve avergli portato molta fortuna visto l’esito delle primarie americane.
Proprio riprendendo il pensiero del politico repubblicano, Tempi con un articolo di Benedetta Frigerio propone – alla vigilia del referendum sul matrimonio omosessuale nel Maine, Maryland, Minnesota e Washington – un articolo sulle unioni poligamiche negli Usa titolando “Il matrimonio gay è roba vecchia, ora negli Usa si fanno strada i poliamori” mettendo in relazione – come Marco Tosatti su La Stampa – unioni omosessuali e poligamiche.
Imu. “Tempi” di non preoccuparsi per la Compagnia delle opere
La questione del pagamento dell’Imu tiene sempre alta l’attenzione del mondo cattolico che – anche su pressione dell’Ue – potrà pagare il tributo per quegli immobili che si svolge attività commerciale.
Tempi – a riguardo – ha intervistato Marco Masi, presidente della Cdo opere educative, branca della Compagnia delle opere che associa circa 520 scuole non statali di ogni ordine e grado in tutta Italia.
Secondo Masi «il governo ha confermato l’esenzione degli edifici religiosi, ma l’ha confermata per gli enti (anche no profit) che svolgono attività commerciale. Ora si aspettano precisazioni su cosa si intenda per “attività con modalità non commerciali”, ci potrebbero andare di mezzo le scuole paritarie che per l’ordinamento italiano sono costrette a chiedere una retta».
Masi continua con l’idea che « l’attività scolastica di una scuola paritaria senza scopo di lucro deve essere considerata come non commerciale anche ai fini fiscali».
Resta da capire – così come afferma Masi – come si possa considerare “no profit” un ente che svolga attività commerciale. A parte ciò è condivisibile l’idea che « l’attività scolastica di una scuola paritaria senza scopo di lucro deve essere considerata come non commerciale anche ai fini fiscali».
Infatti è della stessa idea il governo Monti che – come riporta Il Sole 24 Ore – ha stabilito che sono esentate dall’Imu le scuole paritarie, gli ospedali convenzionati e le strutture ricettive che ospitano soggetti svantaggiati: a patto però di percepire rette simboliche o a titolo gratuito. Questo è quanto prevede l’art. 9, comma 6 del Dl n. 174 sugli enti locali pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 10 ottobre.
Allora per quale motivo la Compagnia delle opere si preoccupa tanto? Sarebbe bastato leggere Il Sole 24 Ore per fugare ogni dubbio.
Attenzione: per Tempi si è aperta la “caccia al cattolico”.
Certo che questo è proprio un brutto momento per Comunione e Liberazione ed i suoi simpatizzanti che devono subire, come scrive Pippo Corigliano su Tempi, «una manovra da parte dei giornali per staccare i simpatizzanti di Cl da Formigoni».
Non si può sapere se da parte dei giornali sia in atto una “manovra” simile ma se i ciellini simpatizzano tanto per Formigoni sicuramente saranno insensibili alle “sirene” dei giornali.
Insomma si vorrebbe minare «l’unità di una realtà nobile che ha portato la Lombardia a diventare la Regione guida in Italia per tanti aspetti, in particolare perché ha tentato di mettere in pratica la dottrina sociale della Chiesa che riempie la bocca di tanti e viene praticata da pochi».
Certamente se i presunti reati su cui sta indagando la magistratura dovessero essere confermati non dovrebbe essere una bella promozione per la dottrina sociale della Chiesa.
Insomma non è proprio il caso di farsi «intimidire da alcuni (supposti) peccati che saranno forse stati commessi» mentre bisogna rendersi «conto che è in atto una manovra nel nostro paese che non solo attacca il nemico di sempre, i cattolici, ma vuole azzerare qualsiasi concentrazione di potere politico».
Purtroppo in Italia non si va sotto processo (o sottoposti a fermo) per aver commesso dei peccati ma – più realmente – per aver commesso dei reati. Strano che i cattolici siano il “nemico di sempre” se si pensa che un partito di chiara derivazione cristiana come la Democrazia Cristiana ha governato ininterrottamente dal 1946 al 1981 (ma è stato presente anche successivamente) mentre Formigoni è presidente della regione Lombardia dal 1995.
Colpevoli di tutto questo sono i giornali che «instillano stima e simpatia soltanto per i tecnici». Corigliano forse dimentica che Formigoni appartiene ad un partito (il Pdl) che sostiene un governo di “tecnici” come quello Monti?
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Ddl anticorruzione, Giovanardi: «Il ddl peggiora l’immagine del paese nel mondo».
Salviamo l’immagine dell’Italia all’estero, nascondiamo il marciume sotto il tappeto: questo è in sintesi la strategia dei nostri politici per affrontare i nostri problemi. Nascondere invece di affrontare.
Aveva cominciato Silvio Berlusconi attaccando film come La Piovra o Gomorra di Roberto Saviano perché fanno una cattiva promozione dell’Italia all’estero: insomma sarebbe bastato che al posto de La Piovra si trasmettesse un film sulla musica napoletana e Saviano si dedicasse a libri per bambini affinché The Telegraph e The New York Times non dedicassero (solo ultimi in ordine di tempo) due articoli alla ‘ndrangheta calabrese.
Sulla stessa linea il “cattolicissimo” Carlo Giovanardi che – a Tempi – in merito al ddl anticorruzione afferma «Il governo sta facendo del suo meglio per allontanare tutti coloro che vorrebbero investire in Italia, alimentando l’immagine – falsa – di un paese di ladri e corrotti».
Sicuramente l’Italia non è un paese di ladri o corrotti ma – ci piaccia o no – risulta al sessantunesimo posto nella classifica di Indice di trasparenza internazionale assieme al Ghana e ben dietro a nazioni come Cuba o Rwanda (che di certo non sono paesi ea cui ispirarsi). Continua a leggere
La destra religiosa chiede la rottamazione di Emma Bonino: cosa dire di Berlusconi, Giovanardi e Formigoni?
Tra le varie crociate dell’Unione cristiani cattolici
razionali rientra la battaglia politica contro i Radicali.
Nel commentare un articolo di Piergiorgio Odifreddi in cui si puntava il dito contro i politici che siedono in parlamento da decenni, gli uccrociati pubblicano un articolo dal titolo “Odifreddi contro i dinosauri della politica, dunque Emma Bonino”.
Ovviamente la loro critica è verso l’esponente radicale: secondo gli uccrociati «Emma Bonino è da vent’anni che tenta di fare politica».
Siccome gli uccrociati scrivono che Emma Bonino “tenta” di fare politica da vent’anni è interessante leggere il suo curriculum politico.
Dal 1979 al 1988 siede al Parlamento europeo, seggio che rioccuperà dal 1999 al 2006.
Dal 23 gennaio 1995 al 12 settembre 1999 viene nominata Commissario europeo per gli aiuti umanitari e per la tutela dei consumatori.
Viene eletta deputato per la VII, VIII, X, XI, XII e XV legislatura.
Dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008 è ministro del Commercio internazionale e delle politiche europee nel II Governo Prodi.
Per la XVI legislatura viene eletta Senatrice della Repubblica assumendo l’incarico di Presidente della Commissione per la parità e le pari opportunità e di Vicepresidente del Senato.
Ha ricevuto le seguenti onorificenze: “Gran Cruz de la Orden de Mayo” (1995) da parte del Presidente dell’Argentina, “Personalità Europea dell’Anno” (1996) da parte della rivista cattolica francese La vie, “Premio Principe delle Asturie” (1998) per la cooperazione internazionale da parte del Principe Felipe di Spagna, “Premio Nord-Sud” (1999) del Consiglio d’Europa, “Ordine del Principe Branimir” (2002) dal presidente della Croazia “per il suo contributo all’indipendenza della Croazia e per la sua promozione della democrazia”, “Gonfalone d’Argento” (2002) dalla regione Toscana per la sua attività di promozione dei diritti umani in special modo contro la pena di morte, “Premio Presidente della Repubblica” (2003) per il suo impegno nella promozione dei diritti umani e civili nel mondo, “Commendatore della Legion d’Onore” (2009): quest’ultima onorificenza è stata l’occasione per l’ambasciatore francese Jean-Marc de La Sablière per «onorare una donna politica eccezionale e una cittadina europea esemplare» premiando la sua «carriera di militante europea e di promotrice di campagne a favore dei diritti delle donne nel mondo».
Insomma non è niente male per una donna che, secondo gli uccrociati «è da vent’anni che tenta di fare politica». Continua a leggere
Presidenziali Usa: la Chiesa contro la riforma sanitaria di Obama
Le presidenziali per il 2012 stanno occupando ovviamente molto spazio sui media americani ed internazionali soprattutto da quando gli sfidanti hanno iniziato a confrontarsi in accesi (e regolatissimi) dibattiti tv.
Il dibattito tra Obama e Romney sembra essersi risolto a favore dello sfidante repubblicano mentre nell’incontro tra l’attuale vicepresidente Biden ed il repubblicano Ryan la fazione democratica sembra essersi presa una sua rivincita.
Tanti i temi della sfida tv tra i due candidati alla vicepresidenza: economia, aborto, terrorismo internazionale, riforma sanitaria.
Proprio sulla riforma sanitaria si è acceso lo scontro tra i due. Biden ha difeso la riforma sanitaria promettendo – in riferimento ai programmi Medicare – che sanità e previdenza non saranno privatizzate ed accusando la riforma sanitaria dei suoi avversari grazie alla quale – ha detto Biden – gli americani pagheranno di più.
Ryan ha accusato l’Obamacare di «minare la libertà religiosa in questo paese, invadendo la libertà delle charity, delle chiese e degli ospedali cattolici». A questo proposito la risposta di Biden è stata netta: «Vediamo di mettere le cose in chiaro: nessun istituto religioso – cattolico o di altro tipo, inclusi i servizi sociali cattolici – deve fornire e pagare la contraccezione ad altri, nessuno è costretto a essere il veicolo della contraccezione attraverso la polizza assicurativa che fornisce. Questo è un fatto. Questo è un fatto».
La Conferenza episcopale degli Stati Uniti avrebbe replicato in maniera ufficiale – secondo quanto riporta Tempi – affermando che: «L’Obamacare obbliga i datori di lavoro a includere contraccezione, sterilizzazione e medicine che possono causare l’aborto nelle polizze di sicurezza che devono obbligatoriamente pagare ai loro dipendenti».
La “numerosa partecipazione” all’incontro sulla giustizia organizzato da Tempi: il servizio de L’Infedele
Da L’Infedele le interviste di Michele Cavallaro in occasione dell’incontro “Aspettando Giustizia” organizzato da Tempi dedicato al tema della carcerazione preventiva ed ai casi di Antonio Simone e Pierangelo Daccò: da notare la numerosa partecipazione di pubblico.
Quattro casi di “discriminazione religiosa” davanti la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Le sentenze della Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) hanno sempre fatto discutere e di sicuro lo sarà anche questa volta.
Questa volta i giudici della Cedu sono chiamati a decidere sui casi di quattro cittadini britannici – “cristiani discriminati sul lavoro” secondo Avvenire (il giornale dei vescovi italiani) – che hanno fatto ricorso contro lo Stato accusato di non aver difeso in modo adeguato la loro libertà religiosa e il diritto a non subire discriminazioni sul posto di lavoro.
Questi i casi. Nadia Eweida, 55 anni, era una hostess di terra della British Airways addetta al controllo dei bagagli. Sulla sua divisa indossava una collana con un crocifisso contravvenendo alle policy della compagnia aerea. Nel 2006 i suoi superiori le chiesero di indossarla all’interno della divisa perché averla all’esterno non era conforme alle norme di sicurezza che deve rispettare un’ispettrice dei bagagli ma la hostess si rifiutò. La compagnia aerea allora le offrì la possibilità di essere impiegata in un’altra mansione dove non avrebbe dovuto indossare l’uniforme e quindi avrebbe potuto tranquillamente indossare la collana ma la hostess rifiutò anche questa proposta. La British Airways perciò la licenziò e Nadia Eweida citò la compagnia aerea in tribunale ma perse il ricorso sia in prima istanza che in appello (cfr. sentenza d’appello).