Siamo Americani e crediamo che la Bibbia sia la parola di Dio: questo è quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Gallup secondo cui per tre statunitensi su quattro la Bibbia corrisponde al volere di dio.
Per quasi la metà (47 percento) il “sacro testo” deve essere interpretato in maniera letterale parola per parola mentre per il 28 percento non tutto deve essere preso alla lettera: solo il 21 percento lo considera un libro di leggende e precetti morali scritti da un uomo.
Detto ciò ci si aspetterebbe dagli statunitensi un fedele sostegno alle posizioni della Chiesa ma altri sondaggi mostrano che non è affatto così: sono favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere, continuano (purtroppo) ad approvare la pena di morte mentre si dividono sull’eutanasia.
Nonostante per gli americani la Bibbia sia un testo da tenere in massima considerazione aumenta il consenso a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso: nel luglio del 2013 il 54 percento dei cittadini Usa (tra cui il 60 di cattolici) si erano detti a favore ed oggi – in base ad un’altra rilevazione di Gallup – questa percentuale è salita al 55 mentre è scesa di un punto (dal 43 al 42) la fazione di coloro che si oppongono. Ad essere maggiormente a favore sono i giovani tra i 18 e i 29 anni (addirittura il 78 percento) e chi si identifica politicamente come Liberale o Democratico (rispettivamente 82 e 74 percento a favore). Continua a leggere
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Cristiani più generosi? Solo nei giorni di messa.
Se volete chiedere dei soldi a qualche vostro amico assiduo frequentatore della messa è meglio che lo facciate il giorno in cui ha partecipato ad un rito religioso altrimenti la sua generosità potrebbe scomparire.
Infatti un luogo comune vuole che le persone religiose siano più caritatevoli rispetto a chi è lontano dalla religione ma uno studio del professor Deepak Malhotra della Harvard Business School pubblicato sul giornale della Society for Judgment and Decision Making smonta questa credenza. Come sintetizzato sul Time il professor Malhotra mette in evidenza che il comportamento a favore della collettività delle persone religiose «non è dovuto alla religiosità in sé, ma piuttosto alla rilevanza della religione e delle norme religiose». Per questo motivo le persone religiose sono più caritatevoli di quelle non religiose «solo nei giorni in cui visitano il loro luogo di culto mentre in altri giorni della settimana, la religiosità non ha alcun effetto». L’unica soluzione per sfruttare l’effetto della religione è quello di andare a messa ogni giorno sperando che poi non ci sia un effetto di assuefazione. Un altro studio realizzato dal professor David E. Campbell aveva già messo in luce come la presunta generosità delle persone religiose fosse legata alle relazioni sociali e non alla fede. Continua a leggere
Muore un estremista religioso: le sue idee erano morte prima di lui.
All’età di 84 anni è morto Fred Phelps, il fondatore della tristemente famosa Chiesa battista di Westboro: il predicatore aveva guadagnato notorietà grazie ai picchettaggi ai funerali di persone gay o di soldati dove i suoi seguaci esponevano cartelli come “God hates fags” (Dio odia i froci), “God is your enemy” (Dio è il tuo nemico), “God hates you” (Dio ti odia), “Thank God for 9/11” (Grazie Dio per l’11 settembre), “Fags die God laughs” (I froci muoiono, dio ride), “Thank God for dead soldiers” (Grazie dio per i soldati morti), “Usa = fag nation” (Usa=nazione di froci), “Thank God for maimed soldiers” (Grazie Dio per i soldati mutilati), “Pray for more dead soldiers” (Pregate per più soldati morti), “God killed your sons” (Dio ha ucciso i tuoi figli). In base al sito della congregazione religiosa, i suoi affiliati avevano dimostrato in più di 53mila eventi tra cui i concerti di Lady Gaga o il funerale di Steve Jobs, il fondatore di Apple. Continua a leggere
Diritti umani in Senegal: Amnesty International e Human Rights Watch smentite dal sociologo Massimo Introvigne
“L’inquisizione gay mette il Senegal nel mirino dell’Onu” titola La Nuova Bussola Quotidiana in un articolo firmato da Massimo Introvigne.
Ad essere “sotto tiro” è l’articolo 319 del Codice penale senegalese che punisce con la reclusione da uno a cinque anni «chiunque avrà commesso un atto improprio o contro natura con una persona dello stesso sesso»: questa norma ha fatto sì – così come scrive Introvigne – che Gran Bretagna, Germania, Belgio e Olanda sottoponessero il Senegal «a una vera e propria inquisizione per le sue norme in materia di omosessualità».
Una questione irrilevante per lo studioso cattolico secondo cui, in base a quanto detto dal ministro della Giustizia del Senegal Sidiki Kaba, sono state condannate solo persone per «comportamenti osceni omosessuali tenuti in luoghi pubblici (…) o per attività propagandistiche in favore dell’omosessualità». Continua a leggere
La dottrina cattolica è compatibile con la democrazia?
Nel mondo della politica non mancano esponenti di partiti che si affannano a ribadire il loro essere cattolici e la loro fedeltà alla Chiesa.
A volte capita che membri del Parlamento siano autori di proposte di legge che di certo non riscuotono le simpatie delle gerarchie ecclesiastiche.
È il caso – come scrive Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana – di politici come Andrea Marcucci del Partito Democratico e di Linda Lanzillotta di Scelta Civica “rei” di aver presentato un disegno di legge sulle unioni civili anche per le coppie omosessuali. Nel mirino cade anche il neosegretario del Pd Matteo Renzi che si è detto favorevole ad una “civil partenership” anche per le coppie dello stesso sesso con la possibilità di adottare il figlio del partner: il sindaco di Firenze è “colpevole”, per Scandroglio, anche per essersi espresso a favore della fecondazione assistita. Continua a leggere
Dal Regno Unito due nuovi esempi di laicità contro le pretese religiose.
“Tempi duri” per quei cristiani che vorrebbero far prevalere il loro sentimento religioso sopra ogni altro diritto.
Nel Regno Unito la battista Celestina Mba era stata licenziata a causa del suo rifiuto di lavorare la domenica. La donna, opponendosi al licenziamento, aveva portato il suo datore di lavoro, un’organizzazione che offre assistenza 24 ore su 24 a bambini disabili, in tribunale ma questo aveva respinto le sue richieste. Celestina Mba non si è arresa ed è ricorsa alla Corte d’Appello sostenendo che, in base alla sua religione, non avrebbe dovuto lavorare di domenica in modo da poter rispettare il quarto comandamento della Bibbia che prevede di dedicare la domenica al riposo.
Pur di non lavorare la domenica Celestina Mba ha detto al tribunale che sarebbe stata disponibile ad essere attiva nei turni di notte ed il sabato o avrebbe accettato uno stipendio inferiore. Ha inoltre sostenuto che il suo datore di lavoro non avrebbe trattato persone di altre religioni così come tratta i cristiani e che la sua fede cristiana non era stata rispettata.
Per questo motivo ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello di ribaltare la precedente decisione del tribunale ma i giudici d’appello non hanno accolto il suo ricorso. Continua a leggere
Niente lavoro domenicale: siamo cristiani.
Un datore di lavoro ha il dovere di «venire incontro ragionevolmente» ai convincimenti di un impiegato cristiano: questo è il pensiero di Celestina Mba, 58 anni, educatrice per bambini che ha portato – come riporta il Telegraph – il suo caso davanti la Corte d’Appello dopo che il suo datore di lavoro, un’organizzazione che offre assistenza 24 ore su 24 a bambini disabili, non le ha assicurato che non sarebbe mai stata di turno la domenica.
La donna, battista e madre di tre figli, ha detto al Times di aver ricevuto critiche a causa della sua richiesta ma che non sta cercando di imporre le su convinzioni nei confronti di altre persone.
Qualora la richiesta venisse accettata i cristiani potrebbero rifiutarsi – con immaginabili conseguenze – di lavorare la domenica a causa della loro fede religiosa.
Sempre per casi riguardanti la religione nei luoghi di lavoro la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva sentenziato, respingendo le istanze di alcuni cristiani britannici, che la libertà religiosa può essere limitata in presenza di interessi maggiori.
Quella libertà religiosa minacciata che poi tanto minacciata non lo è.
Scrive addirittura di «rivoluzione antireligiosa» Ernesto Galli della Loggia in un editoriale (“Una libertà minacciata”) sul Corriere della Sera, una «grande rivoluzione che sta silenziosamente giungendo al suo epilogo in Europa» e che «si presenta come una rivoluzione essenzialmente anticristiana».
Per lo storico «non solo le Chiese cristiane sono state progressivamente espulse quasi dappertutto da ogni ambito pubblico appena rilevante, non solo all’insieme della loro fede non viene più assegnato nella maggior parte del continente alcun ruolo realmente significativo nel determinare gli orientamenti delle politiche pubbliche – non solo cioè si è affermata prepotentemente la tendenza a ridurre il cristianesimo e la religione in genere a puro fatto privato – ma contro il cristianesimo stesso, a differenza di tutte le altre religioni, appare oggi lecito rivolgere le offese più aspre, le più sanguinose contumelie».
Volendo restare ancorati al contesto italiano risulta difficile credere che le Chiese siano state espulse «da ogni ambito pubblico appena rilevante»: in Italia non c’è legge su cui la Chiesa cattolica non esprima il suo punto di vista ed in tutto l’arco parlamentare sono presenti deputati, senatori o ministri strettamente collegati alla Chiesa appartenenti a volte a congregazioni religiose come Comunione e liberazione o Opus Dei.
Neanche la Francia è immune dall’influenza della Chiesa che recentemente si è opposta al disegno di legge – successivamente approvato – sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso o il Regno Unito in cui vescovi ed arcivescovi della Chiesa anglicana siedono di diritto nella Camera dei Lord con il diritto di esprimere il loro punto di vista nella discussione delle leggi. Continua a leggere
Italia: il Paese con il Vaticano e con 64mila Chiese dove i professionisti cattolici sono “costretti all’anonimato”
Il mese prossimo sarà in discussione in parlamento il disegno di legge contro l’omofobia ed ovviamente, come per tutti i temi “sensibili”, divampa la discussione tra politici, psicologi, attivisti, giuristi, giornalisti, sacerdoti.
Una calda mattina d’agosto diventa rovente a Unomattina Estate quando l’avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, afferma che «l’omosessualità è stata depennata dal manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali non per motivi scientifici» accennando alla fine anche alle cosiddette “terapie riparative” che farebbero ritornare eterosessuali i gay. Polemica scontata anche perché dal 1990 l’Oms ha depennato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.
Tante le reazioni alla sua dichiarazione ed immediatamente arriva la replica di Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, che in un comunicato ha dichiarato: «È gravissimo che i detrattori della legge antiomofobia ripropongano, tra le altre, l’idea che l’omosessualità sia una malattia da curare e, di conseguenza, che l’orientamento omosessuale sia da modificare, contraddicendo palesemente quanto, invece, da anni sostiene la comunità scientifica internazionale che, a ragione, ha da tempo rigettato le cosiddette terapie di conversione e riparative. Affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare, come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione giuristi cattolici italiani, è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società, come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca. Ribadisco, se mai ce ne fosse bisogno che gli psicologi, secondo il Codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna ‘terapia riparativa’ dell’orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso di disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali». Continua a leggere
La Nuova Bussola Quotidiana: “Nozze gay in chiesa, a Londra si dovrà fare”. Non è così ma forse sarebbe meglio di sì.
Gianfranco Amato sembra avere già la sentenza in tasca titolando sulla Nuova Bussola Quotidiana “Nozze gay in chiesa, a Londra si dovrà fare” ma questa situazione è al momento ben lontana ed improbabile.
Andiamo per gradi. Recentemente il parlamento britannico ha approvato il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Le confessioni religiose che lo vorranno potranno celebrare (ma non sono obbligate) matrimoni omosessuali ma – a tutela maggiore – questa opzione è esclusa per la Chiesa anglicana che si è sempre opposta al matrimonio per le coppie gay.
Ciò nonostante un bizzarro miliardario, Barrie Drewitt-Barlow, ha citato in giudizio la Chiesa anglicana per ottenere il diritto a celebrare il matrimonio in chiesa con il suo compagno Tony: c’è da aspettarsi che la sua istanza venga rigettata e, nonostante l’uomo abbia dichiarato di voler ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, è probabile che anche in quell’occasione la sua richiesta non venga accolta.
Nonostante nessun verdetto sia stato ancora emesso Gianfranco Amato (avvocato e presidente dell’associazione “Giuristi per la vita”) non perde l’occasione: «Questa vicenda rappresenta un’ottima lezione per tutti coloro che, in un tema così delicato, cercano di ridurre l’esperienza cristiana ad uno sdolcinato sentimentalismo, e per tutti quelli che ingenuamente credono di arginare i danni attraverso il velleitario tentativo di introdurre norme di salvaguardia, senza rendersi conto che così si apre la via ad un piano inclinato in cui la discesa diventa irrefrenabile». Continua a leggere
“Aiuto dottore, oggi mi sono svegliato gay”: in Brasile sconfitta per un disegno di legge per “curare” gli omosessuali.
Non è proprio un bel momento per le cosiddette “terapie riparative”: le fantomatiche cure mediche – bocciate dalla comunità scientifica – che vorrebbero far tornare gli omosessuali sulla via dell’eterosessualità.
Dopo la chiusura (con tanto di scuse) di Exodus International, un’organizzazione cristiana la cui missione era quella di aiutare gli omosessuali cristiani a tornare eterosessuali, una nuova sconfitta arriva dal Brasile.
Come riporta il New York Times, il parlamentare brasiliano João Campos aveva presentato un disegno di legge che avrebbe permesso agli psichiatri del Paese di trattare l’omosessualità al pari di una malattia ma martedì il deputato ha deciso di ritirare il suo disegno di legge.
Gli oppositori al progetto di legge volevano andare al voto e la decisione di Campos sembra un chiaro segno che sarebbe stato sonoramente sconfitto dalla Camera dei Deputati, la camera bassa del Congresso brasiliano.
Oltre che da Campos il disegno di legge era appoggiato da Marco Feliciano, controverso pastore e deputato che, nonostante sia al centro di polemiche per alcune posizione razziste, omofobe e misogine, è addirittura presidente della Commissione parlamentare per i diritti umani e le minoranze: ha ottenuto notorietà negli ultimi anni per il suo cristianesimo fondamentalista e le sue opinioni sociali conservatrici. Ora il ritiro del disegno di legge dovrà essere formalmente votato dalla Camera dei deputati ma l’esito sembra scontato. Continua a leggere
Stati Uniti: “mea culpa” di Exodus, organizzazione cristiana leader per “riparare” gli omosessuali.
C’è da credere che i sostenitori delle cosiddette “terapie riparative” finalizzate a riportare gli omosessuali sulla “retta via” dell’eterosessualità non saranno stati affatto contenti nel sapere che dopo 37 anni di non onorata carriera – a seguito di una votazione del proprio Consiglio d’amministrazione – ha deciso di chiudere i battenti Exodus International, un’organizzazione cristiana con 260 comunità sparse su tutto il territorio americano la cui missione era quella di aiutare gli omosessuali cristiani a tornare eterosessuali.
Lo ha comunicato la stessa organizzazione con un comunicato presente sul loro sito internet: «Per molto tempo siamo stati imprigionati in una visione del mondo che non sta onorando né gli altri esseri umani né i precetti della bibbia».
La notizia arriva a meno da un giorno dalle pubbliche scuse del presidente della stessa Exodus International Alan Chamber alla comunitò Lgbt: «Il nostro servizio è pubblico e quindi qualsiasi riconoscimento di sbagliato deve essere pubblico. Io non sono sempre stato il leader di Exodus, ma ora lo sono e qualcuno deve riconoscere il dolore degli altri. Lo faccio con ansia, ma volentieri». Continua Chamber: «È strano essere qualcuno che è stato sia offeso dal trattamento della chiesa verso la comunità LGBT ed anche essere una persona che deve chiedere scusa per essere parte dello sistema stesso di ignoranza che ha provocato tale dolore». Infatti lo stesso Chamber – che è sposato ed ha adottato due bambini – ha ammesso di avere attrazione per le persone dello stesso sesso: «Per convenienza per diversi anni ho omesso le mie continue attrazioni omosessuali. Avevo paura di condividerle come prontamente e facilmente faccio oggi. Mi hanno portato tremenda vergogna e io li ho nascoste nella speranza che sarebbero andate via. Guardando indietro, sembra così strano che pensavo di poter fare qualcosa per farli smettere. Oggi, però, accetto questi sentimenti – che probabilmente saranno sempre lì – come parti della mia vita». Ha inoltre affermato che il 99 percento delle persone che ha provato la terapia riparativa non ha mai perso i loro desideri omosessuali. Continua a leggere
Corte europea dei diritti dell’uomo: “La libertà religiosa può essere limitata in presenza di interessi maggiori”
Il diritto ad esprimere il proprio credo religioso deve essere tutelato ma può essere limitato in presenza di diritti o interessi di maggiore interesse: questo in sintesi il succo della sentenza della Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) che è stata chiamata a decidere sui casi di quattro cittadini britannici – “cristiani discriminati sul lavoro” secondo Avvenire – che hanno fatto ricorso contro lo Stato accusato di non aver difeso in modo adeguato la loro libertà religiosa e il diritto a non subire discriminazioni sul posto di lavoro.
Questi i casi. Nadia Eweida, 55 anni, era una hostess di terra della British Airways addetta al controllo dei bagagli. Sulla sua divisa indossava una collana con un crocifisso contravvenendo alle policy della compagnia aerea. Nel 2006 i suoi superiori le chiesero di indossarla all’interno della divisa perché averla all’esterno non era conforme alle norme di sicurezza che deve rispettare un’ispettrice dei bagagli ma la hostess si rifiutò. La compagnia aerea allora le offrì la possibilità di essere impiegata in un’altra mansione dove non avrebbe dovuto indossare l’uniforme e quindi avrebbe potuto tranquillamente indossare la collana ma la hostess rifiutò anche questa proposta. La British Airways perciò la licenziò e Nadia Eweida citò la compagnia aerea in tribunale ma perse il ricorso sia in prima istanza che in appello (cfr. sentenza d’appello).
Pew Research Center: atei ed agnostici terza “religione” al mondo.
L’istituto privato di studi politici, economici e sociali americano Pew Research Center ha realizzato uno studio sull’affiliazione religiosa in oltre 230 Paesi del mondo.
Secondo la ricerca “The Global Religious Landscape” l’84 per cento della popolazione mondiale si identificherebbe in una religione. Il 32 per cento degli abitanti sulla terra (stimati in 6,8 miliardi) sarebbero cristiani, il 23 musulmani, il 15 indù, il 7 per cento buddisti e lo 0,2 per cento si professa di religione ebraica. Circa il 6 per cento praticherebbe culti popolari come le religioni tradizionali africane, le religioni popolari cinesi, quelle dei nativi americani o degli aborigeni australiani. Meno dell’1 per cento degli abitanti della terra pratica altre religioni: baha’ismo, giainismo, sikhismo, shintoismo, taoismo, tenrikyo, wicca, zoroastrismo solo per citarne alcuni.
Allo stesso modo il nuovo studio di Pew Reseach Center evidenzia che un miliardo e cento milioni di persone (pari al 16 per cento della popolazione terrestre) non ha nessuna affiliazione religiosa (principalmente atei o agnostici): questo gruppo è il terzo al mondo dopo cristiani e musulmani ed è pari in valori assoluti alla popolazione cattolica. L’istituto di ricerca evidenzia come molti dei non affiliati abbiano in ogni caso alcune credenze religiose o spirituali (come la fede in un dio o in uno spirito universale) anche se non si identificano con una religione particolare. Continua a leggere
Per l’arcivescovo di Milano Angelo Scola bisogna “ripensare” l’aconfessionalità dello Stato
L’attuale laicità dello Stato minerebbe la libertà religiosa: questa la forte tesi di Angelo Scola nell’antica basilica di Sant’Ambrogio a Milano per il tradizionale “Discorso alla città”.
L’ex patriarca di Venezia ha poi affrontato il nesso esistente tra libertà religiosa e pace sociale affermando che «imporre o proibire per legge pratiche religiose, nell’ovvia improbabilità di modificare pure le corrispondenti credenze personali, non fa che accrescere quei risentimenti e frustrazioni che si manifestano poi, sulla scena pubblica, come conflitti». Sempre restando fermi al caso italiano c’è da capire quando lo Stato abbia mai “imposto per legge” pratiche religiose mentre l’imposizione indiretta c’è sempre stata e non sembra che la Chiesa cattolica si sia mai lamentata: presenza di insegnanti di religione pagati dai contribuenti nelle scuole pubbliche, cappellani nelle caserme e negli ospedali, cerimonie civili con l’onnipresenza dell’alto prelato di turno o che si concludono con l’immancabile messa. Da specificiare che i limiti posti dalla nostra Costituzione (articolo 19) alle pratiche religiose è solamente nel caso di «di riti contrari al buon costume».
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E se la dottrina cattolica legittimasse poligamia, poliandria ed incesto?
L’istituzione del matrimonio omosessuale ha sempre riscosso critiche all’interno del mondo cattolico che spesso ha paventato che l’approvazione del matrimonio omosessuale possa portare alla poligamia o all’incesto.
In sei paesi Ue (Belgio, Spagna, Svezia, Portogallo, Danimarca e Paesi Bassi) le coppie dello stesso sesso hanno la possibilità di sposarsi mentre in altri stati è possibile accedere alle unioni civili.
In Francia il governo Hollande ha in programma di approvare il matrimonio anche per le coppie omosessuali ed a riguardo il cardinale Barbarin aveva paventato che il provvedimento di Hollande «porterà a innumerevoli conseguenze. Dopo, ci sarà chi vorrà trasformare la coppia in una relazione a tre o a quattro. Poi, un giorno, è possibile che il divieto di incesto verrà abolito».
Il paragone tra matrimonio omosessuale era stato fatto anche dal candidato alle primarie del Partito repubblicano Rick Santorum secondo cui se si permette il matrimonio gay sulla base di un sentimento generico, allora non c’è ragione per vietare quello poligamico: una boutade che non deve avergli portato molta fortuna visto l’esito delle primarie americane.
Proprio riprendendo il pensiero del politico repubblicano, Tempi con un articolo di Benedetta Frigerio propone – alla vigilia del referendum sul matrimonio omosessuale nel Maine, Maryland, Minnesota e Washington – un articolo sulle unioni poligamiche negli Usa titolando “Il matrimonio gay è roba vecchia, ora negli Usa si fanno strada i poliamori” mettendo in relazione – come Marco Tosatti su La Stampa – unioni omosessuali e poligamiche.
Regionali in Sicilia: il Sud contro la mafia e gli stereotipi del passato
Rosario Crocetta, 61 anni, è stato eletto governatore della Sicilia.
Di estrazione comunista, già sindaco di Gela, un forte impegno antimafia sopravvivendo addirittura a tre attentati, cattolico ma – in contrapposizione alla dottrina cattolica – omosessuale dichiarato.
Crocetta è – assieme a Nichi Vendola – il secondo governatore italiano dichiaratamente omosessuale ed entrambi sono stati eletti in regioni meridionali in aperta smentita all’idea che le regioni meridionali siano più retrograde.
Anche Michael Day sul quotidiano britannico The Independent rileva che «lo stereotipo del macho meridionale italiano sta svanendo velocemente».
Omosessualità, lotta alla mafia e stereotipi sessuali: un intreccio di tre elementi analizzati oltre che dal The Independent anche dal Corriere della Sera e dal The Guardian.
Tom Kington sul The Guardian riporta che per Crocetta – definito «cattolico devoto» – l’Italia meridionale è soprendentemente indifferente se un politico è omosessuale: «C’è un grande rispetto per l’individuo, rendendo (il sud, ndr) meno omofobo del nord».
Sempre il quotidiano britannico rileva che Crocetta ad agosto avrebbe detto ad un intervistatore: «Dopo aver lasciato la sua prigione in Inghilterra, Oscar Wilde si rifugiò a Palermo. Considerato ciò, c’è molto che le persone devono imparare sul sud d’Italia».
Avvenire contro Corrado Guzzanti: «I cristiani sono stanchi delle irreligiose insulsaggini in tv». Anche i laici sono stanchi delle insulsaggini religiose.
Avvenire pubblica la lettera di un lettore particolarmente offeso per uno spot trasmesso sui Rai Tre in cui il comico Corrado Guzzanti cantava il testo religioso Symbolum 77.
Questa la lettera del lettore di Avvenire.
«Caro direttore, domenica sera in attesa di “Che tempo che fa” (Rai3), mi sono imbattuto in uno scandaloso spot del signor Corrado Guzzanti. Con apparentemente “innocente”, maleducata, offensiva e sacrilega ironia “commentava” un canto religioso. Giù le mani da Gesù Cristo! “Morto per amore”, anche per il signor Guzzanti! Tutto sarà perdonato dal Figlio dell’uomo, che si è incarnato per me e per tutti, che si è beccato gli insulti, gli sputi, la croce, la morte e l’”abbandono” di Dio, l’odio di tutto il mondo per me e per il signor Guzzanti. Ma il peccato contro lo Spirito d’amore, io credo, non sarà mai perdonato. “Vivo in mezzo a noi”, sì vivo: il tempo reale è quello di Dio. Solo i dannati sono morti (legga le testimonianze a riguardo dei pastorelli di Fatima, di santa Faustina, di santa Veronica Giuliani, di Caterina da Siena, di Teresa d’Avila e di un’infinità di altre anime che si sono immolate per tanti bestemmiatori del Nome tre volte santo di Dio). “Fino a quando Tu ritornerai per aprirci il Regno di Dio”. Lui ha detto che tornerà all’improvviso come un ladro di notte. In questo disgraziato momento in cui la Terra sembra correre verso la catastrofe, non abbiamo certo bisogno degli insulti a Gesù Cristo del signor Corrado Guzzanti. Grazie alla Rai!».
Omosessualità. Forza Nuova: «Le perversioni vanno curate». Omofobia in linea con la dottrina cattolica.
Ha creato indignazione il manifesto affisso da attivisti di Forza Nuova davanti alla sede della comunità Lgbt di Bologna: «Le perversioni vanno curate». Molte condanne per l’episodio mentre l’Italia dei valori ha chiesto – come auspicabile – lo scioglimento dei gruppi neofascisti come Forza Nuova in base alla legge Mancino e l’approvazione di una norma contro l’omofobia.
Il movimento neofascista ha sempre avuto una posizione molto netta nei confronti dell’omosessualità e dei diritti degli omosessuali.
Basta leggere il loro programma in cui considera «crimini contro la morale, la natura e la famiglia (…) i grotteschi pseudomatrimoni omosessuali con il loro orrendo corollario delle adozioni di bambini da parte dei sodomiti».
Il programma continua: «Noi conosciamo e riconosciamo una sola famiglia, quella naturale come esiste da sempre, con i suoi ruoli interni – Padre, Madre e figli – e la sua Morale conseguente».
Perciò «Forza Nuova si schiera contro tutto ciò che minaccia la famiglia tradizionale: dalla poligamia islamica alle “regolarizzazioni” omosessuali» pensando che «Famiglia e Scuola insieme devono educare i bambini e i ragazzi al culto della Fede religiosa e dell’Amor di Patria».
Ovviamente resta un programma intriso di elementi religiosi con «l’obiettivo in campo religioso (…) di ridare Dio all’Italia e l’Italia a Dio» e «la tutela della istituzione della Famiglia naturale, l’adozione del cattolicesimo come religione di Stato, l’indissolubilità della nostra nazione e la preservazione del suo carattere cattolico».
L’opposizione al matrimonio omosessuale del movimento di estrema destra è perfettamente in linea con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica che si è espressa in materia con il documento «Famiglia, matrimonio e “unioni di fatto”». Continua a leggere
Religione insanguinata: inchiesta del National Geographic sull’uso di avorio nelle icone sacre.
Le religioni rispettano l’ambiente? Si potrebbe pensare che ogni culto avendo il concetto di un “creatore” debbano tenere in massima considerazione il suo capolavoro: ossia quel “creato” in cui viviamo chiamato “terra”.
La Chiesa cattolica ha avuto un rapporto un po’ ambiguo con l’ambientalismo.
A settembre del 2011 papa Benedetto XVI aveva affermato che «Adottare complessivamente uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie appropriate che salvaguardino il patrimonio della creazione e siano senza pericoli per l’uomo, devono essere priorità politiche ed economiche». Parole forti quelle del papa che ha affrontato il tema dell’ambiente, sostenendo che «l’ecologia umana è un imperativo».
Nonostante Benedetto XVI abbia affermato che le Nazioni Unite devono «essere il quadro naturale di una tale riflessione che non dovrà essere oscurato da interessi politici ed economici ciecamente partigiani», c’è da rilevare che dal 1973 esiste la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, o Cites, dall’inglese Convention on International Trade of Endangered Species, una convenzione internazionale firmata da numerosi stati a Washington nel 1973 con lo scopo di regolamentare il commercio di fauna e flora in pericolo di estinzione. Al momento 175 stati hanno aderito alla convenzione ma il Vaticano non rientra tra questi e perciò non è soggetto al bando dell’avorio.
La teoria del piano inclinato: dalla “libertà religiosa” alla pubblicazione degli indirizzi per offrire un «po’ di tumulti».
Spesso da parte del mondo cattolico si sente invocare la “libertà religiosa” come se fosse un valore da non dover essere limitato da altri diritti.
A vigilare sull’intolleranza nei confronti dei cristiani è attivo Oidce (Osservatorio sull’intolleranza e sulla discriminazione religiosa in Europa) che ogni anno pubblica un rapporto sui presunti casi di discriminazione religiosa nel vecchio contiente. Questo rapporto trova sempre molta eco nel mondo cattolico e viene citato anche da Avvenire.
Proprio uno di questi casi ha attirato nuovamente l’attenzione della stampa britannica.
Michael Black e John Morgan sono una coppia omosessuale che – nel marzo 2010 – avevano prenotato on line una camera presso lo Swiss Bed and Breakfast di Susanne Wilkinson a Cookham nello Berkshire.
Al loro arrivo al bed and breakfast Susanne Wilkinson si rifiutò di accoglierli nella sua struttura in quanto far dormire assieme una coppia omosessuale andava contro ai suoi principi religiosi.
Il caso attirò l’attenzione dei media e – secondo Oidce – Michael Black e John Morgan «stavano minacciando di citare in giudizio Francesco e Susanne Wilkinson» i quali venivano limitati nella loro libertà di coscienza. Continua a leggere
Il patriarca Kirill: «Benedetto XVI è solidale con la Chiesa ortodossa nella vicenda delle Pussy Riot».
La vicenda delle Pussy Riot continua ad attirare l’attenzione dei media.
A febbraio sei membri del gruppo punk erano entrate – senza che ci fosse nessuna funzione religiosa in corso – nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca intonando questi versi: «Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin! caccia Putin, caccia Putin! Sottana nera, spalline dorate. Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi. Il fantasma della libertà è nel cielo. Gli omosessuali vengono mandati in Siberia in catene. Il capo del Kgb è il più santo dei santi. Manda chi protesta in prigione. Per non addolorare il santo dei santi le donne devono partorire e amare. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Madre di Dio, Vergine, diventa femminista. Diventa femminista, diventa femminista. Inni in chiesa per leader marci, una crociata di nere limousine. Il prete viene oggi nella tua scuola. Vai in classe, portagli il denaro. Il Patriarca crede in Putin. Quel cane dovrebbe piuttosto credere in Dio. La cintura della Vergine Maria non impedisce le manifestazioni. La Vergine Maria è con noi manifestanti. Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin. Caccia via Putin! caccia via Putin!».
Successivamente sono state arrestate tre membri del gruppo: Maria Alyokhina (24 anni), Nadezhda Tolokonnikova (22 anni) e Ekaterina Samutsevitch (29 anni) e condannate a due anni di carcere per teppismo ed odio religioso. Successivamente Ekaterina Samutsevitch è stata scarcerata dalla Corte d’appello mentre le altre due componenti sono rimaste in carcere. Continua a leggere
Time. Ferguson: “Perché vietare le terapie riparative può essere più un male che un bene”.
Il 29 settembre, Jerry Brown ha firmato la legge una terapia legge che viete le presunte “cure” per i minori nello stato della California. Brown aveva precedentemente twittato che queste pratiche, conosciute come terapie di conversione, «non hanno alcun fondamento nella scienza della medicina ed ora saranno relegate nella pattumiera della ciarlataneria». Quasi subito dopo la firma della legge, un gruppo cristiano chiamato Pacific Justice Institute ha citato in giudizio lo Stato, affermando che il divieto era una violazione della libertà di parola e di rapporti privati tra i giovani, le famiglie e i loro terapeuti. La legge è uno sforzo utile per proteggere i minori o è una intrusione dello stato in una questione intima e privata?
Entrambi, forse. In primo luogo, dovrebbe essere chiaramente indicato che la ricerca empirica a sostegno l’efficacia di questa forma di terapia è debole, nella migliore delle ipotesi. Una relazione del 2009 della task force per l’American Psychological Association ha concluso che gli sforzi per cambiare terapeuticamente l’orientamento sessuale non funzionano, e portano rischi significativi di ulteriori danni. Accettare il comportamento omosessuale non è più dannoso che accettare il comportamento eterosessuale, ma instillare o rafforzare nei pazienti la visione che il loro orientamento sessuale sia sbagliato può provocare danni psicologici. Al di fuori dei conservatori religiosi, possono essere trovati pochi difensori della terapia di conversione.
Pew Research Center: un americano su cinque non ha legami religiosi
L’istituto privato di studi politici, economici e sociali americano “Pew Research Center” monitora constantemente attraverso ricerche sociali la religiosità negli Usa.
Dall’ultima rilevazione di ottobre emerge come il 20% dei cittadini americani si considera indifferente alla religione ed addirittura a definirsi tale è un cittadino statunitense su tre sotto i trent’anni: la percentuale più elevata nelle rilevazioni del Pew Research Center.
Il numero dei non-religiosi è aumentato del 5% negli ultimi cinque anni ed include anche quei tredici milioni di americani che si dichiarano atei o agnostici.
La maggior parte (88%) di coloro che sono indifferenti alla religione non è in cerca di un altro culto e crede che le organizzazioni religiose siano troppo legate al denaro e troppo coinvolte nella politica.
Nel dettaglio negli ultimi cinque anni sono diminuiti del 5% i protestanti e dell’1% i cattolici mentre sono aumentati del 2% coloro che professano altre fedi non cristiane (attualmente il 6%). Gli atei sono aumentati solo dello 0,8% mentre gli agnostici dell’1,2%: entrambi sono circa il 5,7% degli americani.
Passando dal medio al lungo periodo Pew Research Center rileva che il declino interessa maggiormente i protestanti che sono passati dal 62% del 1972 al 51 del 2010.
Tutto sommato si mantengono stabili i cattolici (26% nel 1972 e 25% nel 2010) beneficiando anche di flussi migratori provenienti dall’America latina (in maggioranza cattolica). Continua a leggere
Cattolici ed eutanasia: quanta confusione
Il blog dell’associazione cattolica Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) pubblica un articolo dal titolo “«La tua vita non ha dignità», quando i medici impongono l’eutanasia”.
Questi sono i fatti così come li riporta il quotidiano britannico The Guardian. Un uomo pakistano di cinquantacinque anni – la cui identità non è stata rivelata – viene mantenuto in vita artificialmente al Pennine Acute Hospitals dopo aver subito gravi danni cerebrali.
L’ospedale è stato autorizzato dal tribunale a sospendere i trattamenti che mantengono in vita l’uomo nel caso in cui le sue condizioni peggiorino.
Il giudice Moyan ha infatti stabilito che in caso contrario avrebbe significato prolungare la morte del paziente e non prolungare la sua vita in modo significativo.
Secondo il giudice un eventuale intervento a seguito di un successivo arresto cardiaco provocherebbe una «una serie di interventi dannosi senza alcuna prospettiva realistica di tale trattamento produrre alcun beneficio».
Alla decisione del tribunale si sono opposti i familiari del paziente i quali hanno prodotto un video da cui emergerebbero dei miglioramenti del loro familiare ed evidenziando che secondo la religione islamica dell’uomo è necessario fare di tutto per tenere un uomo in vita.
Ovviamente è difficile stabilire se la decisione del tribunale sia giusta oppure se il paziente ha dei margini di miglioramento.
Nel commentare questa situazione, Nicola Terramagra sul blog di Uccr riprende un articolo pubblicato dal sito Tempi.it: quest’ultimo – per essere precisi – non usa mai il termine “eutanasia” ma si limita a riportare il fatto.
L’attore britannico Stephen Fry: “Introdurre il matrimonio omosessuale è un segno di libertà religiosa”.
Stephen John Fry è un comico, attore, scrittore, autore televisivo, regista e sceneggiatore britannico molto popolare nel Regno Unito.
Per la campagna di Out4Marriage mirata ad introdurre nel Regno Unito il matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso ha pubblicato un monologo di tre minuti.
Nel suo monologo Fry ha accusato la Chiesa britannica di ascoltare le menzogne degli estremisti sul matrimonio gay.
Dice Fry: «La cosa più importante per me è chiarire l’equivoco che la parità di diritti per il matrimonio gay non significa costringere i sacerdoti o chierici di ogni religione per sposare le persone nelle loro chiese se non vogliono» aggiungendo «Quelli contro il matrimonio gay disinformano affermando che noi andremmo dai preti a dire “Tu reverendo sei obbligato a celebrare questo matrimonio gay nella tua chiesa” ma questo non è vero».
Infatti – ricorda Fry – la Chiesa non ammette di sposare le persone che sono divorziate sebbene sia possibile civilmente e mai nessuno ha mai imposto o preteso il matrimonio religioso per i divorziati.
Negli Usa una donna di 28 anni combatte per il suo diritto a morire
È paralizzata dal collo in giù, incapace di respirare e di alimentarsi autonomamente ma Grace Sung Eun Lee, dirigente bancaria a Manhattan, mercoledì è riuscita comunque a dire alcune parole: «Voglio morire».
I medici stanno cercando di onorare il desiderio di Lee, ma i suoi religiosi genitori ritengono che la rimozione dei tubi sia un suicidio – un peccato che avrebbe condannato la ventottenne all’inferno.
Sono andati in tribunale per tenere in vita la figlia malata terminale di cancro al cervello, trasformando una straziante tragedia familiare in una battaglia legale sul diritto a morire.
Il caso ha messo l’etica medica e la religione in rotta di collisione, con gli avvocati che litigano in due aule dei tribunali, mentre il paziente al centro del combattimento può fare poco più di lampeggiare gli occhi.
«Il pensiero della sua morte, i tremori del mio cuore, tutto diventa nero»: così ha detto al giudice il padre di Grace, l’importante pastore Manho Lee del Queens.
Sua madre, Jin-ah Lee, non crede che la sua sempre obbediente figlia abbia rinunciato alla vita o che la sua morte sia inevitabile.
«Nonostante tutta questa confusione che vuole andare in cielo» ha detto al Daily News «continuo a dirle che può migliorare. Dio sta per salvarti».
La congregazione alla Chiesa Missionaria di Antiochia sta pregando per Grace. Continua a leggere
Bagnasco: “le unioni civili sono solo un principio ideologico”. Ed il 15% di bambini nati ogni anno fuori dal matrimonio?
Il cardinale Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio permanente della Cei: ovviamente le unioni di fatto sono state al centro del suo discorso.
Secondo il presidente della Cei: «La gente non perdonerà la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo. Specialmente in tempo di crisi seria e profonda, si finisce per parlare d’altro, per esempio si discute di unioni civili che sono sostanzialmente un’imposizione simbolica, tanto poco in genere vi si è fatto ricorso là dove il registro è stato approvato».
Non avendo il dono di prevedere di futuro è difficile per noi comuni mortali sapere se la gente non perdonerà il dibattito esistente sulle unioni civili però bisogna riconoscere che Giuliano Pisapia aveva presentato questo tema in campagna elettorale ed è stato eletto sindaco. Proprio per questo motivo non si può parlare di “imposizione” visto che – come nel caso di Milano – l’approvazione del registro delle unioni civili non è stata una imposizione ma – oltre ad essere stato introdotto il tema in campagna elettorale – c’è stato un dibattito in consiglio comunale e sono stati integrati anche alcune posizioni dell’opposizione. Concentrandosi a Milano non sembra neanche che sia stato un flop se pensiamo che ci sono state più di cento richieste in pochi giorni.
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TIME. Educazione sessuale nel Mississippi: una nuova legge abbasserà i tassi di gravidanza tra i teenager?
Durante i suoi quattro anni Ashley McKay ha frequentato la Rosa Fort High School a Tunica, Mississippi. La sua educazione sessuale consisteva principalmente in un istruttore che elencava le diverse malattie sessualmente trasmissibili. «Non c’era nessun piano di studi», dice. «L’insegnante, un vecchio signore che è stato anche l’allenatore di calcio, ci direbbe, “Se l’AIDS, stai per morire. Scegli la tua bara, perché stai per morire”».
La tattica per spaventare ha fallito. Parti minorili sono stati eventi frequenti durante il suo tempo a Rosa Fort. McKay, ora 24 anni e direttore esecutivo dell’associazione no-profit Tunica Teens Action, dice che tra i 15 e i 20 studenti (incluse le ragazze) di 106 studenti presenti nella suo corso di laurea hanno già avuto dei figli. Marilyn Young, il presidente del consiglio d’istituto del distretto, ha convenuto che il distretto non aveva alcun accesso formale ad insegnare l’educazione sessuale quando McKay era una studente, un vuoto che lei e gli altri stanno lavorando duramente per cambiare.
Situata nell’angolo nord-occidentale del Mississippi, la Contea di Tunica ha registrato il più alto tasso adolescenziale di nascite nello stato negli ultimi anni, secondo i dati del Mississippi State Department of Health. Lo Stato, nel frattempo, ha sempre il più alto tasso di natalità adolescenziale nel paese. Nel 2011, nel Mississippi 55 su 1.000 ragazze hanno dato alla luce un bambino, a fronte di un minimo di 16 per 1000 nel New Hampshire.
Uk: abortisce e viene condannata a otto anni di carcere da un giudice di un’associazione cristiana
Nel diritto processuale (sia civile che penale) è previsto l’istituto della ricusazione: ossia si chiede la sostituzione del giudice in un determinato processo qualora ci sia il fondato sospetto che non possa essere imparziale.
Forse è quanto avrebbe voluto fare Sarah Catt, una donna britannica di 35 anni, condannata da un giudice ad otto anni di carcere per essersi procurata un aborto nella fase finale della sua gravidanza.
Ora si è scoperto – come riporta il quotidiano The Guardian – che il giudice che l’ha condannata, Jeremy Cooke, è collegato ad un’associazione cristiana che ha condotto una campagna per leggi più restrittive sull’aborto.
La donna aveva assunto dei farmaci quando era incinta di 29 settimane per provocarsi un parto prematuro e successivamente ha assunto del veleno per avere un aborto spontaneo (al pari di quanto facevano molte donne in Italia prima che entrasse in vigore la legge 194): di tutto questo la donna si è dichiarata colpevole sebbene si sia rifiutata di rivelare dove abbia sepolto il feto.
La condanna ha suscitato un dibattito nel Regno Unito soprattutto considerando che il giudice Jeremy Cooke nella sentenza ha scritto «Non c’è nessuna mitigazione possibile in riferimento alla legge sull’aborto, qualunque punto di vista si possa prendere sulle sue disposizioni che in pratica sono, a torto, liberamente interpretate in modo da rendere possibile l’aborto su richiesta entro le 24 settimane con l’approvazione di medici registrati» lasciando intendere con quel wrongly (a torto) la sua visione sull’aborto.
Infatti il giudice Cooke è un membro della Lawyers’ Christian Fellowship (LCF) e uno dei vicepresidenti dell’organizzazione fino a dicembre 2010. Continua a leggere
Trovato un papiro del IV secolo: Gesù era sposato?
Così come riporta il The New York Times, Karen L. King – una storica delle origini del cristianesimo alla Harvard Divinity School – ha individuato un pezzo di papiro scritto in copto nel IV secolo e contiene una frase mai vista in qualsiasi parte della Scrittura: «Gesù disse loro: “Mia moglie ….”».
Il frammento di papiro sbiadito è più piccolo di un biglietto da visita, con otto linee da un lato, in inchiostro nero leggibile sotto una lente di ingrandimento. Appena sotto la linea di Gesù in cui c’è scritto che aveva una moglie, il papiro contiene una seconda disposizione provocatoria che dice presumibilmente «lei sarà in grado di essere mio discepolo».
La scoperta è stata resa pubblica martedì a Roma al Congresso Internazionale di Studi copti da Karen L. King, una storica che ha pubblicato diversi libri in merito a nuove scoperte sul Vangelo.
La provenienza del frammento di papiro è un mistero, e il suo proprietario ha chiesto di rimanere anonimo. Fino a martedì, King aveva mostrato il frammento solo ad una ristretta cerchia di esperti di papirologia e di linguistica copta, i quali hanno concluso che non è più probabile che sia un falso. Ma lei ed i suoi collaboratori dicono che sono desiderosi che altri studiosi valutino e forse sconvolgano le loro conclusioni.
Sebbene molte domande restino irrisolte, la scoperta potrebbe riaccendere il dibattito sulla possibilità che Gesù fosse sposato, se Maria Maddalena fosse sua moglie e se aveva una discepola. Questi dibattiti risalgono ai primi secoli del cristianesimo, dicono gli studiosi. Ma sono rilevanti oggi, quando il cristianesimo riaccende il dibattito sul ruolo delle donne nel ministero e i confini del matrimonio. Continua a leggere
Uccr e la “costruzione della realtà”
I cattolici di Uccr dedicano un articolo alla proposta del neo-ministro dell’Educazione francese Vincent Peillon di introdurre un’ora di “morale laica” nelle scuole francesi.
L’associazione Uccr scrive (senza riportare nessuna fonte neanche secondaria) che «durante quest’ora obbligatoria di laicismo ampio spazio sarà dato all’educazione sessuale, perché “l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere”» (virgolette loro).
Una delle principali regole del giornalismo vuole che la fonte sia sempre riportata ma in questo caso Uccr non riporta dove Vincent Peillon avrebbe detto che «l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere» che sarebbe una frase un po’ criticabile.
Essendomi già occupato della notizia, è facile sapere che la proposta di morale laica è stata fatta dal ministro Peillon al giornale Journal du Dimanche: purtroppo – leggendo l’intervista originale – il ministro non ha mai affermato (e neanche accennato) di dare spazio all’educazione sessuale né tantomeno ha mai detto che «l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere».
Insomma l’associazione cattolica Uccr è passata dal riportare mezze verità a riportare frasi che non sono mai state pronunciate: quale sarà il prossimo passo?
Mi domando: da cattolici non dovrebbero rispettare l’ottavo comandamento che prescrive “Non dire falsa testimonianza”?
Innocence of Muslims: il film che ha messo a ferro e fuoco Egitto, Tunisia, Libia e Libano
Egitto, Tunisia, Libia, Libano messe ferro e a fuoco a causa di un film “blasfemo” (Innocence of Muslims) contro l’Islam: si può uccidere per un film? Purtroppo ancora si.
Uccr: “Un fiasco il film di Bellocchio”. Cinetel: “È il primo film italiano per incassi”
Gli aderenti all’associazione cattolica fondamentalista di Uccr pubblicano un articolo sul film di Marco Bellocchio “Bella addormentata” ispirato alla vicenda di Eluana Englaro titolando “Un fiasco il film su Eluana: Bellocchio se la prende (ancora) con i cattolici”.
Il film – come noto – ha suscitato molte polemiche, apprezzamenti e critiche ed ovviamente ciascuno ha il pieno diritto di esprimere la propria opinione a riguardo.
Nell’articolo di Uccr si legge testualmente: «L’ultimo film del militante radicale ed ex comunista maoista Marco Bellocchio è intitolato “La Bella addormentata” ed è ispirato alla triste vicenda di Eluana Englaro». C’è da dire che il film di Bellocchio non si intitola “La Bella addormentata” ma semplicemente “Bella addormentata” come è riportato in qualsiasi fonte d’informazione: forse chi ignora addirittura il nome esatto del film difficilmente è in grado di esprimere delle critiche sensate.
Consigliere comunale di Brighton espulsa dai Verdi per “discriminazione religiosa”
Tempi.it dà notizia di un caso di “discriminazione religiosa” nei confronti di un consigliere comunale britannico.
Christina Summers è consigliere comunale di Brighton (una cittadina di 150.000 abitanti sulla costa meridionale della Gran Bretagna) ed apparteneva al Partito dei Verdi.
Il consigliere aveva sottoscritto un documento del partito a favore dell’«uguaglianza di tutte le persone, senza distinzione di razza, colore, sesso, orientamento sessuale, religione, origine sociale o di qualsiasi altro pregiudizio» ma successivamente aveva votato contro una mozione a favore della legalizzazione dei matrimoni omosessuali.
Per questo motivo un comitato interno al partito ha proposto di espellerla dai Verdi. Christina Summers avrebbe spiegato che «essere in disaccordo con il matrimonio gay non significa essere contrari all’uguaglianza di tutte le persone» ipotizzando che ci fosse un fine discriminatorio.
È il caso di chiarire cosa si intende per “discriminazione”. Un partito non è una istituzione pubblica ma un’associazione di persone che condividono la stessa visione su questioni fondamentali o su temi specifici riguardanti la società. Ogni partito avrà una propria politica (decisa dai componenti dello stesso partito) ed ovviamente chi non la condivide potrà anche essere espulso.
The Lancet: la contraccezione salva la vita delle donne
Secondo uno studio della Johns Hopkins University pubblicato sulla prestigiosa rivista medica The Lancet la contraccezione salva la vita di quasi 250.000 donne in tutto il mondo ogni anno, e potrebbe salvarne 100.000 di più se tutte le donne avessero un adeguato contraccettivo.
Secondo le stime citate dallo studio, 355.000 donne sono morte di parto o di aborto non sicuro nel 2008, mentre più di 250.000 vite sono state salvate grazie alla contraccezione durante lo stesso anno. Lo studio, pubblicato sulla rivista medica britannica The Lancet, ha riferito di progressi significativi nei paesi in via di sviluppo, dove la contraccezione ha ridotto la mortalità materna del 40% nel corso degli ultimi venti anni. Ma permangono gravi problemi nell’Africa sub-sahariana, dove solo il 22% delle donne sposate sessualmente attive utilizzare metodi contraccettivi contro il 75% nei paesi sviluppati.
«Se tutte le donne che lo desiderano avessero accesso alla contraccezione nei paesi in via di sviluppo, il numero di morti materne potrebbe ridursi ulteriormente al 30%», dice lo studio, condotto da John Cleland, della Scuola di igiene e medicina tropicale di Londra.
Secondo il ricercatore Ahmed Saifuddin potrebbero essere salvate ulteriormente altre 104.000 vite ogni anno.
Coalition for Marriage e le “disastrose conseguenze” del matrimonio omosessuale nel Regno Unito
Il giornale conservatore britannico The Daily Telegraph dà notizia della pubblicazione di un report sulle conseguenze legali dell’introduzione del matrimonio omosessuale nel Regno Unito secondo il progetto di David Cameron: in Italia la notizia è stata ripresa da Tempi.it.
Il report è stato preparato da Aidan O’Neill ed è stato commissionato dalla Coalition for Marriage: un’associazione che si oppone ad ogni ridefinizione della “famiglia tradizionale”.
Leggendo il report sembrerebbe che le conseguenze siano “disastrose”: le scuole potrebbero licenziare chi si oppone ad usare libri scolastici che promuovano il matrimonio omosessuale, i genitori non potrebbero ritirare i propri figli dalle scuole qualora ci fossero lezioni sul matrimonio gay, sacerdoti e vicari potrebbero essere denunciati qualora si rifiutassero di celebrare un matrimonio di una coppia dello stesso sesso.
Riguardo quest’ultimo punto, Sharon James – rappresentante della Coalition for Marriage – è del parere che nonostante le promesse governative di proteggere le confessioni che decidessero di non celebrare matrimoni per coppie dello stesso sesso, tali promesse sarebbero senza nessun significato: infatti una coppia potrebbe appellarsi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Quindi James non solo prevede che una coppia omosessuale potrebbe rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo ma sembra prevedere anche quale sarebbe la sentenza dello stesso tribunale. Quindi – sempre secondo quanto scritto nel report – sarebbe preferibile che le chiese smettessero di celebrare anche i matrimoni eterosessuali.
L’Università del Texas non assolve la ricerca di Regnerus sui genitori gay: l’estasi dei cattolici integralisti di Uccr
Negli Stati Uniti aveva suscitato polemiche una ricerca condotta dal sociologo Mark Regnerus dell’Università del Texas pubblicata dal Social Science Research secondo cui «se i genitori sono omosessuali, i figli adolescenti pensano di più al suicidio, sono più spesso disoccupati e seguiti dall’assistenza pubblica».
La ricerca di Regnerus aveva ricevuto un finanziamento di 800.000 $ da parte delle associazioni conservatrici Witherspoon Institute e Bradley Foundation.
Il Witherspoon Institute ha stretti legami con l’universo delle associazioni contrarie ai diritti degli omosessuali. Robert George – membro senior del Witherspoon Institute – è presidente emerito della National Organization for Marriage: un’associazione che si batte contro la legalizzazione delle coppie dello stesso sesso e contro la possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.
Lo stesso Robert George è inoltre un advisor della Catholic League for religious e civil rights: un’associazione radicale cattolica che con la sua attività si oppone – tra l’altro – al riconoscimento delle coppie omosessuali.
Luis Tellez – presidente del Witherspoon Institute – è anche un membro del consiglio di amministrazione della National Organization for Marriage.
Lo stesso Bradford Wilcox – direttore del Programma “Famiglia, matrimonio e democrazia” presso il Witherspoon Institute che ha finanziato lo studio di Regnerus – è anche membro del comitato redazionale del Social Science Research che ha pubblicato lo studio di Regnerus: un piccolo conflitto d’interessi.
Bisogna precisare che – come anche riportato dal Los Angeles Times e dal The New Yorker – la ricerca di Regnerus non confrontava figli cresciuti in coppie omosessuali con quelli cresciuti coppie eterosessuali. Il criterio che lo studioso ha usato è se un genitore abbia (o abbia avuto) una relazione (anche solo di natura romantica) con una persona dello stesso sesso: infatti solo una piccola proporzione del suo campione ha vissuto in famiglie guidate da coppie dello stesso sesso.
Sulla base di questa impropria “categorizzazione” lo scrittore e leader dei diritti civili americano Scott Rose aveva presentato contro lo studio di Regnerus un esposto all’Università del Texas e questa aveva deciso di avviare un’inchiesta: allo stesso modo la professoressa Debra Umberson – sociologa all’Università del Texas assieme a Regnerus – ha definito sul The Huffington Post “bad science” lo studio del collega.
Ora è arrivata la risposta da parte dell’Università del Texas che ha deciso per un “non luogo a procedere”.
Quattro casi di “discriminazione religiosa” davanti la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Le sentenze della Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) hanno sempre fatto discutere e di sicuro lo sarà anche questa volta.
Questa volta i giudici della Cedu sono chiamati a decidere sui casi di quattro cittadini britannici – “cristiani discriminati sul lavoro” secondo Avvenire (il giornale dei vescovi italiani) – che hanno fatto ricorso contro lo Stato accusato di non aver difeso in modo adeguato la loro libertà religiosa e il diritto a non subire discriminazioni sul posto di lavoro.
Questi i casi. Nadia Eweida, 55 anni, era una hostess di terra della British Airways addetta al controllo dei bagagli. Sulla sua divisa indossava una collana con un crocifisso contravvenendo alle policy della compagnia aerea. Nel 2006 i suoi superiori le chiesero di indossarla all’interno della divisa perché averla all’esterno non era conforme alle norme di sicurezza che deve rispettare un’ispettrice dei bagagli ma la hostess si rifiutò. La compagnia aerea allora le offrì la possibilità di essere impiegata in un’altra mansione dove non avrebbe dovuto indossare l’uniforme e quindi avrebbe potuto tranquillamente indossare la collana ma la hostess rifiutò anche questa proposta. La British Airways perciò la licenziò e Nadia Eweida citò la compagnia aerea in tribunale ma perse il ricorso sia in prima istanza che in appello (cfr. sentenza d’appello).
È morto il Cardinale Martini: l’uomo del dialogo
A 85 anni si è spento il Card. Carlo Maria Martini: voce progressista della Chiesa Cattolica, figura di cardinale aperto all’ecumenismo, al dialogo e alle nuove istanze sociali ed interlocutore amabile anche per i non-credenti.
Di seguito alcuni interventi del card. Martini su alcuni temi cari ai laici come sessualità, hiv, unioni civili, eutanasia, fecondazione eterologa, ricerca sulle cellule staminali embrionali, omosessualità, adozione per i single, aborto.