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“Questo non è un film”: un documentario della Cei in 8 (per) mille-metri.

Non bastavano opuscoli informativi e spot pubblicitari, ora la Cei per conquistare le firme dell’8 per mille è scesa in campo con un vero e proprio mediometraggio: Questo non è un film.
Un docufilm in quattro episodi realizzato dal regista Stefano Palombi per informare (o meglio emozionare) sul modo in cui la Cei spende i soldi degli italiani con l’8 per mille. Un mediometraggio prodotto da Lux Vide per il Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa.
Già da tempo la Cei impiega spot pubblicitari per convincere i contribuenti italiani a firmare per la Chiesa cattolica ed in merito l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti ed i consumatori) aveva presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pubblicità ingannevole in Tv e sul web della campagna di pubblicità sociale “chiedilo a loro” per la destinazione dell’8 per mille alla Chiesa cattolica.
In effetti negli spot della campagna 2012 come nel film si parla di preti che aiutano terremotati, di aiuti a giovani, prostitute, anziani, drogati ed a bambini di aree disagiate ma la realtà è un po’ diversa.

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Lo Stato italiano firma le intese con Mormoni, Ortodossi e Apostolici

La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato in via definitiva i disegni di legge riguardanti le intese tra Stato Italiano e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni (più noti come Mormoni), la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e la Chiesa Apostolica Italiana.

Per approvare l’intesa con queste confessioni non è stato necessario il passaggio in aula ma sono state approvate direttamente in Commissione.

Perciò anche gli Ortodossi e gli Apostolici potranno accedere all’8 per mille mentre i Mormoni hanno rinunciato: oltre alla Chiesa cattolica, le altre confessioni che accedono all’8 per mille sono i Valdesi, gli Avventisti del settimo giorno, i Pentecostali, gli Ebrei ed i Luterani.

Il Parlamento ancora non ha approvato le intese con la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova, l’Unione Buddista italiana e l’Unione Induista Italiana che quindi sono ancora esclusi dai fondi dell’8 per mille.

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8 per mille: la protesta dei consumatori

L’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti ed i consumatori) ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pubblicità ingannevole in Tv e sul web della campagna di pubblicità sociale “chiedilo a loro” per la destinazione dell’8 per mille alla Chiesa cattolica.
Questo il comunicato di Aduc: «Gli spot dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, che sono stati diffusi sui canali televisivi nei mesi scorsi e che ancora sono massicciamente presenti sul web, non la raccontano giusta. Nei messaggi pubblicitari si parla di aiuti ai più bisognosi, di denaro destinato a opere di beneficenza, insomma dell’utile e pia azione della Chiesa cattolica. Sembra che tutti i proventi dell’8 per mille siano destinati a scopi benefici. Non è così! E non lo diciamo noi ma lo ammette la Cei nella sua rendicontazione annuale relativa al così detto 8 per mille. Su circa un miliardo e mezzo di euro solamente il 22 % è destinato a “interventi caritativi”. Ed il resto? E’ usato per esigenze di culto, sostentamento del clero, Sacra rota, ecc. Tutto lecito, per carità. Ma uno spot realizzato per chiedere il sostegno delle persone non dovrebbe dire la verità? Oppure bisogna far credere che i soldi dei contribuenti vadano in beneficenza quando nemmeno un quarto delle devoluzioni prendono quella strada? Il cittadino non è tenuto a sapere a che cosa viene destinata la sua scelta? Le stesse domande le abbiamo rivolte all’Antitrust, con una denuncia per pubblicità ingannevole contro la Cei, affinché valuti la correttezza o meno degli spot sull’8 per mille».
In effetti negli spot della campagna 2012 si parla di preti che aiutano terremotati, di aiuti a giovani, prostitute, anziani, drogati ed a bambini di aree disagiate.
Questi sono gli spot della campagna 2012.

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