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Agapo: Associazione (invisibile) Genitori ed Amici Persone Omosessuali

Il progetto da parte della Giunta Pisapia di istituire il registro delle coppie di fatto (anche per le coppie omosessuali) ha scosso una parte del mondo cattolico. La Curia di Milano ha addirittura ipotizzato che si possano legalizzare le unioni poligamiche mentre non passa giorno che Avvenire non pubblichi interventi contrari a questo provvedimento.

I sostenitori dei diritti civili ovviamente plaudono a questa decisione (già annunciata da Pisapia durante la campagna elettorale) e sperano che i partiti possano colmare il divario che ci separa dal resto d’Europa ed approvare una legge nazionale.

Nel panorama degli oppositori al registro delle coppie di fatto della Giunta Pisapia assume una posizione particolare l’associazione Agapo (Associazione Genitori ed Amici Persone Omosessuali) che invece avversa la decisione dell’amministrazione milanese ritenendola non «di aiuto per i nostri figli omosessuali»: un documento di Agapo ha trovato ospitalità anche nel giornale dei vescovi italiani Avvenire e su tempi.it (l’organo di Comunione e Liberazione). Arcigay ha subito criticato il documento di Agapo ritenendo che non sia degno di essere preso in considerazione.

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Agapo. Telefono……a chi?

Pontifex ripropone il comunicato di Agapo (Associazione Genitori e Amici Persone Omosessuali) che avevo già commentato: è inutile tornarci sopra.
Però è utile parlare di un altro aspetto.
L’Associazione Agapo offre il servizio di telefono amico “Amico Segreto“.
Alcune informazioni. Il servizio è erogato in collaborazione con la Asl Milano della Regione Lombardia. Infatti nel sito di “Amico Segreto” è presente il logo della Asl Milano che finanzia il servizio con un importo di 2.616,65 €: ovviamente non è una grande cifra sebbene sarebbe utile interrogarsi sull’efficacia della “sussidiarietà orizzontale“.
Dal sito di Amico Segreto leggo che: “è uno spazio protetto e anonimo dove si può parlare apertamente della propria omosessualità e del modo unico in cui la si vive (o la si soffre) con un volontario formato all’ascolto“.

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