Attacco del presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco ad eutanasia ed aborto che possono essere proposti con «motivi umanitari a parole» ma cercati «temo per motivi economici».
Il cardinale Bagnasco non specifica quali siano i motivi economici per cui una donna potrebbe ricorrere all’aborto. Ad esempio una donna potrebbe abortire perché priva di entrate per sostenere il figlio oppure – situazione opposta – per non essere ostacolata durante la carriera: entrambe le situazioni sarebbero dei motivi economici seppure diversissime tra loro.
Se il presidente della Cei avesse letto la relazione 2012 del ministero della Salute sull’aborto avrebbe avuto le idee più chiare sulle caratteristiche delle donne che ricorrono all’aborto.
Dal rapporto emerge che a ricorrere meno all’aborto sono le donne più istruite, le occupate e le coniugate anche grazie ad una maggiore competenza in materia di sessualità.
Nello specifico il 3,3 per cento delle italiane che hanno abortito nel 2010 non aveva nessun titolo di studio o solo la licenza elementare (11,4 per le straniere), il 41,7 per cento la licenza media (48,2 per cento tra le straniere), il 45,5 per cento la licenza superiore (34,7 per le straniere) e solo il 9,6 la laurea contro un 5,6 tra le straniere che hanno fatto ricorso all’aborto.
Per quanto riguarda l’occupazione il 48,5 per cento delle italiane che hanno abortito era laureato (questa percentuale è del 45,1 tra le straniere), il 14,3 era disoccupato (24 per cento fra le donne straniere), il 23 per cento delle donne italiane ed il 25,8 delle donne straniere che hanno abortito svolgeva la professione di casalinga ed il 14,1 era una studentessa (5,1 tra le straniere).
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Bagnasco: “le unioni civili sono solo un principio ideologico”. Ed il 15% di bambini nati ogni anno fuori dal matrimonio?
Il cardinale Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio permanente della Cei: ovviamente le unioni di fatto sono state al centro del suo discorso.
Secondo il presidente della Cei: «La gente non perdonerà la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo. Specialmente in tempo di crisi seria e profonda, si finisce per parlare d’altro, per esempio si discute di unioni civili che sono sostanzialmente un’imposizione simbolica, tanto poco in genere vi si è fatto ricorso là dove il registro è stato approvato».
Non avendo il dono di prevedere di futuro è difficile per noi comuni mortali sapere se la gente non perdonerà il dibattito esistente sulle unioni civili però bisogna riconoscere che Giuliano Pisapia aveva presentato questo tema in campagna elettorale ed è stato eletto sindaco. Proprio per questo motivo non si può parlare di “imposizione” visto che – come nel caso di Milano – l’approvazione del registro delle unioni civili non è stata una imposizione ma – oltre ad essere stato introdotto il tema in campagna elettorale – c’è stato un dibattito in consiglio comunale e sono stati integrati anche alcune posizioni dell’opposizione. Concentrandosi a Milano non sembra neanche che sia stato un flop se pensiamo che ci sono state più di cento richieste in pochi giorni.
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Bagnasco: “Famiglia poco considerata”. Ma cosa fa la Cei per la famiglia italiana?
Celebrando la messa presso il Santuario genovese della Madonna della Guardia, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, è tornato ad affrontare il tema della crisi e del ruolo della famiglia.
Il presidente dei vescovi italiani ha rilevato come «la vita della gente» sia «segnata in modo preoccupante, e sente che il momento è decisivo», perché «dalla sua soluzione dipende anche la tenuta sociale». Per questo motivo per Bagnasco «la Chiesa fa appello alla responsabilità dell’intera società nelle sue articolazioni, istituzioni, mondo politico e della finanza, del lavoro e delle sue rappresentanze, perché prevalga il bene generale su qualunque altro interesse».
Per Bagnasco «la gente non perdonerà a nessuno la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo: questa è l’Italia. La famiglia… oltre a essere il grembo della vita nella sua inviolabilità, si rivela ancora una volta come il affidabile della coesione sociale, baluardo educativo dei giovani, vincolo di solidarietà tra generazioni. Anche per questo merita di essere molto di più considerata sul piano culturale, e sostenuta sul piano politico ed economico», così che «non sia umiliata e non deperisca».
Per Bagnasco «in questo contesto difficile, anche la Chiesa fa la sua parte con responsabilità e impegno. La fitta rete di solidarietà di parrocchie, centri di ascolto, associazioni, movimenti e gruppi, mense e dispensari, iniziative educative e culturali, campi e gruppi estivi, dove i genitori chiedono di portare i propri figli mentre sono al lavoro esprimono che Dio è Amore e che la Chiesa è madre».
È interessante analizzare in che modo la Chiesa “fa la sua parte”.
Bagnasco: “politici cattolici indispensabili al Paese”. Per cosa?
«È sempre doveroso che, nella vita pubblica, i cattolici siano sempre più numerosi e ben formati, come da tempo esorta il Santo Padre Benedetto XVI e i Vescovi italiani»: questo è stato l’augurio del Presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Bagnasco durante l’omelia celebrata nella Cattedrale del capoluogo ligure.
Stupisce che il capo dei vescovi italiani si auguri solamente che i politici cattolici siano sempre più numerosi e più formati mentre non si augura affatto che siano semplicemente sempre più onesti: forse il Capo dei Vescovi italiani non è al corrente di quanto sta succedendo a Comunione e Liberazione ed al Presidente ciellino della Regione Lombardia Roberto Formigoni?
Bagnasco si augura che i politici siano sempre più numerosi in Italia ma forse dimentica che non esiste paese europeo che abbia avuto tanti capi di governo cattolici come l’Italia. Dall’8 maggio 1948 con il Governo De Gasperi della prima legislatura fino al Governo Berlusconi IV rimasto in carica fino al 16 novembre 2011, su 57 governi in 63 anni, 48 avevano come premier un cattolico e solo 9 un laico: 2 volte Spadolini, 2 Craxi, 2 Amato, 2 D’Alema, 1 Ciampi, che peraltro si dichiara cattolico. In 63 anni l’Italia è stata governata per 53 anni e mezzo da un cattolico e per 9 anni e mezzo da un laico. Dal 16 novembre 2011 è Presidente del Consiglio il cattolico Mario Monti che guida un esecutivo in cui ci sono molti esponenti del mondo cattolico (Ornaghi, Riccardi, Passera, Balduzzi).