Si preannuncia un settembre caldo ma non dal punto di vista del meteo: quel mese in Parlamento dovrebbe arrivare (il condizionale è d’obbligo) il disegno di legge sulle unioni civili per le coppie dello stesso che andrebbe a riconoscere uno status simile in tutto e per tutto a quello delle coppie sposate. L’unica differenza sarà nel nome (non sarà un matrimonio) e nell’adozione (si potrà adottare solo il figlio del partner): in ogni caso una rivoluzione “arcobaleno” per un Paese come l’Italia che ancora non ha nessuna forma di tutela per le coppie dello stesso sesso.
Ovviamente non sono mancate le reazioni all’interno del mondo politico e furibondo è il senatore del Ncd Carlo Giovanardi, forte dei suoi 3.790 voti (4 percento) ottenuti come candidato sindaco al Comune di Modena: «La loro proposta, riservata soltanto alle coppie uomo-uomo o donna-donna che vogliono vivere more uxorio, parifica totalmente queste unioni al matrimonio, addirittura con un incomprensibile diritto alla reversibilità». Forse a Giovanardi sfugge che non tutte le coppie “uomo-uomo o donna-donna” vogliono vivere more uxorio (aldifuori del matrimonio) ma attualmente non hanno altra possibilità considerato che non esiste in Italia il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Resta incomprensibile perché Giovanardi consideri «incomprensibile» il diritto alla reversibilità (della pensione). Continua a leggere
Archivi tag: comunione e liberazione
Sul divorzio breve mal di pancia dei cattolici.
La Camera dei Deputati a larga maggioranza (381 sì, 30 no, 18 astenuti) ha approvato il disegno di legge per introdurre in Italia il divorzio breve: disegno di legge che ora passa al Senato per l’approvazione finale.
Questo disegno di legge bipartisan non riscuote di certo le simpatie del mondo cattolico ma – considerati i numeri – la reazione è stata tutto sommato tiepida ed in tono minore rispetto a quanto avvenuto durante l’iter di approvazione alla Camera. Per la Cei non è mancato il commento del segretario generale della Cei, monsignor Galantino secondo cui il divorzio breve è una «deriva culturale».
All’indomani del via libera da parte della Camera l’organo di area Comunione e Liberazione Tempi titola “Approvata alla Camera la proposta di legge sul divorzio breve. Qui si spiega perché non è una buona notizia”. La “spiegazione” è lasciata alla deputata Eugenia Roccella che parla di «legge ideologica» senza tuttavia spiegarne il motivo. Continua a leggere
Ai cattolici la legge 40 fa paura che fa novanta.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge 40 nella parte che proibisce il ricorso alla fecondazione eterologa con il seme di un donatore esterno: una sentenza che ha scosso il mondo politico.
L’area cattolica era scesa in campo ancora prima della pronuncia della Consulta e Carlo Casini (Movimento per la Vita), Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello (Scienza & Vita) e Francesco Belletti (Forum delle associazioni familiari) avevano offerto le loro riflessioni al giornale dei vescovi italiani Avvenire sul perché doveva rimanere in vigore il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa.
Subito dopo la sentenza uno dei primi ad intervenire è stato il senatore Carlo Giovanardi che ha parlato di un «colpo alla democrazia italiana» sminuendo il ruolo della Corte Costituzionale che sarebbe, per il politico cattolico, solo un organo formato da «quindici signori che hanno le loro idee ed i loro orientamenti ideologici».
Se tutto sommato è stato pacato il commento della Conferenza episcopale italiana, Famiglia Cristiana ha invece titolato sul suo sito «Ultima follia italiana». Continua a leggere
Omosessuali perseguitati in Africa? Colpa dell’Occidente e dei suoi attivisti per i diritti civili.
«Uganda choc: “Ergastolo per i gay”»: questo il titolo di Avvenire, giornale dei vescovi italiani, riguardo la legge approvata nel Paese africano che «punisce con l’ergastolo chiunque commetta degli atti di “omosessualità aggravata” e può consentire di imprigionare chi “promuove l’omosessualità”».
Sembrerebbe che i vescovi italiani siano “choccati” per la legge approvata in Uganda ed anche su Tempi.it (l’organo di Comunione e liberazione) si sottolinea che è solo la Chiesa ad opporsi alla legge contro gli omosessuali dimenticando che tale provvedimento è passato nel silenzio della stessa Chiesa cattolica e con l’appoggio di alcuni suoi esponenti per applicare lo stesso magistero per quanto riguarda l’omosessualità.
Una posizione certamente incoerente quella della Santa Sede e solamente blog “ultracattolici” possono trovare coerenza nella posizione della Chiesa nella difesa degli omosessuali nonostante il suo stesso magistero richiama gli Stati «alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio».
Corruzione in Italia? I cattolici mettono la testa sotto la sabbia e danno la colpa alla magistratura.
Il primo rapporto Ue sulla corruzione ha disegnato un quadro impietoso: metà della corruzione in Europa viene generata nel nostro Paese con un costo annuo di 60 miliardi di euro.
Su lavoce.info Michele Polo, ordinario di Economia politica alla Bocconi, tra le varie cause (classe dirigente, burocrazia, l’enorme peso della criminalità organizzata) vede nelle leggi ad personam la causa dell’elevata corruzione: «Una debole legislazione e azione di contrasto, determinata da una serie di riforme, le molte leggi ad personam, che sono nate per addomesticare processi di cui era ed è imputato Silvio Berlusconi, ma che hanno, scientemente o meno, ridotto fortemente le sanzioni attese da chi si rende protagonista di un atto di corruzione. Depenalizzazione del falso in bilancio, accorciamento dei tempi di prescrizione, assenza di una fattispecie di autoriciclaggio rendono spuntate le armi della magistratura e deboli le aspettative di sanzione per i corrotti».
Il motivo della crisi? Le donne non sposate: parola di Massimo Introvigne di Alleanza Cattolica.
In Italia come altrove ci si interroga sulle cause della crisi economica e studiosi e politici cercano di trovare le soluzioni migliori per uscirne. Purtroppo non sanno che lo studioso di religioni Massimo Introvigne ha già la risposta pronta: «Gli attacchi alla famiglia e la confusione fra modelli diversi di famiglia e matrimonio sono una delle cause principali della crisi economica». Così come riporta Tempi «il sociologo (sebbene Introvigne sia laureato in giurisprudenza e non in sociologia, ndr) evidenzia come in Italia da anni nascono troppi pochi bambini, fatto che mette in pericolo la struttura dell’intera società: dalla produttività alla possibilità di un welfare sostenibile».
Quindi, si continua su Tempi, una parziale responsabilità sarebbe «di un clima culturale ostile al matrimonio e alla famiglia, con la promozione di modelli alternativi – dalle convivenze alle unioni omosessuali – che fanno diminuire i matrimoni e quindi le nascite». Risulta un po’ difficile pensare che in Italia la causa della diminuzione delle nascite sia da imputare alle unioni omosessuali considerato che nel nostro Paese non solo non esiste il matrimonio omosessuale ma neanche le unioni civili per le persone dello stesso sesso. Continua a leggere
Il dibattito sulle unioni civili: la solita meteora.
Ciclicamente in Italia si torna, come se fosse una meteora, a parlare di unioni civili. Come per una meteora in procinto di “schiantarsi” sulla terra, se ne discute, ci si divide sugli effetti dello “schianto”, qualcuno sosterrà che avrà conseguenze disastrose e porterà alla fine dell’umanità mentre altri riterranno che non lascerà tracce; infine, come per ogni buona meteora, scompare e se ne tornerà a parlare al passaggio della prossima. La stessa cosa succede per le unioni civili: se ne discute ciclicamente, ci si divide in favorevoli e contrari ma poi, come un qualsiasi bolide, non succede nulla.
L’amministrazione comunale di Ignazio Marino si prepara ad approvare il registro delle unioni civili anche per le coppie dello stesso sesso e naturalmente scende in campo la Diocesi di Roma con un editoriale di Angelo Zeme, responsabile del settimanale della diocesi Roma Sette: «La vera discriminazione consisterebbe nel trattare in modo uguale situazioni differenti, come sono le unioni civili e il matrimonio: nel secondo, infatti, due soggetti assumono precisi diritti e doveri di fronte alla legge, con rilevanza negoziale pubblica. Non si può barare con le parole». E pazienza se il registro delle unioni civili andrebbe a tutelare anche i figli delle tantissime coppie non sposate. Continua a leggere
Le associazioni della scuola paritaria sentono la Chiesa vicina ma chiedono i soldi allo Stato.
Il leitmotiv è sempre lo stesso e lo ricorda il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire scrivendo della “marcia” delle scuole paritarie a Verona: «Le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato non meno di 6 miliardi di euro l’anno». L’organo della Conferenza episcopale italiana riporta le parole del patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia: «Oggi non c’è più tempo da perdere e c’è bisogno di decisioni forti e urgenti. Siamo consapevoli di essere giunti a un bivio: è importante che quanti rivestono una qualche autorità, politici e amministratori in primis, ed hanno a cuore il bene comune della scuola e della scuola paritaria cattolica dicano esplicitamente e senza mezze misure verso quale direzione vogliono andare e quali azioni intendano praticare perché non succeda l’irreparabile». Sono molto chiare le richieste delle scuole cattoliche: «Si assicuri per il 2013 l’intero importo dei contributi a bilancio senza alcun taglio e si garantisca per il 2014 un importo di contributi di almeno 530 milioni di euro».
Le associazioni scolastiche del settore privato sentono la Chiesa vicina e lo riconoscono: «La Chiesa è per la scuola, perché la Chiesa ha a cuore i ragazzi e i giovani, ha a cuore la famiglia, ha a cuore la società intera. La chiesa è per la scuola, per tutta la scuola, perché la scuola fa parte del bene comune». Nonostante la Chiesa sia per la scuola i soldi sono chiesti allo Stato non solo sotto forma di finanziamenti ma anche con esenzioni riaprendo un’annosa discussione: «Niente Imu e Tares per le Scuole paritarie gestite da Enti senza scopi di lucro affinché possano svolgere il loro servizio pubblico». Continua a leggere
Sulle coppie di fatto i giuristi cattolici contro i notai italiani.
Aumentano le coppie di fatto in Italia ed ormai un bambino su quattro nasce da genitori non sposati: questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto Istat sul matrimonio.
Davanti alla latitanza del Parlamento nell’adottare una legge a tutela delle coppie di fatto, il Consiglio nazionale del notariato ha realizzato l’iniziativa dei “Contratti di convivenza Open Day”, una serie di incontri nelle sedi dei Consigli notarili di tutta Italia in cui le coppie italiane (anche omosessuali) potranno stipulare dei “contratti di convivenza” per regolamentare alcuni aspetti prettamente patrimoniali del rapporto: come partecipare alle spese comuni, come usare la casa di residenza, l’attribuzione dei beni acquistati durante la convivenza, Tutti aspetti molto importanti soprattutto nel caso in cui il rapporto di convivenza cessi e che riguardano anche i figli nati dalla coppia nel definire i rapporti patrimoniali su mantenimento ed istruzione (tutti i dettagli su www.contrattidiconvivenza.it).
Come riportato dal sito del Consiglio nazionale del notariato, i contratti di convivenza «sono accordi – che devono risultare da apposito atto scritto – con cui la coppia definisce le regole della propria convivenza attraverso la regolamentazione dell’assetto patrimoniale della stessa – prima che abbia inizio o durante lo svolgimento del rapporto – ed alcuni limitati aspetti inerenti i rapporti personali (ad es. la designazione dell’amministratore di sostegno)». Continua a leggere
Tempi di matrimonio gay in Scozia e di bufale in Italia.
Dopo Inghilterra e Galles, anche la Scozia sembra aver preso la strada di introdurre il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Secondo il Daily Mail 86 parlamentari su 128 voteranno a favore della legge che potrebbe permettere alle coppie omosessuali di sposarsi già l’anno prossimo.
La notizia non è sfuggita alla stampa cattolica di casa nostra e Tempi.it, l’organo vicino a Comunione e liberazione, con un articolo firmato da Leone Grotti, titola “Anche se la popolazione è contraria, domani la Scozia approverà i matrimoni gay (e Jedi)”.
Secondo Leone Grotti «Il Parlamento, infatti, si appresta ad approvare i matrimoni gay nonostante gli scozzesi si siano chiaramente opposti. Nella più grande consultazione pubblica mai condotta dal governo scozzese per sondare l’opinione dei cittadini, i due terzi dei 77 mila intervistati hanno detto di essere contrari alle nozze tra omosessuali». Difficile capire quale consultazione pubblica abbia letto (o interpretato) Leone Grotti: come riporta il sito del governo scozzese, l’ultimo sondaggio realizzato sul matrimonio omosessuale è del 2010 (quelli successivi non avevano questo argomento) e rivela che il 61 per cento degli scozzesi è a favore del matrimonio per le coppie gay. Continua a leggere
I cattolici pretendono il monopolio della piazza: a Bergamo contestate le “Sentinelle anti-gay”.
Anche in Italia sono sbarcate le “Sentinelle in piedi” che – come i loro alter-ego francesi – si oppongono al disegno di legge contro l’omofobia esclusivamente rimanendo in piedi nelle piazze e leggendo un libro.
“Sentinelle contestate a Bergamo. Oltre a non poter parlare, non si può più nemmeno stare in silenzio?”: così titola Tempi, l’organo d’informazione vicino al movimento cattolico di Comunione e Liberazione, in merito ad una manifestazione delle Sentinelle tenutasi nella città lombarda.
«Spiacevole episodio durante una pacifica veglia» sino al momento in cui «contestatori Lgbt hanno cercato di provocare un gruppo di sentinelle in piedi»: così scrive Emanuele Boffi.
Il resoconto è molto dettagliato: «Per circa un’ora duecento persone si sono disposte ordinatamente a scacchiera e hanno, come è loro abitudine, ognuno per suo conto e silenziosamente, letto un libro. Ma il gruppo di contestatori hanno (sic, ndr) iniziato a urlare slogan offensivi o cercato di provocarli al solo fine di scatenare una reazione. I contestatori hanno srotolato striscioni (“Liberi di amare” si leggeva su uno e “Chiamo imbecille chi ha paura di godere. A. Camus” su un altro). La cinquantina di attivisti Lgtb tenevano in mano un libro viola (o solo la sua copertina) e deridevano i presenti che non hanno reagito, tranne un anziano signore che, spazientito, si è lasciato scappare qualche insulto, dal quale le sentinelle si sono subito dissociate. Due militanti Lgtb si sono baciati davanti a una bandiera della pace». Continua a leggere
La libertà d’opinione è anche il diritto a non essere criticati? Lo strano punto vista del mondo cattolico.
L’istituto “Francesco Faà di Bruno” è un liceo scientifico paritario cattolico di Torino ed all’interno di un ciclo di incontri dedicati ai genitori aveva organizzato una conferenza dal titolo “Omosessualità: domande e risposte”. Il depliant sui convegni era molto chiaro: «La famiglia tradizionale è in difficoltà ma, invece di aiutarla, oggi vengono proposti modelli alternativi di famiglia» e gli incontri trovano «spunto dall’acceso dibattito parlamentare sull’omofobia e sul riconoscimento delle unioni omosessuali per proporre una riflessione complessiva sulla bellezza della famiglia naturale minacciata dall’ideologia del gender».
All’incontro era stata invitata l’infettivologa Chiara Atzori, considerata “la Nicolosi italiana”, dal nome dello psicologo americano Joseph Nicolosi che teorizza di poter “riparare” con la psicologia l’omosessualità: tali teorie sono sconfessate dalla comunità scientifica e vietate dall’Ordine degli psicologi. La stessa Atzori invece considera “illuminante” il lavoro dello psicologo americano avendo scritto anche la prefazione all’edizione italiana di un suo libro ed a RadioMaria ha sostenuto che «nei Paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa come, così, equiparazione un modo di essere come un altro i risultati sanitari sono stati devastanti». Continua a leggere
“Tempi” di lotta al disegno di legge contro l’omofobia
Bisogna riconoscerlo: nella gara all’interno del mondo cattolico per contrastare il disegno di legge contro l’omofobia una posizione da leader la occupa Tempi, l’organo di informazione vicino al movimento ecclesiale di Comunione e liberazione.
L’11 settembre Emanuele Boffi ritorna sulla vicenda che ha visto protagonista Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici per titolare “Le associazioni Lgbt vogliono mettere il bavaglio a chi non la pensa come loro sulla legge anti omofobia”. Quale la “grave colpa” delle associazioni Lgbt? Lo spiega bene Emanuele Boffi: «Alcune associazioni lgbt hanno incontrato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), chiedendogli di presentare un’interrogazione che faccia “piena luce” su quanto accaduto durante la puntata del 20 agosto di Uno Mattina (RaiUno)». Insomma chiedere spiegazioni in Parlamento – ossia nel luogo simbolo della democrazia e del pluralismo – significherebbe “mettere il bavaglio” ed infatti sono molto chiare le idee di Emanuele Boffi: «Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quanto andiamo scrivendo da tempo. E cioè che la legge sull’omofobia non mira a tutelare le persone omosessuali che vengono discriminate per le loro preferenze sessuali (lo ripeteremo di nuovo a rischio di apparire zelanti: se discriminazione c’è, essa va punita con gli strumenti di legge già esistenti), no, la norma Scalfarotto-Leone mira a mettere il bavaglio a persone come Cerrelli. Questo episodio ne è l’ennesima conferma». Resta da domandarsi se Boffi parlerebbe di “bavaglio” a proposito delle innumerevoli posizioni (il più delle volte con esposti ai tribunali) dell’assocazione Genitori Cattolici contro programmi come Le amiche del cuore, Basic Instinct, Darkman, Full Metal Jacket, Body of evidence, L’Amante, Luna di fiele, Io ballo da sola, Trono di spade. Continua a leggere
La Nuova Bussola Quotidiana contro la “propaganda omosessualista” della Bcc: e quella cattolica della Rai?
In Gran Bretagna è stato approvato – dopo lunghe discussioni – il matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
La Bbc, nel suo canale dedicato ai bambini Cbbc (Children Bbc), ha lanciato un nuovo programma rivolto ai più piccoli “Marrying Dad and Dad” in cui figli di coppie omosessuali organizzano il matrimonio (sino ad ora unione civile) dei loro genitori: a differenza che in Italia, nel Regno Unito si prende atto della realtà delle famiglie omosessuali (presenti anche in Italia) nella programmazione dedicata ai più piccoli.
Contro questa realtà tuona Gianfranco Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana: «La propaganda è sempre stata l’arma del potere. Lo sapeva bene uno che se ne intendeva, come il genio malefico di Adolf Hitler, quando sosteneva “che con l’uso abile e insistente della propaganda perfino il paradiso può essere presentato alle persone come un inferno, e la vita più miserabile come un paradiso”. Mai come oggi ciò appare tragicamente vero».
Amato continua: «Questa nuova moderna propaganda omosessualista, che arriva ad utilizzare il mezzo televisivo per condizionare le giovani menti, è la cifra di una società profondamente malata. Una società che arriva a voler perdere i propri figli; che sembra accecata dalla prospettiva nichilista di un “cupio dissolvi”; che pare voler accelerare la propria dissoluzione attraverso l’imposizione violenta di una nuova e fatale dittatura dell’anomalia». Continua a leggere
Legge contro l’omofobia: un fiume cattolico di disinformazione e vittimismo.
Sarebbero addirittura sotto attacco i cristiani in Occidente a causa delle leggi contro l’omofobia: almeno secondo quanto scrive Luigi Amicone sul sito ciellino Tempi. Diverse realtà della lobby cattolica hanno lanciato una vera e proprio campagna in grande stile per far passare il concetto che la norma contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale (omo o etero) sia liberticida e descrivendo i cristiani come delle vittime ed allo stesso tempo dei difensori della libertà di opinione e di pensiero.
Non poteva mancare l’intervento dell'”ultracattolico” Carlo Giovanardi che, sempre su Tempi, arriva a sostenere che si andrà in galera nel caso in cui si sostenesse che il papà deve essere un uomo e la mamma una donna descrivendo il testo proposto dall’on. Scalfarotto come una «follia eterofoba, pensata per imbavagliare chi non la pensa come i gay militanti»: forse Giovanardi dovrebbe considerare che a favore dei diritti per gli omosessuali ci sono tantissimi eterosessuali (la maggior parte dei quali anche cattolici) e non solo dei “gay militanti”. Sempre Giovanardi dice che «bisogna fermare questo attacco diretto alla libertà di parola e di opinione garantite dalla Costituzione, contrario ad ogni principio di cultura liberale, non a caso fortemente voluto da chi proviene dalla storia e dalla mentalità comunista che da sempre ha pensato di risolvere i contrasti politici con la repressione penale». Forse l’esponente del Pdl dimentica che la Costituzione a cui si richiama è stata firmata proprio da un politico comunista, Umberto Terracini, che è stato anche presidente dell’assemblea costituente. Difficile inoltre che si possa definire “comunista” un politico come Ivan Scalfarotto che proviene dal settore bancario. Allo stesso modo si rimarrebbe sorpresi nel sapere che nel Pdl ci sono “comunisti” visto che relatore della legge (assieme ad Ivan Scalfarotto) contro l’omofobia è proprio Antonio Leone del Pdl. Inoltre è difficile che picchiare una persona per il proprio orientamento sessuale possa essere considerata “libertà d’opinione”. Bisogna sottolineare che la legge Mancino (all’interno della quale si aggiungerebbe la discriminazione legata all’orientamento sessuale della vittima) non a caso porta il nome di un politico, Nicola Mancino, che non era affatto comunista ma era democristiano: particolare che deve essere sfuggito a Giovanardi che invece parla di “comunisti”. Continua a leggere
Il leader di Comunione e Liberazione Cesana: “Non è strano seguire concezioni durate millenni”. La terra ritorna piatta.
Lo dice chiaramente il direttore di Tempi Luigi Amicone in un’intervista a Giancarlo Cesana, storico leader di Comunione e Liberazione, pubblicata sul sito della rivista: «C’è un’evidente irrazionalità nella pretesa di mettere sullo stesso piano ineguaglianze di carattere sociale, economico, razziale o religioso». Con buona pace dei nostri Padri Costituenti (in maggioranza cattolici) che ci hanno lasciato quel bellissimo articolo tre della Costituzione secondo cui «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» prevedendo inoltre che è «compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Giancarlo Cesana si dimostra molto rispettoso della legge, soprattutto di quella “legge naturale” e l’uomo «deve in qualche modo adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro». Facile presumere che questo “qualcun altro” sia dio: una entità a cui non credono milioni di atei ed a cui non presta attenzione la stragrande maggioranza dei cattolici. Comunque la soluzione è semplice: basta mandare in pensione giuristi, attivisti, politici e parlamentari ed «adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro» lasciando interpretare cosa ha stabilito questo “qualcun altro” a papi, cardinali, vescovi, preti, monaci, santoni, profeti e maghi.
Referendum bolognese sui finanziamenti alle scuole private: “Tempi” di chiarirsi con l’Agesc.
Il risultato del referendum consultivo del comune di Bologna è noto: il Comitato Articolo 33 aveva indetto la consultazione per chiedere ai bolognesi se erano d’accordo nell’abolire il finanziamento pubblico alle scuole materne paritarie ed il 59 per cento dei votanti si è detto d’accordo nel concedere i finanziamenti pubblici solo alle scuole materne statali. L’affluenza – è opportuno dirlo – è stata particolarmente bassa: su 290mila aventi diritto sono andati a votare soltanto 85.934 (il 28,71 per cento).
Il referendum aveva solo valore consultivo e quindi non vincola l’azione dell’amministrazione comunale sebbene il sindaco Merola (Pd), che aveva invitato a votare ed ad esprimersi a favore del finanziamento alle scuole paritarie, ha così commentato: «Terremo conto del voto ma Bologna non deve rinunciare al sistema delle convenzioni» anche se «non possiamo ignorare la richiesta di scuola pubblica».
Non sono mancate le reazioni del mondo cattolico al risultato referendario di Bologna. Tempi titola: “Volevano fare di Bologna il laboratorio per mettere in crisi tutte le scuole paritarie. Hanno fallito” e, soffermandosi sulla scarsa partecipazione al voto, Emanuele Boffi scrive che «Contro le paritarie hanno votato, in sostanza, poco più del 15 per cento dei cittadini. Nemmeno 2 su 10» perciò, questa è la conclusione, gli attivisti referendari «hanno miseramente fallito su tutta la linea, non riuscendo a mobilitare se non i militanti del loro orticello, in una delle piazze più “di sinistra” di tutto il paese».
Difficile sostenere che gli astensionisti fossero a favore del finanziamento alle scuole paritarie (come è difficile sostenere anche il contrario) e si presuppone che gli astensionisti in sostanza “deleghino in bianco” chi invece decide di partecipare al voto. Continua a leggere
Matrimonio omosessuale: un predicatore laico ed un medico in pensione mettono “sotto accusa” gli psichiatri inglesi.
Su Tempi la giornalista Benedetta Frigerio – che sul suo profilo Twitter si definisce «cattolica bambina e ciellina» – dedica un articolo alle accuse mosse al Collegio nazionale degli psichiatri inglesi «per aver omesso dei dati durante le consultazioni sul matrimonio gay avvenute di recente fra i medici, il governo e la Chiesa anglicana». Ad accusare gli psichiatri inglesi è la Core Issues Trust che nell’articolo è definita come «organizzazione no-profit inglese di psichiatri, terapeuti e ministri». Dal loro stesso sito si legge che Core Issues Trust è «una missione non-profit cristiana per sostenere uomini e donne con problemi di omosessualità che volontariamente cercano il cambiamento di preferenze ed espressioni sessuali».
Core Issues Trust è affiliata alla Evangelical Alliance ed a Live in Christ e non supporta il matrimonio omosessuale perché ritiene «che la manifestazione sessuale al di fuori del matrimonio tra un uomo e una donna e la manifestazione genitale omosessuale non è la volontà di Dio per il suo popolo». Per questo motivo, come si legge nella loro Vision Statement, Core Issues Trust «cerca di fornire supporto per gli adulti danneggiati e feriti a livello relazionale e sessuale che cercano interezza e desiderano camminare in obbedienza al Vangelo di Cristo». Quindi, come scritto nella Core Values Statement, l’organizzazione ritiene che «un sano amore di sé basato su Cristo sia la base di una buona relazione con gli altri», giudica l’attività «che comprende l’impulso omosessuale, in entrambi gli uomini e le donne, come un impulso riparativo che mira a realizzare la totalità, che può essere coltivata in modo centrato su Cristo» ed inoltre è del parere che «la sufficienza della Parola di Dio, la comunione dei credenti ed il sostegno di terapisti professionali permettano all’individuo ferito relazionalmente e sessualmente rotto per trovare pienezza e compimento in Cristo». Continua a leggere
Il “taglia ed incolla” di Tempi: la nuova strategia per agitare lo “spauracchio” della pedofilia sui diritti degli omosessuali.
Su Tempi, la giornalista Benedetta Frigerio (felicemente «cattolica bambina e ciellina» così come si descrive sul suo profilo twitter) interviene su un documento predisposto dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) intitolato “Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. L’Unar è un ufficio dipendente dal ministero per le Pari Opportunità con la funzione di garantire l’effettività del principio di parità di trattamento fra le persone, di vigilare sull’operatività degli strumenti di tutela vigenti contro le discriminazioni e di contribuire a rimuovere le discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica analizzando il diverso impatto che le stesse hanno sul genere e il loro rapporto con le altre forme di razzismo di carattere culturale e religioso.
Il piano predisposta dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni nasce in seguito al programma promosso dal Consiglio d’Europa “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, per l’attuazione e l’implementazione della Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/REC (2010)5., al quale l’Unar ha aderito.
Già dal titolo dell’articolo, Tempi definisce tale documento come «La nuova strategia Lgbt per entrare nelle scuole, sui posti di lavoro, sul web» e ci offre l’analisi del progetto: «Abbiamo letto la raccomandazione europea accettata dal nostro ministero delle Pari opportunità. Si auspicano nuove norme su matrimonio, cambiamento di sesso e pedofilia». Vediamo cosa hanno letto.
Il mondo cattolico: “La sentenza della Cassazione è un via libera alle adozioni gay. Anzi no”.
La sentenza della Cassazione che ha confermato l’affidamento di un bambino alla madre omosessuale convivente con la sua campagna ha provocato la reazione, per opposti motivi, sia del mondo laico che di quello cattolico.
Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha titolato “Figli alle coppie gay? Sentenza pericolosa” domandandosi: «Cosa augurare a questo bambino? Di restare a vivere con la mamma e con la compagna della mamma – così come ha stabilito la Corte di Cassazione – o di venir affidato al papà violento che se n’è andato quando il figlio aveva dieci mesi, rinunciando a vederlo e a educarlo?».
Sempre sul quotidiano dei vescovi Carlo Cardia ha scritto che il bambino «privato artificiosamente della doppia genitorialità, vede venir meno la dimensione umana e affettiva necessaria per la crescita e il suo armonico sviluppo, ed è lasciato in balia di esperienze, rapporti, relazioni umane, sostitutive e del tutto slegate rispetto alla naturalità del rapporto con il padre e la madre». Continua a leggere
The Economist. Corruzione nel Nord d’Italia: una piaga in tutti i Consigli regionali
Milioni di italiani si stanno astenendo dalla democrazia. L’affluenza alle urne nelle elezioni regionali siciliane del mese scorso era inferiore al 50%. E quelli che votano sono alla ricerca in numero sempre maggiore di gruppi di protesta (in Sicilia, quello fondato da un comico e blogger, Beppe Grillo, è arrivato primo).
Per capire il perché, si consideri la Lombardia, la regione della capitale finanziaria d’Italia, Milano. La città era una volta in Italia anche la “capitale morale” prima che la premiership di Bettino Craxi, morto da latitante in fuga dalla giustizia, e di Silvio Berlusconi, un altro milanese nativo. Ma il sobrio e coscienzioso Mario Monti, attuale primo ministro d’Italia, è della Lombardia. E la gente della regione ancora vede se stessa come più industriosa ed integra dei meridionali. La Lega Nord sottolinea la supposta eredità celtica della Lombardia. Altri puntano ai collegamenti con il mondo teutonico, compreso un periodo sotto l’impero austriaco.
Eppure, fin dalla sua elezione regionale nel 2010, la politica della Lombardia ha visto un crollo morale. L’ultima goccia è stato l’arresto dell’assessore alla Casa Domenico Zambetti, accusato di favoreggiamento della mafia calabrese, o ‘ndrangheta (leggi l’articolo). Poco dopo, Roberto Formigoni, che ha governato per 17 anni la Lombardia, ha sciolto l’assemblea degli ottanta consiglieri. Un’elezione è probabile nel mese di gennaio.
Tempi: «Azienda Usa condannata dal governo a pagare multa milionaria». “Tempi” di cercare meglio le notizie?
«Se la Hobby Lobby non paga aborto e condom ai dipendenti, la multa è di oltre un milione di dollari»: così titola Tempi in un articolo a firma di Benedetta Frigerio sul caso di Hobby Lobby, un’azienda americana nella vendità di prodotti di bricolage che, come scrive Benedetta Frigerio, «dovrà pagare una multa di 1 milione e 300 dollari al giorno qualora si rifiutasse di non pagare l’aborto e la contraccezione ai propri dipendenti».
Secondo Tempi «la multa giornaliera stabilita dal governo la priverebbe di più di 474 milioni di dollari all’anno»: per fortuna la realtà è un po’ diversa.
Secondo quanto riportato anche dal The Washington Post, The Huffinton Post e dall’agenzia internazionale di stampa Associated Press, la grande catena della distribuzione di prodotti per il fai da te si è rifiutata di pagare l’assicurazione sanitaria prevista dalla riforma Obama ma l’obiezione non riguarda i condom (che ovviamente non sono coperti dalle assicurazioni sanitarie né tantomeno devono essere pagati dalle aziende) ma la pillola del giorno dopo.
Inoltre né il giudice Joe Heaton che ha in carico il caso né tantomeno il governo – che di certo non ha questo potere – hanno mai stabilito una multa giornaliera.
Attenzione: per Tempi si è aperta la “caccia al cattolico”.
Certo che questo è proprio un brutto momento per Comunione e Liberazione ed i suoi simpatizzanti che devono subire, come scrive Pippo Corigliano su Tempi, «una manovra da parte dei giornali per staccare i simpatizzanti di Cl da Formigoni».
Non si può sapere se da parte dei giornali sia in atto una “manovra” simile ma se i ciellini simpatizzano tanto per Formigoni sicuramente saranno insensibili alle “sirene” dei giornali.
Insomma si vorrebbe minare «l’unità di una realtà nobile che ha portato la Lombardia a diventare la Regione guida in Italia per tanti aspetti, in particolare perché ha tentato di mettere in pratica la dottrina sociale della Chiesa che riempie la bocca di tanti e viene praticata da pochi».
Certamente se i presunti reati su cui sta indagando la magistratura dovessero essere confermati non dovrebbe essere una bella promozione per la dottrina sociale della Chiesa.
Insomma non è proprio il caso di farsi «intimidire da alcuni (supposti) peccati che saranno forse stati commessi» mentre bisogna rendersi «conto che è in atto una manovra nel nostro paese che non solo attacca il nemico di sempre, i cattolici, ma vuole azzerare qualsiasi concentrazione di potere politico».
Purtroppo in Italia non si va sotto processo (o sottoposti a fermo) per aver commesso dei peccati ma – più realmente – per aver commesso dei reati. Strano che i cattolici siano il “nemico di sempre” se si pensa che un partito di chiara derivazione cristiana come la Democrazia Cristiana ha governato ininterrottamente dal 1946 al 1981 (ma è stato presente anche successivamente) mentre Formigoni è presidente della regione Lombardia dal 1995.
Colpevoli di tutto questo sono i giornali che «instillano stima e simpatia soltanto per i tecnici». Corigliano forse dimentica che Formigoni appartiene ad un partito (il Pdl) che sostiene un governo di “tecnici” come quello Monti?
Continua a leggere
Ddl anticorruzione, Giovanardi: «Il ddl peggiora l’immagine del paese nel mondo».
Salviamo l’immagine dell’Italia all’estero, nascondiamo il marciume sotto il tappeto: questo è in sintesi la strategia dei nostri politici per affrontare i nostri problemi. Nascondere invece di affrontare.
Aveva cominciato Silvio Berlusconi attaccando film come La Piovra o Gomorra di Roberto Saviano perché fanno una cattiva promozione dell’Italia all’estero: insomma sarebbe bastato che al posto de La Piovra si trasmettesse un film sulla musica napoletana e Saviano si dedicasse a libri per bambini affinché The Telegraph e The New York Times non dedicassero (solo ultimi in ordine di tempo) due articoli alla ‘ndrangheta calabrese.
Sulla stessa linea il “cattolicissimo” Carlo Giovanardi che – a Tempi – in merito al ddl anticorruzione afferma «Il governo sta facendo del suo meglio per allontanare tutti coloro che vorrebbero investire in Italia, alimentando l’immagine – falsa – di un paese di ladri e corrotti».
Sicuramente l’Italia non è un paese di ladri o corrotti ma – ci piaccia o no – risulta al sessantunesimo posto nella classifica di Indice di trasparenza internazionale assieme al Ghana e ben dietro a nazioni come Cuba o Rwanda (che di certo non sono paesi ea cui ispirarsi). Continua a leggere
Cattolici ed eutanasia: quanta confusione
Il blog dell’associazione cattolica Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) pubblica un articolo dal titolo “«La tua vita non ha dignità», quando i medici impongono l’eutanasia”.
Questi sono i fatti così come li riporta il quotidiano britannico The Guardian. Un uomo pakistano di cinquantacinque anni – la cui identità non è stata rivelata – viene mantenuto in vita artificialmente al Pennine Acute Hospitals dopo aver subito gravi danni cerebrali.
L’ospedale è stato autorizzato dal tribunale a sospendere i trattamenti che mantengono in vita l’uomo nel caso in cui le sue condizioni peggiorino.
Il giudice Moyan ha infatti stabilito che in caso contrario avrebbe significato prolungare la morte del paziente e non prolungare la sua vita in modo significativo.
Secondo il giudice un eventuale intervento a seguito di un successivo arresto cardiaco provocherebbe una «una serie di interventi dannosi senza alcuna prospettiva realistica di tale trattamento produrre alcun beneficio».
Alla decisione del tribunale si sono opposti i familiari del paziente i quali hanno prodotto un video da cui emergerebbero dei miglioramenti del loro familiare ed evidenziando che secondo la religione islamica dell’uomo è necessario fare di tutto per tenere un uomo in vita.
Ovviamente è difficile stabilire se la decisione del tribunale sia giusta oppure se il paziente ha dei margini di miglioramento.
Nel commentare questa situazione, Nicola Terramagra sul blog di Uccr riprende un articolo pubblicato dal sito Tempi.it: quest’ultimo – per essere precisi – non usa mai il termine “eutanasia” ma si limita a riportare il fatto.
La “numerosa partecipazione” all’incontro sulla giustizia organizzato da Tempi: il servizio de L’Infedele
Da L’Infedele le interviste di Michele Cavallaro in occasione dell’incontro “Aspettando Giustizia” organizzato da Tempi dedicato al tema della carcerazione preventiva ed ai casi di Antonio Simone e Pierangelo Daccò: da notare la numerosa partecipazione di pubblico.
Consigliere comunale di Brighton espulsa dai Verdi per “discriminazione religiosa”
Tempi.it dà notizia di un caso di “discriminazione religiosa” nei confronti di un consigliere comunale britannico.
Christina Summers è consigliere comunale di Brighton (una cittadina di 150.000 abitanti sulla costa meridionale della Gran Bretagna) ed apparteneva al Partito dei Verdi.
Il consigliere aveva sottoscritto un documento del partito a favore dell’«uguaglianza di tutte le persone, senza distinzione di razza, colore, sesso, orientamento sessuale, religione, origine sociale o di qualsiasi altro pregiudizio» ma successivamente aveva votato contro una mozione a favore della legalizzazione dei matrimoni omosessuali.
Per questo motivo un comitato interno al partito ha proposto di espellerla dai Verdi. Christina Summers avrebbe spiegato che «essere in disaccordo con il matrimonio gay non significa essere contrari all’uguaglianza di tutte le persone» ipotizzando che ci fosse un fine discriminatorio.
È il caso di chiarire cosa si intende per “discriminazione”. Un partito non è una istituzione pubblica ma un’associazione di persone che condividono la stessa visione su questioni fondamentali o su temi specifici riguardanti la società. Ogni partito avrà una propria politica (decisa dai componenti dello stesso partito) ed ovviamente chi non la condivide potrà anche essere espulso.
Quattro casi di “discriminazione religiosa” davanti la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Le sentenze della Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) hanno sempre fatto discutere e di sicuro lo sarà anche questa volta.
Questa volta i giudici della Cedu sono chiamati a decidere sui casi di quattro cittadini britannici – “cristiani discriminati sul lavoro” secondo Avvenire (il giornale dei vescovi italiani) – che hanno fatto ricorso contro lo Stato accusato di non aver difeso in modo adeguato la loro libertà religiosa e il diritto a non subire discriminazioni sul posto di lavoro.
Questi i casi. Nadia Eweida, 55 anni, era una hostess di terra della British Airways addetta al controllo dei bagagli. Sulla sua divisa indossava una collana con un crocifisso contravvenendo alle policy della compagnia aerea. Nel 2006 i suoi superiori le chiesero di indossarla all’interno della divisa perché averla all’esterno non era conforme alle norme di sicurezza che deve rispettare un’ispettrice dei bagagli ma la hostess si rifiutò. La compagnia aerea allora le offrì la possibilità di essere impiegata in un’altra mansione dove non avrebbe dovuto indossare l’uniforme e quindi avrebbe potuto tranquillamente indossare la collana ma la hostess rifiutò anche questa proposta. La British Airways perciò la licenziò e Nadia Eweida citò la compagnia aerea in tribunale ma perse il ricorso sia in prima istanza che in appello (cfr. sentenza d’appello).
CL ed i tweet di Saviano: chi è senza peccato scagli la prima pietra
Su Tempi – l’organo di Comunione e Liberazione – Daniele Ciacci ha pubblicato un articolo dal titolo “V’uoi védere ch’e S’aviàno vìnce il N’obel per l’a L’etteratura?“ (sic).
Tema dell’articolo è sui possibili vincitori del prossimo Nobel della Letteratura.
Tra i “papabili” viene incluso anche l’autore di Gomorra Roberto Saviano definito da Ciacci il “vate dell’apostrofo” e «celebre per aver rinnovato l’uso dell’apostrofo e dell’accento nella lingua italiana».
Comunione e Liberazione e coppie gay: poche idee e molto confuse….
Come il Giro d’Italia a maggio, Miss Italia a settembre ed il Festival di Sanremo a febbraio, ad agosto non può mancare (come le zanzare) il meeting dei cattolici di Comunione e Liberazione e la solita sfilata di prelati e politici.
La giornalista di Repubblica Giulia Foschi è andata a chiedere cosa i ciellini ne pensano delle coppie gay e del matrimonio omosessuale.
Certamente chiedere ad un ciellino cosa ne pensa dell’omosessualità è come andare a chiedere ai tifosi della Juve cosa ne pensino dell’Inter e viceversa ma è sorprendente la qualità delle risposte ricevute.
Un ciellino afferma che le coppie gay sono “un male per l’umanità”. Ad essere obiettivi le coppie gay esistono dalla notte dei tempi e non mi sembra che abbiano creati – in questi “pochi” millenni – tanti sfaceli. Invece il sistema di potere creato dal ciellino Formigoni su cui sta indagando la magistratura, forse non sarà un “male per l’umanità” ma di sicuro sarà un male per il nostro Paese.
Un altro ciellino afferma che sono “un rischio per l’avanzamento della specie”.
Se si considera che l’omosessualità è presente – come detto – dalla notte dei tempi e l’umanità ora è più numerosa (forse troppo) che mai, forse questo rischio non è molto fondato. Inoltre allo stesso modo si potrebbe obiettare che se – in una situazione veramente ipotetica – tutti gli uomini e le donne decidessero di diventare preti e suore, l’umanità sarebbe destinata all’estinzione.
Tempi ed il “vizio della sobrietà”
Sul sito di Comunione e Liberazione Tempi.it si può leggere un interessante articolo dal titolo “Quando la sobrietà diventa vanità e la politica è fatta dai giornalisti” sull’esibizione della morigeratazza da parte dei politici di oggi.
Per l’autore «quando i potenti dimostrano tutta la loro impotenza, allora è il tempo della sobrietà. La sobrietà è una bestia grama, è un po’ come la virtù dell’umiltà, quando dici che ce l’hai la perdi». Di sicuro in un periodo di grande crisi come ora il minimo che un politico debba fare è mostrarsi sobrio ma non è detto che i politici la esercitino in ogni caso: anche Berlusconi era alla guida di un governo impotente ma non ha mai fatto sfoggio di sobrietà.
Per il giornalista di Tempi «i giornali hanno deciso che la sobrietà non esiste se non è contemporaneamente un esempio. La sobrietà va ostentata, esattamente come si faceva con la ricchezza. E con ciò stesso siamo riusciti a vanificarla, a imparentarla con la vanità: il potente che si vantava ostentando ricchezza oggi manifesta la sua potenza ostentando sobrietà. L’ostentazione ha bisogno dei suoi cantori, e i giornalisti si prestano volentieri alla bisogna. Se il capo di Stato della quarta potenza mondiale ha a sua disposizione un aereo e decide di non usarlo per recarsi dalla residenza parigina a quella balneare, sobrietà per sobrietà è bene far sapere a tutti che monsieur François Hollande e la sua compagna per spostarsi hanno preso il treno».
Bisogna dire che la vita privata dei politici (e non solo) è passata spesso al vaglio da parte dei media. Negli Usa (soprattutto da Reagan in poi) questo fenomeno ha assunto un fenomeno così importante che anche il sociologia è stato introdotto il termine di “personal issues” per identificare le questioni attinenti al privato dei politici.
Anche la vecchia Europa ha imparato a conoscere questo fenomeno: il primo esempio di rilievo è stata la principessa Lady Diana il cui rapporto con gli organi di informazione è ben descritto nel libro “La principessa nel paese dei mass media” del sociologo Paolo Mancini.
Libero “accusa” Il Fatto Quotidiano di aver chiesto degli sgravi fiscali
Gli uccrociati devono essere un po’ in crisi di argomenti.
Nonostante in questi giorni non manchino gli argomenti di cui poter parlare riguardanti la Chiesa (dal rinvio a giudizio dei “corvi” in Vaticano all’annuncio di Hollande di voler introdurre il matrimonio omosessuale in Francia entro il 2013), gli uccrociati pubblicano una uccretinata dal titolo “L’ipocrisia de “Il Fatto Quotidiano”: chiesto il primo finanziamento pubblico“ riesumando un articolo di Libero del 7 luglio riguardante un presunto (e infondato) finanziamento pubblico a Il Fatto Quotidiano.
Questi i fatti. Il giornale di Marco Travaglio ed Antonio Padellaro avrebbe richiesto l’accesso ad uno sgravio fiscale del 10% sulla carta acquistata ed utilizzata in base alla legge 220/2010.
Questo è stato il pretesto – da parte di Libero, Tempi e più recentemente per i cattolici fanatici uccrociati – di accusare Il Fatto Quotidiano di ricevere finanziamenti pubblici in contrapposizione alla scritta sotto la testata che afferma il contrario. È opportuno fare un po’ di chiarezza.
Contributi per l’editoria: un finanziamento di 140.000.000 €
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”: così recita l’art. 21 della Costituzione.
Questo diritto – per il 2010 – secondo gli elenchi del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio è costato ai contribuenti italiani la somma totale di 140.323.183,55 €: un finanziamento pubblico di cui se ne giovano giornali spesso sconosciuti e radio di partito.
Scorrendo l’elenco Contributi per quotidiani editi da cooperative di giornalisti si scopre che i sussidi sono stati ricevuti – tra gli altri – da quotidiani come Il Manifesto (3.248.513,90 €), il Romanista (999.293,07 €) ossia il quotidiano dei tifosi della Roma e da Verità per lo Sport (1.498.356,45 €). Gli altri quotidiani che compongono questo elenco sono principalmente quotidiani locali: i sussidi erogati solo per questo elenco arrivano all’importo totale di 33.631.334,99 €.
Aprendo l’elenco Contributi per quotidiani editi da imprese editrici la cui maggioranza del capitale sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali si scopre che Avvenire (il quotidiano dei vescovi italiani) riceve un finanziamento record di 5.092.265,03 € mentre ItaliaOggi – il quotidiano giuridico edito da Class Editori che pubblica anche la rivista Capital – riceve un sussidio di 4.565.479 €. Il totale – considerando anche altri quotidiani – per questo elenco è di 32.562.208,80 €.
Bagnasco: “politici cattolici indispensabili al Paese”. Per cosa?
«È sempre doveroso che, nella vita pubblica, i cattolici siano sempre più numerosi e ben formati, come da tempo esorta il Santo Padre Benedetto XVI e i Vescovi italiani»: questo è stato l’augurio del Presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Bagnasco durante l’omelia celebrata nella Cattedrale del capoluogo ligure.
Stupisce che il capo dei vescovi italiani si auguri solamente che i politici cattolici siano sempre più numerosi e più formati mentre non si augura affatto che siano semplicemente sempre più onesti: forse il Capo dei Vescovi italiani non è al corrente di quanto sta succedendo a Comunione e Liberazione ed al Presidente ciellino della Regione Lombardia Roberto Formigoni?
Bagnasco si augura che i politici siano sempre più numerosi in Italia ma forse dimentica che non esiste paese europeo che abbia avuto tanti capi di governo cattolici come l’Italia. Dall’8 maggio 1948 con il Governo De Gasperi della prima legislatura fino al Governo Berlusconi IV rimasto in carica fino al 16 novembre 2011, su 57 governi in 63 anni, 48 avevano come premier un cattolico e solo 9 un laico: 2 volte Spadolini, 2 Craxi, 2 Amato, 2 D’Alema, 1 Ciampi, che peraltro si dichiara cattolico. In 63 anni l’Italia è stata governata per 53 anni e mezzo da un cattolico e per 9 anni e mezzo da un laico. Dal 16 novembre 2011 è Presidente del Consiglio il cattolico Mario Monti che guida un esecutivo in cui ci sono molti esponenti del mondo cattolico (Ornaghi, Riccardi, Passera, Balduzzi).
Agapo: Associazione (invisibile) Genitori ed Amici Persone Omosessuali
Il progetto da parte della Giunta Pisapia di istituire il registro delle coppie di fatto (anche per le coppie omosessuali) ha scosso una parte del mondo cattolico. La Curia di Milano ha addirittura ipotizzato che si possano legalizzare le unioni poligamiche mentre non passa giorno che Avvenire non pubblichi interventi contrari a questo provvedimento.
I sostenitori dei diritti civili ovviamente plaudono a questa decisione (già annunciata da Pisapia durante la campagna elettorale) e sperano che i partiti possano colmare il divario che ci separa dal resto d’Europa ed approvare una legge nazionale.
Nel panorama degli oppositori al registro delle coppie di fatto della Giunta Pisapia assume una posizione particolare l’associazione Agapo (Associazione Genitori ed Amici Persone Omosessuali) che invece avversa la decisione dell’amministrazione milanese ritenendola non «di aiuto per i nostri figli omosessuali»: un documento di Agapo ha trovato ospitalità anche nel giornale dei vescovi italiani Avvenire e su tempi.it (l’organo di Comunione e Liberazione). Arcigay ha subito criticato il documento di Agapo ritenendo che non sia degno di essere preso in considerazione.
Tempi.it (organo di CL) e gli ex-gay che hanno deciso di “convertirsi” e “liberarsi dai lacci dell’omosessualità”
Su tempi.it (organo di Comunione e Liberazione) trova spazio la storia di Roberto Perez: un ventenne spagnolo ex-gay grazie alle teorie riparative sull’omosessualità del discusso psicologo americano Joseph Nicolosi la cui storia è sintetizzata come «la lettura di un libro, la terapia e la conversione. Vicende di giovani che hanno deciso di “liberarsi dai lacci dell’omosessualità”».
Il ragazzo – non a caso intervistato dal sito cattolico religionenlibertad.com – non rivela quali sono stati gli psicologi che hanno seguito il suo caso, quali sono state le tappe del processo di analisi e le metodologie usate ma si sofferma molto sul suo rapporto con la religione.
Nell’articolo di Tempi è riportato che per Perez fosse stata molto importante la lettura del libro “Riscoprirsi normali” di Richard Cohen, presidente della PFOX (Parents and Friends of Ex-Gays).
Bisogna ricordare che è Cohen è stato espulso nel 2002 dall’American Counseling Association (ACA) per violazioni etiche e l’ACA – nel provvedimento di espulsione – dichiara che: «Richard Cohen non è un professionista autorizzato nel campo della salute mentale. È stato definitivamente espulso dalla ACA per violazioni etiche ed i suoi scritti sono stati smascherati come incendiari e contenenti fatti e supposizioni errate. I suoi scritti mancano di prove di ricerca e non devono essere usati come base per nessuna linea di condotta pubblica. Aca non sostiene la sua posizione o l’utilizzo della sua opera in alcun modo». Continua a leggere
Dubbi amletici: il “kamasutra” dei cattolici
Compito della stampa – oltre a porgere domande scottanti – è anche quello fornire risposte a domande che ci attanagliano giorno per giorno.
Per fortuna il sito di informazione tempi.it (organo ufficiale di Comunione e Liberazione) conosce bene quali sono le domande che assillano i suoi lettori e cerca di dare loro delle risposte.
Proprio per rispondere a questi dubbi amletici pubblica un articolo – tratto dal blog di Antonio Benvenuti – dal titolo “Qual è la posizione che devono tenere i cattolici quando fanno l’amore?“.