David Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale.
La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”.
Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)». Continua a leggere
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Il Chief Medical Officer del Regno Unito e la British medical association: “Depenalizzare il consumo di droga”
Dopo lo studio della Uk Drug Policy Commission e dopo la ricerca di un intergruppo della Camera dei Lord a favore della depenalizzazione delle droghe leggere, dal Regno Unito arriva un altro intervento contro la criminalizzazione nell’uso delle sostanze stupefacenti.
Questa volta ad intervenire nel dibattito esistente è la dottoressa Sally Davies, Chief Medical Officer (la più importante figura di consulenza governativa nell’ambito della sanità pubblica) del Regno Unito, intervistata dal Telegraph.
La dottoressa Davies ha suggerito un diverso approccio non considerando le sostanze stupefacenti come un problema di ordine pubblico ma di sanità pubblica: «Penso che abbiamo un problema di sanità e come nazione faremmo bene a considerarlo come un problema sanitario. Penso che ci siano molte prove provenienti da altri Paesi e dalla scienza su come gestire la questione. Ma attualmente è il ministero degni Interni che è incaricato di gestire la politica per le droghe e per l’alcool ed è la scelta di questo governo di continuare a gestire la situazione in quel modo».
Secondo Sally Davies l’attuale politica sulle sostanze stupefacenti ha avuto come effetto solamente quello di «dissuadere i tossicodipendenti nel cercare aiuto medico» e qualora il governo decidesse di depenalizzare alcune droghe sarebbe pronta con alcuni consigli su come aiutare i dipendenti ad uscire dal problema. Continua a leggere
Regno Unito. La Camera dei Lord: “Legalizzare la vendita ed il consumo delle sostanze stupefacenti”
Dalla Gran Bretagna arriva un nuovo intervento a favore della legalizzazione e della liberalizzazione delle droghe. Questa volta la proposta proviene da un rapporto pubblicato dalla camera dei Lord e preparato da un gruppo formato da nove parlamentari conservatori, laburisti e liberal democratici con lo scopo di proporre dei cambiamenti alla Misuse of Drugs Act, la legge che da 40 anni regola l’uso e lo spaccio di droghe e che, secondo i parlamentari, ha un disperato bisogno di essere riformata: per gli stessi “pari” (nome che contraddistingue i membri della camera dei Lord) un cambiamento delle politiche britanniche sulle sostanze stupefacenti è necessario «ora più che mai».
Il gruppo era presieduto dalla baronessa Meacher e composto dalla baronessa Stern, Lord Cobbold, la baronessa Hamwee, Lord Howarth of Newport, Lord Low, Lord Mancroft, Lord Norton e Lord Rea.
Nella relazione si propone di cominciare a vendere la cannabis e l’ecstasy in negozi autorizzati e depenalizzare l’uso di tutte le droghe illegali. Dovrebbe restare illegale la vendita delle droghe più dannose mentre i consumatori trovati con modiche quantità di droga (sia leggera che pesante) non dovrebbero andare incontro a sanzioni penali.
A sostegno della depenalizzazione dell’uso di tutte le droghe, nella relazione si prende ad esempio il modello portoghese dove il numero di giovani tossicodipendenti è diminuito drasticamente a seguito della depenalizzazione delle droga. Continua a leggere
UK. Il cancelliere dello Scacchiere George Osborne: «I Repubblicani hanno perso per le posizioni sui temi etici».
Con un articolo di oggi sul Times il cancelliere dello Scacchiere britannico (carica paragonabile al nostro ministro delle Finanze) George Osborne si dice favorevole – come già avevano fatto altri suoi colleghi di governo al matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
Il politico conservatore ha analizzato i motivi secondo cui Obama avrebbe sconfitto Romney alle elezioni: i Repubblicani pur forti su temi come l’economia avrebbero perso consenso su temi sociali come l’aborto (alienandosi il voto delle donne) ed il matrimonio omosessuale (perdendo consenso tra i giovani).
Le parole di Osborne sono la conseguenza dell’esito referendario negli Usa dove il matrimonio per le coppie dello stesso sesso è stato approvato negli Stati del Maine, Maryland e Washington.
Ben prima delle elezioni americane un altro membro del governo Cameron – il ministro degli Esteri William Hague – alla conferenza annuale del partito a Birmingham aveva detto che il Paese aveva cambiato posizione su temi come il matrimonio omosessuale e bisognava prenderne atto: «Il partito conservatore ha avuto successo nel corso dei secoli perché riflette gli atteggiamenti sociali del tempo».
Regno Unito. L’arcivescovo emerito di Canterbury: «Omosessuali come i nazisti».
Il progetto di David Cameron di introdurre il matrimonio omosessuale nel Regno Unito sta suscitando aspre reazioni di una parte del mondo religioso.
Alle polemiche si è unito anche Lord Carey, precedente arcivescovo di Canterbury. L’alto prelato ha detto che così come gli oppositori al matrimonio omosessuale anche gli ebrei erano chiamati all’inizio semplicemente “bigotti” dai nazisti. Per Lord Carey «quello è stato solamente il primo passo verso uno stato totalitario: dobbiamo resistergli e fare tesoro della nostra democrazia e della nostra eredità cristiana». Queste parole sono state pronunciate nel corso di una manifestazione contro l’introduzione del matrimonio omosessuale che si è tenuta a Birmingham: a questo evento hanno partecipato – secondo il quotidiano britannico The Independent – all’incirca 500 persone.
Le parole di Lord Carey hanno provocato la reazione di Ben Summerskill, attivista del movimento per i diritti gay Stonewall. Summerskill ha così commentato: «Le persone omosessuali sono ben consapevoli delle conseguenze della Shoah per ovvi motivi e quando qualcuno scende a questo livello di retorica da l’idea che non abbia argomenti molto potenti su cui contare. Lord Carey ha perfettamente diritto ad avere la sua visione e noi la rispettiamo. Questa è l’opinione di molte persone della sua generazione e noi la accettiamo ma confrontare Cameron a Hitler è solo triste, oltre ad essere del tutto inappropriato» aggiungendo «Questa discussione è già persa, questo non significa che il dibattito non sarà aspro quando sarà il momento ma sorprende che non abbiano argomentazioni più convincenti».
Brian May: un “Queen” contro David Cameron
Nello scenario ambientalista britannico si è affacciato un nuovo leader famoso principalmente per aver fatto parte di una band storica del rock: Brian May. Il chitarrista dei Queen oltre ad essere un musicista a 360° è anche un astrofisico appassionato di astronomia e stereoscopia ed assieme a Patrick Moore e Chris Lintott ha scritto Bang! The complete history of the universe.
Il musicista londinese ha deciso di scendere in campo contro David Cameron nelle ultime elezioni britanniche quando il leader conservatore aveva annunciato che avrebbe revocato l’Hunting Act del 2004, che rese per sempre illegale la caccia con cani agli animali selvatici.
A questo scopo ha fondato il progetto Save Me il cui nome riprende il famoso brano dei Queen scritto da May e contenuto nell’album The Game del 1980.
Per promuovere la sua campagna ha tappezzato nel 2010 le principali città britanniche con giganteschi manifesti in cui invitava gli elettori a considerare il tema dell’ambiente nelle loro scelte di voto schierandosi in contrapposizione a Cameron. Lo stesso May ha ammesso di odiare gli enormi cartelloni presenti nella capitale britannica e – tra il serio e il faceto – ha ammesso che li farà rimuovere non appena sarà stato eletto sindaco di Londra.
Il chitarrista britannico ha anche destinato un proprio terreno di 28 ettari come rifugio per gli animali selvatici feriti dove possono ricevere le cure necessarie prima di ritornare alla vita selvaggia.
Il progetto di David Cameron non è stato successivamente presentato in Parlamento ma l’associazione Save Me (in cui May ha destinato parte delle sue fortune) ha continuato a vigilare sulle politiche del governo in fatto di ambiente organizzando eventi e manifestazioni a cui partecipa lo stesso May attirando ovviamente l’attenzione dei media. Continua a leggere
Il ministro britannico Maria Miller: “La libertà religiosa non deve impedire l’accesso a tutti al matrimonio civile”
Dal giornale britannico The Independent il neo ministro conservatore per le Pari opportunità Maria Miller respinge le speranze dei gruppi religiosi secondo cui il governo Cameron era pronto a rimandare o ad accantonare la proposta di introdurre il matrimonio anche per le coppie omosessuali.
Avendo assunto l’incarico di ministro solamente il 4 settembre è la prima volta che Maria Miller esprime il suo punto di vista sul matrimonio omosessuale che – secondo il neo ministro – deve essere legalizzato per preservare «l’orgogliosa storia di libertà e di equità» della Gran Bretagna.
Il ministro ha ribadito che deve essere rispettata la libertà religiosa ma ciò non deve impedire di aprire a tutti il matrimonio civile.
Questa presa di posizione è un duro colpo per quei parlamentari conservatori che si oppongono all’introduzione del matrimonio omosessuale e speravano che la sua nomina nel rimpasto di governo al posto della democratica-liberale Lynne Featherstone fosse un segnale che il governo si apprestava a cambiare idea e ritardare il piano: infatti nel 2008 Maria Miller aveva votato a sfavore del piano per permettere a coppie dello stesso sesso di accedere a trattamenti di fecondazione assistita.
La legislazione dovrebbe essere introdotta in Parlamento il prossimo anno, al momento del discorso della Regina. Continua a leggere
Matrimonio omosessuale: le “mezze verità” dei cattolici tradizionalisti dell’Uccr
Quando un soggetto cerca di difendere qualcosa che ritiene importante sarà pronto ad usare tutte le proprie energie ma – purtroppo – col rischio di rendersi ridicolo.
Questo è quanto succede ai membri dell’associazione fondamentalista Unione cristiani cattolici razionali che pubblicano un articolo dal titolo “Psichiatra Italo Carta contrario ad adozione gay: «violenza alla realtà e rischi patologie»“.
Mentre in Italia ancora si discute – soprattutto nello schieramente cosiddetto “progressista” (anche se ci vuole molta immaginazione) – su quale forma di tutela dare alle coppie omosessuali, nella Gran Bretagna del conservatore Cameron e nella Francia del socialista Hollande si parla di introdurre il matrimonio omosessuale (in Paesi dove esistono già i registri delle unioni civili) ed in Francia si discute anche di aprire alle adozioni da parte di coppie omosessuali.
Coalition for Marriage e le “disastrose conseguenze” del matrimonio omosessuale nel Regno Unito
Il giornale conservatore britannico The Daily Telegraph dà notizia della pubblicazione di un report sulle conseguenze legali dell’introduzione del matrimonio omosessuale nel Regno Unito secondo il progetto di David Cameron: in Italia la notizia è stata ripresa da Tempi.it.
Il report è stato preparato da Aidan O’Neill ed è stato commissionato dalla Coalition for Marriage: un’associazione che si oppone ad ogni ridefinizione della “famiglia tradizionale”.
Leggendo il report sembrerebbe che le conseguenze siano “disastrose”: le scuole potrebbero licenziare chi si oppone ad usare libri scolastici che promuovano il matrimonio omosessuale, i genitori non potrebbero ritirare i propri figli dalle scuole qualora ci fossero lezioni sul matrimonio gay, sacerdoti e vicari potrebbero essere denunciati qualora si rifiutassero di celebrare un matrimonio di una coppia dello stesso sesso.
Riguardo quest’ultimo punto, Sharon James – rappresentante della Coalition for Marriage – è del parere che nonostante le promesse governative di proteggere le confessioni che decidessero di non celebrare matrimoni per coppie dello stesso sesso, tali promesse sarebbero senza nessun significato: infatti una coppia potrebbe appellarsi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Quindi James non solo prevede che una coppia omosessuale potrebbe rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo ma sembra prevedere anche quale sarebbe la sentenza dello stesso tribunale. Quindi – sempre secondo quanto scritto nel report – sarebbe preferibile che le chiese smettessero di celebrare anche i matrimoni eterosessuali.
Tempi ed il “vizio della sobrietà”
Sul sito di Comunione e Liberazione Tempi.it si può leggere un interessante articolo dal titolo “Quando la sobrietà diventa vanità e la politica è fatta dai giornalisti” sull’esibizione della morigeratazza da parte dei politici di oggi.
Per l’autore «quando i potenti dimostrano tutta la loro impotenza, allora è il tempo della sobrietà. La sobrietà è una bestia grama, è un po’ come la virtù dell’umiltà, quando dici che ce l’hai la perdi». Di sicuro in un periodo di grande crisi come ora il minimo che un politico debba fare è mostrarsi sobrio ma non è detto che i politici la esercitino in ogni caso: anche Berlusconi era alla guida di un governo impotente ma non ha mai fatto sfoggio di sobrietà.
Per il giornalista di Tempi «i giornali hanno deciso che la sobrietà non esiste se non è contemporaneamente un esempio. La sobrietà va ostentata, esattamente come si faceva con la ricchezza. E con ciò stesso siamo riusciti a vanificarla, a imparentarla con la vanità: il potente che si vantava ostentando ricchezza oggi manifesta la sua potenza ostentando sobrietà. L’ostentazione ha bisogno dei suoi cantori, e i giornalisti si prestano volentieri alla bisogna. Se il capo di Stato della quarta potenza mondiale ha a sua disposizione un aereo e decide di non usarlo per recarsi dalla residenza parigina a quella balneare, sobrietà per sobrietà è bene far sapere a tutti che monsieur François Hollande e la sua compagna per spostarsi hanno preso il treno».
Bisogna dire che la vita privata dei politici (e non solo) è passata spesso al vaglio da parte dei media. Negli Usa (soprattutto da Reagan in poi) questo fenomeno ha assunto un fenomeno così importante che anche il sociologia è stato introdotto il termine di “personal issues” per identificare le questioni attinenti al privato dei politici.
Anche la vecchia Europa ha imparato a conoscere questo fenomeno: il primo esempio di rilievo è stata la principessa Lady Diana il cui rapporto con gli organi di informazione è ben descritto nel libro “La principessa nel paese dei mass media” del sociologo Paolo Mancini.