L’America si sta lentamente avviando verso la strada della legalizzazione della marijuana: in Uruguay presto potrebbe essere approvata una legge che consentirà l’acquisto di una dose massima di 40 grammi di marijuana al mese al costo di un dollaro al grammo mentre anche gli statunitensi ormai sono in gran parte favorevoli alla fine del proibizionismo sulle droghe leggere il cui uso ricreativo è già consentito – dopo una consultazione popolare – in Colorado e nello Stato di Washington.
L’importante istituto di ricerca Gallup ha sondato il parere degli statunitensi su questo tema dal lontano 1969 e nella rilevazione del 2013 emerge che il 58 per cento dell’opinione pubblica è favore della cannabis legale contro il 39 che ancora si oppone. Il sondaggio Gallup conferma una rilevazione dell’istituto Pew Research Center di aprile in cui risultava come gli americani fossero in maggioranza del parere che le droghe leggere dovessero uscire dalla clandestinità.
Nel 1969 solo il 12 per cento era a favore della marijuana legale mentre la gran parte degli americani era contraria (84 per cento): negli anni Settanta questa percentuale è più che raddoppiata arrivando al 28 per cento per mantenersi relativamente stabile sino al 2000. Continua a leggere
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Il presidente del Guatemala Otto Pérez Molina: “Il mio Paese porta le cicatrici della guerra alla droga”.
In ogni guerra ci sono delle vittime innocenti. In 40 anni di guerra alla droga, lo stato centro-americano del Guatemala, può vantarsi di essere solo una vittima innocente. È stato coinvolto nel fuoco incrociato tra le nazioni a sud (principalmente Perù, Colombia e Bolivia) che producono sostanze stupefacenti illegali e il paese a nord (America) che ha il più grande desiderio di consumarle. Il Guatemala fa poco di entrambi.
Il problema è che la droga – soprattutto cocaina – deve essere trasportata dai paesi di produzione agli Stati Uniti, da sud a nord. Purtroppo per il Guatemala è così che funziona.
Ma la posizione del Guatemala sulla punta del Centro America non sempre ha rappresentato un problema. Recentemente, nel 2008, la US National Drug Intelligence Centre aveva stimato che meno dell’1 per cento delle circa 700 tonnellate di cocaina che aveva lasciato il Sud America fosse passata attraverso l’America Centrale. Ma questo era prima che scoppiasse la guerra alla droga ed il Guatemala fosse coinvolto in questo conflitto.
Prima del 2008, il metodo preferito di trasporto di droga dal Sud America agli Stati Uniti era via mare (attraverso i Caraibi o del Pacifico) o per via aerea, il contrabbando via terra era raro. Ma due cose sono accadute a cambiare radicalmente ciò, entrambe le iniziative legate alla “guerra alla droga”.
In primo luogo, Messico e Colombia – parzialmente finanziate dagli Stati Uniti – hanno intensificato la sorveglianza dello spazio aereo. Allo stesso tempo gli Stati Uniti hanno iniziato una più vigorosa cooperazione con il Messico per fermare le spedizioni di droga via mare. Nel luglio 2008 la marina messicana, a quanto pare con l’intelligence USA, ha sequestrato un carico piuttosto notevole di un “narco-sommergibile”, un semi-sommergibile carico di cocaina destinata agli Stati Uniti. Continua a leggere