Ha creato indignazione il manifesto affisso da attivisti di Forza Nuova davanti alla sede della comunità Lgbt di Bologna: «Le perversioni vanno curate». Molte condanne per l’episodio mentre l’Italia dei valori ha chiesto – come auspicabile – lo scioglimento dei gruppi neofascisti come Forza Nuova in base alla legge Mancino e l’approvazione di una norma contro l’omofobia.
Il movimento neofascista ha sempre avuto una posizione molto netta nei confronti dell’omosessualità e dei diritti degli omosessuali.
Basta leggere il loro programma in cui considera «crimini contro la morale, la natura e la famiglia (…) i grotteschi pseudomatrimoni omosessuali con il loro orrendo corollario delle adozioni di bambini da parte dei sodomiti».
Il programma continua: «Noi conosciamo e riconosciamo una sola famiglia, quella naturale come esiste da sempre, con i suoi ruoli interni – Padre, Madre e figli – e la sua Morale conseguente».
Perciò «Forza Nuova si schiera contro tutto ciò che minaccia la famiglia tradizionale: dalla poligamia islamica alle “regolarizzazioni” omosessuali» pensando che «Famiglia e Scuola insieme devono educare i bambini e i ragazzi al culto della Fede religiosa e dell’Amor di Patria».
Ovviamente resta un programma intriso di elementi religiosi con «l’obiettivo in campo religioso (…) di ridare Dio all’Italia e l’Italia a Dio» e «la tutela della istituzione della Famiglia naturale, l’adozione del cattolicesimo come religione di Stato, l’indissolubilità della nostra nazione e la preservazione del suo carattere cattolico».
L’opposizione al matrimonio omosessuale del movimento di estrema destra è perfettamente in linea con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica che si è espressa in materia con il documento «Famiglia, matrimonio e “unioni di fatto”». Continua a leggere
Archivi tag: forza nuova
I cattolici dell’associazione Uccr e la “non condanna” dell’omofobia
I membri dell’associazione ultra-cattolica Uccr hanno pubblicato un articolo (“Gay, 14 milioni di italiani la pensano come Cassano. Che si fa?”) firmato dal sociologo Giuliano Guzzo relativamente alla multa comminata dall’Uefa al calciatore della nazionale italiana Antonio Cassano per le sue dichiarazioni sugli omosessuali durante i Campionati europei 2012 di calcio.
L’articolo non è di stretta attualità ed in effetti è stato ripreso dal blog personale di Giuliano Guzzo che lo aveva pubblicato il 25 luglio.
Giuliano Guzzo scrive che «Per aver detto la sua circa la possibilità di avere colleghi omosessuali, il calciatore Antonio Cassano – ai sensi dell’art. 11 bis del regolamento disciplinare – è stato multato dalla Uefa con 15.000 euro di ammenda. Giustissimo, avranno pensato in molti. Ora, tralasciando qualsivoglia considerazione nel merito, c’è un problema, anzi un grosso problema: milioni di italiani la pensano esattamentecome il fantasista barese.
A dirlo è una fonte autorevole, l’Istat, che in “La popolazione omosessuale nella società italiana”, report diffuso lo scorso 17 maggio 2012, ha reso noti gli esiti di una ricerca condotta sondando le opinioni di cittadini di età compresa tra i 18 e i 74 anni.
Cosa è emerso? Semplice: più dell’8% del campione considerato ritiene “per nulla accettabile” l’ipotesi di avere un collega omosessuale, il 9,5% esclude che accetterebbe di avere un omosessuale come superiore in ambito lavorativo, per il 28,1% è “per nulla accettabile” che vi siano medici omosessuali mentre addirittura il 41,4% del campione non ritiene tollerabile che un omosessuale possa fare l’insegnante elementare. Non finisce qui: secondo il 29,7% degli intervistati gli omosessuali dovrebbero nascondere il loro orientamento. Il che corrisponde sostanzialmente al Cassano pensiero, centrato sull’inopportunità, da parte degli omosessuali, di manifestare il loro orientamento: “Se ci sono froci, problemi loro”.
Ora, quasi il 30% di un campione rappresentativo di cittadini tra i 18 e i 74 anni significa, approssimando, che circa 14 milioni di italiani la pensano come il calciatore multato. Di qui un dubbio: che si fa? Chiediamo a 14 milioni di italiani di tacere, di non dire ciò che pensano? Oppure introduciamo il reato di omofobia e aspettiamo di multarli tutti uno per uno?».
Marcia dei “no-choice”: un “successo” in ogni caso
“I monti hanno partorito: è nato un ridicolo topo”: questi versi dell’Ars poetica di Orazio potrebbero descrivere molto bene la “Marcia per la Vita” che si è svolta ieri contro la legge 194/1978 sull’aborto.
Roma doveva essere invasa da tanti manifestanti pro-life (o meglio dire “no-choice”) ma invece la Capitale è rimasta insensibile.
C’è da dire che le aspettative c’erano tutte per un “grande evento”. Erano stati predisposti ben 39 autobus da tutte le parti d’Italia, ben 155 associazioni italiane e 22 straniere avevano aderito alla marcia e ben 40 prelati avevano manifestato il loro appoggio con nomi come Angelo Bagnasco, Tarcisio Bertone. Giuseppe Betori. Camillo Ruini, Angelo Scola, Rino Fisichella.