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Nelle scuole francesi una normale ovvietà: la Carta della laicità.

Al ritorno delle vacanze gli studenti francesi hanno trovato affissa sulla bacheca delle proprie scuole la Carta della laicità: uno stringato documento in quindici punti in cui sono ribaditi i valori a cui si ispira la scuola pubblica francese ed in cui oltre a prevedere che la Nazione è laica si sottolinea che «conferisce alla scuola la missione di condividere con gli studenti i valori della Repubblica». A volere fortemente questo documento il ministro dell’Istruzione Vincent Peillon che già aveva proposto l’introduzione di un corso di “morale laica”.

La Carta della laicità non è affatto un documento rivoluzionario e l’articolo 1 prevede solamente che «La Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale. Garantisce l’uguaglianza di fronte alla legge su tutto il territorio di tutti i cittadini. Rispetta tutti i credi».

L’articolo 2 prescrive semplicemente: «La Repubblica laica organizza la separazione tra religione e stato. Lo Stato è neutrale per quanto riguarda la religione o credenze spirituali. Non esiste una religione di Stato».

Secondo l’articolo 3: «La laicità garantisce la libertà di coscienza per tutti. Ognuno è libero di credere o non credere. Consente la libera espressione delle proprie convinzioni, rispettando quelle degli altri nei limiti di ordine pubblico». Continua a leggere

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“Tempi” di minacce in Francia per i sindaci che celebrano i primi matrimoni omosessuali.

Il matrimonio omosessuale è diventato realtà in Francia e si appresta ad esserlo anche nel Regno Unito. A differenza di quanto sta avvenendo oltremanica, i francesi hanno assistito a manifestazioni di protesta nei confronti del governo Hollande che ha esteso l’istituto del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso. Bisogna specificare che Hollande aveva annunciato in campagna elettorale il suo intento di introdurre il matrimonio egualitario e quindi non ha fatto altro che attuare parte del programma con cui si era presentato agli elettori francesi. Anche se la manifestazioni di piazza sono state imponenti, dopo la promulgazione della legge tre francesi su quattro si sono detti stufi di questo genere di proteste che hanno causato anche incidenti.
In Francia – come detto – è stata alta la tensione e la descrive molto bene Leone Grotti su Tempi con un articolo dal titolo “«Se non celebri i matrimoni gay, violenteremo i tuoi figli». La Francia tra minacce e ideologia di genere”. Scrive Grotti: «Nonostante le rassicurazioni del presidente della Repubblica Francois Hollande e del ministro della Giustizia Christiane Taubira, la “libera scelta” del matrimonio gay sta portando all’obbligo di seguire l’ideologia di genere. E chi non fosse d’accordo? Potrebbe finire come Atanase Périfan, vicesindaco del 17mo distretto di Parigi, che dopo essersi appellato all’obiezione di coscienza per non celebrare i matrimoni gay ha ricevuto questa telefonata anonima minatoria: “Se ti rifiuti di celebrare i matrimoni gay, violenteremo i tuoi figli”». Continua a leggere

Matrimonio gay in Francia: la Chiesa è vincente nelle strade ma non è convincente nell’opinione pubblica

La Chiesa francese è riuscita a mobilitare i cattolici contro il progetto di legge del governo Hollande che introdurrebbe il matrimonio per le coppie dello stesso sesso ma non è riuscita a convincere i francesi. Questo, in sintesi, è quanto accaduto in Francia dove due settimane fa cattolici ma non solo sono scesi in piazza per la “Manif pour tous” contro il matrimonio per le coppie gay. Secondo gli organizzatori a scendere in piazza sarebbero state 800mila persone mentre per la polizia erano circa 340mila.
Molto più contenuta la manifestazione di ieri dei sostenitori del progetto di legge del governo Hollande: 400mila secondo gli organizzatori e 125mila per le stime della polizia.
Al di là dei numeri, la Chiesa non è riuscita a convincere gli elettori: Guardian e Telegraph danno notizia che – secondo un sondaggio realizzato da Ifop – il 63 percento dei francesi è a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso con un aumento di tre punti rispetto agli inizi di gennaio.
La legge sarà discussa domani nell’assemblea francese ed in un parlamento dominato dai socialisti ci sono pochi dubbi sulla sua approvazione: «La legge passerà ed anche con una larga maggioranza», così si è espresso il primo ministro Jean-Marc Ayrault.

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Padre Federico Lombardi: «Sì ai matrimoni gay? E perché no alla poligamia?».

Negli Usa tre Stati (Maine, Mariland e Washington) hanno approvato il matrimonio omosessuale, in Francia il governo di Hollande ha presentato un disegno di legge che permetterà anche alle coppie dello stesso sesso di sposarsi ed in Spagna la Corte costituzionale ha rigettato un ricorso che contestava la legge attuale.

Queste notizie hanno creato molto malcontento all’interno della Chiesa cattolica e padre Federico Lombardi (direttore della sala stampa della Santa Sede) con un editoriale su Radio Vaticana (ripreso anche da Tempi) si domanda se il matrimonio omosessuale «corrisponda veramente al sentire delle popolazioni». Sul fatto che il matrimonio per le coppie dello stesso sesso risponda al sentire dei cittadini ci sono pochi dubbi: negli Usa c’è stata addirittura una consultazione referendaria mentre Hollande è stato eletto avendo dichiarato il suo progetto durante la campagna elettorale.

Per padre Lombardi bisogna «conservare una visione della persona e dei rapporti umani in cui il riconoscimento pubblico del matrimonio monogamico fra un uomo e una donna sia una conquista di civiltà. Se no, perché non contemplare anche la poligamia liberamente scelta e, naturalmente, per non discriminare, la poliandria?». Questa tesi era stata sostenuta in Francia anche dal cardinale Barbarin. Continua a leggere

Uccr e la “costruzione della realtà”

I cattolici di Uccr dedicano un articolo alla proposta del neo-ministro dell’Educazione francese Vincent Peillon di introdurre un’ora di “morale laica” nelle scuole francesi.
L’associazione Uccr scrive (senza riportare nessuna fonte neanche secondaria) che «durante quest’ora obbligatoria di laicismo ampio spazio sarà dato all’educazione sessuale, perché “l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere”» (virgolette loro).
Una delle principali regole del giornalismo vuole che la fonte sia sempre riportata ma in questo caso Uccr non riporta dove Vincent Peillon avrebbe detto che «l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere» che sarebbe una frase un po’ criticabile.
Essendomi già occupato della notizia, è facile sapere che la proposta di morale laica è stata fatta dal ministro Peillon al giornale Journal du Dimanche: purtroppo – leggendo l’intervista originale – il ministro non ha mai affermato (e neanche accennato) di dare spazio all’educazione sessuale né tantomeno ha mai detto che «l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere».
Insomma l’associazione cattolica Uccr è passata dal riportare mezze verità a riportare frasi che non sono mai state pronunciate: quale sarà il prossimo passo?
Mi domando: da cattolici non dovrebbero rispettare l’ottavo comandamento che prescrive “Non dire falsa testimonianza”?

Matrimonio omosessuale: le “mezze verità” dei cattolici tradizionalisti dell’Uccr

Quando un soggetto cerca di difendere qualcosa che ritiene importante sarà pronto ad usare tutte le proprie energie ma – purtroppo – col rischio di rendersi ridicolo.
Questo è quanto succede ai membri dell’associazione fondamentalista Unione cristiani cattolici razionali che pubblicano un articolo dal titolo “Psichiatra Italo Carta contrario ad adozione gay: «violenza alla realtà e rischi patologie»“.
Mentre in Italia ancora si discute – soprattutto nello schieramente cosiddetto “progressista” (anche se ci vuole molta immaginazione) – su quale forma di tutela dare alle coppie omosessuali, nella Gran Bretagna del conservatore Cameron e nella Francia del socialista Hollande si parla di introdurre il matrimonio omosessuale (in Paesi dove esistono già i registri delle unioni civili) ed in Francia si discute anche di aprire alle adozioni da parte di coppie omosessuali.

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Sui banchi francesi lezioni di “morale laica” per formare cittadini tolleranti

Il neoministro francese della Pubblica Istruzione Vincent Peillon – intervistato da Journal du Dimanche – ha annunciato che dal prossimo anno scolastico sarà istituito il corso di “morale laica”.
Per il ministro del governo Hollande la morale laica è «capire ciò che è giusto, distinguere il bene dal male ma anche i doveri, nonché i diritti, le virtù e soprattutto i valori». Per il politico transalpino la scuola deve saper insegnare quelle nozioni di moralità universale basate sulle idee di umanità e ragione ma soprattutto deve insegnare la capacità di ragionare, di criticare, di dubitare.

Per Peillon la conoscenza, la dedizione, la solidarietà sono i valori che devono insegnarsi nella scuola che – sempre secondo il ministro – ha un «potere spirituale nella società».

Secondo il politico socialista la morale laica si differenzia dall’educazione civica: la prima consiste nella conoscenza del diritto, delle regole della società e della democrazia mentre la morale laica è la visione di ciò che è giusto e sbagliato, sul rapporto con se stessi e con gli altri, su ciò che fa una vita felice o una vita buona.

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Tempi ed il “vizio della sobrietà”

Sul sito di Comunione e Liberazione Tempi.it si può leggere un interessante articolo dal titolo “Quando la sobrietà diventa vanità e la politica è fatta dai giornalisti” sull’esibizione della morigeratazza da parte dei politici di oggi.

Per l’autore «quando i potenti dimostrano tutta la loro impotenza, allora è il tempo della sobrietà. La sobrietà è una bestia grama, è un po’ come la virtù dell’umiltà, quando dici che ce l’hai la perdi». Di sicuro in un periodo di grande crisi come ora il minimo che un politico debba fare è mostrarsi sobrio ma non è detto che i politici la esercitino in ogni caso: anche Berlusconi era alla guida di un governo impotente ma non ha mai fatto sfoggio di sobrietà.

Per il giornalista di Tempi «i giornali hanno deciso che la sobrietà non esiste se non è contemporaneamente un esempio. La sobrietà va ostentata, esattamente come si faceva con la ricchezza. E con ciò stesso siamo riusciti a vanificarla, a imparentarla con la vanità: il potente che si vantava ostentando ricchezza oggi manifesta la sua potenza ostentando sobrietà. L’ostentazione ha bisogno dei suoi cantori, e i giornalisti si prestano volentieri alla bisogna. Se il capo di Stato della quarta potenza mondiale ha a sua disposizione un aereo e decide di non usarlo per recarsi dalla residenza parigina a quella balneare, sobrietà per sobrietà è bene far sapere a tutti che monsieur François Hollande e la sua compagna per spostarsi hanno preso il treno».
Bisogna dire che la vita privata dei politici (e non solo) è passata spesso al vaglio da parte dei media. Negli Usa (soprattutto da Reagan in poi) questo fenomeno ha assunto un fenomeno così importante che anche il sociologia è stato introdotto il termine di “personal issues” per identificare le questioni attinenti al privato dei politici.
Anche la vecchia Europa ha imparato a conoscere questo fenomeno: il primo esempio di rilievo è stata la principessa Lady Diana il cui rapporto con gli organi di informazione è ben descritto nel libro “La principessa nel paese dei mass media” del sociologo Paolo Mancini.

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