«Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come è concepito oggi non abbia più molto senso. Nelle nostre classi il numero degli studenti stranieri e, spesso, non di religione cattolica tocca il 30%. A questo punto sarebbe meglio adattare l’ora di religione trasformandola in un corso di storia delle religioni o di etica»: a dirlo non è un esponente di Sel o il ministro francese dell’educazione Peillon che aveva proposto di istituire un’ora di “morale laica” ma il ministro dell’istruzione Francesco Profumo.
In effetti dai dati del Ministero dell’Istruzione la percentuale degli alunni stranieri nelle scuole italiane è passata dallo 0,8% del a.s. 1996/97 al 7,9% dell’a.s. 2010/11 con presenze rilevanti di alunni provenienti da nazioni non-cristiane come Cina, India, Marocco e Tunisia.
Secondo l’ultimo dossier sull’immigrazione della Caritas, tra i 700mila alunni figli di genitori stranieri, solo il 20% degli studenti stranieri è di religione cattolica. Il risultato è che, per la prima volta dal 1993, data della prima rilevazione, il numero degli alunni che non partecipano all’ora di religione ha superato il 10%.
Gli ultimi dati ufficiali del Miur sull’adesione all’IRC (insegnamento religione cattolica) sono del 2005 e rivelavano un’adesione nazionale del 93% che scende all’87% alle superiori. Secondo la Cei gli ultimi dati dell’a.s. 2010/2011 rivelano un’adesione nazionale dell’89,8% che scende all’83,7% alla scuola superiore confermando un calo lento ma inesorabile.