I principali quotidiani italiani on line prendendo a riferimento la pubblicazione dell’Annuario statistico italiano di Istat hanno dato notizia dell’aumento delle nozze civili rispetto a quelli religiose. La Repubblica ha titolato “Istat, matrimonio: al Nord rito civile supera quello religioso” scrivendo che «Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (60,2%) ma nelle regioni del Nord quello civile nel 2011 ha operato il sorpasso e prevale con il 51,7% rispetto al 48,3% di quello celebrato in chiesa». Il quotidiano del gruppo editoriale L’Espresso ha intervistato anche la sociologa Chiara Saraceno secondo cui «il matrimonio non è più un sacramento». Anche il Corriere della Sera ha dedicato spazio alla notizia titolando “Al Nord più nozze civili che religiose” e scrivendo che «Secondo l’annuario dell’Istat, in Italia ci si sposa sempre meno e si preferisce sempre più il rito civile a quello religioso». Il Fatto Quotidiano riporta che «Secondo l’annuario dell’Istat, in Italia ci si sposa sempre meno e si preferisce sempre più il rito civile a quello religioso». Continua a leggere
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Il fastidio dei cattolici tradizionalisti dell’Uccr per i “sermoni” ed i “pistolotti” del costituzionalista Stefano Rodotà
Sul blog dei tradizionalisti cattolici dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali, si può leggere un articolo di Giuliano Guzzo dal titolo “I sermoni di Stefano Rodotà e l’ossessione per le nozze gay” che ha come oggetto – come si può dedurre dal titolo – l’attività del politico e giurista Stefano Rodotà sulle nozze gay. Questo articolo su Uccr era stato già pubblicato il 21 luglio sul blog personale di Giuliano Guzzo: ovviamente questo non è un elemento di demerito, anche io pubblico i miei articoli su più fonti.
Nel blog di Uccr, Giuliano Guzzo è definito come “sociologo ed appassionato di bioetica”: quindi c’è da sperare in un intervento di un certo livello.
D’altronde Giuliano Guzzo ha scritto molti articoli su Radici Cristiane, la rivista culturale mensile di ispirazione cattolica fondata da Roberto de Mattei in cui scrivono autorevoli rappresentanti del mondo cattolico come Paola Binetti o Massimo Introvigne. Ricordiamo che Roberto de Mattei, fondatore della rivista Radici Cristiane, è uno storico attualmente docente di Storia Moderna e Storia del Cristianesimo presso l’Università Europea di Roma, istituto della Congregazione dei Legionari di Cristo. Nel passato de Mattei, già vicepresidente del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), è stato al centro di alcune polemiche per aver letto e commentato a Radio Maria un brano dello scrittore cristiano Salviano di Marsiglia, in cui l’autore del V secolo sosteneva che l’Impero romano fosse stato punito da Dio per mezzo delle invasioni barbariche anche a causa del supposto dilagare dell’omosessualità.
Ha suscitato molte polemiche anche un intervento dello stesso de Mattei – sempre su Radio Maria – in cui, con riferimento al terremoto del 2011 in Giappone, sosteneva che le catastrofi naturali possono esigenza della giustizia di Dio.
Ritornando all’articolo di Giuliano Guzzo, Stefano Rodotà è definito come «il vero nemico del matrimonio tra uomo e donna». Giuridicamente parlando – ma anche secondo il buon senso – è impossibile che chi sia a favore del matrimonio omosessuale (o del semplice riconoscimento delle unioni civili) sia un “nemico del matrimonio tra uomo e donna” perché – come ha sentenziato la Corte Costituzionale nella sentenza 138 del 23 marzo 2010 sul matrimonio omosessuale – «La libertà di sposarsi o di non sposarsi, e di scegliere il coniuge autonomamente, riguarda la sfera dell’autonomia e dell’individualità, sicché si risolve in una scelta sulla quale lo Stato non può interferire, se non sussistono interessi prevalenti incompatibili, nella fattispecie non ravvisabili». Perciò il matrimonio omosessuale non lede nessun diritto ed ovviamente non lede il diritto di una coppia eterosessuale a sposarsi liberamente. Continua a leggere
Comunione e Liberazione e coppie gay: poche idee e molto confuse….
Come il Giro d’Italia a maggio, Miss Italia a settembre ed il Festival di Sanremo a febbraio, ad agosto non può mancare (come le zanzare) il meeting dei cattolici di Comunione e Liberazione e la solita sfilata di prelati e politici.
La giornalista di Repubblica Giulia Foschi è andata a chiedere cosa i ciellini ne pensano delle coppie gay e del matrimonio omosessuale.
Certamente chiedere ad un ciellino cosa ne pensa dell’omosessualità è come andare a chiedere ai tifosi della Juve cosa ne pensino dell’Inter e viceversa ma è sorprendente la qualità delle risposte ricevute.
Un ciellino afferma che le coppie gay sono “un male per l’umanità”. Ad essere obiettivi le coppie gay esistono dalla notte dei tempi e non mi sembra che abbiano creati – in questi “pochi” millenni – tanti sfaceli. Invece il sistema di potere creato dal ciellino Formigoni su cui sta indagando la magistratura, forse non sarà un “male per l’umanità” ma di sicuro sarà un male per il nostro Paese.
Un altro ciellino afferma che sono “un rischio per l’avanzamento della specie”.
Se si considera che l’omosessualità è presente – come detto – dalla notte dei tempi e l’umanità ora è più numerosa (forse troppo) che mai, forse questo rischio non è molto fondato. Inoltre allo stesso modo si potrebbe obiettare che se – in una situazione veramente ipotetica – tutti gli uomini e le donne decidessero di diventare preti e suore, l’umanità sarebbe destinata all’estinzione.
Trovato un assegno di 100.000 € negli appartamenti del maggiordomo del papa
Lo Stato della Città del Vaticano ha pubblicato la requisitoria del promotore di giustizia Nicola Piccardi e la sentenza di rinvio a giudizio nei confronti di Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa accusato di furto aggravato.
Ancora è presto per sapere come procederà il processo però è già possibile esprimere alcune riflessioni.
Nella requisitoria si legge che – durante la perquisizione negli appartamenti di Paolo Gabriele – è stato trovato un assegno bancario di 100.000,00 euro intestato a Santidad Papa Benedicto XVI, datato 26 marzo 2012, proveniente dall’Universitad Catolica San Antonio di Guadalupe ed una pepita d’oro indirizzata al papa dal signor Guido del Castillo, direttore dell’ARU di Lima (Perù). Il maggiordomo del Papa si sarebbe limitato a dichiarare che «nella degenerazione del mio disordine è potuto capitare anche questo».
A prescindere da quelle che sono le responsabilità di Paolo Gabriele si resta sbigottiti dalla gestione vaticana di importanti somme di denaro.