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Avvenire: «Bloomberg finanzia i candidati pro nozze gay e contro la vendita delle armi». E meno male…..

Avvenire pubblica un articolo (“Bloomberg offre denaro ai candidati pro nozze gay”) rivelando l’attività da lobbysta del sindaco di New York.
Con queste parole il quotidiano dei vesco italiani descrive l’attività del sindaco magnate: «Il miliardario, indipendente e pragmatico sindaco di New York Michael Bloomberg è disposto a contribuire milioni di dollari per la tua elezione. A patto che tu sottoscriva tre promesse: devi sostenere leggi che rendano più difficile comprare armi, portino a scuole più efficienti e legalizzino le nozze omosessuali».
La notizia non ha nulla di sorprendente: i finanziamenti privati sono una realtà anche in Italia sebbene sia la prassi ed un sistema consolidato negli Usa. Ovviamente un finanziere (come qualsiasi privato cittadino) sarà disponibile a finanziare solo quei candidati che possano appoggiare le proprie istanze: qualora i politici non condividano il punto di vista dei loro sponsor sono liberi di rifiutare.
I finanziamenti dei privati negli Usa sono liberamente consultabili on line in modo che tutti sappiano da chi ricevano i contributi i singoli candidati.
La lobby più potente è la National rifle association che – appoggiando candidati democratici ma soprattutto repubblicani – ha impedito l’adozione di provvedimenti restrittivi nei confronti della vendita delle armi permettendo stragi come il massacro alla Columbine High School in cui morirono quindici persone. Contro questa lobby ed i suoi interessi – messi ben in luce da Michael Moore nel suo Bowling a Columbine – si è schierato il sindaco Bloomberg che ha messo a disposizione un fondo di 15 milioni di dollari per tutti i candidati sensibili alla legalizzazione del matrimonio omosessuale, alla restrizione nell’acquisto di armi ed all’efficienza della scuola.
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Per la Giunta regionale lombarda gli anziani religiosi sono più importanti degli anziani “normali”

La Giunta regionale lombarda ha stanziato la somma di 600.000 € per assistere 103 religiosi non autosufficienti che sono accolti in varie strutture private.
È vero che molti anziani – per situazioni particolari – necessitano di assistenza sanitaria a casa ma questo problema non riguarda solo gli anziani “religiosi” ma gli anziani in genere.
Se per questi 103 anziani religiosi la Giunta regionale lombarda ha stanziato questa somma, cosa viene fatto per gli anziani “normali” che non hanno alle spalle una lobby come la CEI?
Inoltre l’art. 3 della nostra Costituzione non recita che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (…) senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”?
Perché adottare un trattamento privilegiato per i religiosi “anziani” e disinteressarsi degli anziani normali? Hanno forse meno dignità sociale?