Il risultato è noto: il presidente uscente Barack Obama ha vinto contro il repubblicano Mitt Romney.
Il vero sconfitto di queste elezioni non è Romney ma la destra religiosa.
Inutile nascondersi che la Chiesa cattolica sia negli Stati Uniti che in Italia non aveva fatto il tifo per Obama.
La riforma sanitaria di Obama che impone alle aziende di garantire la copertura sanitaria per i propri dipendenti (anche per contraccezione ed aborto) aveva fatto infuriare la Chiesa cattolica americana: le accuse di attentato alla libertà religiosa erano cadute davanti alle varie sentenze delle corti federali.
Inoltre Obama ha sempre sostenuto il diritto per le coppie omosessuali di accedere al matrimonio e l’amministrazione democratica aveva comunicato che non avrebbe più difeso nei vari tribunali il Defense of Marriage Act, una legge federale che definisce il matrimonio come l’unione legale tra un uomo ed una donna. Continua a leggere
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Eni: l’inserzionista “benedetto” (ma inquinante) de L’Osservatore Romano
L’Osservatore Romano è certamente il giornale più autorevole del mondo cattolico: fondato nel 1861 viene diffuso in 129 paesi del mondo in sette lingue.
È il giornale ufficiale della Città del Vaticano e su internet è facilmente leggerlo gratuitamente in formato pdf.
Viene venduto al prezzo di 1 € ed all’interno non ci sono spazi pubblicitari ad eccezione di uno spazio in fondo all’ultima pagina a disposizione di Eni con testimonial il simpatico attore lucano Rocco Papaleo: per la compagnia energetica italiana è ovviamente un’ottima vetrina.
Eni era stata anche tra gli sponsor ufficiali del VII Incontro mondiale delle famiglie tenutosi a Milano dal 1 al 3 giugno alla presenza di papa Benedetto XVI.
Si penserebbe che la Santa Sede – ammettendo Eni come inserzionista unico del proprio quotidiano ufficiale – abbia vagliato l’attività dell’azienda a 360°.
Sebbene nell’area sponsor del sito del VII Incontro mondiale delle famiglie si legge che «la sua azione è orientata alla valorizzazione delle persone, a contribuire allo sviluppo e al benessere delle comunità nelle quali opera, a rispettare l’ambiente, a investire nell’innovazione tecnologica, a perseguire l’efficienza energetica e a mitigare i rischi del cambiamento climatico», il giudizio di Amnesty International sull’azienda italiana è un po’ diverso.