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La stampa tedesca, americana e britannica sulle cose di Cosa nostra.

Matteo Messina DenaroI giornali esteri sono sempre stati attenti al fenomeno della criminalità in Italia e sulle implicazioni sulla politica e gli affari.
In passato il Washington Post aveva messo in luce gli interessi della mafia siciliana sul business delle energie rinnovabili mentre dall’Inghilterra avevano visto l’elezione di Rosario Crocetta a governatore della Regione Sicilia come la risposta del miglior Sud alla cosche di Cosa Nostra. L’agenzia Reuters aveva realizzato un’inchiesta sugli interessi della ‘ndrangheta sulla cocaina e sul calcio mentre, sempre a proposito della criminalità calabrese, il britannico Telegraph giustificava  l’euroscetticismo oltremanica proprio a causa delle “‘ndrine” calabresi. L’Independent , l’Economist ed il New York Times invece si erano soffermati ad analizzare gli interessi della criminalità nel business degli appalti pubblici.
Più recentemente Tom Kington con un articolo sul Guardian si concentra su quello che è il latitante numero uno in Italia: Matteo Messina Denaro. Un mafioso atipico con centinaia di pagine facebook in suo onore che ne esaltano il coraggio. In una di queste pagine si può leggere: «Cosa Nostra agisce per i poveri e gli oppressi cercando, a suo modo, di riparare ai torti».
Un mafioso atipico secondo Kington che crede di operare nel giusto e vede sé stesso come un filosofo, un eroe popolare ed un seduttore. Continua a leggere

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Vento di mafia: Il Washington Post accende i riflettori sulla “eco-criminalità” siciliana

Ritorna l’attenzione della stampa internazionale sulla criminalità nel nostro Paese. Questa volta è il prestigioso quotidiano statunitense Washington Post ad evidenziare gli interessi della mafia nel business delle energie rinnovabili con un articolo di Anthony Faiola “Sting operations reveal Mafia involvement in renewable energy”.
Dalle indagini dei magistrati italiani emerge una criminalità organizzata sempre più moderna capace d’infiltrarsi in profondità nel settore delle energie rinnovabili (solare ed eolico) allettata anche dai finanziamenti statali.
La Sicilia a causa della sua posizione geografica ha più sole e vento rispetto alle altre regioni italiane e perciò è il territorio ideale per i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche: negli ultimi dieci anni ha ricevuto miliardi di euro di finanziamenti per questo tipo di impianti, un fatto che di certo non è passato inosservato alle cosche mafiose dell’isola. Attualmente un terzo degli impianti eolici – assieme a molti impianti fotovoltaici – è stato sequestrato dai magistrati che hanno congelato più di due miliardi di euro ed arrestato decine di boss mafiosi, politici corrotti ed imprenditori legati alla criminalità: le indagini nel campo delle energie rinnovabili proseguono dalla Sardegna alla Puglia.
Secondo Teresa Maria Principato, procuratore aggiunto incaricato della squadra antimafia di Palermo: «Cosa Nostra si sta adattando, acquisendo conoscenze più avanzate in nuovi settori come le energie rinnovabili, che sono diventati più redditizi grazie alle sovvenzioni governative. Si sta gettando un’ombra sulla nostra industria delle energie rinnovabili». Continua a leggere

The Independent: il ponte sullo Stretto di Messina è un ponte verso il nulla

Il prestigioso quotidiano britannico The Independent dopo l’articolo sulla criminalità a Napoli torna a concentrarsi sulle vicende del nostro Paese: questa volta con un articolo di Michael Day sul ponte di Messina, l’opera faraonica in cantiere da decenni che dovrebbe unire la Sicilia alla Calabria.
La maggior parte degli osservatori pensa che l’opera non sarà mai realizzata eppure, pur non esistendo nulla “tra Scilla e Cariddi”, i vari progetti sono costati più di 600 milioni di euro (con cui magari si sarebbero costruiti tanti ponticelli più piccoli).
Il governo Prodi nel 2006 aveva definitivamente abbandonato il progetto ma due anni dopo Berlusconi lo rimise nell’agenda delle “grandi opere” da realizzare.
Si pensava che l’austero Monti accantonasse nuovamente il progetto di quello che molti definiscono il “ponte fantasma” ma invece il governo ha continuato a sostenere finanziariamente l’opera.
Al The Independent Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, afferma: «A vincere in questo caso è solo la lobby pro-ponte». Proprio la lobby degli affaristi, secondo Michael Day, sarebbe la spiegazione del sostegno dell’esecutivo italiano all’infrastruttura: ad essere interessati alla realizzazione sono per la maggior parte esponenti del Pdl, partito fondamentale nel sostegno al governo Monti. Continua a leggere

The Independent: «Napoli, una città dove la vita costa poco».

In Via dello Stelvio, nel quartiere di Secondigliano a nord di Napoli, si possono ancora vedere le macchie di sangue. La vittima, lo spacciatore di droga Gennaro Spina, 26 anni, però non sarà ricordato per molto tempo. Nella zona conosciuta come il supermarket della droga d’Italia, i residenti sono più preoccupati per evitare l’inclusione nella lista crescente di coloro vittime del fuoco incrociato.

«La vita è a buon mercato qui», dice Pasquale Scherillo, il proprietario di una scuola guida nella strada adiacente. «Vuoi sapere come a buon mercato? Ieri, quando hanno ucciso l’ultimo, le persone portavano i loro figli a vedere».

«Stavano lì con i bambini, permettendo loro di guardare, con il sangue che copre la testa».

Forse “fuoco incrociato” è un termine improprio. Quando, il 6 dicembre di otto anni fa, Dario, l’incensurato fratello ventiseienne del signor Scherillo è stato ucciso non lontano dal loro ufficio da due uomini armati, i proiettili erano rivolti a lui. Dario Scherillo ha semplicemente avuto la sfortuna di possedere un motorino che era della stessa marca e colore di quello appartenente ad un pusher locale, il cui omicidio era stato ordinato da un boss della camorra.

Il 15 del mese scorso il numero delle vittime tra i passanti innocenti ha raggiunto un punto di riferimento preoccupante. Lo studente Pasquale Romano, 35 anni, è stato il 160esimo ad essere ucciso per errore dalla camorra dal 1980, dopo che uomini armati hanno sparato 14 volte, mentre lui sedeva nella sua Renault Clio vicino a Marianella.

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