Dalle urne è uscito un quadro politico molto complicato: il Partito democratico ha la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera ma al Senato è necessaria un’alleanza con il Movimento 5 Stelle che al momento sembra restio all’idea di unirsi al partito di Bersani. Proprio quest’ultimo ha lanciato al gruppo di Beppe Grillo una proposta di governo basata su un programma articolato in otto punti.
Questo piano ha suscitato la nervosa reazione del giornale dei vescovi italiani Avvenire che ha reagito con il corsivo “Quanto zelo, segretario!”.
Non si può certo dire che i cattolici possano dirsi contenti del risultato delle urne. Il movimento Scelta civica di Mario Monti, pur avendo ricevuto l’appoggio addirittura dell’Osservatore Romano, ha ottenuto solo il 9,13 per cento delle preferenze al Senato aggiudicandosi 18 seggi e l’8,3 alla Camera riuscendo a far eleggere 37 deputati. Risultati miseri per il cattolicissimo Udc che ha ottenuto alla Camera solo l’1,78 per cento delle preferenze mentre il movimento cattolico di Magdi Cristiano Allam è stato votato solo dallo 0,12 per cento dagli elettori. Insomma una situazione per i cattolici così drammatica che anche Famiglia Cristiana scrive di «un’Italia senza cattolici». Continua a leggere
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Il falso problema di Mario Monti: “I temi etici non sono urgenti come il rilancio dell’economia”.
La discesa in campo di Mario Monti alle prossime politiche ha acceso il dibattito sui diritti civili e sulle questioni etiche. Su questi temi il programma dell’attuale presidente del Consiglio è abbastanza carente e nella sua agenda si limita ad affermare che «il rifiuto del populismo e dell’intolleranza, il superamento dei pregiudizi nazionalistici, la lotta contro la xenofobia, l’antisemitismo e le discriminazioni sono il denominatore comune delle forze europeiste». Il professor Monti, forse a causa dell’appoggio avuto dal Vaticano, dimentica che le forze europeiste hanno anche altre priorità: infatti nella seduta del Parlamento europeo del 12 dicembre è stata approvata la risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione europea e per quanto riguarda le discriminazioni legate all’orientamento sessuale, fra l’altro, si invitano gli Stati membri ad inserire nelle loro legislazioni «altre forme di reato generato dall’odio, compreso quello fondato sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’espressione di genere» ed «ad adottare legislazioni penali che vietino l’istigazione all’odio sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere». Il Parlamento europeo inoltre «ritiene che i diritti fondamentali delle persone LGBT sarebbero maggiormente tutelati se esse avessero accesso a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio; plaude al fatto che sedici Stati membri offrano attualmente queste opportunità e invita gli altri Stati membri a prendere in considerazione tali istituti». Continua a leggere
Commissione europea sull’Ici: illegale l’esenzione accordata alla Chiesa.
«La Commissione europea ha giudicato incompatibili con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato le esenzioni concesse agli enti non commerciali per fini specifici, previste dal 2006 al 2011 dal regime italiano di imposte comunale sugli immobili (ICI)»: si chiude in questo modo la procedura d’infrazione aperta dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per aiuti di Stato per l’esenzione accordata agli immobili del settore no profit (spesso riconducibili alla Chiesa) in cui, a dispetto della loro missione, si svolgeva attività commerciale.
Così come riportato in un comunicato della Commissione europea, la procedura d’infrazione era stata avviata «a seguito di una serie di denunce nelle quali si affermava che l’Italia aveva concesso contributi statali illegali ad enti non commerciali che svolgono anche attività commerciali». Questi contributi sarebbero stati concessi «sotto forma di esenzione dell’imposta comunale sugli immobili (“ICI”) per i fabbricati utilizzati per attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, culturali, didattiche, ricreative, ricettive, sportive e per attività di religione e di culto».
Perciò in via preliminare la Commissione europea aveva ritenuto che le disposizioni sull’Ici avrebbero potuto «concedere un vantaggio selettivo alle attività commerciali dei beneficiari» e «costituire pertanto aiuto di Stato in base alle norme UE». La Commissione si chiedeva se almeno alcune delle attività svolte dagli enti non commerciali in questione potevano «essere considerate commerciali» e quindi «essere in concorrenza con quelle svolte da prestatori di servizi commerciali». Infatti essendo questi ultimi soggetti ad imposizione fiscale normale, l’esecuzione dall’ICI sembrava costituire un vantaggio ingiusto per gli enti non commerciali. Continua a leggere
Il ministero dell’Economia presenta un nuovo regolamento sul pagamento dell’Imu da parte della Chiesa: ultima tappa?
Dopo la seconda bocciatura da parte del Consiglio di Stato del regolamento attuativo dell’Imu per quanto riguarda gli immobili commerciali, il ministero dell’Economia ha varato un nuovo decreto che stabilisce le modalità di pagamento dell’imposta.
La questione è altamente spinosa perché riguarda molti immobili religiosi ad uso commerciale in cui alle volte si svolge anche attività no-profit.
Il ministero dell’Economia ha recepito le osservazioni del Consiglio di Stato compiendo un dietrofront rispetto al precedente testo in cui si stabiliva che le attività senza fine di lucro, che permettono l’esenzione Imu, potessero essere svolta in via diretta o indiretta. Nell’attuale testo invece si esplicita all’articolo 3 che sono considerate attività non commerciali quelle in cui da statuto vi è «il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’ente, in favore di amministratori, soci, partecipanti, lavoratori o collaboratori».
Qualora un’attività no profit dovesse ottenere dei guadagni vi è «l’obbligo di reinvestire gli eventuali utili e avanzi di gestione esclusivamente per lo sviluppo delle attività funzionali al perseguimento dello scopo istituzionale di solidarietà sociale».
In questo modo sono tutelate quelle attività in cui si svolge una mera attività assistenziale (dormitori, mense Caritas, etc.).
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Imu alla Chiesa: la “serenità” del mondo cattolico alla decisione del Consiglio di Stato.
«Quanto all’Imu attendiamo con serenità e disponibilità le determinazioni del Governo per chiarire definitivamente tale questione. Come ho avuto modo di dire più volte, non pagare le tasse è peccato»: in questo modo il presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Angelo Bagnasco affrontava a settembre, con un’intervista su Tempi, il tema del pagamento dell’Imu da parte della Chiesa.
Toni distensivi quelli usati da Bagnasco lasciando intendere che i vescovi si sarebbero rimessi a qualsiasi decisione proveniente dalle autorità italiane.
All’indomani della decisione del Consiglio di Stato che di fatto ha bocciato il testo del governo che in pratica esentava i beni ecclesiastici dal pagamento dell’Imu, le reazioni del mondo cattolico non sono però così concilianti.
La decisione di Palazzo Spada era nell’aria e tutto verteva sulla definizione di “no profit” stabilita dal governo che era stata messa in luce un articolo de La Repubblica.
Come ben sintetizza Massimo Calvi in un articolo su Avvenire «una scuola “per ricchi” del centro, ad esempio, può reinvestire i proventi delle rette in una scuola in un quartiere popolare anziché intascarsi gli utili. È in questo senso che si parla di “profitto sociale”».
La spiegazione è corretta di quello che era l’approccio del governo ma – a ben pensarci – le osservazioni del Consiglio di Stato sono pertinenti. Continua a leggere
Imu e Chiesa. Il Consiglio di Stato: «Questa esenzione non s’ha da fare».
A ottobre il Consiglio di Stato aveva respinto il regolamento che avrebbe dovuto stabilire le nuove modalità di pagamento dell’imposta per gli immobili religiosi ad uso commerciale: i giudici avevano bocciato il provvedimento perché elencava le casistiche in cui sarebbe scattata l’esenzione dell’Imu rendendo – di fatto – nulla l’applicazione del tributo. Per questo motivo non era possibile usare un semplice regolamento di attuazione ma è necessario un altro decreto avente forza di legge.
Il governo ha varato un nuovo decreto ed un nuovo regolamento che – pur estendendo l’area di esenzione dell’Imu – è formalmente valido.
Il Consiglio di Stato lo ha quindi approvato nella forma ma lo ha giudicato insoddisfacente rispetto ai parametri europei.
Proprio ieri il governo dichiarava che la disposizione è «in linea con gli orientamenti più volte espressi dal governo e con le richieste dell’Unione europea»: oggi il Consiglio di Stato ha smentito Palazzo Chigi.
Il punto sono i requisiti per definire gli immobili come non commerciali e quindi non assoggettabili all’Imu. Secondo Palazzo Spada questi parametri non sono in grado di rispondere alle obiezioni europee nella procedura d’infrazione aperta nei confronti del nostro Paese per aiuti di Stato.
Secondo i giudici della giustizia amministrativa è necessario definire meglio il concetto di attività no profit facendo riferimento «al carattere di attività economica come definito dal diritto dell’unione Europea». Continua a leggere
Imu alla Chiesa. “Vorrei ma non posso”: il governo Monti affetto dalla “sindrome di Fonzie”.
Il governo Monti sembra affetto dalla cosiddetta “sindrome di Fonzie” dal nome del motociclista protagonista della fortunata sitcom americana Happy Days.
Infatti come il simpatico personaggio interpretato da Henry Winkler era totalmente incapace ad ammettere di essersi sbagliato o di chiedere scusa, allo stesso modo il nostro esecutivo “tecnico” non riesce proprio a far pagare l’Imu alla Chiesa.
A febbraio il presidente del Consiglio aveva annunciato che anche i beni immobili commerciali riconducibili alla Chiesa avrebbero pagato l’oneroso tributo. Il provvedimento era stato inserito nel cosiddetto decreto liberalizzazioni ed un successivo regolamento avrebbe solamente dovuto stabilire le modalità di pagamento dell’imposta soprattutto per quei beni in cui l’attività commerciale non è esclusiva ma si svolgeva assieme ad un’attività no profit.
Da allora è cominciata la “sindrome di Fonzie” visto che fino a settembre non si è vista traccia di questo regolamento attuativo con il rischio (che ormai sta diventando certezza) che la Chiesa non pagasse l’Imu nel 2013.
Il ministero dell’Economia ha presentato il regolamento ad ottobre ma spingendosi ben oltre quelli che erano i confini. In questo regolamento erano presenti una serie di casistiche in cui scattava l’esenzione dell’Imu rendendo – di fatto – nulla l’applicazione del tributo.
Il Consiglio di Stato – che doveva esaminarlo – lo aveva bocciato perché non era solo un regolamento attuativo ma aveva contenuti che – per essere validi – dovevano essere presenti in un decreto con forza di legge. Continua a leggere
Imu. “Tempi” di non preoccuparsi per la Compagnia delle opere
La questione del pagamento dell’Imu tiene sempre alta l’attenzione del mondo cattolico che – anche su pressione dell’Ue – potrà pagare il tributo per quegli immobili che si svolge attività commerciale.
Tempi – a riguardo – ha intervistato Marco Masi, presidente della Cdo opere educative, branca della Compagnia delle opere che associa circa 520 scuole non statali di ogni ordine e grado in tutta Italia.
Secondo Masi «il governo ha confermato l’esenzione degli edifici religiosi, ma l’ha confermata per gli enti (anche no profit) che svolgono attività commerciale. Ora si aspettano precisazioni su cosa si intenda per “attività con modalità non commerciali”, ci potrebbero andare di mezzo le scuole paritarie che per l’ordinamento italiano sono costrette a chiedere una retta».
Masi continua con l’idea che « l’attività scolastica di una scuola paritaria senza scopo di lucro deve essere considerata come non commerciale anche ai fini fiscali».
Resta da capire – così come afferma Masi – come si possa considerare “no profit” un ente che svolga attività commerciale. A parte ciò è condivisibile l’idea che « l’attività scolastica di una scuola paritaria senza scopo di lucro deve essere considerata come non commerciale anche ai fini fiscali».
Infatti è della stessa idea il governo Monti che – come riporta Il Sole 24 Ore – ha stabilito che sono esentate dall’Imu le scuole paritarie, gli ospedali convenzionati e le strutture ricettive che ospitano soggetti svantaggiati: a patto però di percepire rette simboliche o a titolo gratuito. Questo è quanto prevede l’art. 9, comma 6 del Dl n. 174 sugli enti locali pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 10 ottobre.
Allora per quale motivo la Compagnia delle opere si preoccupa tanto? Sarebbe bastato leggere Il Sole 24 Ore per fugare ogni dubbio.
Il mercato delle bici “tira la volata” all’economia italiana nel disinteresse dei nostri politici
Dal 5 al 6 otobre si terrano a Reggio Emilia gli “Stati generali della bicicletta e della mobilità nuova”: una iniziativa promossa da Anci, Legambiente e Fiab a favore della mobilità ecologica.
Gli organizzatori hanno invitato anche leader di partito ed esponenti di governo che hanno fatto sapere di non essere interessati (forse – come fa notare Paolo Pinzuti su Il Fatto Quotidiano – erano troppo impegnati ad omaggiare Sergio Marchionne).
A prescindere dalla (in)sensibilità politica dei nostri leader, è opportuno ricordare che quest’anno per la prima volta dal dopoguerra si sono vendute più biciclette che automobili: 1.750.000 biciclette contro 1.748.143 automobili.
Forse i nostri politici – troppo abituati ad autoblu – non hanno molta considerazione per questo mezzo di trasporto a cui l’Italia – voglia o no – è profondamente legato.
Infatti il nostro Paese non è solo la terra di grandissimi marchi automobilistici (Ferrari, Maserati, Lamborghini, Isotta Fraschini, Lancia, Alfa Romeo) ma anche di grandi “Ferrari delle due ruote”. Bianchi, Colnago, Pinarello, Olmo, De Rosa: sono dei marchi di biciclette di grandissimo prestigio.
Ad esempio il “britannicissimo” ciclista Bradley Wiggins del Team Sky ha vinto l’ultimo Tour de France e le Olimpiadi proprio su una bici Pinarello. Continua a leggere
Berlusconi ritorna in campo: un ottuagenario a Palazzo Chigi?
Nel 2013 gli Italiani saranno chiamati alle urne per votare il nuovo parlamento (XVII legislatura) che dovrà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e che dovrà appoggiare il nuovo esecutivo.
Attualmente lo schieramento di centrosinistra non è in grado di indicare chi possa essere il leader designato per l’incarico di Primo Ministro sebbene il più papapile resta il segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani. Nel centrodestra si ritorna a fare il nome di Silvio Berlusconi sebbene da più parti si voglia un esecutivo guidato nuovamente da Mario Monti. Improbabili outsider potrebbero essere Matteo Renzi e Luca Cordero di Montezemolo.
Miracolo italiano: scompare l’Imu alla Chiesa
A febbraio sembrava che la questione dell’esenzione Ici agli immobili appartenenti alla Chiesa cattolica fosse risolta.
Dopo tre mesi dal suo insediamento a Palazzo Chigi Mario Monti aveva annunciato che anche la Chiesa avrebbe pagato l’Imu sugli immobili che svolgono attività commerciale ed – in merito alle scuole private – aveva indicato anche i parametri in base a cui considerare “non commerciali” le scuole. «L’attività paritaria è valutata positivamente se il servizio è assimilabile a quello pubblico»: così aveva dichiarato il presidente del Consiglio.
Lo stesso Monti aveva inviato la norma alla Commissione Ue in modo che si chiudesse la procedura di infrazione aperta nei confronti del nostro Paese in quanto l’esenzione Ici agli immobili della Chiesa cattolica venivano considerati come “aiuti di stato” e come tali vietati.