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Homovox: “Questo matrimonio (gay) non s’ha da fare”. Ne sono stati fatti 1000 al mese.

-Sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia la battaglia è stata molto accesa ed alla “pugna” ha preso parte anche la stessa stampa italiana. Uno dei “leit motiv” più frequenti di chi si oppone al matrimonio per le coppie gay è: sposarsi non importa neanche agli stessi omosessuali.
Uno dei media più attivi nell’opporsi al progetto voluto dal governo Hollande è stato Tempi che ha ospitato spesso la voce di quegli omosessuali contrari al matrimonio per le coppie per lo stesso sesso. Leone Grotti intervista Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, un collettivo di omosessuali: «Rappresentiamo la maggioranza dei francesi omosessuali ma non ci ascoltano. Non vogliamo il matrimonio, perché non siamo come le coppie eterosessuali, che possono fare figli». De Williencourt aggiunge: «In Francia ci censurano, si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma la maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro e non ci rappresenta». Continua a leggere

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Quei conservatori degli omosessuali britannici.

David CameronDavid Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale.
La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”.
Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)». Continua a leggere

Lo Utah depenalizza le convivenze poligamiche: la strana interpretazione dei cattolici italiani.

Massimo IntrovigneNello Utah le leggi dello Stato proibivano le convivenze poligamiche ma – una sentenza del 13 dicembre 2013 del Tribunale Federale presieduta dal giudice Clark Waddoups ha dichiarato tali norme lesive del diritto alla privacy e della libertà religiosa.
Come riporta il Los Angeles Times la causa era stata intentata da Kody Brown, star del reality tv “Sister Wives”. Brown ha quattro “mogli” ed assieme hanno 17 figli ma è sposato legalmente solo con la prima, Meri Brown.
Il tema della poligamia ha forti implicazioni religiose perché – nello Stato dello Utah – è praticata dai mormoni più tradizionalisti: la convivenza poligamica comporta un solo certificato di matrimonio mentre eventuali mogli “supplementari” rappresentano relazioni basate sulla religione e – come tali – protette dalla Costituzione ma senza alcun riconoscimento pubblico.
Il giudice Waddoups ha sentenziato che non vi è alcun “diritto fondamentale” a praticare la poligamia mentre è incostituzionale proibire la religiosa coabitazione poligamica.
Jonathan Turley, un avvocato di Washington che difendeva la famiglia Brown, ha definito storica la sentenza: «L’importanza di questa decisione è che per la prima volta nella storia dello Stato, una famiglia plurale può essere pubblicamente quello che è in privato. La legge imponeva a queste famiglie di vivere come una menzogna. Queste famiglie dello Utah doveva fingere che non erano una famiglia plurale per evitare indagini e procedimenti giudiziari». Continua a leggere

Bimba affidata a coppia omosessuale: uno “scandalo” per il mondo cattolico.

Solo in Italia la notizia dell’affidamento temporaneo di una bambina di tre anni ad una coppia omosessuale a cui era legata da rapporti affettivi poteva creare tante polemiche e discussioni.
Non basta che la coppia sia definita dai servizi sociali che hanno esaminato il caso come stabile e affidabile (anche economicamente) e non basta che il provvedimento sia temporaneo e che la bimba potrà continuare a frequentare la madre: per il mondo cattolico tutto questo è uno “scandalo”.
Il primo intervento non viene da un esponente cattolico ma “laico” come l’ex parlamentare del Pd Mario Adinolfi: «Ho una figlia di tre anni, esattamente la stessa età della bimba che il tribunale dei minori di Bologna ha deciso di affidare a una coppia di omosessuali. Credo di comprenderne alcune dinamiche psicologiche in maniera piuttosto approfondita e mi trovo d’accordo con il procuratore minorile della Repubblica che, concentrata sul benessere della bimba piuttosto che su ottenere uno spot sui giornali, si era detta radicalmente contraria all’affido della treenne alla coppia gay ritenuta “non all’altezza”». Si apprende con piacere che Adinolfi oltre che esperto di poker è anche esperto di psicologia dell’infanzia. Continua a leggere

La miope “catto-sociologia” di Avvenire

Per fortuna ci pensa il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire a rivelarci che l’Italia è nella top ten del rispetto per quanto riguarda l’omofobia: «L’Italia un paese intollerante? Dove i gay sono visti con diffidenza e discriminati? Falso. Al netto dell’acida propaganda ideologica, che ci vorrebbe “omofobi”, l’Italia appare come un paese sereno e accogliente. Tre italiani su quattro, oggi, non sono ostili nei confronti della persone omosessuali e meno di uno su cinque li ritiene un problema», così scrive Umberto Folena sul quotidiano della Conferenza episcopale italiana. Continua Folena: «A dimostrarlo è un’indagine condotta a livello mondiale, in ben 39 paesi di tutti i continenti, dal Pew Research Center. Una ricerca che riserva alcune conferme e parecchie sorprese, dando un’energica spallata a non pochi luoghi comuni. L’Italia, per cominciare. Abituati a stazionare nelle retrovie delle classifiche mondiali d’ogni genere, stavolta occupiamo una lusinghiera ottava posizione (in rimonta). Ad accettare serenamente le persone omosessuali è il 74% della popolazione; meno sereno è ancora il 18; il rimanente 8 non ritiene di dover esprimere alcun parere». Insomma sembra proprio che non sia necessaria nessuna legge che contrasti l’omofobia e questa opinione è confermata da un editoriale pubblicato sullo stesso quotidiano in cui si legge: «L'”omofobia”, e tutto ciò che con questo termine oggi s’intende, è insopportabile. Perché nessuna violenza e nessuna discriminazione possono essere mai accettate. Ma la strategia tesa a garantire una super-tutela alle persone omosessuali c’entra proprio poco con il rifiuto di violenza e discriminazione (soprattutto in un Paese come l’Italia che – l’abbiamo documentato ieri, pubblicando i recentissimi dati del “Pew Resarch Center” – è tra i primi dieci al mondo per rispetto di queste stesse persone)». Sebbene Avvenire dia notizia solo ora di questo studio in questo blog ne avevamo scritto a giugno. Continua a leggere

Caro Francesco, bocciato in diritto costituzionale

Interviene a gamba tesa papa Francesco nella politica italiana con un messaggio alla Settimana Sociale dei cattolici italiani. Lo fa scagliandosi contro il matrimonio per le coppie dello stesso sesso e richiamandosi addirittura alla Costituzione della Repubblica italiana. Queste le parole del papa: «La Chiesa offre una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. In questa realtà riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana».
Il riferimento è al comma primo dell’articolo 29 della Costituzione della Repubblica italiana che così recita: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
Ci sono forti dubbi sul fatto che i nostri Padri Costituenti nella scrittura di questo articolo si siano ispirati al Libro della Genesi ma – per evitare illazioni – è utile considerare quanto ha rilevato la Corte costituzionale (che forse la Costituzione la conosce meglio del papa) nella sentenza 138/2010 in merito alla presunta incostituzionalità del divieto di matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Continua a leggere

Matrimonio per le coppie dello stesso negli Stati Uniti: a che punto siamo?

Il 2013 è stato certamente un anno importante per i sostenitori del matrimonio per le coppie dello stesso sesso. In Europa è diventato realtà in Francia e Regno Unito (ad eccezione della Scozia e dell’Irlanda del Nord) ed in Uruguay e Brasile per quanto riguarda il Sud America. Inolre in Oceania la Nuova Zelanda è diventato quest’anno il primo Paese a prevedere questo istituto.
Situazione più complessa per quanto riguarda gli Stati Uniti dove la decisione se permettere alle coppie dello stesso sesso di sposarsi appartiene ai singoli Stati. Attualmente sono 13 gli Stati federali dove è permesso il matrimonio omosessuale e nel 2013 Rhode Island, Delaware e Minnesota. A livello federale la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionale il Doma (Defense of Marriage Act), una legge voluta dal presidente Bill Clinton che obbligava il governo federale a considerare matrimoni solo le unioni fra persone di sesso diverso. Essendo dichiarato incostituzionale il Doma, il matrimonio omosessuale, a livello fiscale, viene riconosciuto a livello federale ed anche in quegli Stati dove non è previsto. Continua a leggere

La Nuova Bussola Quotidiana contro la “propaganda omosessualista” della Bcc: e quella cattolica della Rai?

cbbcIn Gran Bretagna è stato approvato – dopo lunghe discussioni – il matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
La Bbc, nel suo canale dedicato ai bambini Cbbc (Children Bbc), ha lanciato un nuovo programma rivolto ai più piccoli “Marrying Dad and Dad” in cui figli di coppie omosessuali organizzano il matrimonio (sino ad ora unione civile) dei loro genitori: a differenza che in Italia, nel Regno Unito si prende atto della realtà delle famiglie omosessuali (presenti anche in Italia) nella programmazione dedicata ai più piccoli.
Contro questa realtà tuona Gianfranco Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana: «La propaganda è sempre stata l’arma del potere. Lo sapeva bene uno che se ne intendeva, come il genio malefico di Adolf Hitler, quando sosteneva “che con l’uso abile e insistente della propaganda perfino il paradiso può essere presentato alle persone come un inferno, e la vita più miserabile come un paradiso”. Mai come oggi ciò appare tragicamente vero».
Amato continua: «Questa nuova moderna propaganda omosessualista, che arriva ad utilizzare il mezzo televisivo per condizionare le giovani menti, è la cifra di una società profondamente malata. Una società che arriva a voler perdere i propri figli; che sembra accecata dalla prospettiva nichilista di un “cupio dissolvi”; che pare voler accelerare la propria dissoluzione attraverso l’imposizione violenta di una nuova e fatale dittatura dell’anomalia». Continua a leggere

“Cristiani perseguitati o discriminati in Europa e negli Usa? Non facciamo la figura degli idioti”: parola di arcivescovo.

Rowan Williams e papa Benedetto XVISpesso da parte del mondo cattolico si sente parlare di cristiani perseguitati o discriminati. Il riferimento non avviene – come sarebbe anche opportuno – solo per i fatti tragici che stanno sconvolgendo l’Egitto ma ogni pretesto è buono per parlare di “cristianofobia”.
Il deputato “ultracattolico” del Pdl Carlo Giovanardi non ha perso occasione per parlare di cristiani imbavagliati nel caso in cui si arrivasse ad un testo di legge contro l’omofobia ed addirittura esiste un osservatorio (l’Oidce) sui presunti casi di intolleranza e discriminazione a cui sarebbero sottoposti i cristiani in Europa. Mancato riconoscimento dell’obiezione di coscienza sui matrimoni omosessuali (non solo per gli ufficiali dello stato civile ma anche per chi offre servizi per le cerimonie), esistenza di leggi contro i crimini d’odio che incitano alla violenza, divieto di protestare davanti gli ospedali in cui si praticano aborti o di fermare le donne che si stanno recando nelle strutture sanitarie per abortire: tutti questi sarebbero – per il controverso osservatorio – alcuni dei casi di “discriminazione ed intolleranza” contro i cristiani. Addirittura per l’Oidce sarebbero esempi di “intolleranza” verso i cristiani l’impossibilità – per le comunità religiose – di non rispettare i regolamenti edilizi, le discussioni sui privilegi che gode la Chiesa cattolica nei vari Paesi e l’impossibilità per i gestori di hotel o B&B di rifiutare coppie dello stesso sesso. La libertà di religione quindi sarebbe un valore supremo che, secondo il segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati mons. Dominique Mamberti, dovrebbe essere difeso in ogni circostanza nonostante per la Corte europea dei diritti dell’uomo la libertà religiosa può essere limitata in presenza di interessi maggiori. Continua a leggere

Una notizia per il Forum delle associazioni familiari: la famiglia omosessuale aiuta anche quella eterosessuale.

Mentre gli altri Paesi approvano il matrimonio per le coppie dello stesso sesso, in Italia ci si limita a discutere di riconoscimento delle unioni civili con alcuni interventi favorevoli anche dal centrodestra.
Contro questi interventi si è scagliata l’associazione politica di orientamento cattolico Forum delle associazioni familiari con una lettera aperta pubblicata sul giornale dei vescovi italiani Avvenire.
L’associazione definisce il mancato riconoscimento delle unioni omosessuali come un «ipotetico torto» a danno di «cosiddetti diritti civili negati» e si domanda se tali diritti siano veramente negati: «Ma sono davvero negati, questi diritti? E quali? Il diritto ad amarsi? Il diritto a convivere? Il diritto a non avere i propri redditi assommati nel computo delle imposte? Il diritto a nessun obbligo giuridico di mantenimento verso alcuno?». Per fortuna in Italia non è la legge che stabilisce chi amare e con chi convivere: per quanto riguarda il «diritto a non avere i propri redditi assommati nel computo delle imposte» o il «diritto a nessun obbligo giuridico di mantenimento» bisogna specificare che questa situazione riguarda anche le tante coppie eterosessuali che decidono di non sposarsi sebbene persista – sia per le coppie etero che per quelle omosessuali – l’obbligo di mantenimento verso i figli. Continua a leggere

Michael Bloomberg: “Le regole religiose non dovrebbero mai dettare le leggi della società”

Michael Bloombergdi Michael Bloomberg, attuale sindaco di New York

In tutta Europa e negli Stati Uniti il sostegno per il matrimonio omosessuale è in crescita e per un semplice motivo: è coerente con la promessa democratica di pari diritti per tutte le persone. Fino a quando il governo avrà il compito di rilasciare le licenze di matrimonio, tutte le coppie – a prescindere dal loro orientamento sessuale – meritano pari dignità davanti alla legge.

Credo che sia solo una questione di quando – e non di se – il matrimonio omosessuale sarà accettato come parte normale e legale delle società democratiche. Qui negli Stati Uniti il cambiamento sta avvenendo rapidamente. Due anni fa, ho contribuito a spingere per il matrimonio dello stesso sesso a New York e siamo stati in grado di approvare una legge con sostegno bipartisan.

Allora, abbiamo discusso molto su questioni che il parlamento britannico ha preso in considerazione nel corso delle ultime settimane e mesi – inclusa la questione se le confessioni religiose sarebbero state costrette a celebrare i matrimoni omosessuali e se “unioni civili” fossero sufficienti per le coppie dello stesso sesso. Alla fine, la maggior parte dei nostri legislatori hanno convenuto che le unioni civili avrebbero relegato le coppie dello stesso sesso ad uno status inferiore e che in sede di approvazione delle licenze di matrimonio il governo non avrebbe dovuto discriminare tra i sessi. Inoltre, la legge è stata scritta per garantire che nessuna confessione religiosa sarebbe stata costretta a solennizzare un matrimonio in violazione delle sue convinzioni. E dal momento che la legge è stata approvata, nessuna confessione lo è stata.

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19 marzo, festa del papà. Un papà repubblicano scopre che il figlio è gay e si schiera per il matrimonio omosessuale

Senatore Robert PortmanNegli Stati Uniti il presidente Obama si è espresso esplicitamente a favore dell’abolizione del Doma, la legge che definisce il matrimonio come l’unione tra uomo e donna ed esclude le coppie gay dai benefici fiscali riservati invece alle coppie eterosessuali.
Il consenso a favore del matrimonio omosessuale cresce all’interno degli Stati Uniti ed anche all’interno dello stesso Partito repubblicano.
Tra gli ultimi ad esprimersi in ordine di tempo a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso c’è il senatore dell’Ohio Rob Portman, primo membro del Partito Repubblicano al Senato a manifestare il suo favore. Il politico ha citato un fatto personale ossia la scoperta che il proprio figlio 21enne Will è gay.
In un commento sul Columbus Dispatch in questo modo il senatore Portman ha espresso il suo punto di vista: «Sono giunto a credere che se due persone sono disposte a fare un impegno di amarsi e sostenersi a vicenda nella buona e nella cattiva sorte per tutta la vita, il governo non dovrebbe negare loro la possibilità di sposarsi».
Con queste parole Rob Portman ha raccontato la scoperta dell’omosessualità del figlio: «Due anni fa, mio figlio, una matricola del college, ha detto a mia moglie Jane ed a me che è gay. Ha detto che lo sapeva da qualche tempo e che il suo orientamento sessuale non è una cosa che ha scelto, ma era semplicemente una parte di ciò che egli è. Jane ed io siamo orgogliosi di lui per la sua onestà e il coraggio. Siamo rimasti sorpresi di apprendere che è gay ma sapevamo che era sempre la stessa persona che era sempre stato. L’unica differenza è che ora abbiamo avuto un quadro più completo del figlio che amiamo. Continua a leggere

Mentre a Roma si vota per il papa, nel Colorado si è votato a favore delle unioni civili per le coppie gay

La Chiesa cattolica da sempre si oppone al matrimonio per le coppie dello stesso sesso o al riconoscimento delle unioni civili e proprio mentre 115 cardinali stanno scegliendo chi sarà il prossimo pontefice, dallo Stato americano del Colorado arriva un’altra vittoria per la comunità Lgbt: infatti il suo Parlamento ha approvato le unioni civili per le coppie omosessuali. I Democratici si erano mobilitati per questa legge che è stata approvata dopo una battaglia politica durata tre anni.
Si tratta di una piccola rivincita per le coppie omosessuali nello Stato che aveva proibito sette anni fa il matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
La legge ora aspetta la firma del governatore democratico John Hickenlooper: una volta siglata, il Colorado diventerà l’ottavo Stato americano a garantire pari diritti alle coppie omosessuali attraverso le unioni civili mentre altre nove Stati già permettono il matrimonio gay.
Questa vittoria arriva in uno Stato che tradizionalmente viene considerato come conservatore sebbene nel corso degli ultimi anni sia diventato più liberale: infatti alle elezioni dello scorso anno i cittadini del Colorado hanno assegnato il loro Parlamento ai Democratici che hanno eletto come “speaker” della Camera, Mark Ferrandino, il primo uomo politico del Colorado a dichiararsi omosessuale.
Nel frattempo il consenso a favore del matrimonio per le coppie omosessuali cresce anche tra i Repubblicani: 80 esponenti del partito, tra cui il famoso attore e regista Clint Eastwood, hanno chiesto di legiferare a favore delle coppie dello stesso sesso.
Eastwoord è residente in California, uno stato che, come il Colorado, limita il matrimonio solo alle coppie eterosessuali: queste disposizioni potrebbero essere dichiarate incostituzionali nei prossimi mesi dalla Corte suprema degli Stati Uniti. Inoltre, secondo un recente sondaggio, anche nel conservatore Stato della California la maggioranza dei cittadini (61 per cento) è a favore del matrimonio per le coppie gay.

Dai cattolici americani la richiesta di un cambiamento all’interno della Chiesa

Il pontificato di Benedetto XVI si avvia alla sua conclusione e da molte parti ci si interroga su quale strada percorrerà la Chiesa cattolica sotto il nuovo papa.
Dallo studio dell’istituto privato di studi politici, economici e sociali americano “Pew Research Center” emerge che la maggior parte dei cattolici americani vogliono un cambiamento all’interno della Chiesa.
Nonostante il 51 per cento pensa che la Chiesa debba mantenersi ferma sulla tradizione (contro il 46 che ritiene che debba percorrere nuove direzioni), il 58 per cento vedrebbe positivamente la possibilità ai preti di sposarsi (il 35 per cento invece pensa che sia una cattiva idea). Il 60 per cento auspica che il nuovo papa provenga da un Paese in via di sviluppo.
La maggior parte dei cattolici americani (74 per cento) ha un giudizio positivo nei confronti di Benedetto XVI ma il favore è sceso rispetto al 2008 quando l’83 per cento dei cattolici americani apprezzava l’operato di Ratzinger: all’inizio del suo pontificato il favore era solo del 67 per cento.
La maggior parte dei cattolici americani (67 per cento) pensa che Benedetto XVI abbia fatto ben poco per contrastare i casi di abusi sessuali nella Chiesa, ad aprile 2008 questa percentuale era del 40 per cento.
Il 55 per cento pensa che abbia agito bene per quanto riguarda le relazioni con le altre religioni sebbene questa percentuale sia scesa dall’aprile 2008 quando sette cattolici su dieci avevano un giudizio positivo su questa parte del pontificato di Ratzinger. Continua a leggere

La coda di “Paglia” della Chiesa: timidissima apertura e sensibile dietrofront sui diritti delle coppie omosessuali

Monsignor Vincenzo PagliaDopo la presa di posizione del presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Angelo Bagnasco che aveva definito un «baratro» l’approvazione del matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia, interviene monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia.
Il prelato chiude al matrimonio tra omosessuali affermando che il matrimonio «è unicamente quello tra un uomo e una donna» ed a dirlo «non c’è solo la Chiesa, ma anche la Costituzione italiana».
Bisogna ricordare che la Costituzione non vieta affatto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. La Corte costituzionale si è espressa già con la sentenza 138/2010. Mancando nell’articolo 29 della Costituzione la previsione che il matrimonio debba essere contratto solo tra persone di sesso diverso i giudici della Corte costituzionale sottolinearono che «come risulta dai citati lavori preparatori, la questione delle unioni omosessuali rimase del tutto estranea al dibattito svoltosi in sede di Assemblea, benché la condizione omosessuale non fosse certo sconosciuta. I costituenti, elaborando l’art. 29 Cost., discussero di un istituto che aveva una precisa conformazione ed un’articolata disciplina nell’ordinamento civile. Pertanto, in assenza di diversi riferimenti, è inevitabile concludere che essi tennero presente la nozione di matrimonio definita dal codice civile entrato in vigore nel 1942, che, come sopra si è visto, stabiliva (e tuttora stabilisce) che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso». Continua a leggere

Silvio Berlusconi a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso?

Silvio BerlusconiOrmai in piena campagna elettorale, Silvio Berlusconi viene intervistato dal direttore di Rtl Fulvio Giuliani che – a fronte dei dati Istat in cui emerge che diminuiscono i matrimoni ed aumentano le coppie di fatto – domanda al leader del Pdl se queste ultime, ivi comprese le coppie omosessuali, debbano avere gli stessi diritti delle coppie sposate. Berlusconi, manifestando di essere a favore, risponde che è necessario avere una maggioranza in Parlamento che possa cambiare il codice civile.
La risposta di Berlusconi non è pertinente alla domanda posta che riguardava le coppie di fatto. Affinché siano garantiti i diritti delle coppie di fatto (anche omosessuali) non è necessaria nessuna modifica al codice civile ma è sufficiente una semplice legge ordinaria (sul modello dei Pacs francesi, dei Eingetragene Lebenspartnerschaft in Germania, delle Civil partnership nel Regno Unito e così via).
La modifica al codice civile è necessaria solamente in caso di matrimonio per le coppie dello stesso sesso in modo da cambiare gli articoli 90, 107, 143, 156, 249, 294, 299 del Codice civile così come previsto dal disegno di legge n. 5338 presentato dall’onorevole Di Pietro e altri.
Perciò resta il dubbio se Berlusconi, pur essendo stato per tre volte presidente del Consiglio, sappia la differenza esistente in termini di legge tra riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto ed introduzione del matrimonio omosessuale.
Nel caso invece Berlusconi, accennando alle modifiche da fare al Codice civile, voglia dirsi a favore del matrimonio omosessuale farebbe un sensibile “dietro front” rispetto al suo intervento il 26 febbraio 2011 al congresso dei Cristiano riformisti in cui affermava: «Finché governeremo noi non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, cosi come non saranno mai possibili le adozioni di bambini per le coppie omosessuali».

Il falso problema di Mario Monti: “I temi etici non sono urgenti come il rilancio dell’economia”.

Mario MontiLa discesa in campo di Mario Monti alle prossime politiche ha acceso il dibattito sui diritti civili e sulle questioni etiche. Su questi temi il programma dell’attuale presidente del Consiglio è abbastanza carente e nella sua agenda si limita ad affermare che «il rifiuto del populismo e dell’intolleranza, il superamento dei pregiudizi nazionalistici, la lotta contro la xenofobia, l’antisemitismo e le discriminazioni sono il denominatore comune delle forze europeiste». Il professor Monti, forse a causa dell’appoggio avuto dal Vaticano, dimentica che le forze europeiste hanno anche altre priorità: infatti nella seduta del Parlamento europeo del 12 dicembre è stata approvata la risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione europea e per quanto riguarda le discriminazioni legate all’orientamento sessuale, fra l’altro, si invitano gli Stati membri ad inserire nelle loro legislazioni «altre forme di reato generato dall’odio, compreso quello fondato sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’espressione di genere» ed «ad adottare legislazioni penali che vietino l’istigazione all’odio sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere». Il Parlamento europeo inoltre «ritiene che i diritti fondamentali delle persone LGBT sarebbero maggiormente tutelati se esse avessero accesso a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio; plaude al fatto che sedici Stati membri offrano attualmente queste opportunità e invita gli altri Stati membri a prendere in considerazione tali istituti». Continua a leggere

Il Regno Unito del Conservatore Cameron sulla strada di approvare il matrimonio per le coppie dello stesso sesso

David CameronAll’indomani del discorso dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola secondo cui «il giudizio morale sulle leggi si è andato sempre più trasformando in un problema di libertà religiosa», il Regno Unito del conservatore David Cameron si sta avviando sulla strada di introdurre il matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso.
La proposta di legge sarà annunciatà dal segretario alla Cultura Maria Miller la prossima settimana mentre arriverà in Parlamento a gennaio.
La principale novità consiste nella possibilità per le coppie omosessuali di sposarsi anche nei luoghi di culto qualora i sacerdoti delle diverse confessioni acconsentano: restano delle protezioni legali per quelle chiese, moschee e sinagoghe che non vogliono sposare coppie gay per motivi di fede.
Cameron ha scelto di non ascoltare il parere dei conservatori più tradizionalisti del suo partito e si preannuncia una battaglia in parlamento con almeno 130 conservatori che sono decisi a votare contro il piano: ovviamente aspra sarà la battaglia con la Chiesa anglicana e quella cattolica.
David Cameron ha detto: «Sono un grande sostenitore del matrimonio e non voglio che i gay siano esclusi da una grande istituzione. Ma lasciatemi essere assolutamente chiaro al cento per cento, se c’è qualche chiesa o una sinagoga o moschea che non vuole avere un matrimonio gay non sarà, assolutamente non deve, essere costretta a celebrarlo. Questo è assolutamente chiaro nella legislazione. Inoltre vorrei mettere in chiaro che si tratta di un voto libero per i membri del Parlamento, ma personalmente sarà chiaro che lo sosterrò». Continua a leggere

Tempi: “Cosa succederà fra dieci anni con l’introduzione del matrimonio gay?” Niente di apocalittico.

Benedetta Frigerio su Tempi dedica un articolo agli effetti del matrimonio omosessuale in Canada prendendo come spunto un contributo pubblicato sul sito dell’istituto di ricerca Witherspoon di Princeton di Bradley Miller, professore alla Princeton University e alla Western University dell’Ontario: un’analisi, come si legge su Tempi, «sugli effetti sociali che avrebbe l’introduzione di un’altra forma di matrimonio nelle democrazie occidentali». È molto difficile che questo studio possa essere applicato nel contesto europeo e soprattutto italiano perché lo stesso professor Miller scrive che «Ci sono, naturalmente, importanti differenze culturali e istituzionali tra gli Stati Uniti e il Canada e, come avviene in ogni sistema politico, molto dipende dalle azioni degli attori politici locali e culturali. Vale a dire, non è necessariamente sicuro supporre che le esperienze canadesi verranno replicato qui (negli Usa, ndr)».
Se l’esperienza canadese potrebbe non ripetersi negli Usa a maggior ragione è difficile pensare che avrà gli stessi effetti nel vecchio continente.
Secondo Miller al momento «Ogni dichiarazione di disaccordo sul matrimonio per le persone dello stesso sesso è quindi considerata una manifestazione di odio verso una minoranza sessuale». Bisogna rilevare che questo aspetto attiene la sfera culturale e non giuridica. Ciascuno potrà interpretare il parere sfavorevole verso il matrimonio omosessuale come frutto di omofobia oppure come il frutto di un pacato ragionamento. È necessario far presente che fintanto che dal mondo cattolico si paragonerà il matrimonio omosessuale alla pedofilia, si assoceranno gli omosessuali ai nazisti, saranno considerati “disturbati” i figli dei gay e da parte della dottrina cattolico verrà ritenuto legittimo addirittura non concedere in affitto una casa agli omosessuali, è difficile che il dibattito sul matrimonio omosessuale possa uscire dalla contrapposizione esistente.
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UK. Il cancelliere dello Scacchiere George Osborne: «I Repubblicani hanno perso per le posizioni sui temi etici».

Con un articolo di oggi sul Times il cancelliere dello Scacchiere britannico (carica paragonabile al nostro ministro delle Finanze) George Osborne si dice favorevole – come già avevano fatto altri suoi colleghi di governo al matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
Il politico conservatore ha analizzato i motivi secondo cui Obama avrebbe sconfitto Romney alle elezioni: i Repubblicani pur forti su temi come l’economia avrebbero perso consenso su temi sociali come l’aborto (alienandosi il voto delle donne) ed il matrimonio omosessuale (perdendo consenso tra i giovani).

Le parole di Osborne sono la conseguenza dell’esito referendario negli Usa dove il matrimonio per le coppie dello stesso sesso è stato approvato negli Stati del Maine, Maryland e Washington.
Ben prima delle elezioni americane un altro membro del governo Cameron – il ministro degli Esteri William Hague – alla conferenza annuale del partito a Birmingham aveva detto che il Paese aveva cambiato posizione su temi come il matrimonio omosessuale e bisognava prenderne atto: «Il partito conservatore ha avuto successo nel corso dei secoli perché riflette gli atteggiamenti sociali del tempo».

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Alessandra Mussolini: «Favorevole al matrimonio gay».

Negli Stati Uniti le elezioni presidenziali non solo hanno portato al secondo mandato di Barack Obama ma anche all’approvazione del matrimonio omosessuale negli Stati del Maine, Mariland e Washington: inoltre gli elettori del Minnesota hanno respinto la proposta di inserire nella costituzione il divieto al matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
Le notizie positive per la comunità lgbt non sono mancate anche in Europa: infatti la Corte costituzionale spagnola ha dichiarato costituzionale il matrimonio omosessuale per le coppie dello stesso sesso che era stato approvato durante il governo Zapatero ed il popolare Mariano Rajoy ha dichiarato che manterrà in vigore la legge.
L’ultima notizia positiva per la comunità lgbt arriva dalla Francia dove il governo Hollande ha varato il matrimonio omosessuale con possibilità di adozione: il provvedimento sarà vagliato dal Parlamento a gennaio ma – a parte eventuali sorprese – diventerà legge considerata la forte maggioranza del leader socialista all’interno dell’assemblea.
L’Italia purtroppo si conferma fanalino di coda in materia di diritti civili: la Commissione Giustizia della Camera ha infatti bocciato il testo di legge contro l’omofobia. Continua a leggere

E se la dottrina cattolica legittimasse poligamia, poliandria ed incesto?

L’istituzione del matrimonio omosessuale ha sempre riscosso critiche all’interno del mondo cattolico che spesso ha paventato che l’approvazione del matrimonio omosessuale possa portare alla poligamia o all’incesto.

In sei paesi Ue (Belgio, Spagna, Svezia, Portogallo, Danimarca e Paesi Bassi) le coppie dello stesso sesso hanno la possibilità di sposarsi mentre in altri stati è possibile accedere alle unioni civili.

In Francia il governo Hollande ha in programma di approvare il matrimonio anche per le coppie omosessuali ed a riguardo il cardinale Barbarin aveva paventato che il provvedimento di Hollande «porterà a innumerevoli conseguenze. Dopo, ci sarà chi vorrà trasformare la coppia in una relazione a tre o a quattro. Poi, un giorno, è possibile che il divieto di incesto verrà abolito».

Il paragone tra matrimonio omosessuale era stato fatto anche dal candidato alle primarie del Partito repubblicano Rick Santorum secondo cui se si permette il matrimonio gay sulla base di un sentimento generico, allora non c’è ragione per vietare quello poligamico: una boutade che non deve avergli portato molta fortuna visto l’esito delle primarie americane.

Proprio riprendendo il pensiero del politico repubblicano, Tempi con un articolo di Benedetta Frigerio propone – alla vigilia del referendum sul matrimonio omosessuale nel Maine, Maryland, Minnesota e Washington – un articolo sulle unioni poligamiche negli Usa titolando “Il matrimonio gay è roba vecchia, ora negli Usa si fanno strada i poliamori” mettendo in relazione – come Marco Tosatti su La Stampa – unioni omosessuali e poligamiche.

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I ridicoli “perché” dei cattolici per opporsi alle unioni civili

Gli attivisti dell’associazione cattolica Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) pubblicano un articolo sulle unioni civili raccogliendo vari interventi (tutti – ad eccezione di uno – da Avvenire) contrari a questa introduzione.

Gli uccrociati riportano un articolo di Avvenire secondo cui le unioni civili sono richieste da coloro che «in nome di una libertà assoluta rifiuta il matrimonio (anche solo civile), che avrebbe il torto di regolarizzare il rapporto, ma cui va stretta anche la convivenza, che non dà alcun riconoscimento pubblico. Per chi, in definitiva, non accetta le responsabilità e i doveri di un vero matrimonio (civile o religioso che sia), ma ne esige tutti i diritti, nei confronti del partner, dei figli e dell’intera società. Diverso il caso delle coppie gay, che non sono spinte dalle stesse motivazioni ma che cercano con tale attestato di chiamare “matrimonio” la loro unione e “famiglia” la loro convivenza». Continua a leggere

Regno Unito. L’arcivescovo emerito di Canterbury: «Omosessuali come i nazisti».

Il progetto di David Cameron di introdurre il matrimonio omosessuale nel Regno Unito sta suscitando aspre reazioni di una parte del mondo religioso.

Alle polemiche si è unito anche Lord Carey, precedente arcivescovo di Canterbury. L’alto prelato ha detto che così come gli oppositori al matrimonio omosessuale anche gli ebrei erano chiamati all’inizio semplicemente “bigotti” dai nazisti. Per Lord Carey «quello è stato solamente il primo passo verso uno stato totalitario: dobbiamo resistergli e fare tesoro della nostra democrazia e della nostra eredità cristiana». Queste parole sono state pronunciate nel corso di una manifestazione contro l’introduzione del matrimonio omosessuale che si è tenuta a Birmingham: a questo evento hanno partecipato – secondo il quotidiano britannico The Independent – all’incirca 500 persone.

Le parole di Lord Carey hanno provocato la reazione di Ben Summerskill, attivista del movimento per i diritti gay Stonewall. Summerskill ha così commentato: «Le persone omosessuali sono ben consapevoli delle conseguenze della Shoah per ovvi motivi e quando qualcuno scende a questo livello di retorica da l’idea che non abbia argomenti molto potenti su cui contare. Lord Carey ha perfettamente diritto ad avere la sua visione e noi la rispettiamo. Questa è l’opinione di molte persone della sua generazione e noi la accettiamo ma confrontare Cameron a Hitler è solo triste, oltre ad essere del tutto inappropriato» aggiungendo «Questa discussione è già persa, questo non significa che il dibattito non sarà aspro quando sarà il momento ma sorprende che non abbiano argomentazioni più convincenti».

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L’attore britannico Stephen Fry: “Introdurre il matrimonio omosessuale è un segno di libertà religiosa”.

Stephen John Fry è un comico, attore, scrittore, autore televisivo, regista e sceneggiatore britannico molto popolare nel Regno Unito.

Per la campagna di Out4Marriage mirata ad introdurre nel Regno Unito il matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso ha pubblicato un monologo di tre minuti.

Nel suo monologo Fry ha accusato la Chiesa britannica di ascoltare le menzogne degli estremisti sul matrimonio gay.

Dice Fry: «La cosa più importante per me è chiarire l’equivoco che la parità di diritti per il matrimonio gay non significa costringere i sacerdoti o chierici di ogni religione per sposare le persone nelle loro chiese se non vogliono» aggiungendo «Quelli contro il matrimonio gay disinformano affermando che noi andremmo dai preti a dire “Tu reverendo sei obbligato a celebrare questo matrimonio gay nella tua chiesa” ma questo non è vero».

Infatti – ricorda Fry – la Chiesa non ammette di sposare le persone che sono divorziate sebbene sia possibile civilmente e mai nessuno ha mai imposto o preteso il matrimonio religioso per i divorziati.

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Puppato (Pd): ”Gay, diritti civili sono diritti umani”. Ma quali?

«I diritti civili dei gay sono diritti umani: credo che nel momento in cui dobbiamo certificare la nascita di una famiglia anche con una forma diversa rispetto a quella che avevamo in mente, possa essere fatto lo sforzo di accettare che quella famiglia sia considerata tale»: ad esprimersi in questo modo è Laura Puppato, capogruppo Pd alla Regione Veneto e unica donna (per il momento) in corsa alle primarie del centrosinistra intervistata da RepubblicaTv.
È purtroppo significativo che esponenti del Pd considerino uno “sforzo” ed un'”accettazione” l’estensione di diritti anche alla comunita lgbt soprattutto considerando che ci sono a riguardo due convenzioni europee, una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, due risoluzioni del parlamento europeo, una sentenza della Corte costituzionale ed una sentenza della Corte di cassazione.
Inoltre non serve certamente “certificare la nascita di una famiglia” perché – come ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza 138/2010 – la famiglia è una “società naturale” perché ha «dei diritti originari e preesistenti allo Stato». Continua a leggere

Il ministro britannico Maria Miller: “La libertà religiosa non deve impedire l’accesso a tutti al matrimonio civile”

Dal giornale britannico The Independent il neo ministro conservatore per le Pari opportunità Maria Miller respinge le speranze dei gruppi religiosi secondo cui il governo Cameron era pronto a rimandare o ad accantonare la proposta di introdurre il matrimonio anche per le coppie omosessuali.
Avendo assunto l’incarico di ministro solamente il 4 settembre è la prima volta che Maria Miller esprime il suo punto di vista sul matrimonio omosessuale che – secondo il neo ministro – deve essere legalizzato per preservare «l’orgogliosa storia di libertà e di equità» della Gran Bretagna.
Il ministro ha ribadito che deve essere rispettata la libertà religiosa ma ciò non deve impedire di aprire a tutti il matrimonio civile.
Questa presa di posizione è un duro colpo per quei parlamentari conservatori che si oppongono all’introduzione del matrimonio omosessuale e speravano che la sua nomina nel rimpasto di governo al posto della democratica-liberale Lynne Featherstone fosse un segnale che il governo si apprestava a cambiare idea e ritardare il piano: infatti nel 2008 Maria Miller aveva votato a sfavore del piano per permettere a coppie dello stesso sesso di accedere a trattamenti di fecondazione assistita.
La legislazione dovrebbe essere introdotta in Parlamento il prossimo anno, al momento del discorso della Regina. Continua a leggere

Consigliere comunale di Brighton espulsa dai Verdi per “discriminazione religiosa”

Tempi.it dà notizia di un caso di “discriminazione religiosa” nei confronti di un consigliere comunale britannico.

Christina Summers è consigliere comunale di Brighton (una cittadina di 150.000 abitanti sulla costa meridionale della Gran Bretagna) ed apparteneva al Partito dei Verdi.
Il consigliere aveva sottoscritto un documento del partito a favore dell’«uguaglianza di tutte le persone, senza distinzione di razza, colore, sesso, orientamento sessuale, religione, origine sociale o di qualsiasi altro pregiudizio» ma successivamente aveva votato contro una mozione a favore della legalizzazione dei matrimoni omosessuali.
Per questo motivo un comitato interno al partito ha proposto di espellerla dai Verdi. Christina Summers avrebbe spiegato che «essere in disaccordo con il matrimonio gay non significa essere contrari all’uguaglianza di tutte le persone» ipotizzando che ci fosse un fine discriminatorio.
È il caso di chiarire cosa si intende per “discriminazione”. Un partito non è una istituzione pubblica ma un’associazione di persone che condividono la stessa visione su questioni fondamentali o su temi specifici riguardanti la società. Ogni partito avrà una propria politica (decisa dai componenti dello stesso partito) ed ovviamente chi non la condivide potrà anche essere espulso.

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Matrimonio omosessuale: le “mezze verità” dei cattolici tradizionalisti dell’Uccr

Quando un soggetto cerca di difendere qualcosa che ritiene importante sarà pronto ad usare tutte le proprie energie ma – purtroppo – col rischio di rendersi ridicolo.
Questo è quanto succede ai membri dell’associazione fondamentalista Unione cristiani cattolici razionali che pubblicano un articolo dal titolo “Psichiatra Italo Carta contrario ad adozione gay: «violenza alla realtà e rischi patologie»“.
Mentre in Italia ancora si discute – soprattutto nello schieramente cosiddetto “progressista” (anche se ci vuole molta immaginazione) – su quale forma di tutela dare alle coppie omosessuali, nella Gran Bretagna del conservatore Cameron e nella Francia del socialista Hollande si parla di introdurre il matrimonio omosessuale (in Paesi dove esistono già i registri delle unioni civili) ed in Francia si discute anche di aprire alle adozioni da parte di coppie omosessuali.

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Il fastidio dei cattolici tradizionalisti dell’Uccr per i “sermoni” ed i “pistolotti” del costituzionalista Stefano Rodotà

Sul blog dei tradizionalisti cattolici dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali, si può leggere un articolo di Giuliano Guzzo dal titolo “I sermoni di Stefano Rodotà e l’ossessione per le nozze gay” che ha come oggetto – come si può dedurre dal titolo – l’attività del politico e giurista Stefano Rodotà sulle nozze gay. Questo articolo su Uccr era stato già pubblicato il 21 luglio sul blog personale di Giuliano Guzzo: ovviamente questo non è un elemento di demerito, anche io pubblico i miei articoli su più fonti.
Nel blog di Uccr, Giuliano Guzzo è definito come “sociologo ed appassionato di bioetica”: quindi c’è da sperare in un intervento di un certo livello.
D’altronde Giuliano Guzzo ha scritto molti articoli su Radici Cristiane, la rivista culturale mensile di ispirazione cattolica fondata da Roberto de Mattei in cui scrivono autorevoli rappresentanti del mondo cattolico come Paola Binetti o Massimo Introvigne. Ricordiamo che Roberto de Mattei, fondatore della rivista Radici Cristiane, è uno storico attualmente docente di Storia Moderna e Storia del Cristianesimo presso l’Università Europea di Roma, istituto della Congregazione dei Legionari di Cristo. Nel passato de Mattei, già vicepresidente del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), è stato al centro di alcune polemiche per aver letto e commentato a Radio Maria un brano dello scrittore cristiano Salviano di Marsiglia, in cui l’autore del V secolo sosteneva che l’Impero romano fosse stato punito da Dio per mezzo delle invasioni barbariche anche a causa del supposto dilagare dell’omosessualità.
Ha suscitato molte polemiche anche un intervento dello stesso de Mattei – sempre su Radio Maria – in cui, con riferimento al terremoto del 2011 in Giappone, sosteneva che le catastrofi naturali possono esigenza della giustizia di Dio.

Ritornando all’articolo di Giuliano Guzzo, Stefano Rodotà è definito come «il vero nemico del matrimonio tra uomo e donna». Giuridicamente parlando – ma anche secondo il buon senso – è impossibile che chi sia a favore del matrimonio omosessuale (o del semplice riconoscimento delle unioni civili) sia un “nemico del matrimonio tra uomo e donna” perché – come ha sentenziato la Corte Costituzionale nella sentenza 138 del 23 marzo 2010 sul matrimonio omosessuale«La libertà di sposarsi o di non sposarsi, e di scegliere il coniuge autonomamente, riguarda la sfera dell’autonomia e dell’individualità, sicché si risolve in una scelta sulla quale lo Stato non può interferire, se non sussistono interessi prevalenti incompatibili, nella fattispecie non ravvisabili». Perciò il matrimonio omosessuale non lede nessun diritto ed ovviamente non lede il diritto di una coppia eterosessuale a sposarsi liberamente. Continua a leggere

Matrimonio omosessuale. Rosy Bindi: «Gli omosessuali abbiano la fantasia di inventarsi un “loro” matrimonio». E se lo facessero veramente?

Simpatico (ma non troppo) siparietto tra Rosy Bindi (presidente del Pd e vicepresidente della Camera dei Deputati) ed un esponente omosessuale di Sel che le ha chiesto «Presidente, perché non vuole che mi sposi?». La risposta dell’esponente del Pd è stata «Io ti auguro di fare quello che vuoi ma in questo paese c’è la Costituzione».
La questione costituzionale è stata affrontata dalla Corte con la sentenza 138/2010. La disposizione dell’art. 29 della Costituzione stabilisce, nel primo comma, che «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», e nel secondo comma aggiunge che «il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare». Alcuni ritengono che l’espressione “società naturale” identifichi la famiglia eterosessuale mentre per la Corte Costituzionale «con tale espressione, come si desume dai lavori preparatori dell’Assemblea costituente, si volle sottolineare che la famiglia contemplata dalla norma aveva dei diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo doveva riconoscere» ed inoltre che «i concetti di famiglia e di matrimonio non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei princìpi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi».
Per la Corte Costituzionale «come risulta dai citati lavori preparatori, la questione delle unioni omosessuali rimase del tutto estranea al dibattito svoltosi in sede di Assemblea, benché la condizione omosessuale non fosse certo sconosciuta. I costituenti, elaborando l’art. 29 Cost., discussero di un istituto che aveva una precisa conformazione ed un’articolata disciplina nell’ordinamento civile. Pertanto, in assenza di diversi riferimenti, è inevitabile concludere che essi tennero presente la nozione di matrimonio definita dal codice civile entrato in vigore nel 1942, che, come sopra si è visto, stabiliva (e tuttora stabilisce) che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso». Continua a leggere

Le amicizie ambigue (e “riparatorie”) su facebook dei politici cattolici

Il web ha aiutato a ridurre il divario tra cittadini e politici e molti parlamentari ormai hanno i loro siti, le loro pagine facebook ed i loro account twitter (che spesso sono gestiti non direttamente dai politici ma dalle loro segreterie).

In questo modo i cittadini possono rivolgersi direttamente ai membri del Parlamento ed interagire on line.

Un politico aperto ad interagire online sarà disposto ad avere tra i propri “amici” di Facebook anche persone di cui ignora effettivamente l’identità o l’attività.

Questo è il caso degli onorevoli Rocco Buttiglione e Paola Binetti dell’Udc e Carlo Giovanardi del Pdl che – tra i loro amici di facebook – annoverano tale “Adamo Creato”.

È opportuno fare un passo indietro. “Adamo Creato” è un sedicente ex-gay (nome di fantasia) nato nel blog cattolico fanatico Uccr.
Nel blog Uccr doveva raccontare la sua storia di ragazzo “uscito dall’omosessualità” ed è intervenuto quattro volte nel blog per poi scomparire.
La sua poco credibile storia era riuscita a meritarsi anche l’attenzione de Il Fatto Quotidiano che gli aveva dedicato un articolo.

Ovviamente si tratta palesemente di un prodotto costruito a tavolino considerato che questo personaggio – nei vari articoli scritti su Uccr – affrontava vari argomenti con nozioni (sbagliate) di genetica, psicologia, neurobiologia, storia dei diritti civili, religione, medicina, storia del diritto americano e politologia: molto difficile che tutto questo possa provenire da una sola persona.

Lo strumento per “uscire” dall’omosessualità – per Adamo Creato – sono le “teorie riparative” di Joseph Nicolosi: teorie sconfessate dall’Apa (American Psychological Association) e dalla comunità scientifica internazionale dopo ponderati studi.

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Comunione e Liberazione e coppie gay: poche idee e molto confuse….

Come il Giro d’Italia a maggio, Miss Italia a settembre ed il Festival di Sanremo a febbraio, ad agosto non può mancare (come le zanzare) il meeting dei cattolici di Comunione e Liberazione e la solita sfilata di prelati e politici.
La giornalista di Repubblica Giulia Foschi è andata a chiedere cosa i ciellini ne pensano delle coppie gay e del matrimonio omosessuale.
Certamente chiedere ad un ciellino cosa ne pensa dell’omosessualità è come andare a chiedere ai tifosi della Juve cosa ne pensino dell’Inter e viceversa ma è sorprendente la qualità delle risposte ricevute.

Un ciellino afferma che le coppie gay sono “un male per l’umanità”. Ad essere obiettivi le coppie gay esistono dalla notte dei tempi e non mi sembra che abbiano creati – in questi “pochi” millenni – tanti sfaceli. Invece il sistema di potere creato dal ciellino Formigoni su cui sta indagando la magistratura, forse non sarà un “male per l’umanità” ma di sicuro sarà un male per il nostro Paese.
Un altro ciellino afferma che sono “un rischio per l’avanzamento della specie”.
Se si considera che l’omosessualità è presente – come detto – dalla notte dei tempi e l’umanità ora è più numerosa (forse troppo) che mai, forse questo rischio non è molto fondato. Inoltre allo stesso modo si potrebbe obiettare che se – in una situazione veramente ipotetica – tutti gli uomini e le donne decidessero di diventare preti e suore, l’umanità sarebbe destinata all’estinzione.

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Cattolici Uccr: “non serve legalizzare le unioni gay”. L’opinione della Consulta.

Il blog uccrociato ci delizia con un’altro articolo dal titolo Nuovo studio: matrimoni gay più instabili e probabili al divorzio.

Il succo dell’articolo è molto semplice: le coppie omosessuali divorzierebbero più facilmente e quindi c’è il dubbio se varrebbe la pena regolamentare delle unioni che sono destinate a fallire. L’ipotesi non è da buttar via e vale la pena di essere approfondita.

Gli uccrociati riportano la notizia che – dopo l’approvazione del matrimonio omosessuale da parte dello stato di New York «gli impiegati nel business dei matrimoni della Grande Mela si sono lamentati per il flop rispetto alle aspettative». Gli uccrociati hanno spesso dato segnali tangibili di avere qualche problema di lettura e di analisi e credo che i sintomi stiano diventando sempre più preoccupanti.
Prima di tutto – tra i motivi per cui introdurre il matrimonio omosessuale – certamente non rientra la soddisfazione economica degli operatori nel settore dei matrimoni: i risvolti economici dell’introduzione dei matrimoni omosessuali – seppur da considerare – sono secondari ed ininfluenti.
Inoltre – aprendo il link di Agenza Radicale (strano che gli uccrociati condividano una notizia dei Radicali) a cui si riferisce Uccr – si legge qualcosa di diverso: si legge che «non è chiaro, infatti, quanti abbiano beneficiato dell’apertura newyorkese in parte perché le coppie che si sposano non sono tenute a specificare il proprio sesso» (mi sembra un po’ strano che non si debba specificare il sesso).
Sebbene Agenzia Radicale affermi che non sia facile sapere quante coppie abbiano beneficiato dell’apertura dello Stato di New York, secondo Ansa (che forse è un po’ più affidabile di Agenzia Radicale) in un anno sono state concesse 8.200 licenze matrimoniali omosessuali con un impatto economico di 259 milioni di dollari e lo stesso sindaco Michael Bloomberg ha affermato che «la parità nel matrimonio ci ha reso un città piu’ aperta e libera, e ci ha aiutato a creare posti di lavoro».
Francamente è molto strano che gli uccrociati condividano una notizia dei Radicali (per cui ovviamente non hanno molta simpatia) che presenta in maniera negativa gli effetti economici dell’introduzione del matrimonio omosessuale mentre ignorano la più accreditata Ansa che invece offre – con le stesse parole del sindaco Bloomberg – dei risvolti positivi anche dal punto di vista economico ed occupazionale.

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Matrimonio gay: un percorso giuridico lungo vent’anni.

Nell’ambito del riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali attualmente – tra i ventisette Stati membri dell’Unione europea – sedici prevedono il riconoscimento delle unioni civili, sei prevedono il matrimonio ed otto prevedono l’adozione.

Tra gli stati a non avere ancora legiferato in materia di coppie omosessuali (unioni civili, matrimonio o adozione) l’Italia è assieme a Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia.

Ovviamente – in materia di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuale – hanno avuto molta importanza le varie convenzioni, raccomandazioni, risoluzioni e sentenze dell’Unione Europea ed anche – nel caso delle sentenze – dei nostri giudici.

Dal 1990 è entrata lentamente in vigore negli stati membri la Convenzione di Schengen del 1985 che prevede la libera circolazione di merci e persone all’interno dei trenta paesi dell’area Schengen. La Convenzione di Schengen è molto importante – seppur indirettamente – anche in materia di riconoscimento del matrimonio omosessuale. Infatti un extracomunitario potrebbe – ad esempio – contrarre matrimonio omosessuale in Spagna con un cittadino comunitario. In virtù del matrimonio contratto potrebbe ottenere il permesso di soggiorno in Spagna che permetterebbe – considerata la Convenzione di Schengen – di circolare e soggiornare in tutti i paesi aderenti alla Convenzione (ivi compresi quelli in cui non è possibile il matrimonio omosessuale). Perciò – in un’Europa profondamente cambiata nel corso degli anni ed in cui è possibile viaggiare e soggiornare liberamente – si pone il problema di uniformare gli istituti giuridici sulle coppie omosessuali.

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Ipso: aumentano gli Italiani a favore del matrimonio omosessuale. Gli uccrociati di Uccr in stato confusionale.

Il Corriere della Sera ha pubblicato un sondaggio – realizzato dalla Ipso di Renato Mannheimer – secondo cui il 59% degli Italiani sarebbero contrari all’istituzione del matrimonio omosessuale contro il 40% degli Italiani che invece sarebbero a favore.
Tra i fattori che incidono su questo trend, di sicuro il fattore “età” è il più importante. Infatti ad essere decisamente contrari (76%) al matrimonio tra omosessuali sono le persone over 65.

Al diminuire dell’età, invece aumenta la propensione al matrimonio omosessuale. Infatti i ragazzi tra i 18 e 24 anni sono leggermente a favore del matrimonio omosessuale: 51% di favorevoli contro il 49% di contrari.

Anche il mondo cattolico non è molto compatto. Tra i cattolici praticanti (ossia quelli che vanno almeno due volte al mese a messa) c’è una quota considerevole (30%) di favorevoli contro il 67% di contrari.

Dalla lettura di questi dati un altro dato è molto importante. Appena sette anni fa la percentuale dei contrari al matrimonio omosessuale erano il 66% della popolazione (oggi il 59%) mentre i favorevoli erano il 32% (oggi il 40%): quindi in sette anni è aumentato il favore al matrimonio omosessuale. Continua a leggere

Clamoroso. Uccr e Pontifex a favore del riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali [UPDATE – comiche finali]

Parlando di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali una bella sorpresa arriva dai blog cattolici più integralisti del web: gli “uccrociati” di Uccr ed i pontifessi di Pontifex.

Infatti – commentando la notizia che il parlamento tedesco ha deciso di non equiparare il matrimonio omosessuale a quello eterosessuale – gli uccrociati scrivono che «non ci sarebbe nulla da opporre ad una tutela giuridica anche in Italia per le coppie dello stesso sesso» (grassetto loro ndr). L’articolo è stato subito ripreso dal famoso sito integralista Pontifex (screenshot e link all’articolo) che lo ha copiato integralmente sposando la tesi secondo cui non ci sarebbe niente da opporre ad una tutela giuridica per coppie dello stesso sesso.

Di fatto gli uccrociati (ed i relativi pontifessi) compiono una considerevole presa di distanza dal documento della Congregazione per la Dottrina della Fede “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali” – firmato dall’allora Card. Ratzinger – secondo cui «la Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali».

In Germania – come anche gli uccrociati ricordano – esiste una legge (dal lontano 2001) sulle unioni civili per le coppie dello stesso sesso (Eingetragene Lebenspartnerschaft).

Gli uccrociati scrivono che i diritti delle Eingetragene Lebenspartnerschaft escludono l’adozione e benefici fiscali completi. Questo è parzialmente vero: infatti la la Corte costituzionale federale ha stabilito l’estensione di tutti i diritti ed i doveri del matrimonio alle coppie dello stesso sesso registrate e la possibilità di adottare il figlio del partner (nato ovviamente da una precedente relazione). Anche se in Germania non è possibile accedere al matrimonio omosessuale, di sicuro il movimento omosessuale italiano sarebbe ben contento di poter usufruire dei diritti riconosciuti alle coppie gay in Germania.
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Uccr: le nozze gay non sono diritti umani. Quando è il caso di documentarsi prima di scrivere

Gli “uccrociati” del blog Uccr continuano la loro “crociata” contro il matrimonio omosessuale.

Questa volta ad essere bersaglio di un loro articolo è Giuseppe Cruciani conduttore del programma “La Zanzara” su Radio 24. Radio 24 appartiene al “Gruppo 24 Ore” la cui proprietà è – per il 67,5% – di Confindustria.

Il titolo dell’articolo di Uccr è “Attento Cruciani, le nozze gay non sono diritti umani“.

Dopo aver descritto la persona di Giuseppe Cruciani (anche con vicende poco attinenti che riguardano la sua vita privata) viene riportata una frase di Cruciani il quale – in merito alle vicende dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – avrebbe dichiarato: «Ma in un mondo in cui c’è un uomo ricco e potente a cui si rivolgono donne che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo è il segno che la società occidentale funziona. Negli Stati Uniti, in Francia e in Italia esiste la donna, o uomo, che si rivolgono all’uomo potente per ottenere qualche cosa. Vendere il proprio corpo è un segnale che c’è la libertà. E’ un segnale di libertà. Meno male che esiste questa cosa. Se non esistesse, non esisterebbe la società occidentale. Saremmo in un altro mondo dove vengono tagliate le mani». Continua a leggere

(S)ragionamenti contro il matrimonio omosessuale

Più passa il tempo e più mi rendo conto che i cattolici quando scrivono o parlano di leggi sono capaci solamente di grandi scemenze.
Sul famigerato sito Pontifex un articolo di Giovanni Servodio mi ha fatto ridere per ore.

Il tale comincia a scrivere che “matrimonio” derivi dal sostantivo “mater” madre, e “sta ad indicare il contesto nel quale trovano pieno riconoscimento le prerogative proprie della donna, della madre“.
È vero che l’origine etimologica della parola matrimonio venga da “matris munia” (doveri della madre) ma è evidente che questo antico significato latino non coincida con quello attuale per due motivi.
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