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Nelle scuole francesi una normale ovvietà: la Carta della laicità.

Al ritorno delle vacanze gli studenti francesi hanno trovato affissa sulla bacheca delle proprie scuole la Carta della laicità: uno stringato documento in quindici punti in cui sono ribaditi i valori a cui si ispira la scuola pubblica francese ed in cui oltre a prevedere che la Nazione è laica si sottolinea che «conferisce alla scuola la missione di condividere con gli studenti i valori della Repubblica». A volere fortemente questo documento il ministro dell’Istruzione Vincent Peillon che già aveva proposto l’introduzione di un corso di “morale laica”.

La Carta della laicità non è affatto un documento rivoluzionario e l’articolo 1 prevede solamente che «La Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale. Garantisce l’uguaglianza di fronte alla legge su tutto il territorio di tutti i cittadini. Rispetta tutti i credi».

L’articolo 2 prescrive semplicemente: «La Repubblica laica organizza la separazione tra religione e stato. Lo Stato è neutrale per quanto riguarda la religione o credenze spirituali. Non esiste una religione di Stato».

Secondo l’articolo 3: «La laicità garantisce la libertà di coscienza per tutti. Ognuno è libero di credere o non credere. Consente la libera espressione delle proprie convinzioni, rispettando quelle degli altri nei limiti di ordine pubblico». Continua a leggere

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L’omofobia è un male che colpisce anche gli eterosessuali

Subito dopo il suicidio di Andrea, il ragazzo di quindici anni che frequentava il Liceo Cavour di Rome, molte parole si sono dette e molti giornali hanno scritto (non a tutti i torti) che si fosse suicidato perché deriso per la sua omosessualità.
I compagni hanno subito smentito questa versione e – come riporta Tempi – la preside dell’istituto, Tecla Sannino, ha giudicato «inopportune le reazioni da parte di alcune associazioni culturali, come la fiaccolata in difesa dei gay oggetto di violenze organizzata dal Circolo Mario Mieli». I compagni hanno invece scritto questa lettera: «Non era omosessuale, tanto meno dichiarato, innamorato di una ragazza dall’inizio del liceo. Lo smalto e i vestiti rosa, di cui andava fiero, erano il suo modo di esprimersi. La pagina facebook ,dove erano pubblicate citazioni di A., era stata creata per incorniciare momenti felici perché A. era così: portava il sorriso ovunque andasse; peraltro “la pagina aperta contro di lui da chi lo aveva preso di mira” (citazione dal Messaggero) è un’accusa non fondata. I professori hanno sempre rispettato il proprio ruolo e non hanno mai espresso giudizi sulla sua persona. Il Cavour non è mai stato un liceo omofobo in quanto fino a quando i fondi sono stati sufficienti, alcune classi hanno preso parte ad un progetto sulla sessualità organizzato dalla ASL e approvato dal collegio docenti. Inoltre non si sono verificati episodi manifesti di bullismo nell’istituto negli ultimi anni. Esprimiamo rammarico per la diffusione di notizie false e desideriamo che non si speculi sul nostro dolore». Continua a leggere

“Profumo” di laicità nella scuola italiana?

«Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come è concepito oggi non abbia più molto senso. Nelle nostre classi il numero degli studenti stranieri e, spesso, non di religione cattolica tocca il 30%. A questo punto sarebbe meglio adattare l’ora di religione trasformandola in un corso di storia delle religioni o di etica»: a dirlo non è un esponente di Sel o il ministro francese dell’educazione Peillon che aveva proposto di istituire un’ora di “morale laica” ma il ministro dell’istruzione Francesco Profumo.
In effetti dai dati del Ministero dell’Istruzione la percentuale degli alunni stranieri nelle scuole italiane è passata dallo 0,8% del a.s. 1996/97 al 7,9% dell’a.s. 2010/11 con presenze rilevanti di alunni provenienti da nazioni non-cristiane come Cina, India, Marocco e Tunisia.

Secondo l’ultimo dossier sull’immigrazione della Caritas, tra i 700mila alunni figli di genitori stranieri, solo il 20% degli studenti stranieri è di religione cattolica. Il risultato è che, per la prima volta dal 1993, data della prima rilevazione, il numero degli alunni che non partecipano all’ora di religione ha superato il 10%.
Gli ultimi dati ufficiali del Miur sull’adesione all’IRC (insegnamento religione cattolica) sono del 2005 e rivelavano un’adesione nazionale del 93% che scende all’87% alle superiori. Secondo la Cei gli ultimi dati dell’a.s. 2010/2011 rivelano un’adesione nazionale dell’89,8% che scende all’83,7% alla scuola superiore confermando un calo lento ma inesorabile.

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Uccr e la “costruzione della realtà”

I cattolici di Uccr dedicano un articolo alla proposta del neo-ministro dell’Educazione francese Vincent Peillon di introdurre un’ora di “morale laica” nelle scuole francesi.
L’associazione Uccr scrive (senza riportare nessuna fonte neanche secondaria) che «durante quest’ora obbligatoria di laicismo ampio spazio sarà dato all’educazione sessuale, perché “l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere”» (virgolette loro).
Una delle principali regole del giornalismo vuole che la fonte sia sempre riportata ma in questo caso Uccr non riporta dove Vincent Peillon avrebbe detto che «l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere» che sarebbe una frase un po’ criticabile.
Essendomi già occupato della notizia, è facile sapere che la proposta di morale laica è stata fatta dal ministro Peillon al giornale Journal du Dimanche: purtroppo – leggendo l’intervista originale – il ministro non ha mai affermato (e neanche accennato) di dare spazio all’educazione sessuale né tantomeno ha mai detto che «l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere».
Insomma l’associazione cattolica Uccr è passata dal riportare mezze verità a riportare frasi che non sono mai state pronunciate: quale sarà il prossimo passo?
Mi domando: da cattolici non dovrebbero rispettare l’ottavo comandamento che prescrive “Non dire falsa testimonianza”?

Sui banchi francesi lezioni di “morale laica” per formare cittadini tolleranti

Il neoministro francese della Pubblica Istruzione Vincent Peillon – intervistato da Journal du Dimanche – ha annunciato che dal prossimo anno scolastico sarà istituito il corso di “morale laica”.
Per il ministro del governo Hollande la morale laica è «capire ciò che è giusto, distinguere il bene dal male ma anche i doveri, nonché i diritti, le virtù e soprattutto i valori». Per il politico transalpino la scuola deve saper insegnare quelle nozioni di moralità universale basate sulle idee di umanità e ragione ma soprattutto deve insegnare la capacità di ragionare, di criticare, di dubitare.

Per Peillon la conoscenza, la dedizione, la solidarietà sono i valori che devono insegnarsi nella scuola che – sempre secondo il ministro – ha un «potere spirituale nella società».

Secondo il politico socialista la morale laica si differenzia dall’educazione civica: la prima consiste nella conoscenza del diritto, delle regole della società e della democrazia mentre la morale laica è la visione di ciò che è giusto e sbagliato, sul rapporto con se stessi e con gli altri, su ciò che fa una vita felice o una vita buona.

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