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Consigliere comunale di Brighton espulsa dai Verdi per “discriminazione religiosa”

Tempi.it dà notizia di un caso di “discriminazione religiosa” nei confronti di un consigliere comunale britannico.

Christina Summers è consigliere comunale di Brighton (una cittadina di 150.000 abitanti sulla costa meridionale della Gran Bretagna) ed apparteneva al Partito dei Verdi.
Il consigliere aveva sottoscritto un documento del partito a favore dell’«uguaglianza di tutte le persone, senza distinzione di razza, colore, sesso, orientamento sessuale, religione, origine sociale o di qualsiasi altro pregiudizio» ma successivamente aveva votato contro una mozione a favore della legalizzazione dei matrimoni omosessuali.
Per questo motivo un comitato interno al partito ha proposto di espellerla dai Verdi. Christina Summers avrebbe spiegato che «essere in disaccordo con il matrimonio gay non significa essere contrari all’uguaglianza di tutte le persone» ipotizzando che ci fosse un fine discriminatorio.
È il caso di chiarire cosa si intende per “discriminazione”. Un partito non è una istituzione pubblica ma un’associazione di persone che condividono la stessa visione su questioni fondamentali o su temi specifici riguardanti la società. Ogni partito avrà una propria politica (decisa dai componenti dello stesso partito) ed ovviamente chi non la condivide potrà anche essere espulso.

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Diritti e rovesci sull’omofobia: le contraddizioni della Chiesa

I giornali purtroppo spesso ci regalano notizie di omosessuali aggrediti: segno che la strada dei diritti civili è ancora lunga.

In materia di diritti degli omosessuali il primo intervento da parte dell’Europa è stata la Raccomandazione 924 relativa alla discriminazione nei confronti degli omosessuali del 16 dicembre 1981 in cui – con un atto non vincolante – si  invitavano gli stati membri ad adottare provvedimenti per porre fine alle discriminazioni degli omosessuali.
Ovviamente i tempi non erano ancora maturi per parlare di unioni civili o matrimonio omosessuale ma si invitava ad abolire leggi penali contro i rapporti omosessuali, a distruggere eventuali schedature degli omosessuali da parte della Polizia, ad assicurare equità di diritti nel pubblico impiego e nella retribuzione.

Con la Risoluzione 13 marzo 1984 il Parlamento dell’allora CEE poneva l’attenzione esplicitamente sulle discriminazioni verso gli omosessuali nei luoghi di lavoro.

Fra il 1986 e il 1990 il Parlamento europeo è intervenuto più volte ribadendo la necessità – da parte degli Stati membri – di adottare legislazioni antidiscriminatorie che tenessero conto anche della discriminazione fondata sull’orientamento sessuale (risoluzioni D’Ancona 11 giugno 1986, Parodi 26 maggio 1989, Buron 22 novembre 1989, Ford 23 luglio 1990).

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