Nel mondo della politica non mancano esponenti di partiti che si affannano a ribadire il loro essere cattolici e la loro fedeltà alla Chiesa.
A volte capita che membri del Parlamento siano autori di proposte di legge che di certo non riscuotono le simpatie delle gerarchie ecclesiastiche.
È il caso – come scrive Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana – di politici come Andrea Marcucci del Partito Democratico e di Linda Lanzillotta di Scelta Civica “rei” di aver presentato un disegno di legge sulle unioni civili anche per le coppie omosessuali. Nel mirino cade anche il neosegretario del Pd Matteo Renzi che si è detto favorevole ad una “civil partenership” anche per le coppie dello stesso sesso con la possibilità di adottare il figlio del partner: il sindaco di Firenze è “colpevole”, per Scandroglio, anche per essersi espresso a favore della fecondazione assistita. Continua a leggere
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Quel “bugiardo e sabotatore anti-cattolico” del sindaco Ignazio Marino.
Non è proprio un idillio quello tra il sindaco di Roma Ignazio Marino ed i cattolici: dopo essere stato criticato per la decisione di introdurre il registro delle unioni civili, il primo cittadino della capitale finisce nuovamente nel mirino dell’area cattolica per aver “addirittura” negato l’uso di una sala del Campidoglio, la sala della Protomoteca, ad un convegno intitolato “Ideologia del gender: quali ricadute per la famiglia?” organizzato dall’associazione Famiglia Domani, un’associazione che – si legge nel sito – ha lo scopo di «di difendere e di promuovere i valori familiari naturali e cristiani minacciati dalla degradazione culturale e morale del nostro tempo». Presieduta dal marchese Luigi Coda Nunziante, è stata «incoraggiata fin dalla sua nascita dal Pontificio Consiglio per la Famiglia» con la lettere del cardinale Gagnon del 27 marzo 1990 intervenendo su «temi di grande portata culturale e morale come l’aborto, la pornografia, la droga, le unioni “di fatto” e omosessuali». Continua a leggere
L’Osservatore Romano apre ai diritti per gli omosessuali?
Sull’Osservatore Romano, organo ufficiale della Santa Sede, Lucetta Scaraffia interviene sul dibattito esistente in Francia sul disegno di legge che prevede il matrimonio per le coppie dello stesso sesso prendendo spunto da un articolo pubblicato dal settimanale francese d’ispirazione cristiana Témoignage chrétien che è intervenuto a difesa del matrimonio gay.
Così scrive Lucetta Scaraffia: «Rifiutare agli omosessuali la possibilità di stabilire un contratto matrimoniale sarebbe, secondo la rivista, “aggiungere una discriminazione a quelle di cui già troppo spesso sono stati oggetto”, e il progetto di legge in questione sarebbe un passo avanti nel riconoscimento dell’uguaglianza per gli omosessuali. Rimane quindi inespressa, ma logicamente deducibile, la minaccia che grava su quanti si oppongono a questi “matrimoni”: essi sarebbero contrari all’uguaglianza dei gay, quindi omofobi. Come se non si potesse difendere il diritto delle persone omosessuali a non essere sottoposti ad alcuna discriminazione e, al tempo stesso, essere contrari a concedere loro il matrimonio. Come se l’uguaglianza fra i cittadini dovesse essere ratificata dalla cancellazione di ogni differenza, negando in questo caso quella sessuale».
Quindi sull’organo della Santa Sede si sostiene la posizione di «difendere il diritto delle persone omosessuali a non essere sottoposti ad alcuna discriminazione e, al tempo stesso, essere contrari a concedere loro il matrimonio». Continua a leggere
Aibi: adozione anche da parte dei single. Primo passo per le adozioni omosessuali
Questa volta il grido d’allarme viene ospitato addirittura da Avvenire, il giornale dei vescovi italiani.
L’istituto dell’adozione sarebbe in crisi: secondo l’Aibi, l’Associazione Amici dei Bambini, si è passati dalle 6.000 richieste di idoneità da parte delle coppie nel 2006 alle 3.000 del 2011.
Secondo il Presidente di Aibi Marco Griffini «di questo passo nel 2018 chiuderemo le adozioni».
I problemi dell’adozione internazionale sono molti: un iter lungo, pieno di ostacoli e, in alcuni passaggi, davvero difficile.
Per questi motivi Aibi ha presentato una proposta di riforma della legge 184/1983 sull’adozione internazionale.