Archivi tag: Raccomandazione n.1474/2000

Diritti e rovesci sull’omofobia: le contraddizioni della Chiesa

I giornali purtroppo spesso ci regalano notizie di omosessuali aggrediti: segno che la strada dei diritti civili è ancora lunga.

In materia di diritti degli omosessuali il primo intervento da parte dell’Europa è stata la Raccomandazione 924 relativa alla discriminazione nei confronti degli omosessuali del 16 dicembre 1981 in cui – con un atto non vincolante – si  invitavano gli stati membri ad adottare provvedimenti per porre fine alle discriminazioni degli omosessuali.
Ovviamente i tempi non erano ancora maturi per parlare di unioni civili o matrimonio omosessuale ma si invitava ad abolire leggi penali contro i rapporti omosessuali, a distruggere eventuali schedature degli omosessuali da parte della Polizia, ad assicurare equità di diritti nel pubblico impiego e nella retribuzione.

Con la Risoluzione 13 marzo 1984 il Parlamento dell’allora CEE poneva l’attenzione esplicitamente sulle discriminazioni verso gli omosessuali nei luoghi di lavoro.

Fra il 1986 e il 1990 il Parlamento europeo è intervenuto più volte ribadendo la necessità – da parte degli Stati membri – di adottare legislazioni antidiscriminatorie che tenessero conto anche della discriminazione fondata sull’orientamento sessuale (risoluzioni D’Ancona 11 giugno 1986, Parodi 26 maggio 1989, Buron 22 novembre 1989, Ford 23 luglio 1990).

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Matrimonio gay: un percorso giuridico lungo vent’anni.

Nell’ambito del riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali attualmente – tra i ventisette Stati membri dell’Unione europea – sedici prevedono il riconoscimento delle unioni civili, sei prevedono il matrimonio ed otto prevedono l’adozione.

Tra gli stati a non avere ancora legiferato in materia di coppie omosessuali (unioni civili, matrimonio o adozione) l’Italia è assieme a Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia.

Ovviamente – in materia di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuale – hanno avuto molta importanza le varie convenzioni, raccomandazioni, risoluzioni e sentenze dell’Unione Europea ed anche – nel caso delle sentenze – dei nostri giudici.

Dal 1990 è entrata lentamente in vigore negli stati membri la Convenzione di Schengen del 1985 che prevede la libera circolazione di merci e persone all’interno dei trenta paesi dell’area Schengen. La Convenzione di Schengen è molto importante – seppur indirettamente – anche in materia di riconoscimento del matrimonio omosessuale. Infatti un extracomunitario potrebbe – ad esempio – contrarre matrimonio omosessuale in Spagna con un cittadino comunitario. In virtù del matrimonio contratto potrebbe ottenere il permesso di soggiorno in Spagna che permetterebbe – considerata la Convenzione di Schengen – di circolare e soggiornare in tutti i paesi aderenti alla Convenzione (ivi compresi quelli in cui non è possibile il matrimonio omosessuale). Perciò – in un’Europa profondamente cambiata nel corso degli anni ed in cui è possibile viaggiare e soggiornare liberamente – si pone il problema di uniformare gli istituti giuridici sulle coppie omosessuali.

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