Beppe Grillo in un post sul suo blog se la prende con la Rai colpevole di essere il «il megafono dei partiti» e percio, secondo il comico genovese, la televisione di Stato «va rifondata e trasformata in un servizio pubblico sul modello della BBC senza alcun collegamento con i partiti, senza pubblicità, con produzione di contenuti di qualità sviluppati in prevalenza all’interno e non come ora affidati spesso a società esterne». Per questo motivo, continua Grillo, il Movimento5Stelle «proporrà in Parlamento, come da programma, l’istituzione di un solo canale RAI, senza vincoli verso i partiti, senza pubblicità e la vendita dei rimanenti due canali».
Grillo scrive di vendita di «vendita dei rimanenti due canali» della Rai ma dovrebbe informarsi meglio: i canali Rai non sono tre ma addirittura quindici che trasmettono in digitale (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, RaiNews24, Rai Sport 1, Rai Sport 2, Rai Storia, Rai Gulp, Rai Movie, Rai YoYo, Rai Premium, Rai Scuola, Rai HD) a cui bisogna aggiungere tre canali che trasmettono via satellite (Rai Nettuno Sat Uno, Rai Med, Canali Rai Italia). La Rai non trasmette più in analogico dal 4 luglio 2012: sino a questa data i canali analogici erano Rai 1, Rai 2 e Rai 3. Quindi Grillo – che tanto se la prende sullo stato dell’informazione in Italia – dovrebbe informarsi meglio e chiarire quale canale Rai tra i diciotto presenti vorrebbe continuare a mantenere pubblico.
Grillo propone per la Rai il modello Bbc ma purtroppo la struttura della Bbc è ben diversa da quanto vorrebbe proporre il Movimento5Stelle in Parlamento. La Bbc non trasmette solo da un canale televisivo (così come i grillini vorrebbero ridurre la Rai) ma addirittura da dieci canali nazionali (Bbc One, Bbc Two, Bbc Three, Bbc Four, Bbc HD, Bbc One HD, Bbc News, Bbc Parliament, Cbbc Channel, CBeebies), due locali (S4C e Bbc Alba), uno internazionale (Bbc World News) ed ha nove canali che trasmettono in diverse aree del mondo (Bbc America, Bbc Canada, Bbc Hd, Bbc Kids, Bbc Entertainment, Bbc Lifestyle, Bbc Knowledge, Uktv, Bbc Persian). Altro che un solo canale…..
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8 per mille: la protesta dei consumatori
L’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti ed i consumatori) ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pubblicità ingannevole in Tv e sul web della campagna di pubblicità sociale “chiedilo a loro” per la destinazione dell’8 per mille alla Chiesa cattolica.
Questo il comunicato di Aduc: «Gli spot dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, che sono stati diffusi sui canali televisivi nei mesi scorsi e che ancora sono massicciamente presenti sul web, non la raccontano giusta. Nei messaggi pubblicitari si parla di aiuti ai più bisognosi, di denaro destinato a opere di beneficenza, insomma dell’utile e pia azione della Chiesa cattolica. Sembra che tutti i proventi dell’8 per mille siano destinati a scopi benefici. Non è così! E non lo diciamo noi ma lo ammette la Cei nella sua rendicontazione annuale relativa al così detto 8 per mille. Su circa un miliardo e mezzo di euro solamente il 22 % è destinato a “interventi caritativi”. Ed il resto? E’ usato per esigenze di culto, sostentamento del clero, Sacra rota, ecc. Tutto lecito, per carità. Ma uno spot realizzato per chiedere il sostegno delle persone non dovrebbe dire la verità? Oppure bisogna far credere che i soldi dei contribuenti vadano in beneficenza quando nemmeno un quarto delle devoluzioni prendono quella strada? Il cittadino non è tenuto a sapere a che cosa viene destinata la sua scelta? Le stesse domande le abbiamo rivolte all’Antitrust, con una denuncia per pubblicità ingannevole contro la Cei, affinché valuti la correttezza o meno degli spot sull’8 per mille».
In effetti negli spot della campagna 2012 si parla di preti che aiutano terremotati, di aiuti a giovani, prostitute, anziani, drogati ed a bambini di aree disagiate.
Questi sono gli spot della campagna 2012.
Le “feroci” domande del direttore del Tg1 Maccari al Segretario di Stato Bertone
Il Direttore del Tg1 ha avuto l’onore – in un periodo travagliato per la Chiesa – di intervistare il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Ogni parola è superflua.
E di seguito il commento di un vero giornalista – Marco Travaglio – a “Servizio Pubblico” del 7 giugno 2012.