Archivi tag: ru 486

Il Movimento per la vita: “L’aborto? Colpa dei libri scolastici e della televisione”.

La relazione del ministero della Sanità sull’attuazione della legge 194 del 1981 che regolamenta l’interruzione di gravidanza ha ovviamente provocato la reazione del mondo cattolico: una reazione tutto sommato timida considerando che il numero degli aborti è in forte calo.
Su Avvenire interviene il presidente del Movimento per la vita Carlo Casini: «La relazione ministeriale sugli aborti in Italia fa sorgere due domande. La prima: i numeri sono completi? Lo sono certamente per quanto riguarda le Ivg ospedaliere, ma sono completi anche se il criterio di giudizio riguarda la distruzione di vite umane incipienti? Se seguiamo questo secondo criterio bisogna tener conto degli effetti prodotti dall’inconoscibile aborto chimico (400 mila confezioni di pillola del giorno dopo vendute ogni anno) e del persistere dell’aborto clandestino classico di cui qualche episodio giudiziario fa ogni tanto emergere». Casini forse confonde l’aborto chimico (praticato con la pillola abortiva Ru-486) con la pillola del giorno dopo che, secondo quanto afferma l’Organizzazione mondiale della sanità, è inefficace dopo l’ovulazione e non provoca l’aborto. Quindi se si dovesse considerare “abortiva” la pillola del giorno dopo, bisognerebbe considerare tale ogni sistema di contraccezione compreso il preservativo.
Continua a leggere

Pubblicità

Eurispes: l’Italia si allontana dalla Chiesa e dalle sue posizioni

Un Paese sempre più secolarizzato e che ha meno fiducia nella Chiesa: questo è quanto emerge dalla venticinquesima edizione del Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes.

Nonostante le gerarchie ecclesiastiche siano ancora molto influenti nella politica italiana, solamente il 36,6 per cento degli italiani ha fiducia nella Chiesa cattolica che registra un brusco calo di consensi rispetto all’anno scorso quando godeva del favore del 47,3 per cento della popolazione (-10,7).

Gli italiani continua ad allontanarsi dalle posizioni della Chiesa su alcuni temi sensibili. Nel 2013 l’86,3 per cento delle persone intervistate da Eurispes si dichiara a favore del divorzio breve che permette – in presenza di consensualità e in assenza di prole – di porre fine al matrimonio entro un anno: l’anno scorso il favore era dell’82,2 (+ 4,1). Ad essere maggiormente convinti della bontà del matrimonio breve sono gli abitanti del Centro Italia (90,6 per cento) mentre pareri favorevoli più timidi ma sempre altamente maggioritari tra gli italiani delle isole (80,8 per cento).

Nell’ambito delle relazioni affettive il 77,2 per cento degli italiani è a favore di una tutela giuridica delle coppie di fatto. Gli abitanti del Centro sono i più sensibili alla tutela giuridica delle coppie di fatto (83,2 per cento) seguiti da quelli delle zone settentrionali (79,7 per cento nel Nord-Est e 78,6 nel Nord-Ovest) mentre valori leggermente inferiori ma sempre di gran lunga maggioritari nelle Isole (73,7) e nel Sud (69,7). Su questo tema gli elettori di entrambi gli schieramenti si dimostrano a favore sebbene quelli che seguono i partiti di sinistra e di centrosinistra sono più favorevoli (sinistra 86,1 per cento e centrosinistra 85,1). Ampi consensi per il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto anche tra i votanti delle forze di centrodestra (71,7) destra (68,9) e centro (67,8). Continua a leggere

Un auspicio condivisibile: la Chiesa resti indietro di 2000 anni.

I cattolici fondamentalisti di Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) hanno proposto spesso delle tesi quantomeno bislacche ma per una volta c’è da concordare con un punto espresso nel loro articolo “La morte del card. Martini, grande uomo rasente al precipizio (senza mai cadere)”.

Riguardo l’illustre biblista – apprezzato anche da una parte del mondo laico – gli uccrociati scrivono che che «in una intervista promossa a tutta pagina de “Il Corriere della Sera”, il card. Martini ha anche affermato che “la Chiesa è rimasta indietro di 200 anni”. Ed è questo il punto, la Chiesa deve rimanere indietro di 2000 anni e non solo di 200, ovvero deve permanere nella roccia della Tradizione e nell’adesione al Vangelo, senza compromessi con i cambiamenti della secolarizzazione. Per questo è l’unica istituzione di riferimento morale che è rimasta (e questo spiega il quotidiano attacco dai devoti del relativismo)».

Continua a leggere

Rapporto Italia 2012: la posizione degli Italiani sui temi etici

L’Eurispes ha pubblicato il “Rapporto Italia 2012” ed emerge un Paese sempre più indipendente dalla Dottrina della Chiesa.
Il 65,8% degli Italiani è favorevole all’istituzione del testamento biologico, ai quali fa da contraltare il 30,9% dei contrari. Sebbene questo tema non sia più presente come in passato nei media la maggioranza degli Italiani ritiene che sia necessario un intervento legislativo in materia.
Gli Italiani si dividono sull’eutanasia: 50,1% sono favorevoli e un 46,6% sono contrari a tale pratica.
Gli Italiani sono ancora fortemente contrari al suicidio assistito: 71,6% di pareri contrari e appena il 25,3% di quelli favorevoli: questo tema aveva trovato spazio nei media a seguito della vicenda di Lucio Magri. Il suicidio assistito si differenzia dall’eutanasia per il ricorso all’ausilio di pratiche mediche per una scelta volontaria e lucida di porre fine alla propria esistenza in totale assenza di malattie ma per ragioni estranee allo stato di salute.
Nel 58% dei casi l’introduzione della pillola abortiva RU-486 accoglie favori positivi (contro il 39,3% dei non favorevoli). La tanto discussa pillola, permette l’interruzione di gravidanza entro i primi due mesi di gestazione senza bisogno di intervenire chirurgicamente.
Per il divorzio breve un plebiscito. Gli italiani si schierano, nella misura dell’82,2% (15,8% di contrari) in favore del divorzio breve, ovvero la possibilità – in presenza di consensualità e in assenza di prole – di porre fine al matrimonio entro un anno.
Si spera che i nostri politici sappiano riflettere su questi dati.

Articolo pubblicato anche su