Archivi giornalieri: ottobre 24, 2012

Attenzione: per Tempi si è aperta la “caccia al cattolico”.

Certo che questo è proprio un brutto momento per Comunione e Liberazione ed i suoi simpatizzanti che devono subire, come scrive Pippo Corigliano su Tempi, «una manovra da parte dei giornali per staccare i simpatizzanti di Cl da Formigoni».
Non si può sapere se da parte dei giornali sia in atto una “manovra” simile ma se i ciellini simpatizzano tanto per Formigoni sicuramente saranno insensibili alle “sirene” dei giornali.

Insomma si vorrebbe minare «l’unità di una realtà nobile che ha portato la Lombardia a diventare la Regione guida in Italia per tanti aspetti, in particolare perché ha tentato di mettere in pratica la dottrina sociale della Chiesa che riempie la bocca di tanti e viene praticata da pochi».
Certamente se i presunti reati su cui sta indagando la magistratura dovessero essere confermati non dovrebbe essere una bella promozione per la dottrina sociale della Chiesa.

Insomma non è proprio il caso di farsi «intimidire da alcuni (supposti) peccati che saranno forse stati commessi» mentre bisogna rendersi «conto che è in atto una manovra nel nostro paese che non solo attacca il nemico di sempre, i cattolici, ma vuole azzerare qualsiasi concentrazione di potere politico».
Purtroppo in Italia non si va sotto processo (o sottoposti a fermo) per aver commesso dei peccati ma – più realmente – per aver commesso dei reati. Strano che i cattolici siano il “nemico di sempre” se si pensa che un partito di chiara derivazione cristiana come la Democrazia Cristiana ha governato ininterrottamente dal 1946 al 1981 (ma è stato presente anche successivamente) mentre Formigoni è presidente della regione Lombardia dal 1995.

Colpevoli di tutto questo sono i giornali che «instillano stima e simpatia soltanto per i tecnici». Corigliano forse dimentica che Formigoni appartiene ad un partito (il Pdl) che sostiene un governo di “tecnici” come quello Monti?
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Ddl anticorruzione, Giovanardi: «Il ddl peggiora l’immagine del paese nel mondo».

Salviamo l’immagine dell’Italia all’estero, nascondiamo il marciume sotto il tappeto: questo è in sintesi la strategia dei nostri politici per affrontare i nostri problemi. Nascondere invece di affrontare.
Aveva cominciato Silvio Berlusconi attaccando film come La Piovra Gomorra di Roberto Saviano perché fanno una cattiva promozione dell’Italia all’estero: insomma sarebbe bastato che al posto de La Piovra si trasmettesse un film sulla musica napoletana e Saviano si dedicasse a libri per bambini affinché The Telegraph e The New York Times non dedicassero (solo ultimi in ordine di tempo) due articoli alla ‘ndrangheta calabrese.

Sulla stessa linea il “cattolicissimo” Carlo Giovanardi che – a Tempi – in merito al ddl anticorruzione afferma «Il governo sta facendo del suo meglio per allontanare tutti coloro che vorrebbero investire in Italia, alimentando l’immagine –  falsa –  di un paese di ladri e corrotti».
Sicuramente l’Italia non è un paese di ladri o corrotti ma – ci piaccia o no – risulta al sessantunesimo posto nella classifica di Indice di trasparenza internazionale assieme al Ghana e ben dietro a nazioni come Cuba o Rwanda (che di certo non sono paesi ea cui ispirarsi). Continua a leggere