Archivi categoria: Omosessualità

Lasciate che i bambini vengano a me……ma non vadano dai gay.

Pericolo_catechismo«Lasciate che i bambini vengano a me»: così disse Gesù ai suoi discepoli. E c’è da credere che queste parole sono state ben applicate nel corso dei secoli. I bambini – quando ancora riescono solo a piangere – sono battezzati e diventano cristiani a tutti gli effetti, la maggior parte di loro andrà in un asilo (spesso cattolico e gestito da suore) e – quando più grandicelli – cominceranno a frequentare ore ogni settimana di catechismo per accostarsi alla comunione prima ed alla cresima poi. Ovviamente, sin dalla prima elementare, dovranno sorbirsi un’ora settimanale di insegnamento della religione cattolica per tutto il loro corso di studi. Un indottrinamento in piena regola che spesso ha come unico risultato quello di allontanare i giovani dalla religione e dal cattolicesimo.
Ovviamente questo indottrinamento istituzionalizzato non spiace ai cattolici che però cominciano a storcere il naso nel momento in cui i bambini cominciano a ricevere altri tipi di insegnamenti.
Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana storce il naso davanti al “Palermo Pride Bimbi”: «Per i piccoli balilla del credo omosessualista niente carri-girelli mascherati e gattonamenti per le strade palermitane in costumi adamitici tuttalpiù resi più pudichi da pannolini colorati, bensì laboratori artistici, musicali, teatrali e letture di fiabe la cui impronta dominante è quella dell’inclusività e della valorizzazione delle differenze degli orientamenti sessuali. A pilotare il progetto c’è Famiglie Arcobaleno, un’associazione di famiglie omosessuali». Continua Scandroglio: «La mossa dei gay siculi è manifesta in quanto a scopi: è più facile vergare la superficie immacolata della mente e dell’anima dei bambini con i segni distintivi dell’ideologia del genere piuttosto che incidere a duri colpi di scalpello le personalità già formate dei loro genitori». Continua a leggere

Siamo cattolici: ai bambini ci pensiamo noi.

La sentenza del tribunale di Roma riguardante l’adozione di una bambina di cinque anni ad una coppia di lesbiche non solo ha infiammato i vescovi italiani ma anche quel mondo di politici, giornalisti, cattedratici, giuristi, oculisti e macellai che gravitano intorno al mondo cattolico.
Addirittura di “golpe” dei pm scrive la deputata ultracattolica e membro dell’Opus Dei Paola Binetti sul Sussidiario.net ma non è la sola politica “scandalizzata” dalla decisione del tribunale per i minorenni.
Per Giovanardi si tratta di una «sentenza eversiva» (evidentemente l’eversione delle “Brigate gay” o “Brigate rosa”) mentre per il deputato Alessandro Pagano si è arrivati ormai al «Tribunale speciale contro la famiglia tradizionale»: insomma dopo aver conosciuto i tribunali speciali durante la dittatura fascista (che spesso mandavano al confino proprio gli omosessuali) ora il mondo gay attuerebbe una sorta di “vendetta” per tutto quanto han subito, eh sì.
Di “sentenza pericolosa” scrive Ruben Razzante sulla Nuova Bussola Quotidiana perché «mina alla radice l’unicità della famiglia naturale, sancita nella Costituzione, e mette a repentaglio solidi principi pedagogici»: evidentemente Razzante ne sa di più degli psicologi e degli assistenti sociali che invece si sono espressi a favore dell’adozione alla coppia lesbica. Continua a leggere

Adozione a coppia di lesbiche: Avvenire e quei “problemi morali rilevanti”.

Non poteva di certo mancare la reazione della Chiesa cattolica davanti alla sentenza del tribunale per i minorenni di Roma che ha deciso l’adozione di una bimba di cinque anni ad una coppia di due donne conviventi da circa dieci anni e regolarmente sposata all’estero. La bambina è stata concepita, grazie alla fecondazione eterologa, da una delle mamme (che quindi risultava madre legale a tutti gli effetti): la decisione del Tribunale di Roma ha esteso l’adozione anche all’altra donna che – sin dalla nascita – si è occupata allo stesso modo della minore.
“Sentenza choc”: questa è la litania del clero italiano davanti a questa decisione.
Non sembra proprio essere corrispondente alla tanto decantata apertura di papa Francesco il commento del giornale dei vescovi italiani Avvenire: «Volevano andare oltre il loro amore lesbico. In sfregio alle leggi, e al normale buon senso, hanno preteso di “sposarsi”, acquisendo in qualche Paese facile un pezzo di carta che in Italia non vale nulla. Sono poi tornate all’estero per pagarsi ciò che la legge nel nostro Paese, e la natura, non avrebbero consentito: la vita di un bambino. Non importava quale delle due dovesse partorirlo, era indifferente al punto che hanno scelto sulla base del corpo più giovane». Sembrano così lontane le parole di papa Francesco: «Chi sono io per giudicare un gay?».

La posizione dei preti italiani è condivisa da altre autorità ovviamente “super partes” come quella del vice-presidente dei Giuristi cattolici, Giancarlo Cerrelli che, da quanto afferma, sembra ben conoscere quale sia il “bene” della bambina: «È del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una sentenza ideologica, che vuole scavalcare il Parlamento e che, soprattutto, non guarda al bene della bambina». Evidentemente Cerrelli conosce così bene la bambina e la realtà familiare in cui è cresciuta da poter smentire la psicologa e l’assistente sociale che – come risulta nella sentenza – hanno dichiarato che «dall’incontro con le due mamme non sono emersi elementi che possano indurre a ritenere l’esistenza di un qualsivoglia disagio o disturbo della bambina causato, in ipotesi, dalla sua realtà familiare». Continua a leggere

Il mondo cattolico pronto alla “ribellione” ed alla “battaglia” sulle unioni civili: e meno male che non sono unioni incivili.

Si preannuncia un settembre caldo ma non dal punto di vista del meteo: quel mese in Parlamento dovrebbe arrivare (il condizionale è d’obbligo) il disegno di legge sulle unioni civili per le coppie dello stesso che andrebbe a riconoscere uno status simile in tutto e per tutto a quello delle coppie sposate. L’unica differenza sarà nel nome (non sarà un matrimonio) e nell’adozione (si potrà adottare solo il figlio del partner): in ogni caso una rivoluzione “arcobaleno” per un Paese come l’Italia che ancora non ha nessuna forma di tutela per le coppie dello stesso sesso.
Ovviamente non sono mancate le reazioni all’interno del mondo politico e furibondo è il senatore del Ncd Carlo Giovanardi, forte dei suoi 3.790 voti (4 percento) ottenuti come candidato sindaco al Comune di Modena: «La loro proposta, riservata soltanto alle coppie uomo-uomo o donna-donna che vogliono vivere more uxorio, parifica totalmente queste unioni al matrimonio, addirittura con un incomprensibile diritto alla reversibilità». Forse a Giovanardi sfugge che non tutte le coppie “uomo-uomo o donna-donna” vogliono vivere more uxorio (aldifuori del matrimonio) ma attualmente non hanno altra possibilità considerato che non esiste in Italia il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Resta incomprensibile perché Giovanardi consideri «incomprensibile» il diritto alla reversibilità (della pensione). Continua a leggere

Meglio un pregiudicato di una drag queen: parola di Rino Cammilleri.

Rino CammilleriPreferire “Genny a’ Carogna” (il capo ultrà del Napoli che ha “mediato” con le forze dell’ordine durante la partita Napoli-Fiorentina di Coppa Italia) a Conchita Wurst che ha vinto l’Eurovision Song Contest 2014 (o anche Festival della Canzone Europea)? Sì almeno per Rino Cammilleri (da non confondere con il famoso scrittore siciliano “padre” del commissario Montalbano Andrea Camilleri) con un articolo sul quotidiano cattolico online La Nuova Bussola Quotidiana.
«Un tempo le donne barbute le esibivano nei circhi ed erano considerate dei poveri scherzi di natura, da guardare con un certo ribrezzo e soprattutto da compiangere»: così scrive Cammilleri.
Il giornalista poi mette in dubbio i meriti del cantante: «Qui non si discute delle doti vocali di Conchita o della bellezza della canzone, perché, se davvero le une e l’altra erano così straordinarie, sarebbero state subissate di voti lo stesso. Il sospetto è che non sarebbero state subissate lo stesso. Da qui la necessità spasmodica di concentrare in qualche modo il riflettore in mezzo a decine di concorrenti. (…) Come volevasi dimostrare, se Tom Neuwirth non si fosse inventato i lamé e la barba nessuno se lo sarebbe filato e al massimo avrebbe guadagnato un onesto posto in classifica. (…) Ha vinto il gender, dunque, non la canzone né la voce, ed è inutile far finta che non sia così».

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Morale “made in Usa”: va bene la pena di morte ma non la pornografia.

deathpenalty4Siamo Americani e crediamo che la Bibbia sia la parola di Dio: questo è quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Gallup secondo cui per tre statunitensi su quattro la Bibbia corrisponde al volere di dio.
Per quasi la metà (47 percento) il “sacro testo” deve essere interpretato in maniera letterale parola per parola mentre per il 28 percento non tutto deve essere preso alla lettera: solo il 21 percento lo considera un libro di leggende e precetti morali scritti da un uomo.
Detto ciò ci si aspetterebbe dagli statunitensi un fedele sostegno alle posizioni della Chiesa ma altri sondaggi mostrano che non è affatto così: sono favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere, continuano (purtroppo) ad approvare la pena di morte mentre si dividono sull’eutanasia.
Nonostante per gli americani la Bibbia sia un testo da tenere in massima considerazione aumenta il consenso a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso: nel luglio del 2013 il 54 percento dei cittadini Usa (tra cui il 60 di cattolici) si erano detti a favore ed oggi – in base ad un’altra rilevazione di Gallup – questa percentuale è salita al 55 mentre è scesa di un punto (dal 43 al 42) la fazione di coloro che si oppongono. Ad essere maggiormente a favore sono i giovani tra i 18 e i 29 anni (addirittura il 78 percento) e chi si identifica politicamente come Liberale o Democratico (rispettivamente 82 e 74 percento a favore). Continua a leggere

Le “Sentinelle” stanno in piedi ma chi ci sta dietro? Quegli strani legami con Alleanza cattolica.

alleanza_cattolicaSembra che l’Italia sia diventato un Paese di “presidi omofobi”: a presidiare – ed il termine non è usato a caso – sono le “Sentinelle in piedi”®, un gruppo di persone che – sul modello dei “Veilleurs” francesi – stazionano in piedi leggendo un libro per protestare contro la legge sull’omofobia in discussione in Parlamento.
Un movimento che ha ovviamente riscosso la benedizione del mondo cattolico la cui stampa ha dato ampio risalto alle loro iniziative contro il disegno di legge Scalfarotto: un testo «incostituzionale» quello contro l’omofobia secondo Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo che anticipa e sembra quasi volersi sostituire al giudizio del presidente della Repubblica ed a quello eventuale della Corte Costituzionale. Ma non è solo il disegno di legge Scalfarotto nel mirino delle vedette italiane che si pongono a difesa di tre obiettivi: «la libertà d’opinione; i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre; la famiglia naturale». Temi un po’ “variegati” visto che in Italia parlare di adozioni da parte degli omosessuali è attualmente pura utopia: nel frattempo le Sentinelle “vegliano” e sono “ferme” contro ogni provvedimento che riguardi gli omosessuali e perciò – come riporta sempre Zenit – si oppongono «con fermezza anche all’introduzione nelle scuole dei manuali dal titolo Educare alla diversità a scuola, dall’Istituto A. T. Beck, e presto adottati in tutti gli istituti scolastici». Continua a leggere

Homovox: “Questo matrimonio (gay) non s’ha da fare”. Ne sono stati fatti 1000 al mese.

-Sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia la battaglia è stata molto accesa ed alla “pugna” ha preso parte anche la stessa stampa italiana. Uno dei “leit motiv” più frequenti di chi si oppone al matrimonio per le coppie gay è: sposarsi non importa neanche agli stessi omosessuali.
Uno dei media più attivi nell’opporsi al progetto voluto dal governo Hollande è stato Tempi che ha ospitato spesso la voce di quegli omosessuali contrari al matrimonio per le coppie per lo stesso sesso. Leone Grotti intervista Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, un collettivo di omosessuali: «Rappresentiamo la maggioranza dei francesi omosessuali ma non ci ascoltano. Non vogliamo il matrimonio, perché non siamo come le coppie eterosessuali, che possono fare figli». De Williencourt aggiunge: «In Francia ci censurano, si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma la maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro e non ci rappresenta». Continua a leggere

Per Avvenire Malta “strappa” sulle unioni gay

Alla fine anche Malta ha “ceduto” e le unioni civili per le coppie omosessuali sono diventate realtà. Le coppie gay avranno tutti i diritti delle coppie sposate compresa la possibilità di poter adottare. Un provvedimento passato con 37 voti a favore e 30 astenuti. Un altro duro colpo per la Chiesa cattolica del piccolo Stato (poco più di 400mila abitanti) che ha riconosciuto la possibilità di divorziare solo nel 2011 ed in cui rimane vietato l’aborto.
Tempi da notizia del gesto “eroico” (non confermato) dell’ex presidente Abela che, nello scadere del suo mandato, si sarebbe rifiutato di firmare il provvedimento: «È probabile che il prossimo presidente – carica per cui è stata designata Marie-Louise Coleiro Preca, laburista – firmerà il testo. Ciò non toglie nulla al gesto di Abela che, anche se solo simbolicamente, ha mostrato esistere un’alternativa al procedere inesorabile dell’approvazione dei “nuovi diritti”», così commenta l’organo vicino a Comunione e Liberazione.
Ad accorgersi del “grave” gesto anche il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire che titola “Malta «strappa» sulle nozze gay”. Sebbene a Malta sia improprio parlare di nozze gay considerato che non è stato approvato il matrimonio per le coppie dello stesso sesso ma solo le unioni civili (sebbene con gli stessi diritti e doveri del matrimonio) non si capisce con chi sia avvenuto lo “strappo”. Continua a leggere

Siamo Italiani: vanno bene i gay ed i preservativi ma non le corna.

Bisogna ammetterlo: l’elezione di papa Francesco sembra aver avvicinato molte persone alla Chiesa ma gli italiani continuano ad essere lontani dalle sue posizioni: questo è quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Pew Research Center che ha interpellato i cittadini di quaranta Paesi su questioni come le relazioni extraconiugali, il gioco d’azzardo, l’aborto, l’uso di alcool, l’omosessualità, il divorzio, il sesso prima del matrimonio e l’uso di anticoncezionali.
Esce fuori il quadro di un’Italia che considera moralmente accettabile tutto tranne i rapporti coniugali e l’aborto.
Il 64 per cento del campione intervistato ritiene che le “scappatelle” siano moralmente inaccettabili mentre solo il 10 per cento non vede nessun problema ed un 16 che pensa che non sia una questione morale.
A considerare l’aborto immorale è il 41 per cento degli italiani sebbene il 25 creda sia accettabile da un punto di vista morale e l’11 non ne fa una questione etica.
Via libera invece per gioco d’azzardo (rifiutato solo dal 33 per cento), uso di alcool (27 per cento), omosessualità (19 per cento), divorzio (immorale per il 18 per cento), sesso prima del matrimonio (solo 11 su cento lo considerano inaccettabile) e, nonostante la posizione della Chiesa cattolica, solo sei italiani su 100 condannano l’uso di contraccettivi. Continua a leggere

Perugia: siamo “Sentinelle in Piedi”, siamo per la libertà di parola ma non parliamo.

grifone-rossoIl 29 marzo nel Regno Unito si sono celebrati i primi matrimoni per le coppie dello stesso sesso grazie ad una legge voluta fortemente dal conservatore David Cameron ma il diritto di sposarsi è ben lontano nella pur vicina Italia dove conservatori di altro stampo rispetto alla destra britannica sono pronti a schierarsi come una milizia per contrastare i diritti degli omosessuali; sono le “Sentinelle in Piedi”: disposti in piedi – in perfetto stile militare – a circa un metro di distanza l’uno dall’altro e leggendo un libro.
Le “Sentinelle” si sono schierate in varie città italiane con risultati non sempre esaltanti ed il 29 marzo è stata la volta di varie città tra cui Perugia, capoluogo di una regione politicamente “rossa”, che ha conosciuto le barbarie della tirannia cattolica e medaglia d’oro come “città benemerita del risorgimento nazionale”.
A pochi metri da quell’hotel Brufani scelto nel 1922 dal quadrumvirato fascista per dirigere la Marcia su Roma, le Sentinelle si sono schierate in Piazza della Repubblica con alle spalle la sede regionale del Partito Democratico e davanti la libreria La Feltrinelli e mettendosi a ridosso di un banchetto di attivisti contro la vivisezione sugli animali. Continua a leggere

Usa: siamo Repubblicani, siamo per il matrimonio gay.

Sembra che avesse ragione l’ex sindaco repubblicano di New York Michael Bloomberg quando aveva affermato che è «solo una questione di quando – e non di se – il matrimonio omosessuale sarà accettato come parte normale e legale delle società democratiche».
Infatti il matrimonio per le coppie dello stesso sesso non solo è considerato giusto dalla maggior parte dei cattolici statunitensi ma avanza anche tra i Repubblicani.
Questo è quanto emerge da un sondaggio realizzato dal Pew Research Center secondo cui ben il 61 percento dei Repubblicani tra i 18 ed i 29 anni è a favore del matrimonio omosessuale, una percentuale che scende al 43 tra coloro compresi tra i 30 ed i 49 anni. Più restii i Repubblicani più anziani: solo il 30 percento con più di 50 anni e meno di 64 è a favore e questa percentuale scende al 22 tra gli over 65. Nel complesso solo il 39 percento dei Repubblicani è a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso con un trend in salita grazie alle generazioni più giovani. Continua a leggere

Omosessuali perseguitati in Africa? Colpa dell’Occidente e dei suoi attivisti per i diritti civili.

«Uganda choc: “Ergastolo per i gay”»: questo il titolo di Avvenire, giornale dei vescovi italiani, riguardo la legge approvata nel Paese africano che «punisce con l’ergastolo chiunque commetta degli atti di “omosessualità aggravata” e può consentire di imprigionare chi “promuove l’omosessualità”».
Sembrerebbe che i vescovi italiani siano “choccati” per la legge approvata in Uganda ed anche su Tempi.it (l’organo di Comunione e liberazione) si sottolinea che è solo la Chiesa ad opporsi alla legge contro gli omosessuali dimenticando che tale provvedimento è passato nel silenzio della stessa Chiesa cattolica e con l’appoggio di alcuni suoi esponenti per applicare lo stesso magistero per quanto riguarda l’omosessualità.
Una posizione certamente incoerente quella della Santa Sede e solamente blog “ultracattolici” possono trovare coerenza nella posizione della Chiesa nella difesa degli omosessuali nonostante il suo stesso magistero richiama gli Stati «alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio».

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Manif pour tous a Roma….manifestazione per tutti ma non per molti.

Alla fine lo riconosce la stessa stampa cattolica: della manifestazione della Manif pour tous Italia contro la legge sull’omofobia i giornali non ne hanno dato notizia.
Infatti anche Giovanno Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana scrive che sui giornali «della manifestazione di Piazza Santi Apostoli non vi sia traccia mediatica» nonostante la presenza di «inviati dell’ANSA» (ma anche l’Ansa non ha dato notizia dell’evento).
Insomma un vero e proprio flop ed anche Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, ha dedicato poche righe alla notizia. Gli organizzatori parlano di 4mila presenze mentre il Quotidiano del Lazio ridimensiona a più di mille partecipanti: numeri coerenti con quelli delle altre manifestazioni avvenute in Italia.
In ogni caso numeri ben lontani da quelli di una normale manifestazione di piazza o di un Gay Pride e non si può dire che il mondo cattolico non abbia speso energie per questa “marcia su Roma” a cui hanno mostrato disinteresse gli stessi cittadini romani.
«Risvegliare l’opinione pubblica per tutelare la famiglia»: così proclamava l’onorevole Gian Luigi Gigli in un’intervista a Zenit, l’agenzia di stampa della congregazione dei Legionari di Cristo.
Lo stesso Gigli riconosceva il «pericolo di una lenta assuefazione su questi temi». «Risvegliare un’opposizione popolare serve anche a contenere le pressioni di determinate lobby»: così affermava l’esponente di Per l’Italia a Zenit. Continua a leggere

Diritti umani in Senegal: Amnesty International e Human Rights Watch smentite dal sociologo Massimo Introvigne

Massimo Introvigne“L’inquisizione gay mette il Senegal nel mirino dell’Onu” titola La Nuova Bussola Quotidiana in un articolo firmato da Massimo Introvigne.
Ad essere “sotto tiro” è l’articolo 319 del Codice penale senegalese che punisce con la reclusione da uno a cinque anni «chiunque avrà commesso un atto improprio o contro natura con una persona dello stesso sesso»: questa norma ha fatto sì – così come scrive Introvigne – che Gran Bretagna, Germania, Belgio e Olanda sottoponessero il Senegal «a una vera e propria inquisizione per le sue norme in materia di omosessualità».
Una questione irrilevante per lo studioso cattolico secondo cui, in base a quanto detto dal ministro della Giustizia del Senegal Sidiki Kaba, sono state condannate solo persone per «comportamenti osceni omosessuali tenuti in luoghi pubblici (…) o per attività propagandistiche in favore dell’omosessualità». Continua a leggere

La dottrina cattolica è compatibile con la democrazia?

Democrazia_Cristiana_attualeNel mondo della politica non mancano esponenti di partiti che si affannano a ribadire il loro essere cattolici e la loro fedeltà alla Chiesa.
A volte capita che membri del Parlamento siano autori di proposte di legge che di certo non riscuotono le simpatie delle gerarchie ecclesiastiche.
È il caso – come scrive Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana – di politici come Andrea Marcucci del Partito Democratico e di Linda Lanzillotta di Scelta Civica “rei” di aver presentato un disegno di legge sulle unioni civili anche per le coppie omosessuali. Nel mirino cade anche il neosegretario del Pd Matteo Renzi che si è detto favorevole ad una “civil partenership” anche per le coppie dello stesso sesso con la possibilità di adottare il figlio del partner: il sindaco di Firenze è “colpevole”, per Scandroglio, anche per essersi espresso a favore della fecondazione assistita. Continua a leggere

Legge contro l’omofobia: i cattolici italiani “tengono famiglia”.

970491_386526801456294_177193208_nA breve riprenderà in Senato il dibattito sulla legge contro l’omofobia e la stampa cattolica è in primissima linea per opporsi a qualsiasi testo che possa difendere gli omosessuali da violenze motivate dall’orientamento sessuale della vittima.
Molto agguerrito è ovviamente il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire secondo cui nel testo «ci sono rischi di introdurre forme odiose di repressione della libertà di pensiero e di religione». Nella stessa intervista Lucio Romano di Progetto per l’Italia parla di «”golpe” notturno» come se si voglia «si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico».
Dello stesso avviso anche Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, secondo cui «il Parlamento avrebbe da occuparsi con la medesima lena di ben altre questioni veramente urgenti e che riguardano l’intera società invece di dedicarsi, giorno e notte, a temi che nella migliore delle ipotesi sono divisivi». Perciò è chiara la richiesta di Belletti: «Rivolgiamo un appello ai senatori affinché il dibattito sul tema dell’omofobia non sia trattato a porte chiuse e con il favore delle tenebre ma venga affrontato nel confronto delle diverse posizioni, senza ideologia e senza strappi». Continua a leggere

Benefit aziendali: anche la Chiesa “apre i cancelli” alle coppie omosessuali.

cancelli del paradisoAll’interno dell’Unione europea alcuni Stati prevedono il matrimonio per le coppie dello stesso sesso mentre altri riconoscono le unioni civili anche agli omosessuali: non mancano Paesi come l’Italia in cui non vige né il matrimonio né le unioni civili.
In una Unione Europea in cui i diritti civili devono trovare sempre più omogeneità, una sentenza della Corte di giustizia dell’unione europea ha stabilito che il congedo matrimoniale deve essere dato anche alle coppie omosessuali che abbiano contratto un’unione civile: questa decisione sarà valida in tutti quegli Stati dell’Unione in cui le coppie omosessuali non possono sposarsi ma in cui possono contrarre un’unione civile.
Come riporta il Sole 24Ore «relativamente ai benefici a livello di retribuzione o di condizioni di lavoro (…) le persone del medesimo sesso che, non potendo contrarre matrimonio, stipulano un Pacs, si trovano in una situazione analoga a quella delle coppie che si sposano».
Una decisione simile a quella adottata nel 2008 e nel 2010 quando la Corte aveva sentenziato che «una normativa di uno Stato membro che conferisca benefici in termini di retribuzione o di condizioni di lavoro unicamente ai lavoratori sposati, mentre il matrimonio è legalmente possibile nel medesimo Stato membro solo tra persone di sesso diverso, crea una discriminazione diretta fondata sull’orientamento sessuale nei confronti dei lavoratori dipendenti omosessuali uniti in un Pacs che versino in una situazione analoga». Continua a leggere

Quei conservatori degli omosessuali britannici.

David CameronDavid Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale.
La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”.
Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)». Continua a leggere

Dal Regno Unito due nuovi esempi di laicità contro le pretese religiose.

“Tempi duri” per quei cristiani che vorrebbero far prevalere il loro sentimento religioso sopra ogni altro diritto.
Nel Regno Unito la battista Celestina Mba era stata licenziata a causa del suo rifiuto di lavorare la domenica. La donna, opponendosi al licenziamento, aveva portato il suo datore di lavoro, un’organizzazione che offre assistenza 24 ore su 24 a bambini disabili, in tribunale ma questo aveva respinto le sue richieste. Celestina Mba non si è arresa ed è ricorsa alla Corte d’Appello sostenendo che, in base alla sua religione, non avrebbe dovuto lavorare di domenica in modo da poter rispettare il quarto comandamento della Bibbia che prevede di dedicare la domenica al riposo.
Pur di non lavorare la domenica Celestina Mba ha detto al tribunale che sarebbe stata disponibile ad essere attiva nei turni di notte ed il sabato o avrebbe accettato uno stipendio inferiore. Ha inoltre sostenuto che il suo datore di lavoro non avrebbe trattato persone di altre religioni così come tratta i cristiani e che la sua fede cristiana non era stata rispettata.
Per questo motivo ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello di ribaltare la precedente decisione del tribunale ma i giudici d’appello non hanno accolto il suo ricorso. Continua a leggere

L’industria aerospaziale Lockheed Martin “prende il volo” nel finanziare i Boy Scouts americani.

Dopo la decisione del colosso farmaceutico Merck di non finanziare più i Boy Scouts of America (Bsa) a causa delle politiche discriminatorie nei confronti degli omosessuali, per lo stesso motivo i “lupetti” perdono il sostegno economico anche del gigante dell’ingegneria aerospaziale e della difesa Lockheed Martin.
La decisione, annunciata dal portavoce Gordon Johndroe, è a causa della policy dei Bsa di vietare a persone omosessuali di essere leader della stessa organizzazione: queste linee non corrispondono alle politiche dell’azienda statunitense nel sostenere le diversità.
In una dichiarazione scritta Johndroe ha comunicato che l’impegno della Lockheed Martin è nel sostegno a quei gruppi no-profit che valorizzano le diversità: «Siamo del parere che impegnarsi e finanziare un’organizzazione che discrimina apertamente sia in conflitto con le nostre politiche. Mentre plaudiamo la missione dei Boy Scout e quanto di buono fanno nelle nostre comunità, le loro politiche discriminatorie sulla base dell’orientamento sessuale e sulla base dell’affiliazione religiosa sono in conflitto con le linee guida di Lockheed Martin». Continua a leggere

Sei gay? Allora ti licenzio. Succede in una scuola cattolica di Seattle.

Mark ZmudaLicenziato perché sposato con una persona dello stesso sesso: questo – come riporta il Guardian – è quanto capitato a Mark Zmuda, vicepreside della Eastside Catholic School di Seattle.
La sua “colpa” è di essersi unito in matrimonio con il suo compagno di lunga data Dana Jergens lo scorso luglio, sette mesi dopo che lo Stato di Washington ha legalizzato il matrimonio omosessuale in una cerimonia civile officiata dal reverendo Jan Carter.
Dopo il suo matrimonio Mark Zmuda è tornato in servizio nella scuola di cui era vicepreside ed allenatore di nuoto fino al licenziamento di qualche settimana fa.
Come ha confermato l’avvocato della scuola cattolica e dell’Arcidiocesi di Seattle Michael Patterson il “problema” non era l’omosessualità di Mark Zmuda ma l’essersi sposato con una persona dello stesso sesso.
Il licenziamento ha provocato la reazione degli studenti della Eastside Catholic School che, il giorno del suo licenziamento, hanno deciso di non svolgere le normali lezioni ma si sono riuniti all’esterno dell’arcidiocesi di Seattle con cartelli di protesta.
La protesta degli allievi ha coinvolto anche altri ragazzi delle vicine scuole cattoliche che hanno riempito la palestra con cartelli inneggianti a Mark Zmuda ed avvolgendosi in bandiere color arcobaleno. Continua a leggere

Dai “Giuristi per la vita” un ordine del giorno per la famiglia e la libertà (ma solo cattolica).

Avv.-Gianfranco-AmatoI difensori della “famiglia naturale” ora hanno un nuovo “utilissimo” strumento: un ordine del giorno da far votare da ogni consiglio comunale, provinciale o regionale d’Italia. Il documento viene offerto dai Giuristi per la vita presieduti dall’avvocato Gianfranco Amato e – prima che sia approvato da ogni assemblea elettiva d’Italia – viene pubblicato in anteprima dalla Nuova Bussola Quotidiana che titola “Un ordine del giorno per la famiglia e la libertà”.
Gianfranco Amato dei Giuristi per la vita parte dal presupposto del riconoscere «nel matrimonio liberamente contratto tra un uomo ed una donna il fondamento della famiglia quale società naturale contemplata dall’art.29 della Costituzione». Forse ai Giuristi non farebbe male rivedere la sentenza 138/2010 della Corte costituzionale (e qualche sentenza straniera) secondo cui con l’espressione “società naturale” «come si desume dai lavori preparatori dell’Assemblea costituente, si volle sottolineare che la famiglia contemplata dalla norma aveva dei diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo doveva riconoscere». Insomma la “società naturale”, così come prevista dai nostri Padri Costituenti, è da intendersi come una società che pre-esiste allo stesso Stato e quindi non trova la sua legittimità nel diritto positivo ma in quello naturale: un’accortezza per mettere al riparo la famiglia dalle ingerenze dello Stato avvenute nel fascismo.

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Bimba affidata a coppia omosessuale: uno “scandalo” per il mondo cattolico.

Solo in Italia la notizia dell’affidamento temporaneo di una bambina di tre anni ad una coppia omosessuale a cui era legata da rapporti affettivi poteva creare tante polemiche e discussioni.
Non basta che la coppia sia definita dai servizi sociali che hanno esaminato il caso come stabile e affidabile (anche economicamente) e non basta che il provvedimento sia temporaneo e che la bimba potrà continuare a frequentare la madre: per il mondo cattolico tutto questo è uno “scandalo”.
Il primo intervento non viene da un esponente cattolico ma “laico” come l’ex parlamentare del Pd Mario Adinolfi: «Ho una figlia di tre anni, esattamente la stessa età della bimba che il tribunale dei minori di Bologna ha deciso di affidare a una coppia di omosessuali. Credo di comprenderne alcune dinamiche psicologiche in maniera piuttosto approfondita e mi trovo d’accordo con il procuratore minorile della Repubblica che, concentrata sul benessere della bimba piuttosto che su ottenere uno spot sui giornali, si era detta radicalmente contraria all’affido della treenne alla coppia gay ritenuta “non all’altezza”». Si apprende con piacere che Adinolfi oltre che esperto di poker è anche esperto di psicologia dell’infanzia. Continua a leggere

Tempi di matrimonio gay in Scozia e di bufale in Italia.

Dopo Inghilterra e Galles, anche la Scozia sembra aver preso la strada di introdurre il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Secondo il Daily Mail 86 parlamentari su 128 voteranno a favore della legge che potrebbe permettere alle coppie omosessuali di sposarsi già l’anno prossimo.
La notizia non è sfuggita alla stampa cattolica di casa nostra e Tempi.it, l’organo vicino a Comunione e liberazione, con un articolo firmato da Leone Grotti, titola “Anche se la popolazione è contraria, domani la Scozia approverà i matrimoni gay (e Jedi)”.
Secondo Leone Grotti «Il Parlamento, infatti, si appresta ad approvare i matrimoni gay nonostante gli scozzesi si siano chiaramente opposti. Nella più grande consultazione pubblica mai condotta dal governo scozzese per sondare l’opinione dei cittadini, i due terzi dei 77 mila intervistati hanno detto di essere contrari alle nozze tra omosessuali». Difficile capire quale consultazione pubblica abbia letto (o interpretato) Leone Grotti: come riporta il sito del governo scozzese, l’ultimo sondaggio realizzato sul matrimonio omosessuale è del 2010 (quelli successivi non avevano questo argomento) e rivela che il 61 per cento degli scozzesi è a favore del matrimonio per le coppie gay. Continua a leggere

Quel “bugiardo e sabotatore anti-cattolico” del sindaco Ignazio Marino.

Non è proprio un idillio quello tra il sindaco di Roma Ignazio Marino ed i cattolici: dopo essere stato criticato per la decisione di introdurre il registro delle unioni civili, il primo cittadino della capitale finisce nuovamente nel mirino dell’area cattolica per aver “addirittura” negato l’uso di una sala del Campidoglio, la sala della Protomoteca, ad un convegno intitolato “Ideologia del gender: quali ricadute per la famiglia?” organizzato dall’associazione Famiglia Domani, un’associazione che – si legge nel sito – ha lo scopo di «di difendere e di promuovere i valori familiari naturali e cristiani minacciati dalla degradazione culturale e morale del nostro tempo». Presieduta dal marchese Luigi Coda Nunziante, è stata «incoraggiata fin dalla sua nascita dal Pontificio Consiglio per la Famiglia» con la lettere del cardinale Gagnon del 27 marzo 1990 intervenendo su «temi di grande portata culturale e morale come l’aborto,  la pornografia, la droga, le unioni “di fatto” e omosessuali». Continua a leggere

I cattolici pretendono il monopolio della piazza: a Bergamo contestate le “Sentinelle anti-gay”.

Anche in Italia sono sbarcate le “Sentinelle in piedi” che – come i loro alter-ego francesi – si oppongono al disegno di legge contro l’omofobia esclusivamente rimanendo in piedi nelle piazze e leggendo un libro.
“Sentinelle contestate a Bergamo. Oltre a non poter parlare, non si può più nemmeno stare in silenzio?”: così titola Tempi, l’organo d’informazione vicino al movimento cattolico di Comunione e Liberazione, in merito ad una manifestazione delle Sentinelle tenutasi nella città lombarda.
«Spiacevole episodio durante una pacifica veglia» sino al momento in cui «contestatori Lgbt hanno cercato di provocare un gruppo di sentinelle in piedi»: così scrive Emanuele Boffi.
Il resoconto è molto dettagliato: «Per circa un’ora duecento persone si sono disposte ordinatamente a scacchiera e hanno, come è loro abitudine, ognuno per suo conto e silenziosamente, letto un libro. Ma il gruppo di contestatori hanno (sic, ndr) iniziato a urlare slogan offensivi o cercato di provocarli al solo fine di scatenare una reazione. I contestatori hanno srotolato striscioni (“Liberi di amare” si leggeva su uno e “Chiamo imbecille chi ha paura di godere. A. Camus” su un altro). La cinquantina di attivisti Lgtb tenevano in mano un libro viola (o solo la sua copertina) e deridevano i presenti che non hanno reagito, tranne un anziano signore che, spazientito, si è lasciato scappare qualche insulto, dal quale le sentinelle si sono subito dissociate. Due militanti Lgtb si sono baciati davanti a una bandiera della pace». Continua a leggere

La pedofilia è un orientamento sessuale come l’omosessualità? Altra bufala in salsa cristiana.

American Psychiatric AssociationNel 1973 l’American psychiatric association (Apa) ha cancellato l’omosessualità dal suo elenco delle malattie mentali, il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: una scelta che non è mai piaciuta al mondo cattolico che ancora continua a ripetere che è stata una decisione adottata per motivi non scientifici.
Nel vano tentativo di associare l’omosessualità alla pedofilia molte fonti riportano che l’Apa avrebbe deciso di classificare la pedofilia come “orientamento sessuale” eliminandola dal novero delle malattie così come era avvenuto per l’omosessualità nel 1973.
“Pedofilia, 50 anni fa era una ‘malattia’. Da quest’anno per gli psichiatri americani è un ‘orientamento sessuale'”: così titola Tempi in un articolo firmato da Benedetta Frigerio secondo cui «L’associazione degli psichiatri americani (Apa) ha scritto nel suo ultimo manuale che la pedofilia, “il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento” come gli altri». La giornalista aggiunge: «La decisione denunciata dall’Associazione della famiglia americana (Afa) va così a completare un lungo percorso di sdoganamento cominciato già negli anni Cinquanta». Continua a leggere

La Chiesa canonizza l’iPhone 5s: lo scrive la fonte di “Tempi”.

La notizia ha dell’incredibile. Il Vaticano e la Chiesa di Satana avrebbero firmato un patto di non aggressione: questo è quanto riporta il sito National Report secondo cui papa Francesco ed il suo alter-ego della Chiesa di Satana avrebbero siglato lo storico accordo.
La notizia avrebbe shockato gli osservatori internazionali: la Chiesa cattolica ha acconsentito di porre fine agli esorcismi mentre la Chiesa di Satana smetterebbe di compiere sacrifici umani.
Le notizie sconvolgenti riportate dal sito National Report non sono finite: la Chiesa avrebbe deciso addirittura di canonizzare addirittura l’iPhone 5s. «Giochiamo e ci mandiamo sms a vicenda come piccoli ragazzini a scuola»: racconta un membro della Congregazione per le cause dei santi.
Le notizie sembrano delle vere e proprio bufale ma c’è da credere che il sito sia affidabile se si considera che Benedetta Frigerio su Tempi, organo vicino al movimento ecclesiale cattolico Comunione e Liberazione, facendo sempre riferimento a National Report, titolaMaschi vestiti da femmine e femmine vestite da maschi”. Continua a leggere

Vengo anch’io. No tu no. Ma perché? Perchè no. L’avvocato cattolico “censurato”.

“Vengo anch’io. No tu no. Ma perché? Perchè no”: questi versi del grande Enzo Jannacci descrivono bene la diatriba tra il vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci) Giancarlo Cerrelli e Domenica In “colpevole” di aver cambiato idea sulla partecipazione del giurista alla trasmissione di Rai Uno.
Cerrelli si era reso protagonista, in merito al dibattito sull’omofobia, di un controverso intervento a UnoMattina dove aveva affermato che «l’omosessualità è stata depennata dal manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali non per motivi scientifici».
Successivamente Mara Venier a Domenica In vuole parlare di omosessualità ed in un primo momento – da quanto afferma Cerrelli – era stato invitato l’esponente dell’Ugci: invito che era stato disdetto in un successivo momento facendo gridare alla “discriminazione” il giurista cattolico.
Intervistato dall’agenzia di stampa Zenit dei Legionari di Cristo secondo cui il caso «non svela solo l’inadempienza di una televisione pubblica dalla presunta vocazione pluralista, ma quello che sembrerebbe un graduale imporsi di una dittatura omosessualistica che mina alle basi antropologiche e culturali della società odierna» l’avvocato cattolico commenta il fatto. Sembra quasi una situazione “orwelliana” quella descritta: «Per giungere all’indifferenziazione sessuale, tale ideologia deve percorrere alcune tappe. Una di queste è l’omosessualizzazione della società, consistente sia nell’uniformazione dei sessi tra loro, che nell’avvicinamento del mondo e della cultura eterosessuale al mondo e alla cultura omosessuale. (…) Continua a leggere

Sentenza……non ti ho mai conosciuto, non ti ho mai Amato.

L'avvocato Gianfranco AmatoLo scrive senza usare mezze parole l’avvocato Gianfranco Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana nel suo articolo “Quando una lobby è gay può ignorare il giudice?”: «A Londra l’impudente e sfacciata arroganza delle lobby omosessualiste riesce a superare i limiti della decenza. Ne è un esempio lampante l’ultima vicenda della réclame gay sui mezzi di trasporto pubblici». Questi i fatti così come descritti dall’avvocato: «Dai primi di ottobre, infatti, i celebri double-decker rossi girano per la città con una vistosa e provocatoria scritta sul fianco: “Some people are gay. Get over it!”, ovvero “Esistono gli omosessuali. Fattene una ragione!”. L’iniziativa, che di per sé rappresenterebbe già un’inutile quanto becera provocazione – ispirata dall’unico acido intento di recare offesa – è riuscita a rasentare la tracotanza, se si considera che il 22 marzo 2013 un giudice dell’Alta Corte, Mrs. Beverly Lang, nel caso Core Issues Trust v Transport for London, aveva statuito che quella pubblicità, ideata dalla nota organizzazione omosessualista Stonewall, violava il regolamento del Transport for London, l’ente che gestisce il trasporto pubblico londinese, in quanto “atta a causare una diffusa e grave offesa”». Nonostante questo, continua il presidente dei Giuristi per la vita «i cartelli sono stati tranquillamente esposti sugli autobus della capitale britannica, con la compiacente benevolenza – o meglio complicità – del Transport for London». Continua a leggere

La libertà d’opinione è anche il diritto a non essere criticati? Lo strano punto vista del mondo cattolico.

L’istituto “Francesco Faà di Bruno” è un liceo scientifico paritario cattolico di Torino ed all’interno di un ciclo di incontri dedicati ai genitori aveva organizzato una conferenza dal titolo “Omosessualità: domande e risposte”. Il depliant sui convegni era molto chiaro: «La famiglia tradizionale è in difficoltà ma, invece di aiutarla, oggi vengono proposti modelli alternativi di famiglia» e gli incontri trovano «spunto dall’acceso dibattito parlamentare sull’omofobia e sul riconoscimento delle unioni omosessuali per proporre una riflessione complessiva sulla bellezza della famiglia naturale minacciata dall’ideologia del gender».

All’incontro era stata invitata l’infettivologa Chiara Atzori, considerata “la Nicolosi italiana”, dal nome dello psicologo americano Joseph Nicolosi che teorizza di poter “riparare” con la psicologia l’omosessualità: tali teorie sono sconfessate dalla comunità scientifica e vietate dall’Ordine degli psicologi. La stessa Atzori invece considera “illuminante” il lavoro dello psicologo americano avendo scritto anche la prefazione all’edizione italiana di un suo libro ed a RadioMaria ha sostenuto che «nei Paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa come, così, equiparazione un modo di essere come un altro i risultati sanitari sono stati devastanti». Continua a leggere

Quell’eterno doppiopesismo della stampa cattolica.

La notizia del suicidio a Roma di un ragazzo omosessuale si è inserita nel dibattito esistente sulla legge sull’omofobia e le associazioni per i diritti degli omosessuali hanno organizzato una manifestazione in via San Giovanni in Laterano, la cosiddetta Gay Street della capitale, per lanciare un messaggio contro l’omofobia e la discriminazione sessuale.
Anche la stampa di area cattolica ha commentato il suicidio e le reazioni delle associazioni Lgbt. Sulla Nuova Bussola Quotidiana si titola “Giovane suicida, sciacalli in azione” e per Riccardo Cascioli «la notizia del suicidio è piegata a strumentalizzazioni e interessi ideologici». Continua Cascioli: «Se a suicidarsi è una persona qualsiasi viene liquidata in poche righe di cronaca, qualcuna in più se si creano problemi alla circolazione gettandosi sotto il metro o sotto un treno. (…) Se a togliersi la vita è un giovane gay o presunto tale, ecco allora che le stesse paginate e servizi vengono spesi per incolpare l’intera società di omofobia e i politici per non avere provveduto ad approvare una legge che punisca severamente ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali. Insomma il suicidio conta se serve per promuovere l’eutanasia o le leggi pro-gay». Per il giornalista «intorno al tragico fatto di cronaca si è scatenata la ormai solita cagnara di chi invoca la legge contro l’omofobia e vorrebbe ridurre al silenzio – magari con il carcere – chi prova semplicemente a dire che un conto è condannare bullismo e violenze (che vanno sempre condannate) e un altro proporre norme che puniscano il reato di opinione, inclusa la contrarietà a concedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso». Continua a leggere

Quei giuristi cattolici molto cattolici ma poco giuristi

Giancarlo Cerrelli«Sono gay, l’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza»: con queste parole ha purtroppo deciso di togliersi la vita un giovane ragazzo omosessuale lanciandosi dall’undicesimo piano di un palazzo a Roma.

Il giorno dopo – proprio sull’omofobia – interviene dalle pagine del quotidiano online Il Sussidiario, Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci), con un articolo dal titolo “Omofobia. Ecco il piano fascista per ‘rieducare’ gli italiani”. Lo stesso Cerrelli si era già reso protagonista di un intervento a UnoMattina Estate che aveva creato molte polemiche.

Il giurista cattolica esprime “meraviglia” per la «fretta con cui è stato approvato tale disegno di legge senza che vi fosse alcuna urgenza sociale e nonostante siano altre le priorità a cui gli italiani attendono che si provveda». Forse è necessario aspettare che un fenomeno sia “urgente” affinché il legislatore sia chiamato ad occuparsene? Dobbiamo forse aspettarci che gang terrorizzino e pestino gli omosessuali affinché il Parlamento senta la necessità della giustezza di un provvedimento a contrasto delle discriminazioni e dei contrasti legati all’orientamento sessuale? Per il resto gli italiani che pensano che sono “altre le priorità” possono stare tranquilli. L’iter parlamentare di approvazione delle leggi è prima di tutto diviso nelle quattordici diverse commissioni parlamentari competenti per materia (questo disegno di legge appartiene alla commissione Giustizia) e quindi la discussione di una legge che contrasta l’omofobia non “rallenta” l’approvazione di una legge con – ad esempio – misure per l’occupazione che potrà essere discussa negli stessi giorni in un’altra commissione parlamentare (ad esempio nella commissione Lavoro o in quella Attività produttive). Inoltre il presidente della Camera o del Senato possono decidere di dare priorità ad un particolare disegno di legge nel calendario dei lavori se ritengono che sia particolarmente urgente. Strano che un giurista – sebbene cattolico – ignori tutto questo. Continua a leggere

I cattolici si scoprono “paladini della libertà d’opinione” solo sulla legge contro i crimini d’odio per gli omosessuali.

Sulla legge contro l’omofobia i vescovi italiani sono scesi a gamba tesa e dopo l’approvazione da parte della Camera del disegno di legge Scalfarotto, Avvenire (organo della Conferenza episcopale italiana) chiede il parere di Alberto Gambino, docente di diritto privato (resta da capire cosa c’entri il diritto privato con una norma di diritto penale) all’Università Europea di Roma, università della congregazione dei Legionari di Cristo: «Per quale motivo una persona dovrebbe avere maggior tutela giuridica di un’altra per il suo orientamento sessuale? Allora potremmo includere in questa tutela anche i portatori di handicap, per esempio, o i preti di periferia che combattono contro la mafia. Non si vede per quale ragione questi soggetti ugualmente degni non meritino lo stesso surplus di tutela penale. In realtà in questo modo una legge contro la discriminazione di alcuni finisce per discriminare gli altri». Allo stesso modo Gambino sembra essere rassicurante sulla libertà di espressione: «Per quanto riguarda le opinioni, non costituisce istigazione all’omofobia il fatto che durante un’omelia un sacerdote parli della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Per quanto invece riguarda le condotte, non costituisce omofobia il fatto che in una scuola paritaria o in una università cattolica si scelgano insegnanti che condividono un progetto formativo che veda nella unione eterosessuale il modello di famiglia su cui costruire la società. Anche se a dire il vero, si tratta di un paradosso». Continua a leggere

La “Manif Pour Tous” ossia la “manifestazione per tutti” ma anche per pochi.

Tra lodi, ovazioni, squilli di tromba da parte del mondo cattolico (ed indifferenza da parte di tutti gli altri) anche in Italia è approdata La Manif Pour Tous (Lmpt), il movimento che in Francia si è opposto senza successo all’introduzione del matrimonio per le coppie dello stesso sesso.

Zenit (l’agenzia di stampa della congregazione dei Legionari di Cristo) dava notizia che in sei piazze italiane (Roma, Bisceglie, Venezia, Bologna, Bolzano, Pisa) il popolo della Lmpt si sarebbe riunito l’11 ottobre per opporsi al disegno di legge contro l’omofobia: «La Manif Pour Tous Italia chiama nuovamente a raccolta la società civile a vegliare in difesa della famiglia e della libertà di espressione, e a manifestare il proprio dissenso contro il disegno di legge Scalfarotto». Una vera e propria crociata quella degli organizzatori della Manif Pour Tous e Zenit scrive che «in tutta Italia stanno nascendo comitati per combattere una battaglia antropologica in difesa della famiglia e della libertà d’espressione».

Anche Tempi non poteva ignorare questo “evento storico” dando spazio ad un comunicato dell’organizzazione in cui annunciava questa «prima grande mobilitazione nazionale» contro un «un provvedimento degno del peggior stato totalitario». Continua a leggere

Eurispes: per gli italiani anche dove c’è omosessualità c’è casa.

Un popolo di santi, poeti navigatori e “gay-friendly”: così potremmo definirci dopo aver letto l’ultima ricerca di Eurispes sull’omosessualità da cui emerge che l’82 per cento degli italiani non ha atteggiamenti diversi nei confronti degli omosessuali mentre c’è un 9,4 che dichiara di sentirsi imbarazzato dalla loro presenza. Atteggiamenti di aperta ostilità solo per il 5,8 degli intervistati: il 4,5 per cento dichiara che preferisce non entrarci in contatto e l’1,3 manifesta un atteggiamento di disapprovazione nei loro confronti. Queste percentuali che vedono gli italiani totalmente aperti nei confronti dell’omosessualità sono addirittura superiori a quelle rilevate dal Pew Research Center secondo cui per tre italiani su quattro l’omosessualità deve essere accettata dalla società. Anche una ricerca Istat aveva mostrato come gli italiani fossero aperti alle istanze agli omosessuali e disapprovassero le discriminazioni nei loro confronti.

Omosessualità una forma d’amore come l’eterosessualità: a pensarla in questo modo è la maggioranza dei nostri concittadini (51 per cento) mentre il 35,3 tollera l’omosessualità a patto che non venga ostentata. Solo per il 9 per cento è sinonimo d’immoralità. Continua a leggere

“Tempi” di lotta al disegno di legge contro l’omofobia

Bisogna riconoscerlo: nella gara all’interno del mondo cattolico per contrastare il disegno di legge contro l’omofobia una posizione da leader la occupa Tempi, l’organo di informazione vicino al movimento ecclesiale di Comunione e liberazione.

L’11 settembre Emanuele Boffi ritorna sulla vicenda che ha visto protagonista Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici per titolare “Le associazioni Lgbt vogliono mettere il bavaglio a chi non la pensa come loro sulla legge anti omofobia”. Quale la “grave colpa” delle associazioni Lgbt? Lo spiega bene Emanuele Boffi: «Alcune associazioni lgbt hanno incontrato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), chiedendogli di presentare un’interrogazione che faccia “piena luce” su quanto accaduto durante la puntata del 20 agosto di Uno Mattina (RaiUno)». Insomma chiedere spiegazioni in Parlamento – ossia nel luogo simbolo della democrazia e del pluralismo – significherebbe “mettere il bavaglio” ed infatti sono molto chiare le idee di Emanuele Boffi: «Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quanto andiamo scrivendo da tempo. E cioè che la legge sull’omofobia non mira a tutelare le persone omosessuali che vengono discriminate per le loro preferenze sessuali (lo ripeteremo di nuovo a rischio di apparire zelanti: se discriminazione c’è, essa va punita con gli strumenti di legge già esistenti), no, la norma Scalfarotto-Leone mira a mettere il bavaglio a persone come Cerrelli. Questo episodio ne è l’ennesima conferma». Resta da domandarsi se Boffi parlerebbe di “bavaglio” a proposito delle innumerevoli posizioni (il più delle volte con esposti ai tribunali) dell’assocazione Genitori Cattolici contro programmi come Le amiche del cuore, Basic Instinct, Darkman, Full Metal Jacket, Body of evidence, L’Amante, Luna di fiele, Io ballo da sola, Trono di spade. Continua a leggere

La miope “catto-sociologia” di Avvenire

Per fortuna ci pensa il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire a rivelarci che l’Italia è nella top ten del rispetto per quanto riguarda l’omofobia: «L’Italia un paese intollerante? Dove i gay sono visti con diffidenza e discriminati? Falso. Al netto dell’acida propaganda ideologica, che ci vorrebbe “omofobi”, l’Italia appare come un paese sereno e accogliente. Tre italiani su quattro, oggi, non sono ostili nei confronti della persone omosessuali e meno di uno su cinque li ritiene un problema», così scrive Umberto Folena sul quotidiano della Conferenza episcopale italiana. Continua Folena: «A dimostrarlo è un’indagine condotta a livello mondiale, in ben 39 paesi di tutti i continenti, dal Pew Research Center. Una ricerca che riserva alcune conferme e parecchie sorprese, dando un’energica spallata a non pochi luoghi comuni. L’Italia, per cominciare. Abituati a stazionare nelle retrovie delle classifiche mondiali d’ogni genere, stavolta occupiamo una lusinghiera ottava posizione (in rimonta). Ad accettare serenamente le persone omosessuali è il 74% della popolazione; meno sereno è ancora il 18; il rimanente 8 non ritiene di dover esprimere alcun parere». Insomma sembra proprio che non sia necessaria nessuna legge che contrasti l’omofobia e questa opinione è confermata da un editoriale pubblicato sullo stesso quotidiano in cui si legge: «L'”omofobia”, e tutto ciò che con questo termine oggi s’intende, è insopportabile. Perché nessuna violenza e nessuna discriminazione possono essere mai accettate. Ma la strategia tesa a garantire una super-tutela alle persone omosessuali c’entra proprio poco con il rifiuto di violenza e discriminazione (soprattutto in un Paese come l’Italia che – l’abbiamo documentato ieri, pubblicando i recentissimi dati del “Pew Resarch Center” – è tra i primi dieci al mondo per rispetto di queste stesse persone)». Sebbene Avvenire dia notizia solo ora di questo studio in questo blog ne avevamo scritto a giugno. Continua a leggere

Caro Francesco, bocciato in diritto costituzionale

Interviene a gamba tesa papa Francesco nella politica italiana con un messaggio alla Settimana Sociale dei cattolici italiani. Lo fa scagliandosi contro il matrimonio per le coppie dello stesso sesso e richiamandosi addirittura alla Costituzione della Repubblica italiana. Queste le parole del papa: «La Chiesa offre una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. In questa realtà riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana».
Il riferimento è al comma primo dell’articolo 29 della Costituzione della Repubblica italiana che così recita: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
Ci sono forti dubbi sul fatto che i nostri Padri Costituenti nella scrittura di questo articolo si siano ispirati al Libro della Genesi ma – per evitare illazioni – è utile considerare quanto ha rilevato la Corte costituzionale (che forse la Costituzione la conosce meglio del papa) nella sentenza 138/2010 in merito alla presunta incostituzionalità del divieto di matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Continua a leggere