Avvenire: «Bloomberg finanzia i candidati pro nozze gay e contro la vendita delle armi». E meno male…..

Avvenire pubblica un articolo (“Bloomberg offre denaro ai candidati pro nozze gay”) rivelando l’attività da lobbysta del sindaco di New York.
Con queste parole il quotidiano dei vesco italiani descrive l’attività del sindaco magnate: «Il miliardario, indipendente e pragmatico sindaco di New York Michael Bloomberg è disposto a contribuire milioni di dollari per la tua elezione. A patto che tu sottoscriva tre promesse: devi sostenere leggi che rendano più difficile comprare armi, portino a scuole più efficienti e legalizzino le nozze omosessuali».
La notizia non ha nulla di sorprendente: i finanziamenti privati sono una realtà anche in Italia sebbene sia la prassi ed un sistema consolidato negli Usa. Ovviamente un finanziere (come qualsiasi privato cittadino) sarà disponibile a finanziare solo quei candidati che possano appoggiare le proprie istanze: qualora i politici non condividano il punto di vista dei loro sponsor sono liberi di rifiutare.
I finanziamenti dei privati negli Usa sono liberamente consultabili on line in modo che tutti sappiano da chi ricevano i contributi i singoli candidati.
La lobby più potente è la National rifle association che – appoggiando candidati democratici ma soprattutto repubblicani – ha impedito l’adozione di provvedimenti restrittivi nei confronti della vendita delle armi permettendo stragi come il massacro alla Columbine High School in cui morirono quindici persone. Contro questa lobby ed i suoi interessi – messi ben in luce da Michael Moore nel suo Bowling a Columbine – si è schierato il sindaco Bloomberg che ha messo a disposizione un fondo di 15 milioni di dollari per tutti i candidati sensibili alla legalizzazione del matrimonio omosessuale, alla restrizione nell’acquisto di armi ed all’efficienza della scuola.

«Mesi fa, Bloomberg ha deciso di non candidarsi alla Casa Bianca, ma non si è rassegnato a stare a guardare. Consapevole del peso che i suoi soldi e il suo appoggio possono rivestire, ha lanciato la sua proposta a tutti i candidati, senza guardare il colore della loro squadra»: questa descrizione di Avvenire si potrebbe benissimo sposare per Silvio Berlusconi che nel 1994 per l’appunto non si è rassegnato a stare a guardare consapevole del peso che i suoi soldi e il suo appoggio potevano rivestire.
Forse noi italiani che da venti anni abbiamo un miliardario magnate dei media nell’agone politico – che spesso ha ricevuto l’appoggio della Cei – siamo proprio gli ultimi a poterci scandalizzare dell’interesse di un miliardario nella politica.
Ad essere realisti, le lobby esistono anche in Italia (associazioni di industriali, ordini professionali, private aziende, associazioni segrete ed ovviamente la Chiesa) e spesso si frappongono all’introduzione di leggi importantissime per il nostro Paese. Inoltre le lobby americane operano alla luce del sole mentre quelle italiane spesso in maniera nascosta e non legale. Per ultimo le lobby statunitensi finanziano la politica mentre in Italia sono sostenute economicamente dalla politica (attraverso finanziamenti diretti ed esenzioni fiscali varie ad esempio) per influenzare la politica stessa.
Inoltre l’impegno di Bloomberg dovrebbe essere ben visto soprattutto dai cattolici considerando che si impegna non per difendere interessi di settore (come fanno le lobby) ma per restringere la vendita delle armi (una decisione che soprattutto la Chiesa dovrebbe sostenere) e per una scuola più efficiente (un tema su cui tutti – laici o cattolici – sono sensibili). Nonostante la Chiesa non sia a favore del matrimonio omosessuale (come invece vorrebbe Bloomberg) magari i cattolici potrebbero considerare il bicchiere pieno per metà (anzi per due terzi) considerando che – tutto sommato – il matrimonio omosessuale non ha mai ucciso nessuno mentre la vendita libera delle armi purtroppo si.

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