Archivi giornalieri: novembre 8, 2012

Genitori gay. Dietrofront di Mark Regnerus che ammette gli errori del suo studio.

Alla fine è arrivata la stessa ammissione di Regnerus: «Non avevo idea sull’orientamento sessuale delle persone che ho analizzato».
Procediamo per gradi.
Negli Stati Uniti aveva suscitato polemiche una ricerca condotta dal sociologo Mark Regnerus dell’Università del Texas pubblicata dal Social Science Research secondo cui «se i genitori sono omosessuali, i figli adolescenti pensano di più al suicidio, sono più spesso disoccupati e seguiti dall’assistenza pubblica». Questa ricerca era stata ripresa anche da Avvenire oltre che nella galassia dei blog di fondamentalisti cattolici (Uccr e Pontifex in primis).

Sulla ricerca di Regnerus c’erano molti dubbi: prima di tutto aveva ricevuto un finanziamento di 800mila dollari da parte delle associazioni conservatrici Witherspoon Institute e Bradley Foundation.
Il Witherspoon Institute ha stretti legami con l’universo delle associazioni contrarie ai diritti degli omosessuali. Robert George – membro senior del Witherspoon Institute – è presidente emerito della National Organization for Marriage: un’associazione che si batte contro la legalizzazione delle coppie dello stesso sesso e contro la possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.
Lo stesso Robert George è inoltre un advisor della Catholic League for religious e civil rights: un’associazione radicale cattolica che con la sua attività si oppone – tra l’altro – al riconoscimento delle coppie omosessuali.
Luis Tellez – presidente del Witherspoon Institute – è anche un membro del consiglio di amministrazione della National Organization for Marriage.
Lo stesso Bradford Wilcox – direttore del Programma “Famiglia, matrimonio e democrazia” presso il Witherspoon Institute che ha finanziato lo studio di Regnerus – è anche membro del comitato redazionale del Social Science Research che ha pubblicato lo studio di Regnerus: un piccolo conflitto d’interessi.

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L’austerità dei Mormoni e degli Ortodossi imbarazza la Chiesa cattolica

Lo Stato italiano dopo aver firmato e trasferito in legge dello Stato l’intesa con mormoni, ortodossi ed apostolici si appresta a siglarla anche con la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova, l’Unione buddhista italiana e l’Unione induista italiana.
Così come avvenuto precedentemente non sarà necessario un passaggio in aula del testo ma sarà sufficiente l’approvazione in Commissione affari costituzionali quindi sarà facile che si arrivi al provvedimento prima dello scioglimento del Parlamento.
Successivamente i musulmani resterebbero gli unici a non aver un’intesa con lo Stato italiano. Secondo la Lega musulmana mondiale i musulmani presenti in Italia sarebbero circa 1,2 milioni (pari al 2% della popolazione), i testimoni di Geova conterebbero circa 243.000 aderenti (o,6 per cento) mentre i Buddisti sarebbero circa 100.000 (0,3 per cento).
L’intesa con queste nuove confessioni avrà effetti anche per l’8 per mille perché i contribuenti avranno un ventaglio più ampio di culti per cui firmare anche se i mormoni hanno scelto di non ricevere nessun tipo di contributo. Gli effetti comunque saranno minimi considerato che queste religioni (tranne i musulmani) non hanno un largo seguito in Italia. Ciò nonostante c’è qualche imbarazzo anche per la Cei.
Come scritto, i mormoni – sebbene ne abbiano diritto – hanno scelto di non accedere ai fondi dell’8 per mille: in passato anche i battisti avevano questa posizione ma da quest’anno hanno cambiato idea. Continua a leggere